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Scopri UH.APP: L'ultimo Social network e app gratuita per i cacciatori

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Scopri UH.APP: L'ultimo Social network e app gratuita per i cacciatori Sei un appassionato cacciatore cercando di connettersi con gli appassionati che la pensano, condividere le tue esperienze, e migliorare le vostre abilità di caccia? Non guardare oltre UH.APP - l'applicazione United Hunters! Questa piattaforma innovativa e gratuita è progettata specificamente per i cacciatori di tutti i livelli, fornendo un set completo di funzionalità che ti consentono di interagire con la comunità di caccia come mai prima d'ora. Perche ' UH.APP si distingue Con una gamma di funzionalità su misura per le esigenze dei cacciatori, UH.APP non è solo un app; è il vostro go-to social network per tutte le cose a caccia. Che tu stia seguendo le tue avventure di caccia o condividendo consigli e trucchi con altri cacciatori, UH.APP ha coperto. Caratteristiche principali di UH.APP 1. Blog di caccia: Cronaca le tue avventure di caccia con il tuo blog di caccia. Condividi storie, suggerimenti ed esperienze e connettiti con altri cacciatori che condividono la tua passione. 2. Profili per animali domestici: crea un profilo dedicato per il tuo cane da caccia, animale domestico, cavallo o falco. Festeggia i compagni che ti accompagnano nei tuoi viaggi di caccia e connettiti con altri che hanno animali simili. 3. Vetrina dei trofei: orgoglioso della tua recente cattura? Aggiungi i tuoi trofei di caccia al tuo profilo, mostrando i tuoi successi e ispirando gli altri nella comunità. 4. Consigli sulle armi: condividi e discuti consigli sulle armi da caccia. Che si tratti di fucili, fucili da caccia o archi, trova e offri approfondimenti che possono aiutare a migliorare l'esperienza di caccia di tutti. 5. Discussione di veicoli all'aperto: discutere e rivedere jeep all'aperto e trasporto adatto per la caccia. Trova consigli per i migliori veicoli per sostenere le tue avventure. 6. Comunità globale: Unisciti a un fiorente social network dove puoi discutere le strategie di caccia, chiedere consigli e connetterti con i cacciatori di tutto il mondo. 7. Libreria di ricette: Scopri e condividi delizie culinarie con la nostra vasta libreria di ricette di caccia. Sfrutta al massimo il tuo raccolto di gioco con piatti deliziosi. 8. Calendari di caccia: Rimani aggiornato sulle stagioni di caccia con i nostri calendari di caccia integrati. Pianifica i tuoi viaggi in modo efficiente e non perdere mai le migliori opportunità di caccia. 9. Gruppi e organizzazioni: unisciti a gruppi e organizzazioni di caccia per incontrare altri appassionati, partecipare a discussioni e accedere a contenuti ed eventi esclusivi. 10. Marketplace: Esplora il nostro marketplace dedicato agli attrezzi da caccia. Compra, vendi o scambia oggetti da caccia come coltelli, fucili, cannocchiali e accessori. 11. Hunting Spot Booking: utilizza il nostro servizio di prenotazione per proteggere i tuoi posti di caccia in anticipo, garantendo un'esperienza senza problemi. 12. Hunter's Encyclopedia

Post: 28 December 00:31

Ai Margini della Foresta Umbra: Calendario Venatorio con Date e Zone Consentite per Cacciatori

La Foresta Umbra , situata nel cuore del Gargano in provincia di Foggia, è

Ai Margini della Foresta Umbra: Calendario Venatorio con Date e Zone Consentite per Cacciatori La Foresta Umbra , situata nel cuore del Gargano in provincia di Foggia, è una delle aree naturali più suggestive e ricche di biodiversità del Sud Italia. Con i suoi faggi vetusti, lecci millenari, sentieri immersi nel verde e un ambiente protetto all’interno del Parco Nazionale del Gargano, questa foresta rappresenta un habitat ideale per numerose specie selvatiche. Tra le specie presenti spiccano il cinghiale, la lepre, la volpe, il piccione, il merlo, il tordo bottaccio, lo storno, il fagiano, il corvo grigio e altre specie minori. Tuttavia, essendo parte integrante di un’area protetta, la caccia nella Foresta Umbra è soggetta a restrizioni precise, che richiedono attenzione da parte dei cacciatori per rispettare sia la legge che l’ambiente. Periodi e Regolamentazione nella Foresta Umbra La stagione principale di caccia nella Foresta Umbra va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio se rientrano nei piani di controllo demografico approvati. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente dalla Regione Puglia ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali competenti. Negli ultimi anni sono state introdotte ulteriori limitazioni su alcune specie migratorie come il tordo bottaccio, al fine di tutelarne la conservazione. Altre specie, come corvi, cornacchie e piccioni urbani, possono essere oggetto di prelievo controllato ma solo nell’ambito di attività gestionali autorizzate. I periodi migliori per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo; mentre l’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio, per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Essendo parte del Parco Nazionale del Gargano, la Foresta Umbra è zona vincolata : questo significa che la caccia è completamente vietata all’interno del nucleo centrale protetto , mentre può essere praticata solo nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) previsti dalle normative regionali. Per accedere alle zone dove è possibile cacciare, bisogna verificare con precisione i confini degli ambiti e rispettare le regole stabilite localmente. Tra le principali restrizioni figurano: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio); Specie protette : aquila reale, gufo reale, cervo sardo, lupo, martora; Limitazioni per sesso ed età : non è consentito sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a garantire un prelievo equilibrato e rispettoso degli ecosistemi naturali, particolarmente delicati in una delle aree più importanti dell’Italia meridionale dal punto di vista ambientale. Per poter cacciare legalmente nella Foresta Umbra è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale della Puglia; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e multe nella Foreste Umbra Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nella Foresta Umbra sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia. In autunno è consigliabile privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno, optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci ci sono: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto; Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti; L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli , tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano lungo i bordi della Foresta Umbra, specialmente nei dintorni di Monte Sant’Angelo , Vico del Gargano e Ischitella , dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali. Nella Foresta Umbra e nelle zone limitrofe si tengono ogni anno diversi eventi legati alla caccia e alle tradizioni locali , che richiamano appassionati, associazioni e turisti interessati alla cultura del territorio. Tra questi spiccano: la Fiera Regionale della Caccia, Pesca e Natura a Manfredonia; la Mostra Mercato della Selvaggina a San Giovanni Rotondo; le Giornate Ecologiche Venatorie promosse da Federcaccia Puglia; il Raduno Regionale Federcaccia ; la manifestazione “Caccia & Tradizioni ” a Vico del Gargano; il Concorso regionale di richiamo vocale al tordo a Ischitella. Questi eventi offrono occasioni di incontro, aggiornamento e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del Gargano, permettendo ai cacciatori di approfondire la propria conoscenza tecnica e di immergersi nella ricchezza gastronomica e storica della zona. Se sei un cacciatore o semplicemente appassionato di natura, la Foresta Umbra rappresenta un luogo unico dove poter vivere la tua passione in armonia con la natura e rispettando le normative vigenti.

Post: 29 August 14:03

Caccia nelle Riserve Private in Italia: Normative, Gestione e Consigli per i Cacciatori

Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Lazio

La caccia nelle riserve private è

Caccia nelle Riserve Private in Italia: Normative, Gestione e Consigli per i Cacciatori Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Lazio La caccia nelle riserve private è regolata da normative nazionali e regionali che variano leggermente da regione a regione. Nel Lazio , le riserve devono essere riconosciute ufficialmente dalla Regione e dotate di un piano faunistico-venatorio approvato. Il prelievo deve avvenire nel rispetto del calendario venatorio regionale e l’accesso è generalmente riservato ai soci di associazioni venatorie o a chi paga un ticket giornaliero. I periodi principali vanno da settembre a gennaio, con alcune specie soggette a controllo anche durante il resto dell’anno. Calendario Venatorio per Specie in Lombardia In Lombardia , le riserve private sono molto diffuse e ben strutturate. La stagione principale va da settembre a gennaio, con attività concentrata su uccelli migratori come merlo, tordo bottaccio e starna nei mesi autunnali. Dicembre e gennaio sono dedicati alla caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe. Alcune strutture autorizzano interventi di controllo demografico durante tutto l’anno, soprattutto per specie invasive come piccione e storno. Le tecniche più utilizzate includono appostamento fisso, battuta organizzata e caccia al passo. Specie Protette e Restrizioni in Toscana In Toscana , molte riserve private sono situate in aree ricche di biodiversità e vicine a parchi naturali, il che comporta restrizioni precise. Sono protette specie come aquila reale, lupo, martora e cervo sardo. È vietato sparare femmine accompagnate da prole o giovani non autosufficienti. Inoltre, alcune zone sono interdette alla caccia per tutelare habitat delicati. Queste misure garantiscono la conservazione della fauna e il rispetto delle normative europee. Documentazione Necessaria in Emilia-Romagna Per cacciare legalmente in una riserva privata in Emilia-Romagna , bisogna possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio e l’appartenenza a un’associazione riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, corsi specifici per migliorare la conoscenza tecnica e ambientale. Molti gestori richiedono anche un ticket giornaliero variabile tra i 30 e i 150 euro, a seconda della struttura e delle specie presenti. Sanzioni e Multe in Veneto In Veneto , le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle riserve private sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare senza permesso, fuori stagione o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura. In caso di gravi infrazioni, si rischia la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Per questo motivo, è fondamentale verificare sempre la regolarità della riserva e rispettare le sue norme interne. Consigli Pratici per i Cacciatori in Puglia In Puglia , dove le riserve private sono spesso situate in aree collinari e agricole, è importante scegliere quelle ben gestite e certificate. Si consiglia di chiedere informazioni dettagliate prima di accedere all’area, di rispettare le regole interne e di dotarsi di abbigliamento mimetico adeguato al territorio. Usare binocoli ad alta definizione, richiami vocali o elettronici e munizioni idonee migliora notevolmente i risultati. Alcune riserve organizzano corsi di formazione e gare cinofile, occasioni interessanti per imparare e confrontarsi con altri cacciatori in sicurezza e spirito sportivo.

Post: 1 September 07:58

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Normative, Periodi e Consigli per i Cacciatori

Il Lago di Como , celebre per il suo paesaggio mozzafiato e le ville storiche che l

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Normative, Periodi e Consigli per i Cacciatori Il Lago di Como , celebre per il suo paesaggio mozzafiato e le ville storiche che lo circondano, è anche una zona ricca di biodiversità, con un ambiente che ospita diverse specie faunistiche. Tuttavia, essendo parte di una rete di aree protette e zone sensibili dal punto di vista ambientale, la caccia nella Riserva del Lago di Como è soggetta a restrizioni molto rigide. Questa area, situata nel cuore della Lombardia, si estende tra le province di Como, Lecco e Monza Brianza. Il territorio include boschi collinari, zone umide, corsi d’acqua e aree lacustri, habitat ideali per numerose specie di uccelli migratori e selvaggina terrestre. In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le specie presenti e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questa zona. Regolamentazione e Periodi di Caccia nella Riserva del Lago di Como La caccia nella Riserva del Lago di Como è regolata dalle leggi regionali lombarde e da specifici piani faunistico-venatori comunali e provinciali. Essendo un’area fortemente urbanizzata e con presenza di zone protette, molte aree sono zone di tutela integrale o riserve biogenetiche , dove la caccia è vietata. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente dalla Regione Lombardia ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali competenti. Le date sono influenzate dall’altitudine, dal clima temperato-subalpino e dal ciclo biologico delle specie. La vicinanza al lago crea microclimi particolari che influenzano la distribuzione della fauna. Calendario Venatorio per Specie nella Riserva del Lago di Como I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio, merlo e anatra . L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre , alla volpe e al piccione urbico , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio , per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Questa varietà rende il territorio intorno al Lago di Como una meta interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti collinari e lacustri. Specie Protette e Restrizioni nella Riserva del Lago di Como Essendo parte integrante della rete Natura 2000 , la Riserva del Lago di Como ospita numerosi habitat e specie protette. In quest’area la conservazione della fauna ha priorità assoluta. Tra le principali restrizioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : aquila reale, gufo reale, lupo, cervo, martora, astore, nibbio bruno. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente fragile come quello lacustre e collinare. Documentazione Necessaria per Cacciare nella Riserva del Lago di Como Per poter cacciare legalmente nella Riserva del Lago di Como è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale della Lombardia; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nella Riserva del Lago di Como Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nella Riserva del Lago di Como sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nella Riserva del Lago di Como L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto. Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. L’utilizzo di richiami vocali per tordi, merli e anatre , tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano nei dintorni di Bellagio , Menaggio , Argegno , Dongo e lungo i versanti collinari tra Como e Lecco, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 1 September 07:53

Caccia in Puglia: Stagioni Venatorie tra Oliveti e Zone Umide - Quando Apre e Chiude

