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Dall'Appennino Tosco-Emiliano alle Foreste Casentinesi: Calendario Venatorio con Date e Consigli

L'Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna
Lungo lo spartiacque che separ

Dall'Appennino Tosco-Emiliano alle Foreste Casentinesi: Calendario Venatorio con Date e Consigli L'Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna Lungo lo spartiacque che separa Toscana ed Emilia-Romagna, l'Appennino Tosco-Emiliano si estende per oltre 200 km offrendo uno degli scenari venatori più vari e suggestivi d'Italia. Questa catena montuosa, che va dal Passo della Cisa fino alle Foreste Casentinesi, presenta una straordinaria diversità di ambienti: dalle fitte faggete alle ampie praterie d'altitudine, dai boschi misti di media quota alle ripide pareti rocciose. La caccia in queste zone è regolata da normative regionali che, pur mantenendo una sostanziale uniformità, presentano alcune differenze significative tra i due versanti, soprattutto per quanto riguarda le modalità di prelievo e i periodi di apertura. Stagioni di caccia nella zona Tosco-Emiliana Il calendario venatorio per il 2024 nell'Appennino Tosco-Emiliano riflette la necessità di conciliare tradizione venatoria e conservazione della fauna. Per il cinghiale, specie particolarmente diffusa, il periodo va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con l'obbligo di battute organizzate sul versante emiliano e limitazioni al prelievo delle femmine adulte. La caccia al capriolo, gestita attraverso piani di selezione, è consentita dal 1° ottobre al 31 dicembre con metodi di caccia individuale. Per la lepre, il periodo più favorevole va dal 1° ottobre al 30 novembre, mentre per il fagiano la stagione si estende fino al 31 dicembre. La beccaccia, vera regina dei boschi appenninici, può essere cacciata dal 1° novembre al 31 gennaio, con particolare abbondanza nei mesi più freddi. Le migliori zone di caccia nell'Appennino La varietà morfologica dell'Appennino offre habitat diversi per ogni specie. Sul versante emiliano, le foreste demaniali attorno a Pievepelago e le pendici del Monte Cimone rappresentano il regno del cinghiale, con popolazioni particolarmente numerose grazie alla ricchezza di risorse trofiche. In Toscana, le aree della Garfagnana e dell'Alto Appennino Modenese, con i loro castagneti secolari e i boschi misti, sono particolarmente ricche di selvaggina minuta. Le zone di crinale, al confine tra le due regioni, offrono invece eccellenti opportunità per la beccaccia, che trova in questi ambienti il suo habitat ideale durante la migrazione. Regolamenti e divieti nell'area Appenninica La caccia nell'Appennino Tosco-Emiliano è soggetta a una serie di restrizioni volte a tutelare gli ecosistemi più fragili. Nei Parchi Nazionali dell'Appennino Tosco-Emiliano e delle Foreste Casentinesi vige il divieto assoluto di caccia, così come in tutte le riserve naturali regionali. L'uso di munizioni non tossiche è obbligatorio non solo nelle zone umide, ma anche in tutte le aree ad alta valenza naturalistica. In Emilia-Romagna è in vigore il divieto di caccia il martedì e venerdì, misura introdotta per ridurre il disturbo alla fauna. Particolarmente severe sono le norme sulla caccia al cinghiale, con l'obbligo di partecipazione a battute organizzate e limiti precisi al numero di capi prelevabili. Come organizzare la caccia nell'Appennino Per cacciare legalmente in questa zona è necessario munirsi di diversi documenti: oltre alla licenza di caccia italiana, è obbligatorio il tesserino regionale (con costi che variano dagli 80 ai 200 euro a seconda della residenza e della validità) e il permesso specifico dell'ATC della zona scelta. I cacciatori provenienti da altre regioni devono prestare particolare attenzione alle differenze normative tra i due versanti, soprattutto per quanto riguarda le modalità di prelievo e i periodi di apertura. È consigliabile contattare in anticipo le locali sezioni della Federcaccia per ottenere informazioni aggiornate sulle normative e sulle possibilità di accesso ai vari territori. Periodi migliori e consigli pratici L'autunno è senza dubbio la stagione più favorevole per la caccia nell'Appennino Tosco-Emiliano. I mesi di ottobre e novembre, con il loro clima mite e la natura che si prepara all'inverno, sono ideali per la caccia al cinghiale e al capriolo, quando gli animali sono particolarmente attivi nella ricerca di cibo. Per chi cerca la beccaccia, i crinali al confine tra Toscana ed Emilia offrono ottime opportunità, soprattutto dopo le prime gelate che spingono gli uccelli a scendere di quota. L'attrezzatura deve essere adeguata all'ambiente montano: scarponi impermeabili per i sentieri spesso fangosi, un buon binocolo per la caccia al capriolo nelle radure, e abbigliamento mimetico adatto alla vegetazione appenninica. Per chi pratica la caccia al cinghiale, è consigliabile un fucile robusto e preciso, preferibilmente in calibro adeguato alla distanza media di tiro in questi ambienti.

