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Caccia in Campania: Stagioni e Regole per Cinghiali, Lepri e Beccacce tra Coste e Appennino
La Campania è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia dalle montagne dell’Appennino ai dolci rilievi collinari, fino alle pianure costiere. Questo ambiente variegato rende il Lazio una meta ideale per i cacciatori, grazie alla presenza di numerose specie selvatiche e a una forte tradizione rurale legata alla caccia. Tuttavia, per godere appieno dell’esperienza venatoria in questa terra, è essenziale conoscere le normative locali, rispettare i periodi consentiti e scegliere con attenzione momenti, luoghi e tecniche.
Normativa Generale e Periodi di Caccia in Campania
La stagione venatoria in Campania segue la Legge Regionale 12/2007 , aggiornata annualmente con disposizioni specifiche emanate dalla Regione. La caccia generale ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre , sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto già dal 1° settembre come parte di piani di controllo demografico. Le specie residenti come capriolo e lepre sono cacciabili fino al 31 dicembre , mentre gli uccelli migratori possono essere prelevati fino al 31 gennaio . Rispetto a regioni confinanti come Lazio e Basilicata, la Campania applica regole ben bilanciate tra conservazione ambientale e gestione sostenibile della fauna. Negli ultimi anni sono state introdotte novità importanti: nel 2023 si è posto maggiore attenzione alla conservazione degli habitat naturali, mentre nel 2024 è entrato in vigore l’obbligo del Sistema FAUNA , un registro digitale per tracciare tutti gli abbattimenti legali.
Calendario Venatorio Stagionale in Campania
Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Tra le principali specie cacciabili figurano:
Cinghiale : periodo da settembre a gennaio , migliore tra novembre e dicembre
Capriolo : presente soprattutto nelle aree protette dei Monti della Campania, abbattibile da ottobre a dicembre
Daino : disponibile solo in riserve private o aziende agrituristiche
Lepre e fagiano : periodo da ottobre a dicembre , picco tra ottobre e novembre
Colombaccio : finestra aperta da metà settembre a gennaio , ideale durante le migrazioni
Pernice rossa : diffusa nell’entroterra irpino e sannita
I momenti migliori cambiano a seconda della specie:
Il cinghiale è più attivo durante acorn season (novembre-dicembre)
Il capriolo è più visibile all’alba o al tramonto
Gli uccelli migratori offrono buone occasioni in giornate ventose
Divieti e Restrizioni in Campania
In Campania molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico , l’istrice e il gatto selvatico , tutti vietati da abbattere. L’uccisione dell’istrice comporta multe fino a 10.000 euro . È previsto un divieto totale di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto , periodo di riproduzione e nidificazione. Altri vincoli includono la chiusura settimanale ogni domenica di ottobre e il divieto assoluto di utilizzare richiami elettronici. I caricatori per fucili non devono superare i due colpi per la caccia agli ungulati. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione delle popolazioni animali e il rispetto dell’ambiente.
Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione di Campania
Per praticare caccia in Campania è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, il cui costo è di circa 180 euro , e un’assicurazione RC con copertura minima di 500.000 euro . È obbligatorio iscriversi all’ATC relativo alla zona dove si intende operare. I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali norme locali. Tra le associazioni consigliate figura Federcaccia Campania , che organizza corsi per nuovi cacciatori e fornisce supporto informativo. Altri punti di riferimento sono le armerie autorizzate e lo sportello online della Regione Campania.
Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto delle Normative
Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro , mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro , con possibili denunce penali. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per kg eccedente . Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare sanzioni e contribuire alla salvaguardia del patrimonio faunistico.
Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Campania
La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate:
Monti del Matese e Picentini : ideali per caprioli e cinghiali
Irpinia e Sannio : rifugio di fagiani e pernici
Aree costiere vicino Salerno e Napoli : interessanti per uccelli migratori
L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, abbigliamento impermeabile per le zone umide, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono la posta notturna al cinghiale con termocamere autorizzate, lo still-hunting per il capriolo con attenzione al vento e i richiami manuali per gli uccelli migratori, specialmente durante i periodi di passo.
La caccia in Campania rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etic
Stagioni Venatorie in Molise: Tutte le Aperture e Chiusure per Cinghiali, Lepri e Volpi
Normativa e Calendario Venatorio in Molise
La stagione venatoria in Molise è regolata dalla Legge Regionale 11/2018, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve consultare prima dell'inizio dell'attività. La tradizionale apertura della stagione generale cade la terza domenica di settembre, mentre le chiusure variano a seconda delle specie: il 31 gennaio per migratori e colombacci, il 31 dicembre per ungulati e selvaggina stanziale. Fanno eccezione alcune zone ATC specifiche dove è consentita la caccia al cinghiale fino al 31 gennaio.