Principali periodi di caccia nella regione di Puglia

La Puglia offre ai cacciatori

Caccia in Puglia: Stagioni Venatorie tra Oliveti e Zone Umide - Quando Apre e Chiude Principali periodi di caccia nella regione di Puglia La Puglia offre ai cacciatori un territorio ricco e variegato, con stagioni venatorie che si estendono generalmente da settembre a gennaio. La Regione Puglia regolamenta attentamente i periodi di caccia in base alla Legge Nazionale 157/1992 e alle direttive UE, con aggiornamenti annuali che tengono conto dei monitoraggi faunistici. Le peculiarità climatiche e territoriali influenzano notevolmente l'attività venatoria: le zone costiere del Salento sono ideali per gli uccelli migratori, mentre le aree collinari del Gargano e delle Murge offrono ottime opportunità per la caccia al cinghiale. Rispetto alle regioni confinanti, la Puglia presenta alcune differenze significative. Mentre in Basilicata ci sono più restrizioni sulla lepre, qui si gode di una maggiore libertà. Al contrario, per la beccaccia il periodo d'apertura risulta più tardivo che in Campania. Negli ultimi anni si sono verificati importanti cambiamenti normativi, come le restrizioni del 2021 nelle zone umide protette e l'estensione del 2023 per il controllo del cinghiale nelle aree sovrappopolate. Calendario stagionale della caccia in Puglia Il calendario venatorio pugliese prevede per la selvaggina grossa la caccia al cinghiale dal 1° ottobre al 31 gennaio e alla volpe dal 15 settembre al 31 dicembre. Per quanto riguarda la selvaggina minuta, la lepre può essere cacciata dal 1° ottobre al 30 novembre, il fagiano fino al 31 dicembre e la beccaccia dal 1° novembre al 31 gennaio. I mesi migliori risultano ottobre-novembre per il cinghiale e dicembre-gennaio per gli acquatici. Non mancano gli appuntamenti tradizionali come la Fiera della Caccia a settembre a Bari e la Sagra del Cinghiale a ottobre a Foggia. Divieti e Restrizioni in Puglia La regolamentazione pugliese vieta assolutamente la caccia a specie protette come lupo, lontra e nibbio reale, mentre impone limitazioni per le femmine di cinghiale con piccoli. Il periodo di chiusura va dal 1° febbraio al 31 agosto, con possibili sospensioni temporanee durante la migrazione primaverile. Per esercitare l'attività venatoria è necessario possedere il porto d'armi per uso venatorio, il tesserino regionale (con costi tra 50 e 200 euro) e un'assicurazione RC obbligatoria. Gli ATC locali e Federcaccia Puglia rappresentano punti di riferimento fondamentali per informazioni e aggiornamenti. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Puglia Le sanzioni per chi trasgredisce le norme possono essere severe: fino a 5.000 euro per chi caccia senza licenza e fino a 15.000 euro più il sequestro delle armi per l'abbattimento di specie protette. Per chi vuole ottenere i migliori risultati, il Gargano rappresenta la zona ideale per il cinghiale, mentre il Salento è perfetto per gli acquatici. L'attrezzatura deve essere adeguata al territorio, con particolare attenzione agli stivali impermeabili per le zone umide. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Puglia Per massimizzare il successo venatorio in Puglia, è fondamentale adattare strategie e attrezzature alle caratteristiche del territorio. Nelle zone boschive del Gargano e delle Murge, dove il cinghiale è particolarmente attivo, si consigliano approcci silenziosi con buone ottiche notturne per le ore crepuscolari, quando gli animali sono più mobili. Per la caccia agli acquatici nelle zone umide del Salento, sono indispensabili stampi di qualità, richiami efficaci e abbigliamento mimetico adatto agli ambienti palustri. Fondamentali stivali impermeabili alti, considerando le frequenti aree allagate. La mezza stagione richiede vestiario astrati per affrontare le tipiche escursioni termiche pugliesi, mentre in inverno non bisogna sottovalutare il vento freddo che spira dalle Murge. Per la caccia alla lepre nelle aree collinari, cani da seguita ben addestrati fanno la differenza. Si raccomanda sempre di verificare le previsioni meteo e di informarsi presso gli ATC locali sulle condizioni specifiche delle singole riserve. Non trascurare l'importanza di un buon binocolo per l'avvistamento a distanza, specialmente nelle aperte distese della Murgia barese.

Post: 27 August 15:07

Caccia in EMILIA-ROMAGNA: Tra Pianure, Appennini e Antiche Tradizioni Venatorie

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

L'Emil

Caccia in EMILIA-ROMAGNA: Tra Pianure, Appennini e Antiche Tradizioni Venatorie Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio L'Emilia-Romagna si estende tra il fiume Po a nord e gli Appennini a sud, offrendo una varietà di ambienti: pianure fertili, colline ondulate e montagne boscose. Questa diversità territoriale crea habitat ideali per numerose specie cacciabili, rendendo la regione particolarmente attraente per gli appassionati di caccia. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Emilia-Romagna sono registrati circa 35.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una crescente attenzione verso la formazione dei giovani cacciatori. La caccia è particolarmente radicata nelle zone rurali e montane della regione. Caratteristiche della caccia La caccia in Emilia-Romagna è molto diversificata grazie alla varietà degli ambienti naturali. Nelle zone montane e collinari, la caccia al cinghiale e al capriolo è particolarmente diffusa, mentre nelle pianure e nelle zone umide prevale la caccia agli uccelli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è molto comune, specialmente per la caccia alla lepre e al cinghiale. La caccia agli uccelli acquatici è praticata con l’ausilio di richiami e capanni. Tipi di caccia nella regione e specie cacciabili Le principali tipologie di caccia praticate includono: Caccia al cinghiale: diffusa nelle zone boschive. Caccia al capriolo e al daino: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: comune nelle aree agricole. Caccia agli uccelli acquatici: praticata nelle zone umide lungo il corso del Po e nelle valli di Comacchio. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Emilia-Romagna sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo e al daino: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Emilia-Romagna operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Emilia-Romagna, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Per esercitare l'attività venatoria, è necessario possedere una licenza ottenuta dopo aver superato un esame specifico e aver adempiuto agli obblighi assicurativi. È fondamentale rispettare le normative vigenti per garantire una pratica sostenibile e sicura. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia in Emilia-Romagna ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura rurale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la piadina, i salumi e i formaggi locali, accompagnati da vini come il Sangiovese e il Lambrusco. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le valli di Comacchio, situate in Emilia-Romagna, sono famose per la tradizionale caccia all'anguilla, una pratica che combina tecniche antiche e rispetto per l'ecosistema locale. L’Emilia-Romagna è una delle poche regioni italiane dove è possibile cacciare il daino, una specie introdotta in epoca romana. La caccia agli uccelli acquatici nel Delta del Po è una delle attività più apprezzate, grazie alla ricchezza di specie presenti. Nelle zone collinari della regione, la caccia al cinghiale è spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, una tradizione che risale a secoli fa. l'Emilia-Romagna offre agli appassionati di caccia una vasta gamma di opportunità, grazie alla sua diversità territoriale, alla ricchezza faunistica e alle solide tradizioni venatorie che caratterizzano la regione. #CacciaEmiliaRomagna #Pianure #Appennini #Cinghiale #Capriolo #Daino #Lepre #Fagiano #UccelliAcquatici #Comacchio #TradizioniVenatorie #Cacciatori #Federcaccia #Italia #Vino #Sangiovese

Post: 13 May 07:12

Caccia in ABRUZZO: Tra Montagne Selvagge, Parchi Incontaminati e Tradizioni Venatorie

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Caccia in ABRUZZO: Tra Montagne Selvagge, Parchi Incontaminati e Tradizioni Venatorie Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio L’Abruzzo, situato nel centro-sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa, con il 65% del territorio coperto da montagne e colline. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Nazionale della Majella sono tra le aree protette più importanti, ma esistono anche zone aperte alla caccia. Le foreste di faggi e querce ospitano cinghiali, cervi, caprioli e lupi (quest’ultimi protetti e non cacciabili). Nelle zone più basse e collinari si trovano lepri, fagiani e volpi. La regione è anche ricca di corsi d’acqua, ideali per la caccia agli uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Abruzzo sono registrati circa 10.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, soprattutto nelle aree meno urbanizzate. Caratteristiche della caccia La caccia in Abruzzo è fortemente influenzata dalla conformazione montuosa del territorio. La caccia al cinghiale e al cervo è particolarmente diffusa, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è più comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Pescara e del lago di Scanno. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabilli In Abruzzo si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, soprattutto nelle zone boschive e montane. Caccia al cervo e al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Le specie principali sono: cinghiale, cervo, capriolo, lepre, fagiano, volpe e, in minor misura, anatra. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Abruzzo sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Abruzzo operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Abruzzo, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Abruzzo è regolamentata sia da leggi nazionali che regionali. È obbligatorio possedere una licenza di caccia valida, ottenibile dopo aver superato un esame specifico. Inoltre, è necessario aderire a un'associazione venatoria riconosciuta e sottoscrivere un'assicurazione. Le normative stabiliscono le specie cacciabili, i periodi di caccia e le zone in cui è consentita l'attività venatoria. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia in Abruzzo ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura rurale e montana. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come l’arrosticini (spiedini di carne) e la pecora alla callara, accompagnati da vini locali come il Montepulciano d’Abruzzo. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione L’Abruzzo è una delle poche regioni italiane dove è possibile cacciare il cervo in un contesto montano incontaminato. La caccia al cinghiale è spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, una tradizione che risale a secoli fa. Nelle zone montane, i cacciatori locali utilizzano ancora tecniche tradizionali, come l’uso di trappole e richiami artigianali. La caccia in Abruzzo rappresenta un’importante tradizione culturale e un’attività che contribuisce alla gestione sostenibile della fauna selvatica. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto dell’ambiente e delle normative. #CacciaAbruzzo #Montagne #ParcoNazionale #Cinghiale #Cervo #Capriolo #Lepre #Fagiano #Volpe #Italia #Fiumi #LagoScanno #TradizioniVenatorie #Cacciatori #Montepulciano #Arrosticini

Post: 13 May 07:18

Ciao appassionati di caccia! Ecco alcuni fatti affascinanti sulla caccia alle anatre che potreste non conoscere:
🌎 La caccia alle anatre è praticata in tutto il mondo, c

Ciao appassionati di caccia! Ecco alcuni fatti affascinanti sulla caccia alle anatre che potreste non conoscere: 🌎 La caccia alle anatre è praticata in tutto il mondo, con tecniche diverse in base alla regione 🕰 Le prime prove di caccia alle anatre risalgono all'antico Egitto, circa 4000 anni fa 🦆 Esistono oltre 40 specie di anatre cacciabili in tutto il mondo 🏆 Il record mondiale per il maggior numero di anatre abbattute in un giorno è di 257, stabilito in Argentina 🌿 La caccia alle anatre contribuisce significativamente alla conservazione delle zone umide Ricordate sempre di cacciare in modo responsabile e sostenibile! Condividete questi fatti con i vostri amici cacciatori e diteci quale vi ha sorpreso di più! 👇

Post: 30 August 11:00

Caccia nelle Dolomiti: Tra Vette Maestose e Selvaggina Alpina - Caratteristiche, Normative e Tradizioni

