Cinghiale - All
Dolomiti e Selvaggina: Il Calendario Venatorio dell’Umbria tra Regole Rigorose e Tradizioni Alpine
Regolamento e periodi di caccia in Umbria
La stagione venatoria in Umbria è disciplinata dalla Legge Regionale 9/2007, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve conoscere. La caccia generale apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate: il 31 gennaio per i migratori e il 31 dicembre per le altre specie. Per il cinghiale, in alcuni ATC selezionati è possibile iniziare già dal 1° settembre.
Il clima appenninico, caratterizzato da estati secche, influenza fortemente la riproduzione della fauna, mentre la morfologia del territorio - per il 70% collinare - determina la distribuzione delle specie. Rispetto alle regioni confinanti, l'Umbria offre 15 giorni in più per la caccia ai migratori rispetto alla Toscana, ma applica limitazioni più severe sul cinghiale rispetto alle Marche.
Negli ultimi anni si sono verificati importanti cambiamenti normativi: nel 2023 è stato introdotto il prelievo selettivo dei caprioli, mentre dal 2024 è obbligatorio il nuovo sistema elettronico di registrazione degli abbattimenti.
Stagioni venatorie per specie in Umbria
Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale può essere cacciato dal 1° settembre al 31 gennaio, con i periodi migliori tra novembre e dicembre quando è attratto dalle ghiande. Il capriolo, invece, è cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, mostrando maggiore attività all'alba e al crepuscolo. Il daino è presente solo in alcune riserve specifiche.
Tra la selvaggina minore, la lepre è cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, particolarmente nelle mattinate nebbiose, mentre il fagiano nello stesso periodo trova il suo picco in ottobre. Il colombaccio, dal 15 settembre al 31 gennaio, offre ottime opportunità durante i passi migratori.
L'Umbria ospita interessanti eventi venatori come la Fiera di Caccia e Pesca a Perugia a settembre, le Sagre della Cacciagione a Gubbio e Norcia tra ottobre e novembre, e le tradizionali gare di tiro al piccione nella zona del Trasimeno.
Divieti e specie protette in Umbria
Tra le specie assolutamente protette troviamo il lupo, con tutela integrale, l'istrice (con sanzioni fino a 10.000 euro per l'abbattimento) e il gatto selvatico. Il periodo di stop riproduttivo va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di ottobre sono giorni di silenzio venatorio. Per gli ungulati è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi.
Licenze e documentazione in Umbria
Per cacciare in Umbria sono necessari: il porto d'armi (di tipo B per i non residenti UE), il tesserino regionale (costo annuale di circa 180 euro), un'assicurazione RCT (minimo 50 euro) e il tesserino dell'ATC di riferimento. I permessi possono essere ottenuti presso gli ATC Umbria 1 e 2 (suddivisi per province), attraverso Federcaccia Umbria (che organizza corsi obbligatori) o nelle armerie autorizzate per il noleggio delle cassette di sicurezza.
Sanzioni e multe in Umbria
Le violazioni sono punite severamente: cacciare senza licenza comporta multe da 1.500 a 6.000 euro, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro con rischio di carcere. Per il superamento dei capi consentiti si applica una multa di 50 euro per ogni kg eccedente, e l'uso di richiami elettronici comporta il sequestro immediato dell'attrezzatura.
Consigli pratici per la caccia in Umbria
Le zone migliori includono i Monti Sibillini per il camoscio appenninico (con quote speciali), la Valnerina per le battute al cinghiale e i Piani di Castelluccio per pernici e lepri. Per l'attrezzatura, consigliamo il fucile Benelli Argo Evo (calibro 12/76 per versatilità), ottiche di qualità come ZEISS o SWAROVSKI (garantite per l'uso in montagna) e un abbigliamento a strati per gestire gli sbalzi termici.
Le tecniche più efficaci variano a seconda della specie: per i cinghiali sono ottime le poste notturne con termocamera (solo con permesso speciale), per i caprioli lo still-hunting con vento favorevole, mentre per i volatili il puntamento a "orecchio" nei boschi cedui dà ottimi risultati.
Nell'Ultima Foresta Vergine d'Italia: Calendario Venatorio nella Sila con Date e Aree Consentite
La Sila , cuore verde della Calabria, è una delle aree più suggestive e ricche di biodiversità dell’Italia meridionale. Con i suoi vasti boschi di faggi, abeti e querce, i laghi cristallini e le ampie praterie, questa regione montuosa offre ai cacciatori un ambiente unico e variegato. La fauna abbonda e comprende specie come il cinghiale , la lepre , il cinghiale sardo , la volpe , il piccione , il merlo , il tordo bottaccio e molte altre. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida area protetta.
Stagioni e calendario venatorio nella Sila
La stagione principale di caccia nella Sila va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio se si tratta di attività di controllo demografico. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente dalla Regione Calabria ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni per alcune specie migratorie, come il tordo bottaccio, per tutelarne la conservazione. Altre specie, come il corvo e il piccione urbano, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di piani di controllo autorizzati.
Specie cacciabili e periodi ideali
I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie:
Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, fagiano, tordo bottaccio e merlo.
L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre e alla volpe , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo.
La caccia alle specie protette è vietata durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio.