Post: 29 August 13:02

Caccia nelle Alpi Apuane: Stagioni tra Pareti Rocciose e Faggete - Quando Apre e Chiude

Le Alpi Apuane, con i loro paesaggi rocciosi e boscosi che si estendono tra la co

Caccia nelle Alpi Apuane: Stagioni tra Pareti Rocciose e Faggete - Quando Apre e Chiude Le Alpi Apuane, con i loro paesaggi rocciosi e boscosi che si estendono tra la costa toscana e l’entroterra appenninico, rappresentano un ambiente peculiare per la fauna selvatica. Questa zona è habitat naturale di numerose specie come cinghiali, caprioli, lepri e uccelli migratori. Tuttavia, gran parte del territorio rientra nel Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane, dove la caccia è vietata o fortemente limitata. Fuori dai confini del parco, invece, è possibile praticare attività venatoria seguendo regole precise gestite dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) locali. Normativa Generale e Periodi di Caccia nelle Alpi Apuane La stagione venatoria nella zona segue il calendario regionale della Toscana, stabilito annualmente sulla base della Legge 3/1994 e aggiornamenti successivi. La caccia generale inizia tradizionalmente con la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio, con differenze a seconda della specie: - Il cinghiale può essere cacciato da settembre a gennaio - Il capriolo è abbattibile da ottobre a dicembre - La lepre, il fagiano e altre forme di selvaggina minore sono prelevabili entro dicembre - Gli uccelli migratori hanno finestre temporali fino a gennaio Il clima temperato e il terreno impervio influenzano sia l’andamento demografico degli animali che le tecniche utilizzate dai cacciatori. Rispetto alle altre aree della Toscana, le Alpi Apuane presentano caratteristiche geografiche uniche, che richiedono adattamenti nell’equipaggiamento e nella strategia di approccio. Negli ultimi anni si è posta maggiore attenzione al controllo del cinghiale, a causa dei danni crescenti nei boschi e nelle colture agricole circostanti. Calendario Stagionale della Caccia Ogni anno vengono definiti nuovi piani faunistici basati su monitoraggi scientifici. Tra i periodi migliori figurano ottobre–novembre, quando il cinghiale è più attivo, e novembre–gennaio, ideale per gli uccelli migratori. Le giornate ventose favoriscono il movimento di anatre, beccacce e tordi, mentre il capriolo è più visibile all’alba e al tramonto. Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e al territorio, come mostre di armi, incontri tecnici e corsi organizzati da Federcaccia Toscana e ANUU. Queste occasioni permettono ai cacciatori di confrontarsi sulle normative, migliorare le proprie conoscenze e scoprire le novità dell’ambito venatorio locale. Divieti e Restrizioni All’interno del Parco Naturale delle Alpi Apuane la caccia è vietata. Sono protette specie simbolo come il lupo, l’aquila reale, la ghiandaia alpina e la marmotta, tutte tutelate integralmente. Fuori dal parco ci sono ulteriori restrizioni: - Divieto totale di caccia da febbraio a fine agosto - Non si possono abbattere femmine con piccoli tra maggio e agosto - Le domeniche di ottobre sono giornate di silenzio venatorio - Nelle zone umide è obbligatorio l’uso di munizioni senza piombo Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione Per praticare caccia nelle aree esterne alle Alpi Apuane è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, rilasciato dalla Regione Toscana, e l’autorizzazione dell’ATC competente. È obbligatorio dotarsi di assicurazione RC sufficiente e rispettare le normative locali. I cacciatori non residenti devono richiedere permessi specifici con largo anticipo. Associazioni consigliate includono Federcaccia Toscana e ANUU, che forniscono supporto informativo, corsi teorico-pratici e assistenza per ottenere documenti e autorizzazioni. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni severe, soprattutto se coinvolto in attività illegale all’interno del parco o con specie protette. Le multe previste includono: - Fino a 20.000 euro per caccia illegale nel parco - Multe fino a 15.000 euro per l’abbattimento di specie tutelate - 5.000–10.000 euro per chi caccia senza licenza - 50 euro per kg eccedente sul limite giornaliero - Confisca immediata dell’equipaggiamento usato illegalmente Chi commette infrazioni gravi o recidive può perdere la licenza e vedersi negare l’accesso ai permessi futuri. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare problemi legali e contribuire alla conservazione del territorio. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia La scelta del momento migliore dipende dalla specie e dall’habitat. Nei terreni montani e rocciosi delle Alpi Apuane, le tecniche vanno adattate al contesto. Alba e tramonto sono ideali per seguire ungulati, mentre le giornate coperte favoriscono l’attività degli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone consigliate spiccano: - Monte Pana e Monte Corchia, habitat naturale per cinghiali e caprioli - Val di Vara e Lunigiana toscana, ricche di selvaggina minore e battute organizzate - Aree collinari intorno a Carrara, ideali per fagiani e lepri L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di ambiente e preda: fucile calibro 12 per versatilità, abbigliamento mimetico adatto alla montagna, ottiche resistenti alle intemperie. In alcune aree autorizzate è consentito l’utilizzo di termocamere per la caccia notturna al cinghiale. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute organizzate con guida esperta. La caccia nelle Alpi Apuane richiede grande preparazione, conoscenza approfondita del territorio e rispetto rigoroso delle normative. Fuori dai confini del parco, si possono vivere esperienze uniche tra montagne e foreste, sempre nel pieno rispetto della fauna e dell’ambiente. Buona stagione a tutti!

