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Caccia nelle Prealpi Venete: Guida Completa per gli Appassionati Le Prealpi Venete, situate nel nord-est d’Italia, offrono un territorio ricco di boschi, valli e montagne, ideale per gli appassionati di caccia. Questa regione, che comprende aree delle province di Belluno, Vicenza e Treviso, è nota per la sua biodiversità e per i paesaggi mozzafiato. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nelle Prealpi Venete, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Prealpi Venete sono caratterizzate da un territorio montuoso e collinare, ricoperto da foreste di abeti, faggi e larici. Le valli e i pascoli alpini offrono habitat ideali per diverse specie di fauna selvatica. La presenza di corsi d’acqua e piccoli laghi attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima è alpino, con inverni freddi ed estati fresche, rendendo la caccia un’attività stagionale ben definita. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Veneto, la caccia è un’attività radicata, soprattutto nelle zone rurali e montane. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 60.000 cacciatori, molti dei quali operano nelle Prealpi Venete. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nelle Prealpi Venete si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cervo e Capriolo : Praticata in appostamento o battuta, con focus sulle aree montane. Caccia al Cinghiale : Diffusa nelle valli boschive, spesso con l’uso di segugi. Caccia agli Uccelli : Fagiani, pernici e colombacci sono cacciati con richiami naturali. Caccia al Camoscio : Riservata a zone rocciose come il Monte Grappa, con permessi speciali. Stagioni Venatorie Cervo e Capriolo : 15 settembre – 15 dicembre (solo maschi adulti). Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno). Selvaggina minuta : 15 settembre – 30 novembre. Uccelli migratori : 1 settembre – 10 febbraio (max 10 esemplari/giorno). Associazioni e Club Locali Federcaccia Veneto : Organizza corsi di formazione e battute coordinate. Associazione Cacciatori delle Dolomiti : Supporta la gestione sostenibile della fauna e promuove eventi culturali. Aziende Venatorie Private : Strutture come Rifugio Monte Tomba offrono guide specializzate. Legislazione Regionale Licenza : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 1 cervo, 2 caprioli e 2 cinghiali per stagione. Armi : Divieto di fucili con canna inferiore a 58 cm; munizioni a pallini in acciaio obbligatorie per uccelli acquatici. Aree Protette : Caccia vietata nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e nelle ZPS (es. Sito "Alpi Feltrine"). Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale lega la caccia ai sapori del territorio. Il "cervo in salmì" è un piatto tradizionale, preparato dopo le battute. La Festa del Cacciatore a Bassano del Grappa celebra l’attività con degustazioni e mostre di trofei. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio delle Prealpi Venete è stato reintrodotto negli anni ’90 grazie a progetti di conservazione. Durante la Grande Guerra, il Monte Grappa fu teatro di battute di caccia clandestine per sfamare i soldati. Nel 2020, un cacciatore ha fotografato un esemplare di aquila di Bonelli , specie rara in Italia. La caccia nelle Prealpi Venete è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaPrealpiVenete #MonteGrappa #Cervo #Italia #Cinghiale #Fagiano #FedercacciaVeneto #Camoscio #TradizioniVenatorie #ParcoDelleDolomiti #BassanoDelGrappa #UccelliMigratori #SalmìDiCervo #AquilaDiBonelli #CacciaSostenibile #NaturaETradizione

Caccia nel Gargano: Caratteristiche, Normative e Tradizioni Il Gargano, situato in Puglia, è una delle destinazioni più affascinanti per gli appassionati di caccia. Conosciuto come lo "sperone d’Italia", questo promontorio offre una straordinaria varietà di paesaggi, dalle fitte foreste alle coste rocciose, passando per laghi e pianure. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nel Gargano, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Gargano è caratterizzato da una grande varietà di ambienti: la Foresta Umbra, una delle più estese d’Italia, è ricca di faggi, querce e pini, mentre le zone costiere e le pianure interne offrono habitat ideali per diverse specie di fauna. La presenza del Lago di Lesina e del Lago di Varano attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima mediterraneo, con inverni miti ed estati calde, rende la zona ideale per la caccia durante gran parte dell’anno. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Puglia, la caccia è un’attività molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 50.000 cacciatori, molti dei quali operano nel Gargano. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nel Gargano si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipi di caccia e specie cacciabili Cinghiale: Molto diffuso nella zona, è una delle prede più ricercate. Lepre e coniglio selvatico: Presenti nelle aree boschive e agricole. Volpe: Cacciata per il controllo della popolazione. Fagiano e pernice: Presenti nelle zone aperte e ai margini dei boschi. Selvaggina acquatica: Anatre e altri uccelli acquatici sono cacciati vicino ai laghi. Stagioni venatorie Le stagioni di caccia sono regolate dalla legge regionale. Ecco i periodi principali: Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Lepre e coniglio: Da settembre a dicembre. Fagiano e pernice: Da ottobre a gennaio. Selvaggina acquatica: Da settembre a gennaio. Le date precise possono variare ogni anno, quindi è consigliabile consultare il calendario venatorio della Regione Puglia. Associazioni e Club Locali Federcaccia Puglia : Organizza battute coordinate e corsi sulla sicurezza. Arci Caccia Gargano : Promuove la gestione sostenibile della fauna e supporta i cacciatori nelle pratiche burocratiche. Aziende Agrituristiche : Strutture come Masseria del Cacciatore offrono pacchetti con guide esperte. Legislazione Regionale Licenza : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 2 cinghiali e 1 cervo per stagione; divieto di armi con canna inferiore a 50 cm. Aree Protette : Caccia vietata nel Parco Nazionale del Gargano e nelle ZPS (es. Costa di Varano). Munizioni : Pallini in acciaio obbligatori per la caccia acquatica. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura garganica lega la caccia ai sapori locali. Il "cinghiale in agrodolce" è un piatto tipico, preparato dopo le battute. Durante la Sagra del Cinghiale a Monte Sant’Angelo, si celebrano riti antichi con degustazioni e gare di tiro. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Foresta Umbra ospita il camoscio appenninico , reintrodotto negli anni ’90. Nel Medioevo, il Gargano era riserva di caccia dei principi normanni, come documentato nell’Archivio di Stato di Foggia. Nel 2021, un cacciatore ha avvistato un esemplare di lince eurasiatica , specie rara in Italia. La caccia nel Gargano è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaGargano #CinghialeInAgrodolce #ForestaUmbra #ParcoNazionaleDelGargano #CacciatoriPugliesi #RipopolamentoFaunistico #TradizioniVenatorie #SagraDelCinghiale #FagianoEPernice #LinceEurasiatica #Italia #MasseriaDelCacciatore #CacciaAcquatica #CerviNelGargano #CinghialiDelGargano #FaunaDelGargano