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di

Caccia nelle Dolomiti: Tra Vette Maestose e Selvaggina Alpina - Caratteristiche, Normative e Tradizioni Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Dolomiti, patrimonio UNESCO, si estendono tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, con vette iconiche come le Tre Cime di Lavaredo (3.152 m) e il Catinaccio . La regione offre paesaggi alpini unici: prati d’alta quota, boschi di larici e abeti, e valli glaciali come la Val Gardena e la Val di Fassa . Questo ambiente ospita fauna adattata alle alte quote, tra cui camosci, stambecchi, cervi rossi, pernici bianche e aquile reali. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle province dolomitiche (Belluno, Trento, Bolzano) sono registrati ~20.000 cacciatori, con una forte concentrazione in Trentino-Alto Adige. La regione attrae anche cacciatori internazionali, soprattutto per la caccia al camoscio e allo stambecco. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Camoscio : Praticata in alta montagna (1.500–3.000 m), richiede esperienza per i terreni impervi. Caccia allo Stambecco : Riservata a zone rocciose come il Parco Naturale Adamello-Brenta (permessi limitati). Caccia al Cervo Rosso : Focalizzata nelle valli boschive durante il bramito (settembre-ottobre). Caccia agli Uccelli : Pernici bianche e galli cedroni cacciati con appostamenti discreti. Stagioni Venatorie Camoscio e Stambecco : 15 settembre – 15 dicembre (max 1 capo/anno, con autorizzazione speciale). Cervo Rosso : 15 settembre – 31 ottobre (solo maschi adulti). Pernici Bianche : 1 ottobre – 30 novembre (max 3 esemplari/giorno). Selvaggina Minuta : 15 settembre – 30 novembre. Associazioni e Club Locali Federcaccia Trentino : Organizza corsi di alpine hunting e monitoraggio faunistico. CAI – Club Alpino Italiano : Collabora con cacciatori per la sicurezza in alta quota. Riserve Private : Rifugio Fanes (Dolomiti di Sesto) offre guide specializzate per caccia al camoscio. Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 1 camoscio, 1 stambecco (solo con quota provinciale), e 2 cervi rossi per stagione. Aree Protette : Caccia vietata nei parchi (es. Dolomiti Bellunesi) e nelle ZPS (es. Sito "Alpi di Fiemme"). Armi : Calibro minimo .243 Winchester per ungulati; divieto di richiami elettroacustici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura dolomitica lega la caccia ai rifugi alpini e ai piatti tradizionali. Il "cervo in salmì" e gli "strudel di pernice" sono specialità locali. La Festa del Cacciatore a Cortina d’Ampezzo (ottobre) celebra l’attività con concorsi di corna e degustazioni. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le Dolomiti furono riserva di caccia degli Asburgo nel XIX secolo, come testimoniato da documenti dell’Archivio di Stato di Trento. Camoscio delle Dolomiti: Una specie iconica, il camoscio è simbolo della fauna alpina e una delle prede più ambite. Gallo Cedrone: Conosciuto come il “re della foresta”, è una delle specie più difficili da cacciare per la sua elusività. Lo stambecco, estinto nel 1900, è stato reintrodotto negli anni ’60 grazie a progetti di conservazione. Nel 2021, un cacciatore ha immortalato un gipeto barbuto (specie rara) nel Parco Naturale Adamello-Brenta. La caccia nelle Dolomiti non è solo un’attività, ma un’esperienza che ti immerge nella maestosità della natura alpina, tra vette imponenti, foreste silenziose e tradizioni secolari. Qui, ogni battuta di caccia diventa un viaggio alla scoperta di una fauna unica e di paesaggi che lasciano senza fiato. Che tu sia un cacciatore esperto o un appassionato alle prime armi, le Dolomiti ti offrono un’avventura autentica, dove il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità sono al centro di ogni azione. Ricorda: cacciare in queste montagne significa non solo inseguire la preda, ma anche vivere in armonia con un ecosistema fragile e straordinario. Buona caccia, e che ogni uscita sia un’esperienza da ricordare! #CacciaDolomiti #TreCimeDiLavaredo #Camoscio #Stambecco #CervoRosso #PerniciBianche #FedercacciaTrentino #Italia #TradizioniVenatorie #ParcoAdamelloBrenta #CortinaDAmprezzo #GalloCedrone #SalmìDiCervo #StrudelDiPernice #CacciaSostenibile #NaturaETradizione

Post: 5 June 17:28

Dalle Valli ai Ghiacciai: L’Esperienza Unica della Caccia in Valle d'Aosta
Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio
La Valle d’Ao

Dalle Valli ai Ghiacciai: L’Esperienza Unica della Caccia in Valle d'Aosta Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Valle d’Aosta, situata nel nord-ovest dell’Italia, è una regione montuosa dominata dalle Alpi, con vette iconiche come il Monte Bianco, il Monte Rosa e il Cervino. Questo territorio offre habitat ideali per specie alpine come camosci, stambecchi, cervi e caprioli. Le foreste di conifere e i pascoli d’alta quota creano un ambiente perfetto per la fauna selvatica. La regione è anche caratterizzata da vallate strette e fiumi, che favoriscono la presenza di piccola selvaggina come lepri e pernici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Valle d’Aosta sono registrati circa 2.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, profondamente radicata nella cultura alpina. Caratteristiche della Caccia Il territorio alpino impone sfide uniche: Altitudine : Caccia al camoscio e allo stambecco richiede acclimatamento e attrezzatura specifica. Boschi di larice : Utilizzo di capanni per la lepre e il gallo cedrone. Rispetto del clima : La stagione breve e le condizioni meteorologiche variabili limitano le attività. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Valle d’Aosta si praticano diverse forme di caccia: Caccia al camoscio e allo stambecco: molto diffusa, soprattutto nelle aree alpine ad alta quota. Caccia al cervo e al capriolo: comune nelle zone boschive e vallive. Caccia alla lepre e alla pernice: popolare nelle zone collinari e agricole. Le specie principali sono: camoscio, stambecco, cervo, capriolo, lepre, pernice e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Valle d’Aosta sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al camoscio e allo stambecco: da settembre a novembre. Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e alla pernice: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Valle d’Aosta operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Valle d’Aosta, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nel Parco Nazionale Gran Paradiso e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni in acciaio nelle zone umide. Quote annuali: 300 camosci, 150 stambecchi. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Camoscio ad Aosta (settembre) celebra la fauna alpina con piatti a base di selvaggina. Anticamente, i cacciatori valdostani usavano trappole in legno per gli uccelli, oggi sostituite da metodi etici. Il “cacciatore di quota” è una figura rispettata, spesso coinvolta nel monitoraggio della fauna. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Lo stambecco della Valle d’Aosta è stato salvato dall’estinzione negli anni ’50 grazie a programmi di reintroduzione. Nel Parco Gran Paradiso vive il gallo forcello , specie endemica protetta e simbolo della regione. La regione ha introdotto il “tesserino satellitare” per tracciare gli spostamenti dei cacciatori in alta montagna. Cacciare in Valle d’Aosta significa confrontarsi con una natura imponente e selvaggia, tra ghiacciai e valli isolate. Le regole severe e il rispetto per gli equilibri alpini rendono l’attività un privilegio per pochi, ma l’esperienza è indimenticabile per chi ama la montagna e le sue sfide. Un viaggio nel cuore delle Alpi, dove tradizione e conservazione camminano mano nella mano. #CacciaValleDAosta #CacciaAlpina #Italia #Camoscio #Stambecco #Cervo #Capriolo #FaunaAlpina #GranParadiso #AlpiItaliane #CacciatoriDiQuota #RispettoNatura #LeggiVenatorie #FestaDelCamoscio #TesserinoSatellitare #CacciaEtica

Post: 23 May 17:33

Caccia nelle Riserve Private Italiane: Esclusività, Tradizione e Gestione Sostenibile 

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Caccia nelle Riserve Private Italiane: Esclusività, Tradizione e Gestione Sostenibile Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le riserve private italiane, come Tenuta La Selva (Toscana) e Riserva San Rossore (Toscana), si estendono su oltre 500.000 ettari tra boschi secolari, colline, paludi e parchi storici. Queste aree, gestite da enti privati o famiglie nobiliari, ospitano ecosistemi ricchi: dai faggi delle Riserve dell’Appennino alle paludi costiere della Maremma , ideali per fauna come cervi, cinghiali, fagiani e rapaci. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Italia, ~600.000 cacciatori (2023) frequentano le riserve private, con un focus su: Toscana (25% degli utenti), per la caccia al cinghiale. Piemonte (15%), specialmente per il cervo nobile. Sardegna (10%), nota per la pernice sarda. Il 40% dei frequentatori sono stranieri (tedeschi, francesi, svizzeri), attratti da pacchetti "all-inclusive". Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cervo e Daino : Organizzata in riserve come Riserva di Val di Chiana (Arezzo), con appostamenti mimetizzati. Caccia al Cinghiale : Praticata in braccata con segugi in Tenuta Il Poderaccio (Grosseto). Caccia agli Uccelli : Fagiani e pernici nelle riserve collinari del Piemonte (es. Riserva La Mandria ). Caccia al Mouflon : Specie introdotta in Sardegna (Riserva di Monte Arcosu). Stagioni Venatorie Cinghiale : Ottobre – Gennaio (divieto notturno). Cervo : Settembre – Dicembre (solo maschi adulti). Selvaggina Minuta : Settembre – Novembre. Uccelli Migratori : Settembre – Febbraio (max 10 esemplari/giorno). Associazioni e Club Locali Federcaccia Private Reserves : Coordina le attività in 80 riserve italiane. Club Cacciatori delle Riserve Storiche : Organizza battute nelle ex tenute dei Medici (es. Riserva di Poggio a Caiano ). Aziende Venatorie di Lusso : Strutture come Castello di Sammezzano (Toscana) offrono guide multilingue e pernottamenti. Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di tesserino regionale e autorizzazione della riserva. Limiti : 1 cervo, 2 cinghiali e 5 fagiani per stagione (varia per riserva). Armi : Fucili con canna minima 55 cm; divieto di richiami elettroacustici. Regole delle Riserve : Prenotazione obbligatoria, assicurazione RC, divieto di raccogliere trofei senza permesso. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia Toscana : Dopo la caccia, si gusta il "cinghiale in umido" accompagnato da Chianti. Piemonte : La "Festa del Cervo" a novembre celebra la fine della stagione con degustazioni di salumi e formaggi. Sardegna : Il "rito della preda" prevede che il primo animale cacciato venga benedetto in una chiesetta rurale. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Riserva San Rossore : Ex tenuta dei Savoia, ospitò battute di caccia di Umberto II. Progetto M.A.R.C.O. : Nelle riserve del Veneto, cacciatori collaborano con università per monitorare il lupo italiano . Record Mondiale : Nel 2021, un cacciatore ha abbattuto un cervo di 220 kg in Riserva di Val di Chiana , entrando nel Guinness dei Primati. Le riserve private italiane non sono solo territori di caccia, ma archivi viventi di storia e natura. Qui, tra le mura di antiche tenute nobiliari e i sentieri segreti di boschi incontaminati, ogni cacciatore diventa custode di un’eredità che affonda le radici nei secoli. L’eco dei richiami tradizionali, il sapore della selvaggina cucinata secondo ricette dimenticate e il silenzio reverenziale delle albe in riserva raccontano una verità semplice: cacciare in questi luoghi è un dialogo tra l’uomo e la terra, dove ogni preda è un tributo al ciclo della vita e ogni passo è una promessa di rispetto. Perché nelle riserve private, più che altrove, la vera ricchezza non è nel trofeo esposto, ma nella consapevolezza di appartenere a un’armonia più grande — quella che solo chi sa ascoltare il respiro della natura può comprendere. #CacciaRiservePrivate #TenutaLaSelva #CervoNobile #Cinghiale #Fagiano #FedercacciaPrivate #TradizioniVenatorie #ToscanaCaccia #Maremma #ValDiChiana #Italia #RiservaSanRossore #ProgettoMarco #CacciaConCani #MonteArcosu #CacciaEsclusiva

Post: 11 June 14:38

Caccia con Coscienza nel Parco del Gran Sasso: Tradizione e Conservazione tra le Cime
Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio
 I

