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Caccia in deroga a Fringuello e Storno: i TAR decidono.
Vittoria e sconfitta per i cacciatori 🔄 Rottura di un tabù La stagione venatoria 2025/2026 ha segnato il tanto atteso ritorno del prelievo in deroga a Fringuello e Storno per fini venatori. Questo storico risultato è stato reso possibile da una sentenza del Consiglio di Stato che, dopo anni di rifiuti, ha imposto a ISPRA di definire il concetto di “piccole quantità”, seguito dalla ripartizione dei contingenti in Conferenza Stato-Regioni. Tuttavia, su 12 regioni inizialmente interessate, solo 5 hanno avuto il coraggio di procedere: Lombardia e Liguria per entrambe le specie, Trentino solo per il Fringuello, Campania e Puglia solo per lo Storno. Le altre hanno desistito, frenate dalle prevedibili polemiche animaliste e dalla pioggia di ricorsi. Come spesso accade in materia di caccia, la parola finale è passata ai Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), che in sede cautelare hanno emesso verdetti opposti, creando un quadro nazionale a macchia di leopardo. 🦅 Cosa ha deciso il TAR in Lombardia ✅ Deroga confermata Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, con decisione del 23 settembre, ha respinto la richiesta di sospensione cautelare della caccia in deroga. I giudici hanno ritenuto che i quantitativi autorizzati non rappresentino un rischio significativo per la conservazione delle popolazioni di Fringuello e Storno, giudicando il prelievo conforme ai principi di sostenibilità Di conseguenza, le deroghe in Lombardia restano operative almeno fino all'udienza di merito, che difficilmente si terrà prima della chiusura della stagione venatoria. La Regione ha autorizzato il prelievo di 97.637 fringuelli e 36.552 storni, da effettuarsi con modalità molto stringenti: caccia consentita solo da appostamento fisso, per tre giorni alla settimana, dal 1° ottobre al 30 novembre (escluse le ZPS) e con l’obbligo della registrazione online giornaliera dei capi abbattuti. 🍇 Cosa ha deciso il TAR in Campania ✅ Deroga confermata anche al Sud Allineandosi all’interpretazione del TAR Lombardia, il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha respinto il ricorso degli animalisti il 25 settembre. Per i giudici campani è prevalso “l’interesse pubblico ad evitare significativi danni alle colture ortofrutticole e vitivinicole di pregio della Regione”. La decisione sottolinea come il prelievo in deroga di una piccola quantità di storni “non appare idoneo ad ingenerare apprezzabili rischi di impatto demografico sulla popolazione complessiva” della specie. Anche in Campania, quindi, la caccia in deroga prosegue regolarmente, secondo il disciplinare regionale: prelievo da appostamento fisso o temporaneo, tre giorni settimanali, dal 1° ottobre al 30 novembre (vietato nelle Aree Natura 2000), previa registrazione sul portale regionale e utilizzo del tesserino digitale. Il contingente autorizzato per lo storno in tutta la regione è di 28.672 capi. 🚫 Cosa ha deciso il TAR in Liguria ❌ Deroga sospesa La Liguria, che era stata la prima regione a deliberare il ritorno della caccia in deroga e la promotrice del ricorso storico a ISPRA, si è vista bloccare tutto dal proprio TAR. Nonostante avesse fissato contingenti inferiori (25.984 fringuelli e 11.058 storni) e modalità ancor più restrittive (come l’obbligo di interventi di miglioramento ambientale per i cacciatori), il tribunale ha accolto la richiesta di sospensione cautelare. 🔍 Interpretazioni opposte del principio di cautela Il quadro che ne emerge è profondamente diviso. Da una parte, le sentenze di Lombardia e Campania privilegiano una valutazione tecnico-scientifica, considerando i contingenti come "piccole quantità" sostenibili. Dall'altra, il TAR Liguria applica un'interpretazione più rigorosa del principio di precauzione, mettendo in discussione le motivazioni alla base della deroga stessa. La battaglia legale sulla caccia in deroga a Fringuello e Storno è quindi solo all’inizio, e il contenzioso si sposterà ora sulle udienze di merito.
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