Caccia nella Sila: Caratteristiche, Normative e Tradizioni La Sila, situata in Calabria, è uno dei territori più affascinanti d’Italia per gli amanti della caccia. Con i suoi vasti boschi, laghi e montagne, questa regione offre un’esperienza venatoria unica. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nella Sila, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Sila è un altopiano montuoso ricoperto da foreste di pini larici, faggi e abeti, che creano un habitat ideale per diverse specie di fauna selvatica. La presenza di laghi, come il Lago Arvo e il Lago Cecita, attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima è fresco in estate e rigido in inverno, con abbondanti nevicate che rendono la caccia invernale particolarmente suggestiva. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Calabria, la caccia è un’attività radicata, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 30.000 cacciatori, molti dei quali operano proprio nella Sila. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nella Sila si distingue per la vastità dei territori e la varietà di ambienti. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipi di caccia e specie cacciabili Cinghiale: Molto diffuso nella zona, è una delle prede più ricercate. Lepre e coniglio selvatico: Presenti nelle aree boschive e agricole. Volpe: Cacciata per il controllo della popolazione. Fagiano e pernice: Presenti nelle zone aperte e ai margini dei boschi. Selvaggina acquatica: Anatre e altri uccelli acquatici sono cacciati vicino ai laghi. Stagioni venatorie Le stagioni di caccia sono regolate dalla legge regionale. Ecco i periodi principali: Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Lepre e coniglio: Da settembre a dicembre. Fagiano e pernice: Da ottobre a gennaio. Selvaggina acquatica: Da settembre a gennaio. Le date precise possono variare ogni anno, quindi è consigliabile consultare il calendario venatorio della Regione Calabria. Associazioni e club di caccia Le principali associazioni venatorie attive nella Sila includono Federcaccia Calabria e Arcicaccia. Queste organizzazioni promuovono la caccia responsabile, organizzano eventi e corsi di formazione, e collaborano con le autorità per la gestione sostenibile della fauna. Normative sulla caccia La caccia nella Sila è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Possesso di una licenza di caccia (licenza di tipo A o B). Rispetto delle quote di abbattimento. Divieto di utilizzo di metodi di caccia illegali (es. trappole o veleni). Partecipazione obbligatoria a programmi di conservazione della fauna. Le violazioni possono comportare multe salate e la revoca della licenza. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale lega la caccia ai rituali contadini. Durante l’ "Aspromonte Hunting Festival", si celebra la tradizione con gare di tiro e degustazioni di piatti a base di cinghiale. Dopo le battute, è usanza condividere il "pane di grano arso" accompagnato da vino Cirò. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Sila fu riserva di caccia dei Borbone nel XVIII secolo, come testimoniato da mappe storiche dell’Archivio di Stato di Napoli. Il lupo appenninico, simbolo del parco, è oggetto di progetti di monitoraggio che coinvolgono cacciatori e biologi. Nel 2022, un cacciatore ha immortalato un esemplare raro di aquila reale nei pressi del Lago Cecita, confermando la biodiversità dell’area. La caccia nella Sila è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaSila #SelvagginaCalabrese #BraccataSullAltopiano #LupiEDintorni #TradizioneVenatoria #CacciatoriDelSud #Italia #PassioneVenatoria #SulleTracceDelCinghiale #FaunaDellaSila #BattuteDiCaccia #CiròETradizione #CacciatoriResponsabili #Italia #BiodiversitàSilana #SentieriDiCaccia

Caccia nelle Colline Toscane: Caratteristiche, Normative e Tradizioni Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Colline Toscane, situate nel cuore della regione, offrono un mosaico di paesaggi ideali per la caccia: valli boschive, oliveti secolari e macchie mediterranee. La varietà di ecosistemi favorisce la presenza di fauna selvatica, tra cui cinghiali, cervi, lepri, fagiani e pernici. I boschi di querce e castagni, insieme a zone umide protette, creano habitat perfetti per diverse specie. Demografia dei Cacciatori In Toscana, la caccia è un’attività radicata nella cultura locale. Secondo i dati di Federcaccia, la principale associazione venatoria italiana, nella regione sono registrati circa 80.000 cacciatori. Nelle Colline Toscane, la caccia è spesso un’attività familiare, tramandata di generazione in generazione. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cinghiale : Praticata principalmente in braccata con cani segugi. I cinghiali sono abbondanti grazie alla vegetazione fitta. Caccia al Cervo : Riservata a zone collinari e boschive, con periodi limitati per preservare la specie. Caccia alla Selvaggina Minuta : Fagiani, pernici e lepri sono oggetto di appostamenti fissi o vaganti. Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come la quaglia e l’alzavola possono essere cacciate in aree autorizzate. Stagioni Venatorie Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (con limitazioni notturne). Cervo : 15 settembre – 30 novembre (solo maschi adulti). Selvaggina minuta : 15 settembre – 31 dicembre. Uccelli migratori : 1 settembre – 10 febbraio (quote giornaliere definite). Associazioni e Club Locali Arci Caccia Toscana : Organizza battute e corsi di formazione sulla sicurezza. Federcaccia Toscana : Promuove la gestione sostenibile della fauna e supporta i cacciatori nelle pratiche burocratiche. Compagnie di Caccia Privata : Numerosi agriturismi offrono pacchetti con guide locali esperte. Legislazione Regionale Licenza : Obbligatoria la tessera venatoria regionale, con esame di idoneità. Limiti di Abbattimento : Massimo 2 cinghiali e 1 cervo per stagione a cacciatore. Armi : Fucili con canna non superiore a 57 cm e munizioni a pallini consentite (calibro minimo 12). Aree Protette : Divieto di caccia nei parchi nazionali (es. Parco della Maremma) e zone ZPS (Zone di Protezione Speciale). Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Toscana vanta riti secolari, come la "Beccacciaia" (battuta notturna con richiami acustici) e la "Caccia alla Tana" per lepri. Dopo le battute, è tradizione condividere il pasto con prodotti locali, come il cinghiale in umido o la lepre in salmì. accompagnato da vino Chianti. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il cinghiale è stato dichiarato "simbolo gastronomico" di alcune zone, con sagre dedicate (es. Sagra del Cinghiale a Greve in Chianti). Le Colline Toscane sono famose per la ricerca del tartufo, un’attività che spesso si affianca alla caccia. I cani da tartufo sono addestrati per individuare questi preziosi funghi. Nel Medioevo, la caccia nelle Colline Toscane era riservata ai nobili, come testimoniato da documenti dell’Archivio di Stato di Firenze. La riserva naturale di Monte Amiata ospita progetti di reintroduzione del lupo, regolando gli equilibri ecologici con la presenza di cacciatori. Le Colline Toscane rappresentano una meta privilegiata per i cacciatori, combinando tradizione, biodiversità e regole rigorose. Per una esperienza sicura e rispettosa, consultare sempre i regolamenti provinciali e affidarsi a guide locali certificate. #CacciaToscana #CollineToscane #Cinghiale #Cervo #Federcaccia #TradizioniVenatorie #Italia #SelvagginaMinuta #UccelliMigratori #Beccacciaia #Chianti #Tartufo #MonteAmiata #LupoToscano #CacciaEtica #NaturaToscana

Caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano: Un Viaggio tra Biodiversità, Storia e Regole Rigorose Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio L’Appennino Tosco-Emiliano, situato tra Toscana ed Emilia-Romagna, è una catena montuosa che offre paesaggi variegati: foreste di faggio e abete, prati alpini, valli fluviali e zone collinari. Questo territorio ospita una ricca biodiversità, con specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo, il camoscio e la lepre. Le aree boschive e le zone agricole circostanti sono ideali per la caccia, mentre i corsi d’acqua e le zone umide favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nell’Appennino Tosco-Emiliano sono registrati circa 15.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura rurale della zona. Caratteristiche della caccia Il territorio impervio richiede: Resistenza fisica : Sentieri ripidi e boschi fitti complicano gli spostamenti. Tecniche tradizionali : Caccia al cinghiale con mute di segugi e al cervo con approccio silenzioso. Attenzione alle zone protette : Il Parco Nazionale limita l’attività a specifiche aree. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nell’Appennino Tosco-Emiliano si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, organizzata in battute collettive. Caccia al capriolo e al cervo: comune nelle aree boschive e montane. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, cervo, lepre, fagiano, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo e al cervo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nell’Appennino Tosco-Emiliano operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Toscana, Federcaccia Emilia-Romagna, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nelle zone A e B del Parco Nazionale. Obbligo di munizioni in acciaio nelle aree umide. Quote annuali: 1.500 cervi, 3.000 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cervo a Castelnovo ne’ Monti (ottobre) celebra la selvaggina con piatti a base di ragù di cervo. Storicamente, i cacciatori dell’Appennino usavano trappole in legno per gli uccelli, oggi sostituite da metodi etici. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco ospita il lupo appenninico , specie protetta ma monitorata per evitare attacchi al bestiame. Nel 2022, è stato avviato il progetto Life Wolfnet per la convivenza tra lupi e attività venatorie. La zona è stata teatro della prima reintroduzione del gipeto in Italia centrale (2021). Cacciare nell’Appennino Tosco-Emiliano significa immergersi in un territorio dove natura e storia si intrecciano. Dalle foreste secolari alle valli isolate, ogni ambiente offre sfide autentiche, regolate da norme che tutelano equilibri fragili. Un’esperienza per chi cerca contatto con la vera essenza dell’Appennino, tra tradizione e conservazione. #CacciaAppennino #ToscoEmiliano #Biodiversità #Cinghiale #Cervo #Federcaccia #ParcoNazionale #LupoAppenninico #Italia #Gipeto #CacciaSostenibile #TradizioniVenatorie #CacciaRegolamentata #FestaDelCervo #CacciaEtica #NaturaAppennino

Caccia ai Confini del Parco del Pollino: Tradizione e Conservazione a Braccetto Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale del Pollino, situato tra Basilicata e Calabria, è il più grande parco nazionale d’Italia, con una superficie di oltre 192.000 ettari. Le montagne, le foreste di faggio e pino loricato, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo e il lupo appenninico. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle aree circostanti il Parco del Pollino, sono registrati circa 3.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie. Caratteristiche della caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi). Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Basilicata, Federcaccia Calabria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto assoluto di caccia all’interno del parco. Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come salsiccia di cinghiale e lagane e ceci, accompagnati da vini locali come l’Aglianico del Vulture. Curiosità sulla caccia nella regione Il Parco del Pollino è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il pino loricato, una specie arborea rara e protetta. Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura. Il Parco ospita il pino loricato , albero monumentale protetto, simbolo dell’area. Nel 2020, è stato avviato il progetto Life Wolfalps per mitigare conflitti tra lupi e attività venatorie. La zona è stata teatro della prima reintroduzione del cervo sardo in Italia continentale (2018). La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #Pollino #CacciaESalvaguardia #BraccataTradizionale #SentieriDelCinghiale #VenatoriDelSud #CuoreDelPollino #LeggendeDiMontagna #TradizioniDiCaccia #FagianiEDintorni #SaporiDelCacciatore #QuotaCinghiale #NaturaETradizione #SulleOrmeDelCapriolo #SegugiInMontagna #SpiritoAppenninico #Italia

Caccia in Maremma: Tra Macchia Mediterranea e Tradizioni Selvagge Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Maremma, estesa tra Toscana e Lazio, è un territorio unico per la caccia grazie alla sua diversità ambientale. Il Parco Naturale della Maremma (o Parco dell’Uccellina) ospita dune costiere, paludi (come la Laguna di Orbetello), e colline coperte di macchia mediterranea e boschi di leccio. I fiumi Ombrone e Albegna creano zone umide vitali per gli uccelli migratori. L’area protetta convive con zone di caccia regolamentata, offrendo habitat per ungulati e selvaggina minore. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo dati FIDC, in Toscana sono registrati circa 8.000 cacciatori , di cui il 40% frequenta la Maremma. L’età media è tra i 50 e i 65 anni, con una forte concentrazione nelle province di Grosseto e Livorno. Il 20% dei cacciatori proviene da regioni limitrofe (Lazio, Umbria) per la caccia al cinghiale e agli uccelli migratori. Caratteristiche della caccia La caccia in Maremma è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Maremmano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come le zone umide della Laguna di Orbetello. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Maremma si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, organizzata in battute collettive. Caccia al capriolo: comune nelle aree boschive e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone agricole. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Maremma sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Maremma operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Toscana, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Legislazione Regionale Divieto di caccia nelle zone A e B del Parco Naturale della Maremma. Obbligo di munizioni in acciaio nelle aree umide. Quote annuali: 2.000 cinghiali, 500 daini. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Magliano in Toscana (novembre) celebra la carne con piatti come “cinghiale in umido”. I butteri , figure iconiche della Maremma, accompagnano spesso le battute a cavallo, mantenendo vive tecniche secolari. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Laguna di Orbetello ospita il fenicottero rosa , specie protetta ma talvolta oggetto di osservazione durante la migrazione. Nel Parco Naturale è stato reintrodotta la lontra , scomparsa negli anni ’70. La Maremma è stata la prima area in Italia a utilizzare droni termici per il monitoraggio notturno della fauna. Cacciare in Maremma significa immergersi in un territorio dove natura selvaggia e tradizioni rurali si fondono. Dalle paludi alle colline, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme che tutelano la biodiversità. Un’esperienza autentica per chi cerca contatto con la vera essenza della Toscana, tra cavalli, boschi e sapori antichi. #MaremmaSelvaggia #CacciaEpica #OrizzontiDiMaremma #SaporeDiCinghiale #TraPaludiEBoschi #CuoreVenatorio #LeggendeDiCaccia #SentieriDelCacciatore #DoveVolanoLeAnatre #BraccataMaremma #AntichiRitiVenatori #SpiritoDellaMacchia #SegugiInAzione #CustodiDelTerritorio #EcoDellaForesta #Italia