Il territorio molisano, con la sua caratteristica conformazione che spazia dall'Appennino Centrale alle dolci colline e alle zone fluviali, influenza profondamente i periodi venatori. Nelle aree montuose del Matese e delle Mainarde, le aperture sono solitamente posticipate di 7-10 giorni rispetto alle zone pianeggianti, mentre lungo i corsi d'acqua principali come il Biferno e il Trigno si applicano calendari speciali per la caccia agli anatidi. Le aree protette e i parchi regionali seguono invece normative specifiche che è fondamentale conoscere.
Rispetto alle regioni confinanti, il Molise offre 5 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto all'Abruzzo, ma applica restrizioni più severe sul cinghiale rispetto alla Puglia. Con la Campania condivide invece una maggiore flessibilità per quanto riguarda i migratori.
Per la stagione 2024 sono state introdotte importanti novità: l'obbligo di registrazione elettronica degli abbattimenti, il divieto assoluto di utilizzare munizioni al piombo nelle zone umide (in ottemperanza alla direttiva UE), e nuovi piani di controllo per volpe e nutria nelle aree più problematiche.
Specie Cacciabili e Periodi Ottimali in Molise
Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale rappresenta una delle prede più ambite. La sua stagione va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con i periodi più produttivi concentrati tra novembre e dicembre, quando gli animali sono particolarmente attivi nella ricerca di cibo. Il capriolo, invece, ha una stagione più breve che va dal 1° ottobre al 31 dicembre, con prelievo consentito solo per gli esemplari maschi. Il daino è cacciabile esclusivamente in alcune riserve autorizzate.
Tra la selvaggina minore, la lepre (cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre) offre le migliori opportunità dopo le piogge autunnali, quando il terreno è più morbido e gli animali si muovono maggiormente. Lo stesso periodo vale per il fagiano, con momenti di attività più intensa all'alba. Il colombaccio, che apre la stagione già il 15 settembre per chiuderla il 31 gennaio, regala emozioni uniche durante il passo migratorio di metà ottobre.
I momenti migliori della giornata variano a seconda della specie: l'alba è senza dubbio il momento ideale per capriolo e lepre, mentre il tramonto offre maggiori possibilità per il cinghiale. Per i migratori, le giornate ventose sono spesso le più produttive.
Il Molise vanta anche una ricca tradizione di eventi venatori. A settembre non perdete la Fiera della Caccia a Campobasso, mentre ottobre è il mese della Sagra della Cacciagione a Isernia. A novembre, Termoli ospita il tradizionale Raduno dei Cani da Seguita, appuntamento imperdibile per gli appassionati.
Specie Protette e Restrizioni
La regione protegge rigorosamente alcune specie simbolo del suo territorio. Il lupo appenninico, l'orso bruno marsicano e tutti i rapaci sono assolutamente vietati alla caccia, con sanzioni severissime per i trasgressori.
Il periodo di stop venatorio va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di novembre sono giorni di silenzio venatorio in tutta la regione. Per quanto riguarda le armi, è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi quando si cacciano ungulati.
Documentazione e Permessi per la Caccia in Molise
Per cacciare in Molise sono necessari alcuni documenti fondamentali: un porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di 150 euro per i residenti), la tessera dell'ATC di riferimento e un'assicurazione RCT con una copertura minima di 50.000 euro.
I cacciatori non residenti devono tenere presente alcune regole aggiuntive: pagano un supplemento del 20% sulle licenze, sono obbligati a farsi accompagnare da una guida per i primi due anni di attività nella regione, e devono registrare le proprie armi presso la questura competente.
I permessi si possono ottenere presso le sedi degli ATC territoriali, attraverso Federcaccia Molise, o nelle armerie autorizzate della regione.
Sanzioni e Multe
Le violazioni vengono punite con severità: cacciare senza licenza può costare da 1.200 a 5.000 euro di multa, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 12.000 euro di sanzione. Per chi supera i capi consentiti, la multa è di 50 euro per ogni chilogrammo eccedente.
Strategie e Consigli Pratici
Le zone migliori per la caccia in Molise sono tre in particolare: l'area del Matese per cinghiale e capriolo, l'Alto Molise per lepre e fagiano, e le valli fluviali per i colombacci durante le migrazioni.
Per quanto riguarda l'attrezzatura, consigliamo un fucile di calibro adatto ai terreni misti della regione, ottiche di qualità con trattamento anti-appannamento per affrontare le condizioni umide, e un abbigliamento mimetico studiato per le aree boschive.
Le tecniche più efficaci? Per il cinghiale non c'è niente di meglio delle tradizionali battute con cani da traccia, mentre per il capriolo gli appostamenti nelle zone di transito danno ottimi risultati. I volatili migratori rispondono bene ai richiami manuali, specialmente nelle aree coltivate.
Caccia in Basilicata: Tra Appennino Lucano e Parco del Pollino - Date, Aperture e Chiusure per Ogni Specie
Regolamentazione e calendario venatorio in Basilicata
La Basilicata offre ai cacciatori un territorio variegato che spazia dall'Appennino Lucano alle dolci colline del Vulture, fino alle zone costiere ioniche. La stagione venatoria è regolata dalla Legge Regionale 12/2011, con aggiornamenti annuali che ogni appassionato deve consultare prima di partire per le battute.