Post: 29 August 12:50

Dai Castelli Romani alla Maremma: Calendario di Caccia nel Lazio con Date e Regolamenti

Il Lazio è una regione ricca di paesaggi naturali unici, dove le montagne appenni

Dai Castelli Romani alla Maremma: Calendario di Caccia nel Lazio con Date e Regolamenti Il Lazio è una regione ricca di paesaggi naturali unici, dove le montagne appenniniche si mescolano a dolci colline, pianure costiere e fitte foreste. Questa varietà offre un ambiente ideale per numerose specie selvatiche, rendendo il territorio una meta ambita per cacciatori esperti e alle prime armi. La stagione venatoria nel Lazio segue la Legge Regionale 12/2007 , aggiornata annualmente con disposizioni specifiche emanate dalla Regione. La caccia generale ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre, sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto già dal 1° settembre come parte di piani di controllo demografico. Le specie residenti come capriolo e lepre sono cacciabili fino al 31 dicembre, mentre gli uccelli migratori possono essere prelevati fino al 31 gennaio. Rispetto a regioni confinanti come l’Umbria e le Marche, il Lazio applica norme più rigide, soprattutto per la tutela ambientale e la convivenza con aree urbane e turistiche. Calendario Stagionale della Caccia nel Lazio Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Tra le principali specie cacciabili figurano il cinghiale, il capriolo, la lepre, il fagiano, il colombaccio e la pernice. Il periodo migliore per il cinghiale va da novembre a gennaio, quando si concentrano nelle vallate in cerca di ghiande. Il capriolo è più attivo all’alba o al tramonto tra ottobre e dicembre. Gli uccelli migratori, invece, offrono buone occasioni durante le giornate ventose, specialmente tra settembre e gennaio. Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e gastronomica come la Fiera della Caccia e Pesca a Roma (settembre), la Sagra della Cacciagione a Norcia, Bassiano e Cori (ottobre-novembre), e i tradizionali eventi sportivi come il Tiro al Piombo presso i laghi di Bracciano e Bolsena. Divieti e Restrizioni In Lazio molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico, l’istrice e il gatto selvatico, tutti vietati da abbattere. L’uccisione dell’istrice comporta multe fino a 10.000 euro. È previsto un divieto totale di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto, periodo di riproduzione e nidificazione. Altre restrizioni includono la chiusura settimanale ogni domenica di ottobre e il divieto assoluto di utilizzare richiami elettronici. I caricatori per fucili non devono superare i due colpi per la caccia agli ungulati. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione delle popolazioni animali e il rispetto dell’ambiente. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione del Lazio Per praticare caccia in Lazio è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, il cui costo è di circa 180 euro, e un’assicurazione RC con copertura minima di 500.000 euro. È obbligatorio iscriversi all’ATC relativo alla zona dove si intende operare. I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali limitazioni locali. Tra le associazioni consigliate figura Federcaccia Lazio, che organizza corsi per nuovi cacciatori e fornisce supporto informativo. Altri punti di riferimento sono le armerie autorizzate e lo sportello online della Regione Lazio. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per ogni chilogrammo eccedente. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare sanzioni e contribuire alla salvaguardia del patrimonio faunistico. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia nel Lazio La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: Monti Sibillini e Monti Aurunci per il cinghiale e il capriolo; la Ciociara (Frosinone) per fagiani e pernici; le aree costiere vicino Latina per uccelli migratori; i laghi di Bracciano e Bolsena per anatre e colombacci. L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, abbigliamento impermeabile per le zone umide, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono la posta notturna al cinghiale con termocamere autorizzate, lo still-hunting per il capriolo con attenzione al vento e i richiami manuali per gli uccelli migratori, specialmente durante i periodi di passo. La caccia nel Lazio rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 27 August 15:03

Caccia nelle Marche: Il Calendario Definitivo tra Colline, Laghi e Aree Protette - Dove e Quando Cacciare