Caccia agli Uccelli Acquatici: Segreti e Tradizioni del Delta del Po Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Delta del Po, situato tra Emilia-Romagna e Veneto, è una delle più importanti zone umide d’Europa. Con una superficie di oltre 120.000 ettari, il delta offre un habitat unico per la fauna selvatica, grazie ai suoi canali, lagune, paludi e valli da pesca. Questa diversità ambientale rende il Delta del Po un paradiso per la caccia agli uccelli acquatici, come anatre, folaghe e germani reali. Le aree boschive e le zone agricole circostanti ospitano anche specie come cinghiali, lepri e fagiani. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nel Delta del Po sono registrati circa 8.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura rurale della zona. Caratteristiche della caccia La caccia nel Delta del Po è fortemente influenzata dalla presenza di zone umide e dalla ricchezza di uccelli migratori. La caccia agli uccelli acquatici è l’attività principale, spesso praticata con l’ausilio di capanni fissi o barchini. La caccia al cinghiale e alla piccola selvaggina, come lepri e fagiani, è comune nelle aree boschive e agricole circostanti. L’uso di cani da seguita, come il Lagotto Romagnolo, è diffuso per la caccia alla lepre. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nel Delta del Po si praticano principalmente: Caccia agli uccelli acquatici: anatre, folaghe, germani reali e alzavole. Caccia al cinghiale: organizzata in battute collettive nelle zone boschive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle aree agricole e collinari. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, anatra, folaga, germano reale e alzavola. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nel Delta del Po sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nel Delta del Po operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Emilia-Romagna, Federcaccia Veneto, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nel Delta del Po è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto di caccia nelle aree protette (es. parchi naturali e riserve). Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 10.000 uccelli acquatici. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nel Delta del Po ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia agli uccelli acquatici sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come il risotto alle anatre e il cinghiale in umido, accompagnati da vini locali come il Lambrusco e il Merlot. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Delta del Po è una delle zone umide più importanti d’Europa per la migrazione degli uccelli acquatici. La caccia agli uccelli acquatici è spesso praticata con tecniche tradizionali, come l’uso di capanni fissi e barchini. Nelle valli da pesca del Delta, i cacciatori collaborano con i pescatori per la gestione sostenibile delle risorse naturali. La caccia nel Delta del Po rappresenta un’attività che unisce tradizione e rispetto per l’ambiente. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #CacciaDeltaPo #AcquaticiInVolo #LaguneSelvagge #TradizioneVenatoria #AnatreMigratorie #BattuteDiCaccia #UccelliDelDelta #RisottoDiSelvaggina #FangoECapanni #CacciatoriDiPalude #LameDacqua #BarchiniVenatori #SilenziDellaPalude #LambruscoECinghiale #Italia #EquilibrioNatura

Caccia nelle Alpi Apuane: Tra Marmi e Selvaggia Bellezza Geografia e Caratteristiche Naturali Le Alpi Apuane, estensione montuosa della Toscana settentrionale, offrono un territorio unico per la caccia. Con vette come il Monte Pisanino (1.946 m) e le cave di marmo di Carrara, la regione è caratterizzata da boschi di faggio, castagni e macchia mediterranea. Le valli del fiume Magra e del Serchio ospitano fauna diversificata, mentre le aree protette come il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane tutelano ecosistemi fragili. Le pendici rocciose e i dislivelli elevati rendono il territorio impegnativo ma ricco di prede. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo dati FIDC, nelle province di Massa-Carrara e Lucca (che includono le Alpi Apuane) sono registrati circa 4.500 cacciatori , il 70% dei quali ha età superiore ai 50 anni. La maggioranza è locale, con una presenza limitata di cacciatori provenienti da Emilia-Romagna e Liguria, attratti dal cervo sardo e dalla lepre comune . Caratteristiche della Caccia Il terreno accidentato richiede esperienza: Montagna : Caccia al cervo e al capriolo con approccio silenzioso e attrezzatura leggera. Boschi : Utilizzo di cani segugi per il cinghiale, specie nelle aree meno impervie. Attenzione ai divieti : Ampie zone sono protette per la presenza di lupi e avifauna rara. Tipologie di Caccia e Fauna Ungulati : Cervo sardo (endemico), capriolo, cinghiale (diffuso nelle aree collinari). Selvaggina Minore : Lepre, fagiano, pernice rossa, coniglio selvatico. Uccelli Migratori : Beccaccia, colombaccio (nelle valli fluviali). Piccola Preda : Volpe e tasso (caccia regolamentata per proteggere gli equilibri locali). Stagioni Venatorie Cervo e Capriolo : Settembre-Dicembre (solo maschi, con tagliola). Cinghiale : Ottobre-Febbraio (limite di 2 capi/giorno). Selvaggina Minore : Ottobre-Gennaio. Migratori : Settembre-Novembre (max 5 esemplari/giorno). Associazioni e Club FIDC Massa-Carrara : Gestisce 8 ATC e promuove progetti di monitoraggio del cervo sardo. Associazione Cacciatori Apuani : Organizza battute collettive e corsi di orientamento in montagna. Riserva di Caccia “Valle del Frigido” : Area controllata per la lepre e il fagiano. Legislazione Regionale Divieto di caccia nel Parco Naturale delle Alpi Apuane e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 300 cervi, 500 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Carrara (novembre) celebra la carne con ricette come “lardo alle erbe”. Nelle comunità rurali, il “cacciatore di notte” (pratica oggi vietata) era un rituale per stanare lepri con torce e cani. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le Alpi Apuane ospitano il cervo sardo , una sottospecie endemica reintrodotta negli anni ’90. Il territorio è stato teatro del progetto Life Wolfalps per la convivenza tra lupi e attività venatorie. Le cave di marmo, oltre all’attività estrattiva, sono state utilizzate storicamente come rifugi per la selvaggina. Cacciare nelle Alpi Apuane significa immergersi in un paesaggio dove natura e storia dell’uomo si intrecciano. Dalle cave di marmo ai boschi secolari, ogni angolo offre sfide uniche, regolate da norme che proteggono una biodiversità rara. Un’esperienza per veri appassionati, che sanno rispettare gli equilibri di un territorio ancora selvaggio. #CacciaApuana #SfideTraLeVette #MarmoECinghiali #BoschiSegreti #CerviDelleApuane #TradizioneVenatoria #SentieriDiCaccia #AlpiApuane #AvventureMontane #CacciatoriDelleAlpi #EchiDiFucile #Italia #BeccacciaTraLeRupi #CacciaResponsabile #SaporiDiSelvaggina #SegugiInAzione