La stagione generale si apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate a seconda delle specie: il 31 gennaio per i migratori e i colombacci, il 31 dicembre per ungulati e selvaggina stanziale. Per il cinghiale, in alcune zone ATC particolarmente infestate, è possibile prolungare l'attività venatoria fino al 31 gennaio.
L'orografia del territorio influenza notevolmente i periodi di caccia. Nelle aree montane oltre i 1.000 metri, le aperture sono spesso posticipate di 1-2 settimane rispetto alle zone collinari, dove il clima più mite permette stagioni più lunghe. Le aree protette e i parchi nazionali seguono invece calendari specifici che è fondamentale conoscere.
Rispetto alle regioni confinanti, la Basilicata offre 10 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto alla Puglia, ma applica limitazioni più severe sul cinghiale rispetto alla Calabria. Con la Campania condivide invece una certa flessibilità per quanto riguarda i migratori.
Il 2024 introduce importanti novità: l'obbligo di tracciabilità elettronica degli abbattimenti, il divieto assoluto di utilizzare munizioni al piombo entro 100 metri da qualsiasi corso d'acqua, e nuovi piani di controllo per volpe e cinghiale nelle zone più problematiche.
Specie cacciabili e periodi migliori in Basilicata
Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale rappresenta senza dubbio la preda più ambita. La sua stagione va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con i periodi migliori nelle notti senza luna di novembre e dicembre, quando l'animale è più attivo nella ricerca di cibo. Il capriolo, presente soprattutto nel magnifico scenario del Parco del Pollino, ha invece una stagione più ridotta, dal 1° ottobre al 31 dicembre.
Tra la selvaggina minore, la lepre (cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre) offre le migliori opportunità dopo le prime piogge autunnali, quando il terreno è più morbido e gli animali si muovono di più. Lo stesso periodo vale per il fagiano, con picchi di attività all'alba nelle zone di coltivazione mista. Il colombaccio, che apre la stagione già il 15 settembre per chiudere il 31 gennaio, regala emozioni uniche durante il passo migratorio di metà ottobre.
I momenti della giornata più propizi variano a seconda della specie: l'alba è senza dubbio il momento migliore per capriolo e lepre, mentre il tramonto è ideale per il cinghiale. Per i migratori, le giornate ventose sono spesso le più produttive.
La Basilicata vanta anche una ricca tradizione di eventi venatori. A settembre non perdete la Fiera della Caccia a Matera, mentre ottobre è il mese della Sagra della Cacciagione a Potenza. A novembre, Melfi ospita il tradizionale Raduno dei Cani da Seguita, occasione imperdibile per gli appassionati.
Divieti e specie protette in Basilicata
La Basilicata protegge rigorosamente alcune specie simbolo del suo territorio. Il lupo appenninico, il gatto selvatico e tutti i rapaci sono assolutamente vietati alla caccia, con sanzioni severissime per i trasgressori.
Il periodo di stop venatorio va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di novembre sono giorni di silenzio venatorio in tutta la regione. Per quanto riguarda le armi, è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi quando si cacciano ungulati.
Come ottenere i permessi in Basilicata
Per cacciare in Basilicata sono necessari alcuni documenti fondamentali: un porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di 160 euro per i residenti), la tessera dell'ATC di riferimento e un'assicurazione RCT con una copertura minima di 50.000 euro.
I cacciatori non residenti devono tenere presente alcune regole aggiuntive: pagano un supplemento del 25% sulle licenze, sono obbligati a farsi accompagnare da una guida per i primi due anni di attività nella regione, e devono registrare le proprie armi presso la questura competente.
I permessi si possono ottenere presso le sedi degli ATC territoriali, attraverso Federcaccia Basilicata, o nelle armerie autorizzate della regione.
Sanzioni e multe in Basilicata
Le violazioni vengono punite con severità: cacciare senza licenza può costare da 1.500 a 6.000 euro di multa, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro di sanzione. Per chi supera i capi consentiti, la multa è di 60 euro per ogni chilogrammo eccedente.
Consigli per battute di successo in Basilicata
Le zone migliori per la caccia in Basilicata sono tre in particolare: il Parco del Pollino per il capriolo, la Foresta di Gallipoli Cognato per il cinghiale, e la Piana di Metaponto per i colombacci durante le migrazioni.
Per quanto riguarda l'attrezzatura, consigliamo un fucile di calibro adatto ai terreni misti della regione, ottiche di qualità con trattamento anti-umidità per affrontare le condizioni appenniniche, e un abbigliamento mimetico studiato per la macchia mediterranea.
Le tecniche più efficaci? Per il cinghiale non c'è niente di meglio delle tradizionali battute con cani, mentre per il capriolo l'appostamento ai margini dei boschi dà ottimi risultati. I volatili migratori rispondono bene invece ai richiami manuali, specialmente nelle zone olivetate.