Le Marche rappresentano una delle regioni più apprezzate dagli

Caccia nelle Marche: Il Calendario Definitivo tra Colline, Laghi e Aree Protette - Dove e Quando Cacciare Le Marche rappresentano una delle regioni più apprezzate dagli appassionati di caccia in Italia. Con un territorio vario che spazia dai Monti Sibillini alle dolci colline e alla costa adriatica, questa regione offre habitat ideali per numerose specie. Per praticare la caccia in modo legale e responsabile, è fondamentale conoscere le normative locali, i periodi stagionali e le tecniche più efficaci. Regolamento e periodi di caccia nelle Marche La stagione venatoria nelle Marche è disciplinata dalla Legge Regionale 15/2007, con aggiornamenti annuali stabiliti dal piano faunistico-venatorio. La caccia generale apre solitamente la prima domenica di settembre, con alcune deroghe che permettono un’apertura anticipata per specie come il cinghiale (già dal 1° settembre in alcuni ATC selezionati). La chiusura varia a seconda della specie: il 31 gennaio per migratori e specie notturne, e il 31 dicembre per le altre specie residenti. Negli ultimi anni sono state introdotte novità importanti, tra cui il potenziamento delle misure di contenimento del cinghiale (2023) e l’obbligo di registrazione elettronica degli abbattimenti tramite app regionale (2024). Il clima, che va da mediterraneo sulla costa a appenninico nell’entroterra, influenza la distribuzione della fauna, con un territorio composto per il 40% da montagne, 45% da colline e 15% da pianure. Stagioni venatorie per specie Cinghiale (1° settembre – 31 gennaio): il periodo migliore è novembre-dicembre; è consentito l’uso di termocamere solo con autorizzazione speciale. Capriolo (1° ottobre – 31 dicembre): più attivo al primo mattino e al tramonto. Lepre (1° ottobre – 31 dicembre): predilige le prime ore del giorno e condizioni nebbiose. Fagiano (1° ottobre – 31 dicembre): picco di attività in ottobre-novembre. Colombaccio (15 settembre – 31 gennaio): le migrazioni autunnali e invernali offrono le migliori opportunità. Alcune specie, come il daino, sono presenti solo in riserve private o aziende agrituristiche. Divieti e specie protette nelle Marche Tra le specie tutelate integralmente figurano il lupo, l’istrice (con sanzioni fino a 10.000 euro) e il gatto selvatico. Il periodo di stop riproduttivo va dal 1° febbraio al 31 agosto, e tutte le domeniche di ottobre sono giornate di silenzio venatorio. Altre limitazioni includono il divieto di caricatori con più di 2 colpi per ungulati e l’uso di richiami elettronici. Licenze e documentazione necessaria nelle Marche Per cacciare legalmente nelle Marche, è necessario possedere: Porto d’armi di tipo B (per cittadini extra UE) Tesserino regionale annuale (costo medio: 180€) Assicurazione RCT (minimo 50€) Autorizzazione dell’ATC di competenza I permessi possono essere richiesti tramite Federcaccia Marche, armerie autorizzate o gli sportelli online della Regione. Sanzioni e multe nelle Marche Le violazioni alle norme venatorie comportano sanzioni severe: Caccia senza licenza: multa da 1.500 a 6.000€ Abbattimento di specie protette: fino a 15.000€ e possibili conseguenze penali Superamento del numero di capi consentiti: 50€ per ogni kg eccedente Uso di richiami elettronici: sequestro immediato dell’attrezzatura Consigli pratici nelle Marche Zone migliori: Monti Sibillini (caprioli e pernici), colline pesaresi e urbinate (fagiani e lepri), zone umide costiere (anatre migratrici), valli fluviali (cinghiale). Attrezzatura consigliata: Fucile Benelli Vinci o Argo Evo (cal. 12/76), ottiche Swarovski o Zeiss, abbigliamento a strati. Tecniche efficaci: Posta notturna al cinghiale (con termocamera autorizzata), still-hunting al capriolo, puntamento a orecchio nei cedui per fagiani e pernici. Eventi e tradizioni nelle Marche Le Marche ospitano numerosi eventi legati alla caccia, tra cui la Fiera della Caccia e Pesca di Ancona (settembre), le sagre del cinghiale a Sassofeltrio e Urbania (ottobre-novembre), e gare di tiro al piccione nella provincia di Pesaro-Urbino. Sono inoltre disponibili escursioni guidate con cacciatori esperti in molte aree protette. Conoscere queste informazioni è essenziale per vivere la caccia nelle Marche in modo sostenibile e nel rispetto delle normative, garantendo al contempo il mantenimento della ricca biodiversità della regione.

Post: 27 August 11:40

Caccia in Sardegna: Dai Mufloni alle Beccacce, Calendario e Segreti dell’Isola Selvaggia