Caccia ai Confini del Parco Nazionale d’Abruzzo: Tradizione e Conservazione a Braccetto Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale d’Abruzzo, situato nel cuore dell’Appennino centrale, è una delle aree naturali più importanti d’Italia. Con una superficie di oltre 50.000 ettari, il parco ospita una straordinaria biodiversità. Le montagne, le foreste di faggio e abete, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il camoscio d’Abruzzo, il cervo, il capriolo e il cinghiale. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle aree circostanti il Parco Nazionale d’Abruzzo, sono registrati circa 5.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie. Caratteristiche della caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi). Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Abruzzo, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto assoluto di caccia all’interno del parco. Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco. Quote annuali: 2.000 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come arrosticini (spiedini di carne) e polenta con sugo di cinghiale, accompagnati da vini locali come il Montepulciano d’Abruzzo. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio d’Abruzzo, simbolo del parco, è una specie protetta e non può essere cacciata. Il Parco Nazionale d’Abruzzo è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il lupo appenninico, una specie protetta. Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura. La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #Abruzzo #ilParcoNazionaledAbruzzo #VenatoriTraMontagne #TradizioneEConservazione #DoveRegnaIlCinghiale #SentieriDiCaccia #LupiECacciatori #SaporiDiSelvaggina #SegugiETracce #PassioneAppenninica #EchiDiFucile #AbruzzoAutentico #Italia #CustodiDellaNatura #CacciaConsapevole #SfideAlpine

Dalle Valli ai Ghiacciai: L’Esperienza Unica della Caccia in Valle d'Aosta Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Valle d’Aosta, situata nel nord-ovest dell’Italia, è una regione montuosa dominata dalle Alpi, con vette iconiche come il Monte Bianco, il Monte Rosa e il Cervino. Questo territorio offre habitat ideali per specie alpine come camosci, stambecchi, cervi e caprioli. Le foreste di conifere e i pascoli d’alta quota creano un ambiente perfetto per la fauna selvatica. La regione è anche caratterizzata da vallate strette e fiumi, che favoriscono la presenza di piccola selvaggina come lepri e pernici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Valle d’Aosta sono registrati circa 2.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, profondamente radicata nella cultura alpina. Caratteristiche della Caccia Il territorio alpino impone sfide uniche: Altitudine : Caccia al camoscio e allo stambecco richiede acclimatamento e attrezzatura specifica. Boschi di larice : Utilizzo di capanni per la lepre e il gallo cedrone. Rispetto del clima : La stagione breve e le condizioni meteorologiche variabili limitano le attività. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Valle d’Aosta si praticano diverse forme di caccia: Caccia al camoscio e allo stambecco: molto diffusa, soprattutto nelle aree alpine ad alta quota. Caccia al cervo e al capriolo: comune nelle zone boschive e vallive. Caccia alla lepre e alla pernice: popolare nelle zone collinari e agricole. Le specie principali sono: camoscio, stambecco, cervo, capriolo, lepre, pernice e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Valle d’Aosta sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al camoscio e allo stambecco: da settembre a novembre. Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e alla pernice: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Valle d’Aosta operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Valle d’Aosta, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nel Parco Nazionale Gran Paradiso e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni in acciaio nelle zone umide. Quote annuali: 300 camosci, 150 stambecchi. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Camoscio ad Aosta (settembre) celebra la fauna alpina con piatti a base di selvaggina. Anticamente, i cacciatori valdostani usavano trappole in legno per gli uccelli, oggi sostituite da metodi etici. Il “cacciatore di quota” è una figura rispettata, spesso coinvolta nel monitoraggio della fauna. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Lo stambecco della Valle d’Aosta è stato salvato dall’estinzione negli anni ’50 grazie a programmi di reintroduzione. Nel Parco Gran Paradiso vive il gallo forcello , specie endemica protetta e simbolo della regione. La regione ha introdotto il “tesserino satellitare” per tracciare gli spostamenti dei cacciatori in alta montagna. Cacciare in Valle d’Aosta significa confrontarsi con una natura imponente e selvaggia, tra ghiacciai e valli isolate. Le regole severe e il rispetto per gli equilibri alpini rendono l’attività un privilegio per pochi, ma l’esperienza è indimenticabile per chi ama la montagna e le sue sfide. Un viaggio nel cuore delle Alpi, dove tradizione e conservazione camminano mano nella mano. #CacciaValleDAosta #CacciaAlpina #Italia #Camoscio #Stambecco #Cervo #Capriolo #FaunaAlpina #GranParadiso #AlpiItaliane #CacciatoriDiQuota #RispettoNatura #LeggiVenatorie #FestaDelCamoscio #TesserinoSatellitare #CacciaEtica

Caccia in Puglia: Dove la Macchia Mediterranea Incontra l’Avventura Venatoria Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Puglia, situata nel sud Italia, è una regione prevalentemente pianeggiante e collinare, con una lunga fascia costiera sul Mar Adriatico e sul Mar Ionio. Le Murge e il Gargano offrono habitat ideali per cinghiali, lepri e volpi, mentre le zone pianeggianti e le aree agricole sono ricche di fagiani, pernici e starne. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Gargano, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Puglia sono registrati circa 20.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e agricole. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia Il territorio pugliese richiede adattamento: Gargano : Caccia al cinghiale con cani segugi nei boschi. Murge : Posta fissa per lepre e pernice. Costa : Caccia al volo per anatre e quaglie, con attenzione alle zone protette. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Lesina e del fiume Ofanto. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Puglia si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Puglia sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Puglia operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Puglia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nei parchi nazionali (Gargano) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 2.500 cinghiali, 500 daini. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra della Quaglia a Zapponeta (settembre) celebra la migrazione con piatti a base di selvaggina. Nel Salento, il rito della “caccia al lume” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. È tradizione offrire al padrone del terreno una parte della preda come ringraziamento. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le saline di Margherita di Savoia ospitano il maggior numero di fenicotteri rosa d’Italia . La Puglia è stata pioniera nell’uso di app mobili per il monitoraggio delle specie durante la caccia. Nel Parco del Gargano è attivo il progetto Life Conraid per la conservazione del grifone. Cacciare in Puglia significa vivere un’esperienza tra uliveti millenari e coste incontaminate, dove la passione per la caccia si fonde con il rispetto della natura. Ogni ambiente, dalle Murge al mare, offre opportunità uniche, regolate da norme che tutelano equilibri ecologici e tradizioni. Un viaggio autentico per chi cerca l’essenza della caccia mediterranea. #CacciaPuglia #CacciaSostenibile #TradizioneVenatoria #Cinghiale #Fagiano #Lepre #Pernice #FaunaSelvatica #ZoneUmide #Gargano #Murge #Salento #RispettoNatura #LeggiVenatorie #Italia #CacciatoriPugliesi