Caccia con Coscienza nel Parco del Gran Sasso: Tradizione e Conservazione tra le Cime Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, è dominato dal massiccio del Gran Sasso d’Italia (2.912 m), con paesaggi che spaziano da valli glaciali come la Valle del Fino a boschi di faggio e praterie d’alta quota. L’area ospita specie adattate all’ambiente alpino: camosci , cervi nobili , cinghiali , lepri variabili e rapaci come il biancone . I laghi di Pilato e le sorgenti del fiume Tirino completano un ecosistema unico. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Abruzzo sono registrati ~28.000 cacciatori, con oltre 6.000 concentrati nella provincia dell’Aquila, cuore del Parco. La regione attira anche cacciatori laziali e marchigiani, soprattutto per la caccia al camoscio e al cervo. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Camoscio : Praticata in alta quota (1.800–2.500 m), richiede abilità alpina e conoscenza dei sentieri. Caccia al Cervo : Focalizzata nelle foreste di faggio durante il bramito (settembre-ottobre). Caccia al Cinghiale : Organizzata in braccata con segugi nelle valli boschive. Caccia alla Lepre Variabile : Appostamenti discreti in radure e pascoli. Stagioni Venatorie Camoscio : 15 settembre – 15 dicembre (max 1 capo/anno, con permesso speciale). Cervo : 15 settembre – 31 ottobre (solo maschi adulti). Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno nel Parco). Lepre Variabile : 1 ottobre – 30 novembre (max 3 esemplari/giorno). Associazioni e Club Locali Federcaccia Abruzzo : Organizza battute coordinate e corsi di orientamento in montagna. Associazione Cacciatori Gran Sasso : Promuove progetti di monitoraggio faunistico e ripopolamento. Guide Alpine : Collaborano con cacciatori per escursioni tecniche (es. Rifugio Fonte Vetica ). Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 1 camoscio, 2 cervi e 3 cinghiali per stagione. Aree Protette : Caccia vietata nelle zone centrali del Parco e nelle ZPS (es. Sito "Monti della Laga"). Armi : Calibro minimo 6.5x55 mm per ungulati; divieto di richiami elettroacustici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia Il "Grido del Cacciatore" : Prima dell’alba, i cacciatori locali usano un richiamo vocale tradizionale, il "grido della civetta" , per mimetizzarsi con i suoni notturni e avvicinare la selvaggina. Questa pratica, tramandata oralmente, è ancora insegnata nelle scuole di caccia della zona. La Benedizione delle Armi : Nelle chiese di montagna come quella di Santa Maria di Pietraquaria (L’Aquila), ogni settembre si celebra la benedizione dei fucili, un rito che invoca protezione e rispetto per la natura. La "Caccia alla Bracconiera" : Un metodo tradizionale per la lepre variabile, che prevede l’uso di cani da seguita abruzzesi (razza locale) e reti di canapa tessute a mano, oggi sostituite da materiali moderni ma ancora simbolo di identità. Il Banchetto del Bramito : Durante il periodo del bramito del cervo, i cacciatori organizzano cene comunitarie nei rifugi, dove si cucina il "brodo di camoscio" con erbe spontanee (come il nepetella) e si raccontano storie di imprese venatorie. Il Trofeo "Corni di Luna" : Nella valle del Tirino, i corni dei cervi abbattuti vengono esposti durante la Festa della Transumanza (maggio), celebrando il legame tra pastorizia e caccia. L’Arte del "Corno Annunciato" : I cacciatori più anziani decorano i corni degli ungulati con intagli che rappresentano la data e il luogo della caccia, creando veri e propri diari storici esposti nei musei locali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio appenninico, reintrodotto negli anni ’90, è oggi simbolo del Parco. Nel 1800, il Gran Sasso era riserva di caccia dei Borbone di Napoli, come testimoniato da documenti d’archivio. Nel 2022, un progetto LIFE ha monitorato il lupo appenninico nella Valle del Fino, evidenziando la sua convivenza con l’attività venatoria. Il Parco del Gran Sasso non è solo un territorio di caccia, ma un patrimonio vivo dove ogni passo del cacciatore si intreccia con la storia millenaria di queste montagne. Qui, tra i sentieri che sfidano il cielo e i boschi secolari, l’attività venatoria diventa un atto di rispetto: ogni colpo è misurato, ogni preda è onorata. I cacciatori, custodi inconsapevoli di un equilibrio fragile, contribuiscono a mantenere vivo un ciclo naturale che affonda le radici nell’epoca dei Borbone. Perché nel Gran Sasso, la vera vittoria non è il trofeo appeso alla parete, ma la consapevolezza di aver camminato tra le cime senza lasciare traccia — se non quella del proprio passaggio discreto, da ospite privilegiato di una terra che ancora oggi detta le regole. #CacciaGranSasso #Abruzzo #CamoscioAppenninico #CervoNobile #Bramito #FedercacciaAbruzzo #TradizioniVenatorie #ParcoNazionaleGranSasso #GridoDellaCivetta #LupoAppenninico #BrodoDiCamoscio #FestaDellaTransumanza #CacciaSostenibile #MontiDellaLaga #LagoDiPilato #Italia

Post: 6 June 11:51

Caccia nel Cilento: Tra Monti, Foreste e Tradizioni - Tutto ciò che devi sapere per un'avventura indimenticabile

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal

Caccia nel Cilento: Tra Monti, Foreste e Tradizioni - Tutto ciò che devi sapere per un'avventura indimenticabile Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Cilento, in provincia di Salerno (Campania), è un territorio unico che unisce il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (Patrimonio UNESCO) alle coste del Mar Tirreno. Montagne come gli Alburni (1.899 m), valli fluviali (es. Fiume Calore), e macchia mediterranea creano habitat per fauna selvatica. Qui vivono cinghiali, caprioli, lepri, pernici, tordi e rapaci come il gheppio. Le zone umide costiere, come la Palude di Licosa , sono vitali per gli uccelli migratori. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Campania sono registrati 45.000 cacciatori (2023), con circa 8.000 concentrati nel Cilento (province di Salerno e Potenza). La regione attrae anche appassionati dalla Basilicata per la caccia al cinghiale e alla pernice. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cinghiale : Praticata in braccata con segugi nei boschi degli Alburni. Caccia alla Pernice : Tradizionale appostamento con richiami naturali nelle radure. Caccia al Capriolo : Riservata alle aree montane, con focus sui maschi adulti. Caccia agli Uccelli Migratori : Quaglie e tordi cacciati lungo le rotte costiere. Stagioni Venatorie Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno nel Parco Nazionale). Capriolo : 15 settembre – 15 dicembre (1 maschio adulto per cacciatore). Pernice e Tordo : 15 settembre – 30 novembre (max 5 esemplari/giorno). Uccelli migratori : 1 settembre – 10 febbraio (quote giornaliere definite). Associazioni e Club di Cacciatori Nel Cilento operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Campania, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla Caccia La caccia nel Cilento è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Divieto di Caccia nei Parchi Nazionali: La caccia è vietata nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Munizioni Non Tossiche: Obbligatorie nelle zone umide per proteggere l’ambiente. Quote Annuali: Ad esempio, 3.000 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di Caccia Notturna: L’uso di richiami elettronici per gli uccelli è vietato. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nel Cilento è profondamente legata alla cultura locale: La cultura cilentana lega la caccia ai sapori della terra. Il "cinghiale in agrodolce" e la "pernice arrosto" sono piatti tradizionali. Durante la Sagra della Pernice a Pisciotta (ottobre), si celebrano antichi riti con degustazioni e gare di tiro. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Gli Alburni ospitano il lupo appenninico , specie protetta il cui avvistamento è raro ma documentato. Nel 1950, il Cilento fu tra i primi territori italiani a reintrodurre il fagiano comune grazie a progetti di ripopolamento. Il Parco Nazionale collabora con cacciatori per monitorare il grifone , rapace simbolo dell’area. Il Cilento offre un mix di sfide venatorie e paesaggi mozzafiato. Per un’esperienza responsabile, consultare il calendario regionale e affidarsi a guide certificate. #CacciaCilento #Alburni #Italia #Pernice #ParcoNazionaleCilento #UccelliMigratori #FedercacciaCampania #TradizioniVenatorie #SagraDellaPernice #CacciaSostenibile #LupoAppenninico #FagianoComune #Grifone #Agrodolce #CacciaConSegugi #NaturaETradizione

Post: 5 June 17:24

Caccia con Coscienza nello Stelvio: Custodire l’Alpe, Inseguire il Camoscio

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

 Il Parco

Caccia con Coscienza nello Stelvio: Custodire l’Alpe, Inseguire il Camoscio Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale dello Stelvio, tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e Svizzera, è il più grande parco italiano. Con vette oltre i 3.900 m (Ortles), ghiacciai, e valli come la Valtellina e la Val Venosta, offre habitat alpini estremi. I boschi di larici e pascoli d’alta quota ospitano fauna unica: camosci , stambecchi , cervi rossi , pernici bianche e rapaci come il gipeto barbut . Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle province di Sondrio, Bolzano e Trento sono registrati ~12.000 cacciatori, con un terzo attivo nell’area del Parco. La regione attira anche cacciatori svizzeri e tedeschi, soprattutto per la caccia al camoscio. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Camoscio : Praticata in alta quota (2.000–3.500 m), richiede resistenza fisica e conoscenza del terreno. Caccia allo Stambecco : Riservata a zone rocciose con permessi speciali (max 1 capo/anno). Caccia al Cervo Rosso : Focalizzata nelle foreste della Valtellina durante il bramito (settembre). Caccia alla Pernice Bianca : Appostamenti discreti nell’alta Val Venosta. Stagioni Venatorie Camoscio e Stambecco : 15 settembre – 15 dicembre (autorizzazioni contingentate). Cervo Rosso : 15 settembre – 31 ottobre (solo maschi adulti). Pernice Bianca : 1 ottobre – 30 novembre (max 2 esemplari/giorno). Selvaggina Minuta : 15 settembre – 30 novembre. Associazioni e Club Locali Federcaccia Lombardia : Organizza corsi di alta montagna e monitoraggio faunistico. Cacciatori delle Alpi Retiche : Promuove la sicurezza e la sostenibilità venatoria in zone impervie. Guide Alpine : Collaborano con cacciatori per escursioni tecniche (es. Rifugio Livrio). Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 1 camoscio, 1 stambecco (solo con quota provinciale), e 2 cervi rossi per stagione. Aree Protette : Caccia vietata nelle zone centrali del Parco e nelle ZPS (es. Sito "Ortles-Cevedale"). Armi : Calibro minimo 7x64 mm per ungulati; divieto di richiami elettroacustici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale lega la caccia ai rifugi alpini e ai piatti tradizionali. Il "camoscio in salmì" e gli "gnocchi di cervo" sono specialità. La Festa del Cacciatore a Bormio (ottobre) celebra l’attività con mostre di trofei e degustazioni di formaggi alpini. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco dello Stelvio ospita il gipeto barbuto , reintrodotta negli anni ’90 dopo 100 anni di estinzione. Nel 1800, l’imperatore Francesco Giuseppe organizzava battute di caccia nell’area, come documentato nell’Archivio di Stato di Vienna. Nel 2023, un progetto LIFE ha monitorato il lupo appenninico in Valchiavenna, evidenziando la sua espansione verso le Alpi. Il Parco dello Stelvio rappresenta una sintesi unica tra sfida alpina e rispetto ambientale. Qui, tra vette imponenti e silenzi ancestrali, la caccia diventa un’esperienza che richiede preparazione, conoscenza del territorio e consapevolezza delle regole. I cacciatori, oltre a inseguire camosci e cervi rossi, diventano custodi di un ecosistema fragile, dove progetti di reintroduzione e monitoraggio (come quello del gipeto) testimoniano l’equilibrio possibile tra attività venatoria e conservazione. Per vivere questa avventura in modo autentico, affidarsi alle guide locali e alle associazioni come Federcaccia Lombardia non è solo una scelta pratica, ma un atto di rispetto verso una terra che, ancora oggi, racconta storie di uomini e montagne. #CacciaStelvio #CamoscioSalmì #CacciaAltaQuota #ParcoStelvio #CervoRosso #CacciatoriAlpi #Italia #PerniceBianca #FestaDelCacciatore #CacciatoriLombardia #CacciaSostenibile #GipetoBarbuto #RifugioLivrio #CacciaConCoscienza #CacciaInMontagna #Valchiavenna

Post: 6 June 11:51

Alla Scoperta della Caccia in LOMBARDIA: Tradizioni Centenarie, Specie Selvatiche e Tecniche Venatorie tra Alpi, Pianure e Zone Lacustri

Caratteristiche geografiche e na

Alla Scoperta della Caccia in LOMBARDIA: Tradizioni Centenarie, Specie Selvatiche e Tecniche Venatorie tra Alpi, Pianure e Zone Lacustri Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Lombardia, situata nel nord Italia, offre un territorio estremamente vario che va dalle Alpi Retiche e Orobie alle pianure del fiume Po, fino alle zone lacustri come il Lago di Como, il Lago Maggiore e il Lago d'Iseo. Questa diversità ambientale crea habitat ideali per una vasta gamma di specie selvatiche, rendendo la regione una delle più interessanti per la caccia in Italia. Le zone montane sono popolari per la caccia agli ungulati come cervo, capriolo e camoscio, mentre le pianure e le zone umide attirano cacciatori di selvaggina minore come fagiani, lepri e anatre. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati di Federcaccia Lombardia, la regione conta circa 62.000 cacciatori attivi, uno dei numeri più alti in Italia. La maggior parte degli appassionati ha un'età compresa tra i 45 e i 65 anni, ma negli ultimi anni si registra una crescente partecipazione di giovani e donne, specialmente nelle aree rurali. Le province con il maggior numero di cacciatori sono Brescia, Bergamo e Pavia, con una forte tradizione venatoria. Caratteristiche della caccia La caccia in Lombardia è regolamentata e organizzata con attenzione, grazie a una rete di riserve di caccia e aree protette. La regione offre sia caccia di selezione, particolarmente nelle zone montane, sia battute collettive al cinghiale nelle aree boschive. Molto diffusa è anche la caccia agli uccelli acquatici lungo il Ticino e nelle riserve del Parco del Mincio. Tipi di caccia nella regione e specie cacciabili Caccia al cinghiale: Diffusa nelle colline e nelle foreste, soprattutto nelle province di Bergamo e Pavia. Caccia di selezione al cervo e al capriolo: Praticata nelle Prealpi e nelle valli alpine. Caccia al camoscio: Limitata alle aree ad alta quota nelle Alpi Orobie. Caccia alla lepre e al fagiano: Tipica delle pianure della Lomellina e delle colline bresciane. Caccia agli uccelli acquatici: Comune nei pressi dei laghi e lungo i fiumi Ticino, Adda e Oglio. Specie principali: cinghiale, cervo, capriolo, camoscio, lepre, fagiano, anatra, folaga, pernice rossa. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Lombardia sono regolate dalla Legge Regionale 26/93 e dal calendario venatorio annuale. Alcuni periodi indicativi sono: Caccia al cinghiale: Da ottobre a gennaio. Caccia di selezione al cervo e al capriolo: Da settembre a dicembre. Caccia al camoscio: Da settembre a novembre. Caccia agli uccelli acquatici: Da settembre a fine gennaio. Associazioni e club di cacciatori Tra le principali associazioni venatorie presenti in Lombardia ci sono: Federcaccia Lombardia Arcicaccia Lombardia Libera Caccia Enalcaccia Queste associazioni offrono formazione, assistenza burocratica e organizzano gare di tiro e eventi di sensibilizzazione per la tutela ambientale. Normative sulla caccia La caccia in Lombardia è regolamentata dalla normativa nazionale (Legge 157/92) e da leggi regionali. Per ottenere la licenza di caccia è necessario: Superare un esame teorico e pratico. Essere in possesso di assicurazione obbligatoria. Pagare le tasse venatorie annuali. Ogni cacciatore deve rispettare i limiti di carniere, le aree di caccia autorizzate e le specie protette. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia In Lombardia la caccia è profondamente radicata nella cultura rurale. Nelle comunità montane, la caccia al camoscio e al cervo è un'antica tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Le battute di caccia al cinghiale, accompagnate da pranzi conviviali a base di polenta e selvaggina, sono occasioni di socializzazione e rafforzamento dei legami comunitari. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La provincia di Brescia è considerata una delle capitali italiane della caccia, con una lunga tradizione di caccia agli uccelli migratori. Nel Parco del Ticino si pratica la caccia agli uccelli acquatici con capanni fissi, una tradizione locale molto apprezzata. La caccia al camoscio nelle Alpi Orobie è regolamentata con rigide quote annuali per garantire la conservazione della specie. La caccia in Lombardia non è solo una passione, ma anche uno strumento di gestione sostenibile della fauna selvatica e di tutela dell'ambiente. La collaborazione tra cacciatori e associazioni venatorie è fondamentale per preservare questa tradizione nel rispetto delle normative e della biodiversità. #CacciaLombardia #Italia #CacciatoriItaliani #Cinghiale #Cervo #Capriolo #Camoscio #Fagiano #UccelliAcquatici #ZonaLacustre #AlpiOrobie #TradizioneVenatoria #Federcaccia #NormativeCaccia #Biodiversità #GestioneFaunistica