La Sardegna è una delle regioni italiane più affascinanti per la pratica venator

Caccia in Sardegna: Dai Mufloni alle Beccacce, Calendario e Segreti dell’Isola Selvaggia La Sardegna è una delle regioni italiane più affascinanti per la pratica venatoria. Il suo paesaggio unico, che spazia dalle coste incontaminate alle montagne interne, unito a una ricca biodiversità, rende questa terra meta ideale per cacciatori esperti e appassionati. La stagione venatoria si svolge generalmente da settembre a gennaio, con variazioni legate alla specie e al territorio. Per praticare caccia in modo legale e responsabile, è essenziale conoscere le normative regionali aggiornate, rispettare i periodi di chiusura e seguire le buone pratiche venatorie. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Sardegna La gestione della caccia in Sardegna è regolata dalla Regione Autonoma in base alla normativa nazionale (Legge 157/1992) e alle direttive europee. Ogni anno vengono definite le date precise sulla base di monitoraggi scientifici sulle popolazioni faunistiche e delle caratteristiche territoriali. La stagione principale va tradizionalmente da settembre a gennaio, sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Le aree costiere permettono una stagione più lunga per gli uccelli migratori grazie al clima mite, mentre nelle zone montane, come il Gennargentu, l’attività è limitata dalle condizioni climatiche. Rispetto ad altre regioni, la Sardegna presenta normative più flessibili rispetto alla Corsica per il cinghiale, ma meno permissive rispetto alla Sicilia per la lepre, con apertura anticipata da ottobre. Negli ultimi anni sono state introdotte modifiche significative: nel 2020 è stata estesa la possibilità di caccia al muflone per contenere la sovrappopolazione, mentre nel 2022 sono aumentate le restrizioni per la beccaccia, a causa del calo demografico. Calendario Stagionale della Caccia in Sardegna Il calendario venatorio regionale è strutturato in base alla biologia e all’ecologia delle specie: - Cinghiale: periodo da settembre a gennaio, con battute organizzate soprattutto tra novembre e dicembre - Muflone: abbattibile da ottobre a dicembre, con quote limitate per garantire la sostenibilità - Cervo: solo caccia di selezione consentita da settembre a dicembre - Lepre e pernice sarda: cacciabili da ottobre a dicembre - Uccelli migratori: periodo variabile tra settembre e gennaio, a seconda delle rotte migratorie Tra i momenti migliori figurano ottobre e novembre, quando il cinghiale è più attivo, e dicembre e gennaio, ideali per la caccia agli acquatici nelle zone umide costiere. Durante la stagione si tengono eventi importanti come la Sagra del Cinghiale a Nuoro (ottobre) e la Fiera della Caccia a Cagliari (settembre), occasioni per approfondire la cultura venatoria locale e scoprire nuove tecniche e attrezzature. Divieti e Restrizioni in Sardegna In Sardegna molte specie sono protette o soggette a particolari limitazioni. Tra quelle vietate figurano il cervo sardo, il grifone e la foca monaca, simboli della biodiversità isolana. Sono inoltre previste restrizioni per il muflone durante il periodo di allattamento (da aprile a luglio). La caccia è vietata dal 1° febbraio al 31 agosto, periodo di riproduzione e nidificazione. In caso di emergenze ambientali come incendi o maltempo, possono essere disposti divieti temporanei. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e durante i giorni di pioggia intensa o vento forte, per ragioni di sicurezza e rispetto degli animali. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Sardegna Per praticare caccia in Sardegna è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve il tesserino regionale, il cui costo varia tra 80 e 300 euro in base alla tipologia di selvaggina. I cacciatori extracomunitari devono richiedere un permesso temporaneo. È obbligatorio iscriversi all’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) competente per zona e dotarsi di un’assicurazione RC. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Sardegna e ANUU, che forniscono supporto tecnico, informazioni sulle normative locali e accompagnamento per chi visita l’isola per la prima volta. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Sardegna Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano fino a 5.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come cinghiali e mufloni, mentre le giornate coperte favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: - Nuoro e Ogliastra: ambiente ideale per cinghiali e mufloni - Cagliari e Oristano: zone umide costiere, perfette per anatre e altri acquatici - Montiferru e Marghine: colline e boschi, habitat naturale di lepri e pernici L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto alla macchia mediterranea, stivali impermeabili per le zone paludose, fucile calibro 12 per ungulati. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne per il cinghiale in alcune aree autorizzate. La caccia in Sardegna rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di que

Post: 26 August 14:07

Caccia nelle Riserve Private Italiane: Esclusività, Tradizione e Gestione Sostenibile 