Caccia in CAMPANIA: Un Viaggio tra Natura Incontaminata, Storia e Passione Venatoria Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Campania, situata nel sud Italia, è una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline, pianure e una lunga fascia costiera sul Mar Tirreno. I Monti Picentini, il Massiccio del Matese e il Vesuvio offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Cilento, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Campania sono registrati circa 35.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia Il territorio variegato richiede tecniche diverse: Montagna : Caccia al cinghiale con cani segugi nelle aree del Cilento. Collina : Posta fissa per fagiano e pernice. Costa : Caccia al volo per anatre, con attenzione alle zone protette. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Sele e del lago di Conza. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Campania si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Campania sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Campania operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Campania, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nei parchi nazionali (Cilento, Vesuvio) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 3.000 cinghiali, 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Montella (novembre) celebra la carne con piatti come “salsicce al finocchietto”. Nel Cilento, il rito della “battuta al lume di candela” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. La tradizione vuole che i cacciatori portino in dono al padrone del terreno una parte della preda. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco Nazionale del Cilento ospita il lupo appenninico , specie protetta ma oggetto di monitoraggio per prevenire conflitti. La Campania è stata la prima regione a introdurre droni per il controllo del bracconaggio nelle aree protette. Nel 2022, è stato avvistato un grifone nelle aree montane, segno del miglioramento degli ecosistemi. Cacciare in Campania significa immergersi in un territorio ricco di storia e biodiversità, tra vulcani e antichi borghi. Ogni ambiente, dalle coste ai monti, offre sfide uniche, regolate da norme che tutelano la fauna e la tradizione. Un’esperienza autentica per chi cerca connessione con la natura e rispetto delle sue leggi. #CacciaInCampania #NaturaCampania #TradizioniVenatorie #Cinghiale #Cilento #Federcaccia #ParchiNazionali #Biodiversità #CacciaRegolamentata #SagraDelCinghiale #LupiAppenninici #Italia #Grifone #CacciaSostenibile #CulturaVenatoria #Vesuvio

Caccia nel LAZIO: Tradizione e Natura tra Roma e gli Appennini Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Lazio, regione che circonda Roma, offre paesaggi diversificati per la caccia. Gli Appennini (con vette come il Monte Terminillo, 2.217 m) ospitano boschi di faggio e abete, mentre le colline della Tuscia e dell’Agro Romano sono ricche di macchia mediterranea. Laghi vulcanici come Bolsena e Bracciano e la costa tirrenica, con le paludi di Torre Flavia, sono tappe per uccelli migratori. Il 35% del territorio è protetto da parchi (es. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Parco dei Castelli Romani), che convivono con aree di caccia regolamentata. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nel Lazio sono registrati circa 50.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia nel Lazio è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Bracciano e del fiume Tevere. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nel Lazio si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nel Lazio sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nel Lazio operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Lazio, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi nazionali e nelle aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 4.000 cinghiali, 1.500 cervi. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Subiaco (novembre) celebra la carne con ricette tradizionali come “pappardelle al sugo di cinghiale”. Nella Tuscia, il rito della “battuta al lume” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la porchetta e i rigatoni alla pajata, accompagnati da vini locali come il Frascati e il Cesanese. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco Nazionale d’Abruzzo ospita il lupo appenninico , specie protetta ma talvolta causa di conflitti con gli allevatori. Nel Lazio è attivo il progetto Life SafeCrossing per ridurre gli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica. La provincia di Latina detiene il record regionale di catture di colombacci grazie ai suoi campi di girasole. Cacciare nel Lazio significa scoprire un territorio ricco di storia e biodiversità, a pochi chilometri dalla capitale. Dalle foreste degli Appennini alle paludi costiere, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme che bilanciano tradizione e conservazione. Un’esperienza autentica per chi ama la natura e rispetta le sue regole. #CacciaNelLazio #TradizioniVenatorie #NaturaLaziale #Cinghiale #Appennini #Federcaccia #ParchiNazionali #Biodiversità #CacciaRegolamentata #SagraDelCinghiale #Italia #Colombacci #Caccia #CulturaVenatoria #LupiAppenninici #AgroRomano

Molise: Caccia Sostenibile tra Montagne, Tradizioni e Sapori della Selvaggina Locale Il Molise, una regione italiana ancora poco conosciuta ma ricca di fascino, offre opportunità uniche per gli appassionati di caccia. Grazie alla sua varietà geografica e alla presenza di aree protette, questa terra rappresenta un vero paradiso per chi ama la natura e la tradizione venatoria. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla caccia in Molise. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Molise, situato nel sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una breve fascia costiera sul Mar Adriatico. L’Appennino Molisano e il Massiccio del Matese offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del fiume Biferno e del lago di Guardialfiera, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Italia ci sono circa 600.000 cacciatori registrati. Nel Molise, con una popolazione di 300.000 abitanti, si stima che i cacciatori attivi siano 2.000-3.000 (dati non ufficiali, ma coerenti con le dimensioni regionali). La comunità è molto attiva, con una forte passione per la caccia tradizionale. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Nel Molise sono praticate diverse tipologie di caccia: Caccia al Cinghiale : Specie più diffusa, soprattutto nelle aree montane. Caccia al Cervo : Nel Parco Nazionale e zone limitrofe (stagione autunnale). Caccia alla Lepre e alla Volpe : Comune nelle aree collinari. Caccia alla Selvaggina Migratoria : Fagiani, quaglie e anatre, particolarmente durante le migrazioni. Caccia in Braccata : Con l’uso di cani da seguita, tradizione locale radicata. Specie protette : Lupo appenninico e aquila reale, simboli del territorio ma rigorosamente tutelati. Stagioni Venatorie Le stagioni variano in base alla specie: Cinghiale : Ottobre-Gennaio. Cervo : Settembre-Dicembre (solo maschi). Lepre e Volpe : Settembre-Febbraio. Selvaggina Migratoria : Da metà agosto a fine dicembre. È obbligatorio rispettare i calendari regionali , che possono variare annualmente per preservare gli ecosistemi. Associazioni e Club Le principali associazioni regionali sono: Federcaccia Molise : Organizza corsi di formazione e attività di vigilanza. Arci Caccia Molise : Promuove la cultura venatoria sostenibile. Associazioni locali : Come il Gruppo Cacciatori di Campobasso , attivo nell’organizzazione di battute e iniziative benefiche. Legislazione Regionale La caccia in Molise è regolata dalla Legge Regionale n. 12/2007 e successive modifiche: Licenza obbligatoria : Rilasciata dopo esame e corso di formazione. Limiti di prelievo : Esempio: 2 cinghiali a stagione per cacciatore. Divieti : Caccia vietata di notte, nelle domeniche ecologiche e in aree protette. Armi : Fucili con canna non superiore a 60 cm e calibro minimo 12. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura molisana lega la caccia a rituali antichi: Caccia con il cane da seguita : Razze come il Segugio Italiano sono molto utilizzate. Feste patronali : In alcuni paesi, come San Giuliano di Puglia, si celebrano eventi con degustazioni di selvaggina. Cucina tipica : Piatti come il “cinghiale in umido” o la “salsiccia di lepre” sono simboli della tradizione. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Nel Molise esiste un’area chiamata “Riserva di Caccia del Matese” , gestita da privati, dove è possibile cacciare in sicurezza. Nel 2022, un cacciatore locale ha immortalato un rarissimo lupo appenninico nel Parco Nazionale, diventando virale sui social. La regione è stata set di film come “Il Vangelo secondo Mattei” , che ha coinvolto la comunità venatoria locale come consulenti. Cacciare in Molise significa immergersi in paesaggi incontaminati e rispettare una tradizione secolare. Grazie a regole chiare e a un ecosistema ricco, questa regione offre un’esperienza autentica per chi ama la natura e la sfida della caccia. Per maggiori informazioni, consultate il sito della Regione Molise o le associazioni locali. #CacciaInMolise #MontagneMolisane #TradizioneVenatoria #AppenninoMolisano #FaunaSelvatica #CacciaAlCinghiale #CulturaLocale #SelvagginaAutentica #CacciaSostenibile #CinghialeInUmido #Fagiani #Lepri #LupoAppenninico #ParcoNazionale #CacciaInBraccata #CacciaMigratoria