Post: 12 May 13:36

Caccia nel Gargano: Tradizioni, Biodiversità, Demografia e Sfide tra Foreste e Mare

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

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Caccia nel Gargano: Tradizioni, Biodiversità, Demografia e Sfide tra Foreste e Mare Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Gargano, situato in Puglia, è un promontorio montuoso circondato dal mare Adriatico, noto per le sue foreste di faggio e pino d’Aleppo, le zone umide e le distese di macchia mediterranea. Questo territorio offre habitat diversificati, ideali per specie come il cinghiale, il capriolo, la lepre, il fagiano e diverse varietà di uccelli migratori. Le zone costiere e le lagune, come quelle di Lesina e Varano, attirano anatre e folaghe, mentre le foreste interne sono ricche di piccola e grossa selvaggina. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati di Federcaccia Puglia, nella zona del Gargano sono registrati circa 3.500 cacciatori. La maggior parte sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza di cacciatori locali che praticano la caccia come attività tradizionale. La caccia è particolarmente radicata nelle comunità rurali e montane del Gargano. Particolarità della caccia La caccia nel Gargano è influenzata dalla conformazione del territorio, con foreste fitte, zone umide e aree costiere. Le tecniche più diffuse includono la caccia al cinghiale con cani da seguita, la caccia alla lepre e al fagiano con fucile, e la caccia agli uccelli acquatici nelle lagune. La presenza del mare rende la caccia ai migratori un’attività particolarmente apprezzata. Tipi di caccia e specie cacciabili Caccia al cinghiale: praticata in battute collettive con cani segugi. Caccia al capriolo: comune nelle aree boschive e montane. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone agricole e collinari. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle lagune di Lesina e Varano. Caccia ai migratori: quaglie e tordi nelle zone aperte. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, anatra, folaga, quaglia e tordo. Stagioni venatorie Le stagioni di caccia nel Gargano seguono le normative regionali: Cinghiale: da ottobre a gennaio. Capriolo: da settembre a dicembre. Lepre e fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Uccelli acquatici e migratori: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Associazioni e club di cacciatori Nella zona operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Puglia e Arcicaccia. Queste organizzazioni promuovono la gestione sostenibile della fauna, organizzano battute e corsi di formazione sulla sicurezza e sulle normative. Legislazione venatoria Divieto di caccia nelle aree protette, come il Parco Nazionale del Gargano. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Limiti di abbattimento: massimo 2 cinghiali e 5 lepri per stagione a cacciatore. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nel Gargano è legata a tradizioni secolari, come la “battuta al cinghiale” organizzata in autunno. Dopo le battute, è consuetudine condividere un pasto a base di piatti tipici, come il cinghiale in umido o la lepre in salmì, accompagnati da vini locali come il Nero di Troia. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Gargano è una delle poche zone in Italia dove la caccia è praticata in un contesto unico, tra mare e montagna. La zona è famosa per la presenza di uccelli migratori rari, come il falco pescatore. Nel 2022, è stato avviato un progetto per il monitoraggio del cinghiale, al fine di ridurre i danni alle coltivazioni locali. Cacciare nel Gargano significa immergersi in un territorio unico, dove natura, storia e tradizione si intrecciano. Con regole rigorose e un rispetto profondo per l’ambiente, questa attività offre esperienze indimenticabili per gli appassionati. #CacciaGargano #CacciaPuglia #Cinghiale #Capriolo #Lepre #Fagiano #UccelliAcquatici #Federcaccia #AreeProtette #TradizioniVenatorie #CacciaSostenibile #NeroDiTroia #Biodiversità #ParcoGargano #CacciatoriPugliesi #NaturaUnica #FalcoPescatore

Post: 16 June 14:29

Caccia nelle Alpi Apuane: Tra Marmi e Selvaggia Bellezza

Geografia e Caratteristiche Naturali

 Le Alpi Apuane, estensione montuosa della Toscana settentrionale, offrono

Caccia nelle Alpi Apuane: Tra Marmi e Selvaggia Bellezza Geografia e Caratteristiche Naturali Le Alpi Apuane, estensione montuosa della Toscana settentrionale, offrono un territorio unico per la caccia. Con vette come il Monte Pisanino (1.946 m) e le cave di marmo di Carrara, la regione è caratterizzata da boschi di faggio, castagni e macchia mediterranea. Le valli del fiume Magra e del Serchio ospitano fauna diversificata, mentre le aree protette come il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane tutelano ecosistemi fragili. Le pendici rocciose e i dislivelli elevati rendono il territorio impegnativo ma ricco di prede. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo dati FIDC, nelle province di Massa-Carrara e Lucca (che includono le Alpi Apuane) sono registrati circa 4.500 cacciatori , il 70% dei quali ha età superiore ai 50 anni. La maggioranza è locale, con una presenza limitata di cacciatori provenienti da Emilia-Romagna e Liguria, attratti dal cervo sardo e dalla lepre comune . Caratteristiche della Caccia Il terreno accidentato richiede esperienza: Montagna : Caccia al cervo e al capriolo con approccio silenzioso e attrezzatura leggera. Boschi : Utilizzo di cani segugi per il cinghiale, specie nelle aree meno impervie. Attenzione ai divieti : Ampie zone sono protette per la presenza di lupi e avifauna rara. Tipologie di Caccia e Fauna Ungulati : Cervo sardo (endemico), capriolo, cinghiale (diffuso nelle aree collinari). Selvaggina Minore : Lepre, fagiano, pernice rossa, coniglio selvatico. Uccelli Migratori : Beccaccia, colombaccio (nelle valli fluviali). Piccola Preda : Volpe e tasso (caccia regolamentata per proteggere gli equilibri locali). Stagioni Venatorie Cervo e Capriolo : Settembre-Dicembre (solo maschi, con tagliola). Cinghiale : Ottobre-Febbraio (limite di 2 capi/giorno). Selvaggina Minore : Ottobre-Gennaio. Migratori : Settembre-Novembre (max 5 esemplari/giorno). Associazioni e Club FIDC Massa-Carrara : Gestisce 8 ATC e promuove progetti di monitoraggio del cervo sardo. Associazione Cacciatori Apuani : Organizza battute collettive e corsi di orientamento in montagna. Riserva di Caccia “Valle del Frigido” : Area controllata per la lepre e il fagiano. Legislazione Regionale Divieto di caccia nel Parco Naturale delle Alpi Apuane e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 300 cervi, 500 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Carrara (novembre) celebra la carne con ricette come “lardo alle erbe”. Nelle comunità rurali, il “cacciatore di notte” (pratica oggi vietata) era un rituale per stanare lepri con torce e cani. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le Alpi Apuane ospitano il cervo sardo , una sottospecie endemica reintrodotta negli anni ’90. Il territorio è stato teatro del progetto Life Wolfalps per la convivenza tra lupi e attività venatorie. Le cave di marmo, oltre all’attività estrattiva, sono state utilizzate storicamente come rifugi per la selvaggina. Cacciare nelle Alpi Apuane significa immergersi in un paesaggio dove natura e storia dell’uomo si intrecciano. Dalle cave di marmo ai boschi secolari, ogni angolo offre sfide uniche, regolate da norme che proteggono una biodiversità rara. Un’esperienza per veri appassionati, che sanno rispettare gli equilibri di un territorio ancora selvaggio. #CacciaApuana #SfideTraLeVette #MarmoECinghiali #BoschiSegreti #CerviDelleApuane #TradizioneVenatoria #SentieriDiCaccia #AlpiApuane #AvventureMontane #CacciatoriDelleAlpi #EchiDiFucile #Italia #BeccacciaTraLeRupi #CacciaResponsabile #SaporiDiSelvaggina #SegugiInAzione

Post: 26 May 09:54

CACCIA IN TOSCANA: TRA COLLINE E FORESTE — GUIDA COMPLETA SU STAGIONI, NORMATIVE E TRADIZIONI

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista ven

CACCIA IN TOSCANA: TRA COLLINE E FORESTE — GUIDA COMPLETA SU STAGIONI, NORMATIVE E TRADIZIONI Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Toscana, situata nel centro Italia, è una regione ricca di paesaggi variegati: dalle colline ricoperte di vigneti alle foreste fitte e alle catene montuose degli Appennini. Questa diversità ambientale crea l’habitat ideale per numerose specie di fauna selvatica. Le foreste ospitano cinghiali, caprioli, lepri e fagiani, mentre nelle zone montuose è possibile trovare mufloni e cervi. Questo rende la caccia in Toscana estremamente interessante. Il clima temperato e i vasti territori di caccia rendono la Toscana una delle regioni più apprezzate dai cacciatori in Italia. Cacciatori e demografia della regione Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Toscana sono registrati circa 80.000 cacciatori, uno dei numeri più alti in Italia. Questo sottolinea l’importanza della caccia come attività tradizionale nella regione. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 35 e i 65 anni, anche se negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse tra i giovani e le donne. Caratteristiche della caccia La caccia in Toscana si distingue per la sua varietà e accessibilità. La regione offre sia la caccia individuale che quella collettiva. Una particolarità è l’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, per rintracciare la selvaggina, una pratica tradizionale molto radicata. Inoltre, è diffusa la caccia con l’arco, che richiede abilità e preparazione specifiche. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Toscana si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: una delle attività più popolari, specialmente nelle zone boschive. Caccia al capriolo e al cervo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: diffusa nelle zone pianeggianti e agricole. Caccia agli uccelli: include quaglie, colombacci e anatre, soprattutto vicino a corsi d’acqua e laghi. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, cervo, lepre, fagiano, muflone, starna, quaglia e anatra. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Toscana sono regolate da leggi regionali e generalmente iniziano a settembre per concludersi a gennaio. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia agli uccelli: dalla terza domenica di settembre fino a fine dicembre. Le date esatte possono variare in base all’anno e alla specie. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Toscana operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni si occupano di tutelare i diritti dei cacciatori, organizzare eventi e preservare le tradizioni venatorie. Offrono anche corsi di formazione sulla sicurezza e sull’etica venatoria per i principianti. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Toscana è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Per ottenere la licenza di caccia, è necessario seguire un corso, superare un esame e pagare una tassa annuale. I cacciatori devono rispettare le norme relative alle stagioni venatorie, ai limiti di abbattimento e all’uso delle armi. Il mancato rispetto delle regole può comportare multe e la revoca della licenza. Tradizioni regionali legate alla caccia La caccia in Toscana ha radici storiche profonde. Oltre ad essere un mezzo di sostentamento, è sempre stata un’occasione di socializzazione. Ancora oggi sono molto diffuse le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, che spesso si concludono con pranzi a base di piatti tipici toscani e vini locali. Curiosità sulla caccia nella regione La Toscana è una delle poche regioni italiane dove è consentita la caccia al muflone, una specie introdotta in Sardegna e poi diffusasi anche sul continente. Ogni anno si svolgono gare di tiro con l’arco dedicate ai cacciatori, che attirano partecipanti da tutta Italia. I cani da caccia toscani, in particolare il Segugio Italiano, sono rinomati per il loro fiuto e la resistenza. La caccia in Toscana non è solo uno sport, ma un’eredità culturale che continua a vivere grazie alla passione dei cacciatori locali e alle iniziative delle associazioni venatorie.

