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Puglia: cinghiali e pappagalli verdi devastano i raccolti di ciliegie, fichi, uva e melagrane
Emergenza agricoltura in Puglia: cinghiali e pappagalli verdi stanno distruggendo i raccolti di ciliegie, fichi, uva, melagrane e mandorle nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani. La CIA Levante denuncia danni ingenti e chiede interventi urgenti contro questa piaga che minaccia la sicurezza alimentare e l’economia agricola locale. 🍒 Raccolti pugliesi sotto attacco: frutti pregiati a rischio In Puglia, e in particolare nell’area metropolitana di Bari e nella provincia di Barletta-Andria-Trani, gli agricoltori denunciano una situazione sempre più insostenibile. Il parrocchetto monaco, conosciuto come pappagallo verde, sta devastando interi raccolti di ciliegie, fichi, mandorle, melagrane e uva, provocando danni ingenti e mettendo in ginocchio le aziende agricole. Secondo Giuseppe De Noia, presidente di CIA-Agricoltori Italiani Levante Bari-BAT, il problema è stato più volte segnalato alle istituzioni, ma senza risposte concrete: «Gli agricoltori sono stremati, servono misure strutturali ed efficaci». 🏛️ Nessun risarcimento e burocrazia lenta Uno degli aspetti più drammatici è l’assenza di risarcimenti per i danni subiti. Molti agricoltori non hanno ricevuto nemmeno un euro, mentre la burocrazia rallenta ulteriormente i processi. In altri Paesi europei, come la Spagna e la Francia, il problema è stato affrontato con piani di contenimento mirati e interventi sui nidi, che hanno permesso di raggiungere un equilibrio nella gestione della specie. In quelle realtà non è stato necessario ricorrere a misure drastiche di soppressione, a differenza di quanto rischia di accadere in Puglia. 🐦 L’invasione dei pappagalli verdi: un fenomeno in crescita Il parrocchetto monaco, originario del Sud America, si è adattato perfettamente al clima mediterraneo. In Italia la sua presenza è documentata non solo in Puglia, ma anche in Lazio, Lombardia e Emilia-Romagna, dove colonie sempre più numerose mettono a rischio frutteti e vigneti. Secondo studi ornitologici, questi uccelli possono vivere fino a 30 anni e nidificano in grandi colonie, costruendo nidi che possono pesare oltre 100 kg, con conseguenze anche per la stabilità degli alberi. 🐗 Cinghiali nell’Alta Murgia: un pericolo per agricoltura e sicurezza Oltre ai pappagalli, la Puglia deve fronteggiare l’emergenza cinghiali, soprattutto nelle aree del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. «Il disciplinare per il controllo numerico dei cinghiali è dormiente», denuncia De Noia. Nonostante la Regione Puglia abbia già formato selezionatori autorizzati, manca un piano operativo. La CIA propone di avviare subito una filiera della carne di cinghiale per uso alimentare, già attiva in regioni come Toscana e Umbria, dove la carne viene trasformata in salumi e piatti tipici, creando valore aggiunto per l’economia locale. Oltre ai danni alle coltivazioni, i cinghiali rappresentano un rischio per la sicurezza stradale, attraversando arterie principali, e pongono anche una minaccia sanitaria con la diffusione della peste suina africana, che potrebbe colpire gli allevamenti suini pugliesi. 📢 Le richieste della CIA Levante La CIA Levante chiede con forza l’attivazione immediata di un piano di contenimento per pappagalli e cinghiali, ormai diventati una vera piaga nell’area metropolitana di Bari e nella provincia BAT. «L’immobilismo del Parco dell’Alta Murgia e i tempi lunghi nello studio del parrocchetto monaco aggravano una situazione già drammatica», ribadisce De Noia. 🌍 Un problema nazionale con ricadute locali Il caso pugliese non è isolato: in tutta Italia cresce l’allarme per la gestione della fauna selvatica. Secondo Coldiretti, i danni causati da animali selvatici alle colture agricole superano i 200 milioni di euro l’anno. La Puglia, con le sue eccellenze come le ciliegie di Ferrovia, l’uva da tavola di Bari e le melagrane della BAT, rischia di vedere compromessa una parte importante della sua economia agricola e della sua identità territoriale. 🌱 Conclusione: agricoltura pugliese in emergenza La Puglia, terra di eccellenze agroalimentari, si trova oggi a fronteggiare una doppia minaccia: i pappagalli verdi e i cinghiali. Senza interventi rapidi e strutturali, i raccolti di ciliegie, fichi, uva, melagrane e mandorle rischiano di scomparire, con conseguenze devastanti per gli agricoltori e per l’intera filiera agroalimentare regionale.
Marco Rossi
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