Caccia in BASILICATA: Caccia Sostenibile tra Montagne, Valli e Sapori Autentici dell’Appennino Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Basilicata, situata nel sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una breve fascia costiera sul Mar Ionio. L’Appennino Lucano e il Massiccio del Pollino offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Pollino, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Basilicata sono registrati circa 7.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Basilicata è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Bradano e del lago di San Giuliano. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Basilicata si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Basilicata sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Basilicata operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Basilicata, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nel Parco Nazionale del Pollino e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 300 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra della Lepre a Tricarico (ottobre) celebra la carne con piatti tipici come la “pignata”. Nell’area del Vulture, si tramanda l’uso del “corno da caccia” per coordinare le battute. La tradizione del “laccio per lepri ”, oggi sostituito da metodi etici, sopravvive nel folklore. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco del Pollino ospita il camoscio della Sila , reintrodotto dopo decenni di assenza. La Basilicata è stata la prima regione italiana a introdurre piani di abbattimento selettivo del cinghiale per prevenire danni alle colture. Nel 2021, è stato avvistato un gipeto nelle aree montane, segno del miglioramento degli ecosistemi. Cacciare in Basilicata significa immergersi in una natura aspra e incontaminata, dove la tradizione dialoga con normative rigorose. Dai boschi del Pollino alle valli fluviali, ogni ambiente offre sfide autentiche, supportate da una comunità che valorizza il rispetto per la fauna e il territorio. Un’esperienza unica per chi cerca contatto con la vera essenza dell’Appennino. #Basilicata #CacciaSostenibile #Cinghiale #Capriolo #Lepre #Fagiano #Pernice #Volpe #UccelliAcquatici #Sila #Pollino #Pignata #CornoDaCaccia #LaccioPerLepre #Sagre #Italia

Caccia in CALABRIA: Tra i Boschi dell’Aspromonte, il Richiamo del Cinghiale e le Tradizioni Mediterranee Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Calabria, situata nel sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una stretta fascia costiera sul Mar Ionio e sul Mar Tirreno. L’Appennino Calabrese e l’Aspromonte offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale della Sila, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Calabria sono registrati circa 25.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Calabria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago Ampollino e del fiume Crati. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Calabria si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Calabria sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Calabria operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Calabria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi nazionali (Sila, Aspromonte) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 3.000 cinghiali, 1.000 cervi. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Taverna (novembre) celebra la carne con ricette come “nduja” e salsicce speziate. Nell’area grecanica della Costa dei Gelsomini, si tramanda il rito della “caccia al tordo” con reti tradizionali (oggi sostituite da metodi etici). Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Calabria ospita il muflone della Sila , una sottospecie endemica reintrodotta negli anni ’80. Nel Parco Nazionale dell’Aspromonte è attivo il progetto Life Wolfnet per mitigare i conflitti tra lupi e attività venatorie. La regione è stata pioniera nell’uso di droni per il monitoraggio della fauna nelle aree remote. Nelle zone umide, come il lago Ampollino, si organizzano gare di caccia agli uccelli acquatici, molto apprezzate dai cacciatori locali. Cacciare in Calabria significa confrontarsi con una natura ancora selvaggia, tra boschi millenari e coste incontaminate. Le sfide logistiche sono compensate dalla ricchezza faunistica e dalla possibilità di vivere tradizioni antiche, sempre nel rispetto delle normative e dell’ambiente. Un’esperienza autentica per chi cerca contatto diretto con la biodiversità mediterranea. #CacciaInCalabria #Aspromonte #Cinghiale #Capriolo #Lepri #Fagiano #Volpi #Pernici #UccelliAcquatici #ParcoSila #ParcoAspromonte #TradizioniVenatorie #MufloneDellaSila #CacciaAlTordo #BiodiversitàMediterranea #CacciaSostenibile

Friuli-Venezia Giulia: Caccia tra Montagne, Lagune e Segreti di una Terra di Confine Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Friuli-Venezia Giulia, situato nel nord-est dell’Italia, è una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline, pianure e una breve fascia costiera. Le Alpi Carniche e Giulie offrono habitat ideali per cervi, caprioli, camosci e stambecchi, mentre le pianure e le zone collinari sono ricche di lepri, fagiani e volpi. La regione è anche caratterizzata da numerosi corsi d’acqua, come il Tagliamento e l’Isonzo, che favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Le foreste di abeti e faggi sono particolarmente adatte alla caccia. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Friuli-Venezia Giulia sono registrati circa 10.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Friuli-Venezia Giulia è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cervo e al capriolo è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Tagliamento e della laguna di Grado. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Friuli-Venezia Giulia si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cervo e al capriolo: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al camoscio e allo stambecco: comune nelle aree montane. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cervo, capriolo, camoscio, stambecco, lepre, fagiano, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Friuli-Venezia Giulia sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia al camoscio e allo stambecco: da settembre a novembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Friuli-Venezia Giulia operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Friuli-Venezia Giulia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nelle aree Natura 2000 e nei parchi (es. Prealpi Giulie). Obbligo di munizioni non tossiche nelle lagune. Quote annuali: 3.000 cervi, 2.000 camosci e 5.000 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami vivi per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Tarcento (novembre) celebra la carne con piatti come il “strudel di cinghiale”. A Cormons, la Caccia al Tasso (oggi simbolica) è accompagnata da canti tradizionali. Nelle Valli del Natisone, si pratica il “tiro alla lepre ” con cani da seguito, un’usanza risalente al Medioevo. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le lagune di Marano e Grado sono tra le zone umide più importanti d’Europa per la migrazione degli uccelli. Il Friuli-Venezia Giulia detiene il record italiano di riserve di caccia private per chilometro quadrato. Il camoscio delle Alpi Giulie è stato salvato dall’estinzione grazie a programmi di reintroduzione degli anni ’90. Cacciare in Friuli-Venezia Giulia significa immergersi in un territorio di confine dove natura e cultura si fondono. Dalle Alpi alle lagune, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da normative che bilanciano tradizione e conservazione. Un’esperienza autentica per chi rispetta la fauna e cerca sfide incontaminate. #FriuliVeneziaGiulia #CacciaAlCervo #LaguneDiGrado #TradizioniVenatorie #CacciatoriFriuli #CacciaInMontagna #Camoscio #Cinghiale #Fagiano #CacciaAlCapriolo #Italia #TiroAllaLepre #FaunaSelvatica #CacciaSostenibile #RiservePrivate #CacciaTradizionale