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Caccia nelle Riserve Private Italiane: Esclusività, Tradizione e Gestione Sostenibile Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le riserve private italiane, come Tenuta La Selva (Toscana) e Riserva San Rossore (Toscana), si estendono su oltre 500.000 ettari tra boschi secolari, colline, paludi e parchi storici. Queste aree, gestite da enti privati o famiglie nobiliari, ospitano ecosistemi ricchi: dai faggi delle Riserve dell’Appennino alle paludi costiere della Maremma , ideali per fauna come cervi, cinghiali, fagiani e rapaci. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Italia, ~600.000 cacciatori (2023) frequentano le riserve private, con un focus su: Toscana (25% degli utenti), per la caccia al cinghiale. Piemonte (15%), specialmente per il cervo nobile. Sardegna (10%), nota per la pernice sarda. Il 40% dei frequentatori sono stranieri (tedeschi, francesi, svizzeri), attratti da pacchetti "all-inclusive". Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cervo e Daino : Organizzata in riserve come Riserva di Val di Chiana (Arezzo), con appostamenti mimetizzati. Caccia al Cinghiale : Praticata in braccata con segugi in Tenuta Il Poderaccio (Grosseto). Caccia agli Uccelli : Fagiani e pernici nelle riserve collinari del Piemonte (es. Riserva La Mandria ). Caccia al Mouflon : Specie introdotta in Sardegna (Riserva di Monte Arcosu). Stagioni Venatorie Cinghiale : Ottobre – Gennaio (divieto notturno). Cervo : Settembre – Dicembre (solo maschi adulti). Selvaggina Minuta : Settembre – Novembre. Uccelli Migratori : Settembre – Febbraio (max 10 esemplari/giorno). Associazioni e Club Locali Federcaccia Private Reserves : Coordina le attività in 80 riserve italiane. Club Cacciatori delle Riserve Storiche : Organizza battute nelle ex tenute dei Medici (es. Riserva di Poggio a Caiano ). Aziende Venatorie di Lusso : Strutture come Castello di Sammezzano (Toscana) offrono guide multilingue e pernottamenti. Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di tesserino regionale e autorizzazione della riserva. Limiti : 1 cervo, 2 cinghiali e 5 fagiani per stagione (varia per riserva). Armi : Fucili con canna minima 55 cm; divieto di richiami elettroacustici. Regole delle Riserve : Prenotazione obbligatoria, assicurazione RC, divieto di raccogliere trofei senza permesso. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia Toscana : Dopo la caccia, si gusta il "cinghiale in umido" accompagnato da Chianti. Piemonte : La "Festa del Cervo" a novembre celebra la fine della stagione con degustazioni di salumi e formaggi. Sardegna : Il "rito della preda" prevede che il primo animale cacciato venga benedetto in una chiesetta rurale. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Riserva San Rossore : Ex tenuta dei Savoia, ospitò battute di caccia di Umberto II. Progetto M.A.R.C.O. : Nelle riserve del Veneto, cacciatori collaborano con università per monitorare il lupo italiano . Record Mondiale : Nel 2021, un cacciatore ha abbattuto un cervo di 220 kg in Riserva di Val di Chiana , entrando nel Guinness dei Primati. Le riserve private italiane non sono solo territori di caccia, ma archivi viventi di storia e natura. Qui, tra le mura di antiche tenute nobiliari e i sentieri segreti di boschi incontaminati, ogni cacciatore diventa custode di un’eredità che affonda le radici nei secoli. L’eco dei richiami tradizionali, il sapore della selvaggina cucinata secondo ricette dimenticate e il silenzio reverenziale delle albe in riserva raccontano una verità semplice: cacciare in questi luoghi è un dialogo tra l’uomo e la terra, dove ogni preda è un tributo al ciclo della vita e ogni passo è una promessa di rispetto. Perché nelle riserve private, più che altrove, la vera ricchezza non è nel trofeo esposto, ma nella consapevolezza di appartenere a un’armonia più grande — quella che solo chi sa ascoltare il respiro della natura può comprendere. #CacciaRiservePrivate #TenutaLaSelva #CervoNobile #Cinghiale #Fagiano #FedercacciaPrivate #TradizioniVenatorie #ToscanaCaccia #Maremma #ValDiChiana #Italia #RiservaSanRossore #ProgettoMarco #CacciaConCani #MonteArcosu #CacciaEsclusiva