Post: 8 May 12:55

Caccia nei Campi Flegrei:Demografia,Tipi di caccia, Normative sulla caccia e Antiche Tradizioni

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista v

Caccia nei Campi Flegrei:Demografia,Tipi di caccia, Normative sulla caccia e Antiche Tradizioni Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio I Campi Flegrei, situati in Campania, sono un’area vulcanica unica, caratterizzata da crateri, laghi e boschi rigogliosi. La fertilità del suolo e il clima mite favoriscono una fauna diversificata, rendendo la zona particolarmente attraente per i cacciatori. I paesaggi variano tra colline boscose e pianure aperte, ideali per diverse tipologie di attività venatorie. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati di Federcaccia Campania, nella zona dei Campi Flegrei sono registrati circa 2.500 cacciatori. La maggior parte sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza di cacciatori locali che tramandano la tradizione di generazione in generazione. La caccia è un’attività radicata nella cultura rurale della zona, nonostante la vicinanza a centri urbani come Napoli. Particolarità della caccia La caccia nei Campi Flegrei si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono scegliere tra aree boschive, zone aperte e ambienti lacustri, rendendo ogni esperienza unica. Tipi di caccia nella regione Caccia alla selvaggina stanziale: fagiani, pernici e quaglie. Caccia al cinghiale: molto diffusa nelle aree boschive. Caccia alla lepre e al coniglio: comune nelle pianure. Caccia agli uccelli acquatici: praticata vicino a laghi e zone umide. Specie cacciabili nella regione Le principali specie sono: cinghiale, lepre, coniglio, fagiano, pernice, quaglia e anatra. Stagioni di caccia nella regione Le stagioni di caccia nei Campi Flegrei seguono le normative regionali: Cinghiale: da ottobre a gennaio. Lepre e coniglio selvatico: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Uccelli acquatici e migratori: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Associazioni e club di cacciatori nella regione Tra le principali associazioni attive nella zona ci sono Federcaccia Campania e Arcicaccia, che organizzano eventi, tutelano i diritti dei cacciatori e promuovono la conservazione dell’ambiente. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Italia è regolamentata da leggi rigorose. I cacciatori devono possedere una licenza, aver superato un corso di formazione e rispettare i limiti di abbattimento. Nei Campi Flegrei, inoltre, esistono regole locali per proteggere l’ecosistema. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nei Campi Flegrei è legata a tradizioni secolari, come la “battuta al cinghiale” organizzata in autunno. Dopo le battute, è consuetudine condividere un pasto a base di piatti tipici, come il ragù di cinghiale o la lepre in salmì, accompagnati da vini locali come il Falanghina. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione I Campi Flegrei sono una delle poche aree dove è possibile cacciare vicino a crateri vulcanici. I cacciatori locali utilizzano spesso metodi tradizionali, come l’uso di cani da caccia delle razze bracco e spinone. La zona è famosa per la presenza di uccelli migratori rari, come il falco pescatore. Nel 2022, è stato avviato un progetto per il monitoraggio del cinghiale, al fine di ridurre i danni alle coltivazioni locali. Cacciare nei Campi Flegrei significa immergersi in un territorio unico, dove natura, storia e tradizione si intrecciano. Con regole rigorose e un rispetto profondo per l’ambiente, questa attività offre esperienze indimenticabili per gli appassionati. #CacciaCampiFlegrei #CacciaInCampania #TradizioniVenatorie #CacciaAlCinghiale #CacciaAllaSelvaggina #FedercacciaCampania #Italia #NaturaECaccia #CacciatoriCampani #CacciaSostenibile #PassionePerLaCaccia #CacciaEAmbiente #CacciaInItalia #CacciaETradizione #FaunaDeiCampiFlegrei #CulturaVenatoria

Post: 13 June 09:51

Caccia in TRENTINO-ALTO ADIGE: Tra le Dolomiti, i Camosci e l’Anima Venatoria delle Alpi

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatori

Caccia in TRENTINO-ALTO ADIGE: Tra le Dolomiti, i Camosci e l’Anima Venatoria delle Alpi Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Trentino-Alto Adige, situato nel nord Italia, è una regione prevalentemente montuosa, con le Alpi che dominano il paesaggio. Le Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, offrono habitat ideali per cervi, caprioli, camosci e stambecchi. Le foreste di abeti e larici sono ricche di fauna selvatica, mentre le valli e le zone collinari ospitano lepri, volpi e galli cedroni. La regione è anche caratterizzata da numerosi laghi e fiumi, che favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Trentino-Alto Adige sono registrati circa 12.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Trentino-Alto Adige è fortemente influenzata dalla conformazione montuosa del territorio. La caccia al cervo, al capriolo e al camoscio è particolarmente diffusa, spesso praticata ad alta quota e richiedendo una buona preparazione fisica. Nelle zone collinari e vallive, la caccia alla lepre e al gallo cedrone è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Caldonazzo e del fiume Adige. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Trentino-Alto Adige si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cervo e al capriolo: molto diffusa, soprattutto nelle zone montane e forestali. Caccia al camoscio e allo stambecco: comune nelle aree alpine ad alta quota. Caccia alla lepre e al gallo cedrone: popolare nelle zone collinari e vallive. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Le specie principali sono: cervo, capriolo, camoscio, stambecco, lepre, gallo cedrone, volpe e, in minor misura, anatra. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Trentino-Alto Adige sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia al camoscio e allo stambecco: da settembre a novembre. Caccia alla lepre e al gallo cedrone: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Trentino-Alto Adige operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Trentino-Alto Adige, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Trentino-Alto Adige è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Per ottenere la licenza di caccia, è necessario frequentare un corso, superare un esame e pagare una tassa annuale. I cacciatori devono rispettare le norme relative ai periodi di caccia, ai limiti di abbattimento e all’uso delle armi. È inoltre obbligatorio possedere un’assicurazione per danni a terzi. La caccia è vietata nelle aree protette, come i parchi nazionali e le riserve naturali. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia in Trentino-Alto Adige ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cervo e al camoscio, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come lo speck, i canederli e la polenta, accompagnati da vini locali come il Teroldego e il Gewürztraminer. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Trentino-Alto Adige è una delle poche regioni italiane dove è possibile cacciare lo stambecco, una specie tipica delle Alpi. La caccia al cervo e al camoscio è spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, una tradizione che risale a secoli fa. Nelle zone montane, i cacciatori locali utilizzano ancora tecniche tradizionali, come l’uso di trappole e richiami artigianali. La caccia in Trentino-Alto Adige rappresenta un’importante tradizione culturale e un’attività che contribuisce alla gestione sostenibile della fauna selvatica. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto dell’ambiente e delle normative. #CacciaTrentino #Dolomiti #Camosci #Stambecco #Cervo #Capriolo #FaunaSelvatica #Alpi #Valli #GalliCedroni #TradizioniVenatorie #Segugi #Sostenibilità #Speck #Canederli #Polenta

Post: 15 May 14:06

Caccia agli Uccelli Acquatici: Segreti e Tradizioni del Delta del Po

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Il Delta del Po,

Caccia agli Uccelli Acquatici: Segreti e Tradizioni del Delta del Po Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Delta del Po, situato tra Emilia-Romagna e Veneto, è una delle più importanti zone umide d’Europa. Con una superficie di oltre 120.000 ettari, il delta offre un habitat unico per la fauna selvatica, grazie ai suoi canali, lagune, paludi e valli da pesca. Questa diversità ambientale rende il Delta del Po un paradiso per la caccia agli uccelli acquatici, come anatre, folaghe e germani reali. Le aree boschive e le zone agricole circostanti ospitano anche specie come cinghiali, lepri e fagiani. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nel Delta del Po sono registrati circa 8.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura rurale della zona. Caratteristiche della caccia La caccia nel Delta del Po è fortemente influenzata dalla presenza di zone umide e dalla ricchezza di uccelli migratori. La caccia agli uccelli acquatici è l’attività principale, spesso praticata con l’ausilio di capanni fissi o barchini. La caccia al cinghiale e alla piccola selvaggina, come lepri e fagiani, è comune nelle aree boschive e agricole circostanti. L’uso di cani da seguita, come il Lagotto Romagnolo, è diffuso per la caccia alla lepre. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nel Delta del Po si praticano principalmente: Caccia agli uccelli acquatici: anatre, folaghe, germani reali e alzavole. Caccia al cinghiale: organizzata in battute collettive nelle zone boschive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle aree agricole e collinari. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, anatra, folaga, germano reale e alzavola. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nel Delta del Po sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nel Delta del Po operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Emilia-Romagna, Federcaccia Veneto, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nel Delta del Po è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto di caccia nelle aree protette (es. parchi naturali e riserve). Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 10.000 uccelli acquatici. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nel Delta del Po ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia agli uccelli acquatici sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come il risotto alle anatre e il cinghiale in umido, accompagnati da vini locali come il Lambrusco e il Merlot. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Delta del Po è una delle zone umide più importanti d’Europa per la migrazione degli uccelli acquatici. La caccia agli uccelli acquatici è spesso praticata con tecniche tradizionali, come l’uso di capanni fissi e barchini. Nelle valli da pesca del Delta, i cacciatori collaborano con i pescatori per la gestione sostenibile delle risorse naturali. La caccia nel Delta del Po rappresenta un’attività che unisce tradizione e rispetto per l’ambiente. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #CacciaDeltaPo #AcquaticiInVolo #LaguneSelvagge #TradizioneVenatoria #AnatreMigratorie #BattuteDiCaccia #UccelliDelDelta #RisottoDiSelvaggina #FangoECapanni #CacciatoriDiPalude #LameDacqua #BarchiniVenatori #SilenziDellaPalude #LambruscoECinghiale #Italia #EquilibrioNatura

Post: 27 May 11:45

Caccia in SARDEGNA: Tra Moufloni Selvaggi, Macchia Mediterranea e Tradizioni Millenarie

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Caccia in SARDEGNA: Tra Moufloni Selvaggi, Macchia Mediterranea e Tradizioni Millenarie Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Sardegna, isola del Mediterraneo, è caratterizzata da un territorio variegato: montagne, colline, pianure e coste. Le zone montuose, come il Gennargentu, ospitano mufloni, cinghiali e lepri, mentre le aree collinari e pianeggianti sono ricche di pernici, conigli selvatici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per caccia di molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come gli stagni di Cabras e Molentargius, sono importanti per la caccia agli uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Sardegna sono registrati circa 40.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, profondamente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Sardegna è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie endemiche. La caccia al muflone, simbolo della fauna sarda, è una delle attività più apprezzate. La caccia al cinghiale è molto diffusa, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone pianeggianti, la caccia alla lepre e alla pernice è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata alle zone umide costiere. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Sardegna si praticano diverse forme di caccia: Caccia al muflone: una delle attività più iconiche, soprattutto nelle zone montane. Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia alla lepre e alla pernice: popolare nelle zone collinari e pianeggianti. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide costiere. Le specie principali sono: muflone, cinghiale, lepre, pernice, coniglio selvatico, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Sardegna sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al muflone: da ottobre a gennaio. Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e alla pernice: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Sardegna operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Sardegna, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Sardegna è regolamentata da leggi regionali che stabiliscono le modalità di protezione della fauna selvatica e le pratiche venatorie consentite. Il calendario venatorio regionale definisce le specie cacciabili, i periodi e le modalità di caccia, garantendo una gestione sostenibile delle risorse faunistiche. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia in Sardegna ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale e al muflone, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come il porceddu (maialino arrosto) e i culurgiones (ravioli sardi), accompagnati da vini locali come il Cannonau. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Sardegna è l’unica regione italiana dove è possibile cacciare il muflone, una specie endemica introdotta in epoca preistorica. La caccia al cinghiale è spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, una tradizione che risale a secoli fa. Nelle zone umide costiere, come gli stagni di Cabras, si organizzano gare di caccia agli uccelli acquatici, molto apprezzate dai cacciatori locali. La caccia in Sardegna rappresenta un’importante tradizione culturale e un’attività che contribuisce alla gestione sostenibile della fauna selvatica. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto dell’ambiente e delle normative. #CacciaSardegna #Muflone #Cinghiale #Lepri #Pernici #ConigliSelvatici #MacchiaMediterranea #UccelliAcquatici #Stagni #Porceddu #Culurgiones #Cannonau #Italiano #Gennargentu #TradizioniVenatorie #CacciatoriSardi

Post: 14 May 07:59

Caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano: Un Viaggio tra Biodiversità, Storia e Regole Rigorose