Caccia in LIGURIA: Tra i Boschi dell’Appennino e il Respiro del Mare, un’Esperienza Venatoria Unica Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Liguria, situata nel nord-ovest dell’Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una stretta fascia costiera sul Mar Ligure. Le Alpi Liguri e l’Appennino Ligure offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le valli sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone costiere e le aree umide, come quelle del Parco di Montemarcello-Magra, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Liguria sono registrati circa 15.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Liguria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e vallive, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Magra e del Parco di Montemarcello-Magra. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Liguria si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Liguria sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Liguria operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Liguria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi (Portofino, Cinque Terre) e in fasce costiere entro 500 m dal mare. Obbligo di utilizzo di munizioni in acciaio nelle zone umide. Quote annuali: 2.500 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Calizzano (novembre) celebra la carne con piatti tradizionali come il “tocco di cinghiale” al pesto. A Genova, il Palio della Colomba include gare di tiro al volo. Anticamente, i liguri usavano reti di canapa per catturare gli uccelli migratori, pratica oggi vietata. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco di Portofino ospita il progetto Life Wolfalps per monitorare il lupo appenninico. La Liguria è l’unica regione italiana dove il fagiano di monte è stato reintrodotto con successo. Nel 2022, è stata introdotta la “Caccia al Tappo” , un’alternativa ecologica al piattello, con tappi di sughero riutilizzabili. Cacciare in Liguria significa rispettare equilibri delicati tra natura e attività umana. Dai boschi dell’Appennino alle saline della costa, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme rigorose. Una destinazione ideale per chi cerca autenticità, tra tradizioni secolari e innovazione sostenibile. #CacciaLiguria #Cinghiale #Capriolo #Lepre #Fagiano #Volpe #UccelliAcquatici #Italia #Sibillini #AlpiLiguri #AppenninoLigure #ParcoMontemarcello #CacciaSostenibile #FedercacciaLiguria #ToccoDiCinghiale #SagraDelCinghiale

Caccia nelle MARCHE: Tra i Tesori dei Sibillini e il Richiamo del Conero, un’Arte che Sfida il Tempo Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Marche, situate nel centro Italia, sono una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline e una stretta fascia costiera. Gli Appennini marchigiani offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La regione è anche caratterizzata da numerosi corsi d’acqua, come il Metauro e il Tronto, che favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Le aree boschive, prevalentemente di querce e faggi, sono particolarmente adatte alla caccia. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle Marche, attualmente, il numero dei cacciatori dovrebbe aggirarsi attorno alle 15.000 unità (la scorsa stagione venatoria erano 17.740), praticamente dimezzati rispetto a 20 anni fa, quando erano 26.749 (stagione 2011/2012) e ridotti ad 1/3 rispetto a 30 anni fa (stagione 1991/1992) quando erano ben 46.799, con un calo costante di circa 1.000 unità all’anno. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia nelle Marche è fortemente influenzata dal terreno e dalla fauna selvatica della regione. I cacciatori devono adattare le loro tecniche a diversi ambienti, dai campi aperti alla spazzola spessa. La caccia alla lepre è una delle attività più popolari, spesso praticata con l'aiuto di cani addestrati, in particolare beagles. La caccia agli uccelli acquatici è limitata ad aree specifiche, come nei pressi del fiume Metauro e del lago di Cingoli. Tipologie di Caccia e Fauna Ungulati : Cinghiale (specie più cacciata), cervo, daino, capriolo. Selvaggina Minore : Lepre, fagiano, pernice, coniglio selvatico. Uccelli Migratori : Quaglie, tortore, beccacce (stagione autunnale). Caccia al Colombaccio : Praticata nei campi di girasole post-raccolto. Stagioni Venatorie Cinghiale : Ottobre-Febbraio (limite di 5 capi/giorno). Cervo e Daino : Settembre-Dicembre (solo maschi, con tagliola). Selvaggina Minore : Ottobre-Gennaio. Migratori : Settembre-Dicembre (max 20 esemplari/giorno a seconda della specie). Associazioni e Club FIDC Marche : Gestisce 18 ATC e promuove progetti di ripopolamento. Associazione Cacciatori Sibillini : Organizza battute guidate nei Sibillini. Riserva di Gola della Rossa : Area protetta con caccia controllata al cinghiale. Legislazione Regionale Divieto di caccia nelle aree naturali protette (es. Sibillini). Obbligo di utilizzo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 1.500 cervi e 4.000 cinghiali. Divieto di richiami vivi per la caccia agli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cacciatore ad Acqualagna (aprile) celebra la fine della stagione con degustazioni di selvaggina. La caccia alla lepre nelle Marche è una tradizione profondamente radicata che unisce abilità, strategia e rispetto per l'ambiente. A Fermo, il Palio della Civetta include gare di tiro al piattello. Antiche pratiche come la “battuta del lupo” (oggi vietata) sopravvivono nel folklore. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come il vincisgrassi (una lasagna marchigiana) e il coniglio in porchetta, accompagnati da vini locali come il Verdicchio e il Rosso Conero. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Monte Conero è l’unico posto in Italia dove si caccia il fagiano di monte . Le Marche hanno introdotto il “tesserino elettronico” per monitorare le catture in tempo reale. Il Parco dei Sibillini ospita il progetto Life Wolfalps per la convivenza tra lupi e attività Le Marche ospitano alcune delle più alte popolazioni di lepri dell'Italia centrale, grazie al suo ecosistema equilibrato. Cacciare nelle Marche significa coniugare passione per il territorio e rispetto delle regole. Dai boschi appenninici alle saline costiere, ogni ambiente offre sfide uniche, sostenute da una comunità attenta alla conservazione. Un’esperienza autentica, arricchita da paesaggi mozzafiato e tradizioni vive. #CacciaMarche #Cinghiale #Appennini #Sibillini #Conero #FaunaSelvatica #Lepre #UccelliMigratori #FagianoDiMonte #TesserinoElettronico #Italia #Vincisgrassi #RiservaNaturale #CacciaControllata #PalioDellaCivetta #EcoturismoVenatorio

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