Grazie al clima temperato e alla presenza di habitat variabili, la Sila si rivela un’ottima zona per la caccia autunnale e invernale, soprattutto nelle aree pianeggianti intorno ai laghi e nei versanti esposti a sud.
Divieti, limitazioni e protezione ambientale
La Sila è una zona protetta riconosciuta come Parco Nazionale dal 1997, e questo comporta alcune restrizioni significative per i cacciatori. All’interno del nucleo centrale del parco la caccia è completamente vietata. Nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATS), invece, è possibile praticare la caccia seguendo le normative regionali.
Tra le principali limitazioni:
Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio).
Specie protette : aquila reale, falco pellegrino, gufo reale, cervo sardo, lupo.
Limitazioni per sesso ed età : non è consentito sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti.
Queste misure servono a garantire un prelievo equilibrato e rispettoso degli ecosistemi naturali presenti in una delle aree più delicate del Sud Italia.
Come ottenere il permesso per cacciare nella Sila
Per poter cacciare legalmente nella Sila è necessario possedere:
una licenza di porto d’armi valida;
un tesserino regionale venatorio , acquistibile online tramite il sistema regionale;
l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia).
Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa €50-60) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna.
Sanzioni per violazioni delle normative
Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nella Sila sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali.
Consigli pratici per cacciare meglio nella Sila
L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia:
In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori.
In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate.
Tra le tecniche più efficaci:
Per la lepre , caccia a vista nelle prime ore del mattino o al tramonto.
Per il cinghiale , postazioni fisse vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti.
Per i tordi e i merli , richiami vocali e attenzione al vento.
Le aree più produttive si trovano lungo i versanti orientali della Sila Piccola, intorno al Lago di Ariamacina e al Lago di Cecita, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.
Caccia in UMBRIA: Alla Scoperta del Cinghiale e degli Uccelli Migratori del Lago Trasimeno
Geografia e Caratteristiche Naturali nel regione
L’Umbria, cuore verde d’Italia, offre paesaggi ideali per la caccia grazie alla sua varietà geografica. La regione è dominata dagli Appennini, con vette come il Monte Vettore (2.476 m), e colline ondulate ricche di boschi di querce, castagni e faggi. I fiumi Tevere e Nera, insieme al Lago Trasimeno, creano ecosistemi diversificati. Le aree boschive coprono il 36% del territorio, ospitando fauna selvatica, mentre le zone umide del Trasimeno sono vitali per gli uccelli migratori.
Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso
Attualmente i cacciatori, in Umbria sono circa 20 mila, 12 mila nella provincia di Perugia e 8mila nella provincia di Terni”. Il 72% tra i 45 e i 65 anni. La maggioranza è locale, ma la regione attira anche cacciatori da altre zone d’Italia, soprattutto per la caccia al cinghiale e agli uccelli migratori.
Caratteristiche della Caccia in Umbria
La caccia in Umbria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago Trasimeno e del fiume Tevere.
Tipi di Caccia e Fauna
- Grandi Ungulati: Cinghiale (specie abbondante), cervo, daino e capriolo.
- Selvaggina Minore: Lepre, fagiano, pernice rossa.
- Uccelli Migratori: Anatre, folaghe (nel Trasimeno) e colombacci.
- Caccia al Volo: Praticata nelle pianure e zone umide.
Stagioni Venatorie
Le date seguono il calendario nazionale, con adattamenti regionali:
- Cinghiale: Ottobre-Gennaio.
- Cervo e Daino: Settembre-Dicembre (solo maschi).
- Selvaggina Minore: Ottobre-Febbraio.
- Migratori: Ottobre-Gennaio (limite di 10 esemplari/giorno per specie).
Associazioni e Club
- FIDC Umbria: Organizza corsi di formazione e gestisce 20 ATC (Ambiti Territoriali di Caccia).
- ANCI Umbria: Promuove la sostenibilità e la cultura venatoria.
- Riserve Private: Come la Riserva di Monte Subasio, nota per il cinghiale.
Legislazione Regionale
Oltre alla Legge 157/1992, l’Umbria impone:
- Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici.
- Quote annuali: 2.000 cervi e 5.000 cinghiali.
- ZTL venatorie: Aree protette dove è vietato cacciare.
Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia
L’Umbria vanta radici medievali: la Festa del Cinghiale a Norcia celebra la carne con ricette tradizionali. A Todi, il Palio della Bruschetta include gare di tiro al piattello. Le “battute di San Martino” (novembre) sono rituali per l’apertura della stagione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la porchetta e i pici al sugo di cinghiale, accompagnati da vini locali come il Sagrantino e il Montefalco.
Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione
- Il Lago Trasimeno ospita il maggior numero di folaghe in Italia.
- La Riserva di Monte Subasio, istituita nel 1993, è una delle prime in Italia per la gestione faunistica.
- L’Umbria è pioniera nell’ecoturismo venatorio: pacchetti che combinano caccia sostenibile e degustazioni di prodotti locali.
Cacciare in Umbria significa immergersi in una tradizione secolare, rispettando equilibri ecologici e normative rigorose. Tra boschi, laghi e colline, l’esperienza è arricchita da una comunità appassionata e da paesaggi che restano impressi.
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