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venat

Caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano: Un Viaggio tra Biodiversità, Storia e Regole Rigorose Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio L’Appennino Tosco-Emiliano, situato tra Toscana ed Emilia-Romagna, è una catena montuosa che offre paesaggi variegati: foreste di faggio e abete, prati alpini, valli fluviali e zone collinari. Questo territorio ospita una ricca biodiversità, con specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo, il camoscio e la lepre. Le aree boschive e le zone agricole circostanti sono ideali per la caccia, mentre i corsi d’acqua e le zone umide favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nell’Appennino Tosco-Emiliano sono registrati circa 15.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura rurale della zona. Caratteristiche della caccia Il territorio impervio richiede: Resistenza fisica : Sentieri ripidi e boschi fitti complicano gli spostamenti. Tecniche tradizionali : Caccia al cinghiale con mute di segugi e al cervo con approccio silenzioso. Attenzione alle zone protette : Il Parco Nazionale limita l’attività a specifiche aree. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nell’Appennino Tosco-Emiliano si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, organizzata in battute collettive. Caccia al capriolo e al cervo: comune nelle aree boschive e montane. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, cervo, lepre, fagiano, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo e al cervo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nell’Appennino Tosco-Emiliano operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Toscana, Federcaccia Emilia-Romagna, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nelle zone A e B del Parco Nazionale. Obbligo di munizioni in acciaio nelle aree umide. Quote annuali: 1.500 cervi, 3.000 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cervo a Castelnovo ne’ Monti (ottobre) celebra la selvaggina con piatti a base di ragù di cervo. Storicamente, i cacciatori dell’Appennino usavano trappole in legno per gli uccelli, oggi sostituite da metodi etici. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco ospita il lupo appenninico , specie protetta ma monitorata per evitare attacchi al bestiame. Nel 2022, è stato avviato il progetto Life Wolfnet per la convivenza tra lupi e attività venatorie. La zona è stata teatro della prima reintroduzione del gipeto in Italia centrale (2021). Cacciare nell’Appennino Tosco-Emiliano significa immergersi in un territorio dove natura e storia si intrecciano. Dalle foreste secolari alle valli isolate, ogni ambiente offre sfide autentiche, regolate da norme che tutelano equilibri fragili. Un’esperienza per chi cerca contatto con la vera essenza dell’Appennino, tra tradizione e conservazione. #CacciaAppennino #ToscoEmiliano #Biodiversità #Cinghiale #Cervo #Federcaccia #ParcoNazionale #LupoAppenninico #Italia #Gipeto #CacciaSostenibile #TradizioniVenatorie #CacciaRegolamentata #FestaDelCervo #CacciaEtica #NaturaAppennino

Post: 27 May 13:57

Caccia in CAMPANIA: Un Viaggio tra Natura Incontaminata, Storia e Passione Venatoria

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

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Caccia in CAMPANIA: Un Viaggio tra Natura Incontaminata, Storia e Passione Venatoria Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Campania, situata nel sud Italia, è una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline, pianure e una lunga fascia costiera sul Mar Tirreno. I Monti Picentini, il Massiccio del Matese e il Vesuvio offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Cilento, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Campania sono registrati circa 35.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia Il territorio variegato richiede tecniche diverse: Montagna : Caccia al cinghiale con cani segugi nelle aree del Cilento. Collina : Posta fissa per fagiano e pernice. Costa : Caccia al volo per anatre, con attenzione alle zone protette. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Sele e del lago di Conza. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Campania si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Campania sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Campania operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Campania, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nei parchi nazionali (Cilento, Vesuvio) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 3.000 cinghiali, 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Montella (novembre) celebra la carne con piatti come “salsicce al finocchietto”. Nel Cilento, il rito della “battuta al lume di candela” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. La tradizione vuole che i cacciatori portino in dono al padrone del terreno una parte della preda. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco Nazionale del Cilento ospita il lupo appenninico , specie protetta ma oggetto di monitoraggio per prevenire conflitti. La Campania è stata la prima regione a introdurre droni per il controllo del bracconaggio nelle aree protette. Nel 2022, è stato avvistato un grifone nelle aree montane, segno del miglioramento degli ecosistemi. Cacciare in Campania significa immergersi in un territorio ricco di storia e biodiversità, tra vulcani e antichi borghi. Ogni ambiente, dalle coste ai monti, offre sfide uniche, regolate da norme che tutelano la fauna e la tradizione. Un’esperienza autentica per chi cerca connessione con la natura e rispetto delle sue leggi. #CacciaInCampania #NaturaCampania #TradizioniVenatorie #Cinghiale #Cilento #Federcaccia #ParchiNazionali #Biodiversità #CacciaRegolamentata #SagraDelCinghiale #LupiAppenninici #Italia #Grifone #CacciaSostenibile #CulturaVenatoria #Vesuvio

Post: 22 May 10:57

Caccia in CALABRIA: Tra i Boschi dell’Aspromonte, il Richiamo del Cinghiale e le Tradizioni Mediterranee

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto d

Caccia in CALABRIA: Tra i Boschi dell’Aspromonte, il Richiamo del Cinghiale e le Tradizioni Mediterranee Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Calabria, situata nel sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una stretta fascia costiera sul Mar Ionio e sul Mar Tirreno. L’Appennino Calabrese e l’Aspromonte offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale della Sila, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Calabria sono registrati circa 25.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Calabria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago Ampollino e del fiume Crati. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Calabria si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Calabria sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Calabria operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Calabria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi nazionali (Sila, Aspromonte) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 3.000 cinghiali, 1.000 cervi. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Taverna (novembre) celebra la carne con ricette come “nduja” e salsicce speziate. Nell’area grecanica della Costa dei Gelsomini, si tramanda il rito della “caccia al tordo” con reti tradizionali (oggi sostituite da metodi etici). Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Calabria ospita il muflone della Sila , una sottospecie endemica reintrodotta negli anni ’80. Nel Parco Nazionale dell’Aspromonte è attivo il progetto Life Wolfnet per mitigare i conflitti tra lupi e attività venatorie. La regione è stata pioniera nell’uso di droni per il monitoraggio della fauna nelle aree remote. Nelle zone umide, come il lago Ampollino, si organizzano gare di caccia agli uccelli acquatici, molto apprezzate dai cacciatori locali. Cacciare in Calabria significa confrontarsi con una natura ancora selvaggia, tra boschi millenari e coste incontaminate. Le sfide logistiche sono compensate dalla ricchezza faunistica e dalla possibilità di vivere tradizioni antiche, sempre nel rispetto delle normative e dell’ambiente. Un’esperienza autentica per chi cerca contatto diretto con la biodiversità mediterranea. #CacciaInCalabria #Aspromonte #Cinghiale #Capriolo #Lepri #Fagiano #Volpi #Pernici #UccelliAcquatici #ParcoSila #ParcoAspromonte #TradizioniVenatorie #MufloneDellaSila #CacciaAlTordo #BiodiversitàMediterranea #CacciaSostenibile

Post: 19 May 12:55

Caccia in Puglia: Dove la Macchia Mediterranea Incontra l’Avventura Venatoria

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

La Pugli

Caccia in Puglia: Dove la Macchia Mediterranea Incontra l’Avventura Venatoria Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Puglia, situata nel sud Italia, è una regione prevalentemente pianeggiante e collinare, con una lunga fascia costiera sul Mar Adriatico e sul Mar Ionio. Le Murge e il Gargano offrono habitat ideali per cinghiali, lepri e volpi, mentre le zone pianeggianti e le aree agricole sono ricche di fagiani, pernici e starne. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Gargano, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Puglia sono registrati circa 20.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e agricole. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia Il territorio pugliese richiede adattamento: Gargano : Caccia al cinghiale con cani segugi nei boschi. Murge : Posta fissa per lepre e pernice. Costa : Caccia al volo per anatre e quaglie, con attenzione alle zone protette. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Lesina e del fiume Ofanto. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Puglia si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Puglia sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Puglia operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Puglia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nei parchi nazionali (Gargano) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 2.500 cinghiali, 500 daini. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra della Quaglia a Zapponeta (settembre) celebra la migrazione con piatti a base di selvaggina. Nel Salento, il rito della “caccia al lume” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. È tradizione offrire al padrone del terreno una parte della preda come ringraziamento. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le saline di Margherita di Savoia ospitano il maggior numero di fenicotteri rosa d’Italia . La Puglia è stata pioniera nell’uso di app mobili per il monitoraggio delle specie durante la caccia. Nel Parco del Gargano è attivo il progetto Life Conraid per la conservazione del grifone. Cacciare in Puglia significa vivere un’esperienza tra uliveti millenari e coste incontaminate, dove la passione per la caccia si fonde con il rispetto della natura. Ogni ambiente, dalle Murge al mare, offre opportunità uniche, regolate da norme che tutelano equilibri ecologici e tradizioni. Un viaggio autentico per chi cerca l’essenza della caccia mediterranea. #CacciaPuglia #CacciaSostenibile #TradizioneVenatoria #Cinghiale #Fagiano #Lepre #Pernice #FaunaSelvatica #ZoneUmide #Gargano #Murge #Salento #RispettoNatura #LeggiVenatorie #Italia #CacciatoriPugliesi

Post: 23 May 17:31

Caccia nel LAZIO: Tradizione e Natura tra Roma e gli Appennini

 Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Il Lazio, regione che

Caccia nel LAZIO: Tradizione e Natura tra Roma e gli Appennini Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Lazio, regione che circonda Roma, offre paesaggi diversificati per la caccia. Gli Appennini (con vette come il Monte Terminillo, 2.217 m) ospitano boschi di faggio e abete, mentre le colline della Tuscia e dell’Agro Romano sono ricche di macchia mediterranea. Laghi vulcanici come Bolsena e Bracciano e la costa tirrenica, con le paludi di Torre Flavia, sono tappe per uccelli migratori. Il 35% del territorio è protetto da parchi (es. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Parco dei Castelli Romani), che convivono con aree di caccia regolamentata. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nel Lazio sono registrati circa 50.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia nel Lazio è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Bracciano e del fiume Tevere. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nel Lazio si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nel Lazio sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nel Lazio operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Lazio, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi nazionali e nelle aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 4.000 cinghiali, 1.500 cervi. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Subiaco (novembre) celebra la carne con ricette tradizionali come “pappardelle al sugo di cinghiale”. Nella Tuscia, il rito della “battuta al lume” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la porchetta e i rigatoni alla pajata, accompagnati da vini locali come il Frascati e il Cesanese. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco Nazionale d’Abruzzo ospita il lupo appenninico , specie protetta ma talvolta causa di conflitti con gli allevatori. Nel Lazio è attivo il progetto Life SafeCrossing per ridurre gli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica. La provincia di Latina detiene il record regionale di catture di colombacci grazie ai suoi campi di girasole. Cacciare nel Lazio significa scoprire un territorio ricco di storia e biodiversità, a pochi chilometri dalla capitale. Dalle foreste degli Appennini alle paludi costiere, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme che bilanciano tradizione e conservazione. Un’esperienza autentica per chi ama la natura e rispetta le sue regole. #CacciaNelLazio #TradizioniVenatorie #NaturaLaziale #Cinghiale #Appennini #Federcaccia #ParchiNazionali #Biodiversità #CacciaRegolamentata #SagraDelCinghiale #Italia #Colombacci #Caccia #CulturaVenatoria #LupiAppenninici #AgroRomano

Post: 22 May 10:52

Caccia in BASILICATA: Caccia Sostenibile tra Montagne, Valli e Sapori Autentici dell’Appennino

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista ve

Caccia in BASILICATA: Caccia Sostenibile tra Montagne, Valli e Sapori Autentici dell’Appennino Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Basilicata, situata nel sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una breve fascia costiera sul Mar Ionio. L’Appennino Lucano e il Massiccio del Pollino offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Pollino, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Basilicata sono registrati circa 7.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Basilicata è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Bradano e del lago di San Giuliano. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Basilicata si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Basilicata sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Basilicata operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Basilicata, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nel Parco Nazionale del Pollino e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 300 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra della Lepre a Tricarico (ottobre) celebra la carne con piatti tipici come la “pignata”. Nell’area del Vulture, si tramanda l’uso del “corno da caccia” per coordinare le battute. La tradizione del “laccio per lepri ”, oggi sostituito da metodi etici, sopravvive nel folklore. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco del Pollino ospita il camoscio della Sila , reintrodotto dopo decenni di assenza. La Basilicata è stata la prima regione italiana a introdurre piani di abbattimento selettivo del cinghiale per prevenire danni alle colture. Nel 2021, è stato avvistato un gipeto nelle aree montane, segno del miglioramento degli ecosistemi. Cacciare in Basilicata significa immergersi in una natura aspra e incontaminata, dove la tradizione dialoga con normative rigorose. Dai boschi del Pollino alle valli fluviali, ogni ambiente offre sfide autentiche, supportate da una comunità che valorizza il rispetto per la fauna e il territorio. Un’esperienza unica per chi cerca contatto con la vera essenza dell’Appennino. #Basilicata #CacciaSostenibile #Cinghiale #Capriolo #Lepre #Fagiano #Pernice #Volpe #UccelliAcquatici #Sila #Pollino #Pignata #CornoDaCaccia #LaccioPerLepre #Sagre #Italia