Post: 11 June 14:38

CACCIA IN TOSCANA: TRA COLLINE E FORESTE — GUIDA COMPLETA SU STAGIONI, NORMATIVE E TRADIZIONI

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista ven

CACCIA IN TOSCANA: TRA COLLINE E FORESTE — GUIDA COMPLETA SU STAGIONI, NORMATIVE E TRADIZIONI Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Toscana, situata nel centro Italia, è una regione ricca di paesaggi variegati: dalle colline ricoperte di vigneti alle foreste fitte e alle catene montuose degli Appennini. Questa diversità ambientale crea l’habitat ideale per numerose specie di fauna selvatica. Le foreste ospitano cinghiali, caprioli, lepri e fagiani, mentre nelle zone montuose è possibile trovare mufloni e cervi. Questo rende la caccia in Toscana estremamente interessante. Il clima temperato e i vasti territori di caccia rendono la Toscana una delle regioni più apprezzate dai cacciatori in Italia. Cacciatori e demografia della regione Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Toscana sono registrati circa 80.000 cacciatori, uno dei numeri più alti in Italia. Questo sottolinea l’importanza della caccia come attività tradizionale nella regione. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 35 e i 65 anni, anche se negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse tra i giovani e le donne. Caratteristiche della caccia La caccia in Toscana si distingue per la sua varietà e accessibilità. La regione offre sia la caccia individuale che quella collettiva. Una particolarità è l’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, per rintracciare la selvaggina, una pratica tradizionale molto radicata. Inoltre, è diffusa la caccia con l’arco, che richiede abilità e preparazione specifiche. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Toscana si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: una delle attività più popolari, specialmente nelle zone boschive. Caccia al capriolo e al cervo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: diffusa nelle zone pianeggianti e agricole. Caccia agli uccelli: include quaglie, colombacci e anatre, soprattutto vicino a corsi d’acqua e laghi. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, cervo, lepre, fagiano, muflone, starna, quaglia e anatra. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Toscana sono regolate da leggi regionali e generalmente iniziano a settembre per concludersi a gennaio. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia agli uccelli: dalla terza domenica di settembre fino a fine dicembre. Le date esatte possono variare in base all’anno e alla specie. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Toscana operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni si occupano di tutelare i diritti dei cacciatori, organizzare eventi e preservare le tradizioni venatorie. Offrono anche corsi di formazione sulla sicurezza e sull’etica venatoria per i principianti. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Toscana è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Per ottenere la licenza di caccia, è necessario seguire un corso, superare un esame e pagare una tassa annuale. I cacciatori devono rispettare le norme relative alle stagioni venatorie, ai limiti di abbattimento e all’uso delle armi. Il mancato rispetto delle regole può comportare multe e la revoca della licenza. Tradizioni regionali legate alla caccia La caccia in Toscana ha radici storiche profonde. Oltre ad essere un mezzo di sostentamento, è sempre stata un’occasione di socializzazione. Ancora oggi sono molto diffuse le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, che spesso si concludono con pranzi a base di piatti tipici toscani e vini locali. Curiosità sulla caccia nella regione La Toscana è una delle poche regioni italiane dove è consentita la caccia al muflone, una specie introdotta in Sardegna e poi diffusasi anche sul continente. Ogni anno si svolgono gare di tiro con l’arco dedicate ai cacciatori, che attirano partecipanti da tutta Italia. I cani da caccia toscani, in particolare il Segugio Italiano, sono rinomati per il loro fiuto e la resistenza. La caccia in Toscana non è solo uno sport, ma un’eredità culturale che continua a vivere grazie alla passione dei cacciatori locali e alle iniziative delle associazioni venatorie.

Post: 8 May 12:55

Bonjour à toutes et tous,
Action de chasse 77 (Favières) 

Nous proposons une action complète le samedi. Formule mixte petit et grand gibier. 
20 dates de chasse.

Plusie

Bonjour à toutes et tous, Action de chasse 77 (Favières) Nous proposons une action complète le samedi. Formule mixte petit et grand gibier. 20 dates de chasse. Plusieurs modes de chasse disponible ⁃ Battue grand gibier dans les maïs ⁃ Petit gibier en battue le samedi + petit gibier en individuel le dimanche (sous réserve de présence le samedi)/ pigeon ⁃ Grand gibier en battue au bois ⁃ Affût grand gibier Pavillon de chasse confortable Plan de chasse : 12 chevreuils 20/30 sangliers 4 daims Prix de l’action : 1450€ Petit déjeuner traiteur compris au petit gibier.

Post: 13 May 10:07

3 EASY WAYS TO MAKE ANY WILD HOG DELICIOUS
A lot of folks get nervous when you start throwing wild pig into the dinner table conversation. Log onto any hunting forum and

3 EASY WAYS TO MAKE ANY WILD HOG DELICIOUS A lot of folks get nervous when you start throwing wild pig into the dinner table conversation. Log onto any hunting forum and the majority of people will say they don’t bother eating hogs for any number of reasons—smell, taste, unfounded rumors, you name it. It’s simply the majority mindset, or at least it was. Where I live in Texas, we’re inundated with these feral critters, but there’s a love/hate relationship at play. I hate that they destroy our hay fields, but I love cooking these beasts and do so on a regular basis. Like me, Jesse Griffiths thinks the pig detractors are ill-informed if not crazy, so much so that he wrote a book dedicated to cooking wild hogs. As the owner of the renowned Dai Due in Austin, as well as the mind behind The New School of Traditional Cookery, he’s been waving the banner for wild hogs since before it was fashionable. And people are beginning to catch on. Regardless, there still are some mental and actual obstacles to overcome. If you’re hunting for pigs regularly, you will run into a smelly one. Particularly when you get to more sparse regions in South Texas, where Jesse hunts, you’re likely to find a “big stinky” now and then. And if the man who literally wrote the book on hog cooking can be intimidated by a particularly pungent specimen, you know it can be a real issue. The good news is that even the stinkiest of pigs can become delicious table fare. Jesse believes the meat of a wild pig calls for heavy seasoning on any occasion: “The salt-and-pepper brigade is right when they’re talking about things like elk and deer. But the flavor of a pig invites addition,” Jesse told MeatEater. “I think sweet and sour and spice all really work so well with pork, especially wild pork. It should be used more freely. You don’t have to go the more austere route.” So, whether you’re an adventurous eater looking to get into wild pig cuisine or you have a mother-in-law who won’t buy your “I got it from the grocery store” story anymore, Jesse and I wanted to share with you our three favorite hog preparations for anyone who’s a bit timid about helping out with the wild pig epidemic we’re facing across the country. When In Doubt, Go With Hog Sausage Maybe it’s the heavy German influence in Texas, but we love sausage down here. And, if you’re unsure what to do with the big boar you just downed, then there’s absolutely nothing wrong with turning the entire thing into a freezer full of bratwurst, boudin, andouille, and more. “I think sausage is a great use for almost any size of feral hog,” Jesse said. “They can be lean and you can add fat in, or they can be fatty where you don’t have to add fat. Spices in more heavily seasoned sausages can conquer the more assertive flavors of wild boars. And, everybody loves sausage. That’s a really good go-to.” In North Texas where I live, we have plenty of acorns and forage for pigs so we rarely run into one we’re doubtful about eating. But we still regularly make sausage with them, and I’ve never had a timid eater complain about any off-flavors or really even notice that they’re eating wild pig. As Jesse pointed out, you’ll most likely need to incorporate fat into your sausage. He does run into a fatty pig every once in a while, though. Jesse harvests fat from the forward area of the backstraps above the shoulders and the top of the hams but avoids interior fats as they’re not good for sausage grinding. If you’re lucky enough to kill a fatty pig, just ballpark your ratio of fat to lean meat—somewhere around 20 to 25% white to pink. Capitalize With a Hog Curry There’s a reason curry is such a popular dish around the world. You can use it to make pretty much anything taste good. By marinating and braising small cuts of boneless meat in heavy spices, you’re introducing so many new flavors and creating tenderness in a piece of meat that needs time and heat. “Lately I’ve really been getting into curries, specifically Indian curries, because the approach almost seems like it was made for wild pigs,” Jesse said. “I recently shot a big boar who was very stinky, but I still chose to process him and the Indian method of basically cutting everything into boneless pieces and braising with these beautiful spice blends works so well. It doesn’t necessarily cover up the flavor, but it just adds a lot to it and also tenderizes. Right now, that’s something that I’m obsessed with.” While some of the spices may seem exotic, they’re easy to find. There’s a good chance you already have turmeric, paprika, cumin, coriander, and ginger in the back of your spice cabinet. The process also couldn’t be more straightforward. As a dish that originated out of necessity—to hide rough taste in tainted meat—you’re doing more than enough to mask any funky flavors from a large boar. “It varies from pig to pig. Some of them are super mild and some just have a little more flavor. There are so many variables that go into what that’s going to be that it’s nearly impossible to know off-hand,” Jesse said. “I will say, this last boar–he smelled so bad. And he was absolutely delicious. I’m about to smoke some bacon that I cured off of the belly.” You don’t have to judge a book by its cover. While you may have doubts while processing your pig, just cut a bit of hindquarter or backstrap and throw it in a cast iron for a few minutes. You may be surprised by the mellowness of the flavors despite the smell. Jerky Doesn’t Have to Be a Last Resort Lastly, I have my own recommendation for wild pigs: jerky. Now, this tip warrants a special disclaimer because you can’t use a traditional dehydrator. Due to the risk of trichinella in the meat, you need to get your it above 145 degrees Fahrenheit for whole muscles and 160 degrees Fahrenheit for ground meat. With that in mind, a smoker is the way to go. If I’m unsure about what to do with a large cut of boar meat or simply don’t feel like spending a whole Saturday stuffing sausage, jerky is a fast, simple, and easy way to use large cuts. Simply marinate strips in your choice of spices and sauces and throw them on your smoker for a few hours. I’ve used this method with both shoulders and hams and they both work well. Just be sure to give it plenty of time and trim any bits of fat if your pig has an off smell. I prefer a meatier jerky so I cut thicker strips, but if you’re into the crispy stuff, slice it thin. Jesse also pointed out that you do want to take extra care in the field with pigs. Try to make minimal cuts in the first 24 hours to let the rigor mortis process take place. Keep the meat as dry as possible too, he says. Then, depending on your preparation, brining large cuts can be a great way to mellow out the flavor. Consider including Jesse’s personal favorite, star anise, which has historically been used to mask strong flavors. The last thing I want people to take away from this article is that feral hogs will not taste the same as pork you purchase in the store. These are wild animals, after all. In my experience of trapping and hunting hundreds of wild pigs, I could probably count on one hand those that made me think twice about processing and eating. But, if you do run into a pungent pig, these preparations can be a great start. Truthfully, most wild pigs have a beautiful natural flavor that works well with many different spices. It’s not about hiding the flavor of the meat and trying to trick ourselves into eating something that it’s not. It’s about using the tools at our disposal to enjoy an abundant resource in the best ways possible. Trust me, it’s worth the effort. If you’re interested in wild hog cuisine, hunting wild hogs, or just want a great read, Jesse’s The Hog Book is now available and well worth picking up. I also have a pretty tasty recipe for wild hog chili verde as well, which can be a great starter for your next big boar.

Post: 8 April 14:52

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