Post: 20 May 15:25

Friuli-Venezia Giulia: Caccia tra Montagne, Lagune e Segreti di una Terra di Confine

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

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Friuli-Venezia Giulia: Caccia tra Montagne, Lagune e Segreti di una Terra di Confine Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Friuli-Venezia Giulia, situato nel nord-est dell’Italia, è una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline, pianure e una breve fascia costiera. Le Alpi Carniche e Giulie offrono habitat ideali per cervi, caprioli, camosci e stambecchi, mentre le pianure e le zone collinari sono ricche di lepri, fagiani e volpi. La regione è anche caratterizzata da numerosi corsi d’acqua, come il Tagliamento e l’Isonzo, che favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Le foreste di abeti e faggi sono particolarmente adatte alla caccia. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Friuli-Venezia Giulia sono registrati circa 10.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Friuli-Venezia Giulia è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cervo e al capriolo è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Tagliamento e della laguna di Grado. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Friuli-Venezia Giulia si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cervo e al capriolo: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al camoscio e allo stambecco: comune nelle aree montane. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cervo, capriolo, camoscio, stambecco, lepre, fagiano, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Friuli-Venezia Giulia sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia al camoscio e allo stambecco: da settembre a novembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Friuli-Venezia Giulia operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Friuli-Venezia Giulia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nelle aree Natura 2000 e nei parchi (es. Prealpi Giulie). Obbligo di munizioni non tossiche nelle lagune. Quote annuali: 3.000 cervi, 2.000 camosci e 5.000 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami vivi per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Tarcento (novembre) celebra la carne con piatti come il “strudel di cinghiale”. A Cormons, la Caccia al Tasso (oggi simbolica) è accompagnata da canti tradizionali. Nelle Valli del Natisone, si pratica il “tiro alla lepre ” con cani da seguito, un’usanza risalente al Medioevo. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le lagune di Marano e Grado sono tra le zone umide più importanti d’Europa per la migrazione degli uccelli. Il Friuli-Venezia Giulia detiene il record italiano di riserve di caccia private per chilometro quadrato. Il camoscio delle Alpi Giulie è stato salvato dall’estinzione grazie a programmi di reintroduzione degli anni ’90. Cacciare in Friuli-Venezia Giulia significa immergersi in un territorio di confine dove natura e cultura si fondono. Dalle Alpi alle lagune, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da normative che bilanciano tradizione e conservazione. Un’esperienza autentica per chi rispetta la fauna e cerca sfide incontaminate. #FriuliVeneziaGiulia #CacciaAlCervo #LaguneDiGrado #TradizioniVenatorie #CacciatoriFriuli #CacciaInMontagna #Camoscio #Cinghiale #Fagiano #CacciaAlCapriolo #Italia #TiroAllaLepre #FaunaSelvatica #CacciaSostenibile #RiservePrivate #CacciaTradizionale

Post: 19 May 11:01

Caccia in LIGURIA: Tra i Boschi dell’Appennino e il Respiro del Mare, un’Esperienza Venatoria Unica

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vis

Caccia in LIGURIA: Tra i Boschi dell’Appennino e il Respiro del Mare, un’Esperienza Venatoria Unica Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Liguria, situata nel nord-ovest dell’Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una stretta fascia costiera sul Mar Ligure. Le Alpi Liguri e l’Appennino Ligure offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le valli sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone costiere e le aree umide, come quelle del Parco di Montemarcello-Magra, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Liguria sono registrati circa 15.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Liguria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e vallive, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Magra e del Parco di Montemarcello-Magra. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Liguria si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Liguria sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Liguria operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Liguria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi (Portofino, Cinque Terre) e in fasce costiere entro 500 m dal mare. Obbligo di utilizzo di munizioni in acciaio nelle zone umide. Quote annuali: 2.500 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Calizzano (novembre) celebra la carne con piatti tradizionali come il “tocco di cinghiale” al pesto. A Genova, il Palio della Colomba include gare di tiro al volo. Anticamente, i liguri usavano reti di canapa per catturare gli uccelli migratori, pratica oggi vietata. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco di Portofino ospita il progetto Life Wolfalps per monitorare il lupo appenninico. La Liguria è l’unica regione italiana dove il fagiano di monte è stato reintrodotto con successo. Nel 2022, è stata introdotta la “Caccia al Tappo” , un’alternativa ecologica al piattello, con tappi di sughero riutilizzabili. Cacciare in Liguria significa rispettare equilibri delicati tra natura e attività umana. Dai boschi dell’Appennino alle saline della costa, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme rigorose. Una destinazione ideale per chi cerca autenticità, tra tradizioni secolari e innovazione sostenibile. #CacciaLiguria #Cinghiale #Capriolo #Lepre #Fagiano #Volpe #UccelliAcquatici #Italia #Sibillini #AlpiLiguri #AppenninoLigure #ParcoMontemarcello #CacciaSostenibile #FedercacciaLiguria #ToccoDiCinghiale #SagraDelCinghiale

Post: 16 May 08:25

Caccia nelle Aree Protette Italiane: Tra Conservazione e Passione Venatoria - Guida per un'Aventura Responsabile

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal

Caccia nelle Aree Protette Italiane: Tra Conservazione e Passione Venatoria - Guida per un'Aventura Responsabile Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le aree protette italiane, tra cui 24 parchi nazionali (es. Gran Paradiso, Abruzzo) e oltre 300 riserve regionali , offrono paesaggi straordinari per la caccia sostenibile. Montagne come le Dolomiti , boschi come quelli del Parco della Sila (Calabria), e zone umide come le Valli di Comacchio (Emilia-Romagna) ospitano fauna autoctona: cervi, camosci, cinghiali, pernici e rapaci. Queste aree bilanciano biodiversità e attività venatoria, con zone di "rispetto" dove la caccia è vietata. Demografia dei Cacciatori In Italia sono registrati ~600.000 cacciatori, con concentrazioni elevate in regioni come: Toscana (65.000), attiva nelle Colline Metallifere. Puglia (35.000), specialmente nel Gargano. Abruzzo (28.000), cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Trentino-Alto Adige (12.000), focalizzato sulle Dolomiti. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cinghiale : Praticata in aree come il Parco del Cilento (Campania) con braccate controllate. Caccia al Camoscio : Riservata alle Alpi (es. Parco dello Stelvio), con permessi limitati. Caccia agli Uccelli : Pernici in Sardegna (Parco del Limbara), quaglie in Pianura Padana. Caccia al Cervo : Focalizzata nei parchi dell’Appennino (es. Parco Nazionale d’Abruzzo). Stagioni Venatorie Cinghiale : Ottobre – Gennaio (divieto notturno in parchi come il Gran Sasso). Cervo e Camoscio : Settembre – Dicembre (solo maschi adulti). Selvaggina Minuta : Settembre – Novembre. Uccelli Migratori : Settembre – Febbraio (con limiti giornalieri). Associazioni e Club Locali Federcaccia Italia : Coordina progetti di gestione faunistica in 15 parchi. Arci Caccia : Organizza corsi di formazione nelle riserve regionali. Club Alpini : Supporta cacciatori nelle aree impervie (es. Parco dello Stelvio). Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 2 cinghiali, 1 cervo e 1 camoscio per stagione (varia per regione). Aree Protette : Caccia vietata nei nuclei centrali dei parchi (es. Parco Nazionale del Vesuvio). Armi : Divieto di fucili con canna <55 cm; munizioni in acciaio per uccelli acquatici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia Abruzzo : Il "banchetto del bramito" con piatti a base di cervo. Sardegna : La "caccia alla perdice" con cani locali (razza "Sardo-Eurasiatico"). Trentino : La "festa del camoscio" con esposizione di corna intagliate. Toscana : Il "cinghiale in umido" cucinato dopo le battute. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco d’Abruzzo : Qui vive il lupo appenninico , specie protetta che convive con l’attività venatoria grazie a rigidi protocolli. Progetto LIFE : Nel Parco della Sila, cacciatori collaborano con biologi per monitorare il lince eurasiatica . Storia : Nel 1922, il Re Vittorio Emanuele III promulgò la prima legge italiana per la protezione del camoscio nelle aree alpine. Cacciare nelle aree protette italiane è un privilegio che richiede la delicatezza di un artista e la responsabilità di un custode. Qui, tra le ombre dei camosci che sfidano le vette e il bramito dei cervi che riecheggia nei boschi millenari, ogni cacciatore diventa parte di un patto antico: rispettare la natura per poterla vivere. Queste terre, che hanno visto re e pastori, lupi e foreste rinascere dalle ceneri del tempo, oggi affidano ai cacciatori un compito sacro — essere testimoni di un equilibrio dove ogni colpo è misurato, ogni passo è consapevole, e ogni preda è un tributo alla vita che continua. Perché nelle aree protette, più che altrove, la vera vittoria non è la preda, ma l’armonia che si lascia dietro. #CacciaAreeProtette #ParcoGranParadiso #Italia #Cervo #FedercacciaItalia #TradizioniVenatorie #Bramito #LupoAppenninico #ProgettoLIFE #CacciaSostenibile #NaturaETradizione #CinghialeInUmido #FestaDelCamoscio #CollineMetallifere #ValliDiComacchio #CacciaConCani

Post: 11 June 14:36

Caccia nelle Colline Toscane: Caratteristiche, Normative e Tradizioni
Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio
 Le Colline Toscan

Caccia nelle Colline Toscane: Caratteristiche, Normative e Tradizioni Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Colline Toscane, situate nel cuore della regione, offrono un mosaico di paesaggi ideali per la caccia: valli boschive, oliveti secolari e macchie mediterranee. La varietà di ecosistemi favorisce la presenza di fauna selvatica, tra cui cinghiali, cervi, lepri, fagiani e pernici. I boschi di querce e castagni, insieme a zone umide protette, creano habitat perfetti per diverse specie. Demografia dei Cacciatori In Toscana, la caccia è un’attività radicata nella cultura locale. Secondo i dati di Federcaccia, la principale associazione venatoria italiana, nella regione sono registrati circa 80.000 cacciatori. Nelle Colline Toscane, la caccia è spesso un’attività familiare, tramandata di generazione in generazione. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cinghiale : Praticata principalmente in braccata con cani segugi. I cinghiali sono abbondanti grazie alla vegetazione fitta. Caccia al Cervo : Riservata a zone collinari e boschive, con periodi limitati per preservare la specie. Caccia alla Selvaggina Minuta : Fagiani, pernici e lepri sono oggetto di appostamenti fissi o vaganti. Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come la quaglia e l’alzavola possono essere cacciate in aree autorizzate. Stagioni Venatorie Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (con limitazioni notturne). Cervo : 15 settembre – 30 novembre (solo maschi adulti). Selvaggina minuta : 15 settembre – 31 dicembre. Uccelli migratori : 1 settembre – 10 febbraio (quote giornaliere definite). Associazioni e Club Locali Arci Caccia Toscana : Organizza battute e corsi di formazione sulla sicurezza. Federcaccia Toscana : Promuove la gestione sostenibile della fauna e supporta i cacciatori nelle pratiche burocratiche. Compagnie di Caccia Privata : Numerosi agriturismi offrono pacchetti con guide locali esperte. Legislazione Regionale Licenza : Obbligatoria la tessera venatoria regionale, con esame di idoneità. Limiti di Abbattimento : Massimo 2 cinghiali e 1 cervo per stagione a cacciatore. Armi : Fucili con canna non superiore a 57 cm e munizioni a pallini consentite (calibro minimo 12). Aree Protette : Divieto di caccia nei parchi nazionali (es. Parco della Maremma) e zone ZPS (Zone di Protezione Speciale). Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Toscana vanta riti secolari, come la "Beccacciaia" (battuta notturna con richiami acustici) e la "Caccia alla Tana" per lepri. Dopo le battute, è tradizione condividere il pasto con prodotti locali, come il cinghiale in umido o la lepre in salmì. accompagnato da vino Chianti. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il cinghiale è stato dichiarato "simbolo gastronomico" di alcune zone, con sagre dedicate (es. Sagra del Cinghiale a Greve in Chianti). Le Colline Toscane sono famose per la ricerca del tartufo, un’attività che spesso si affianca alla caccia. I cani da tartufo sono addestrati per individuare questi preziosi funghi. Nel Medioevo, la caccia nelle Colline Toscane era riservata ai nobili, come testimoniato da documenti dell’Archivio di Stato di Firenze. La riserva naturale di Monte Amiata ospita progetti di reintroduzione del lupo, regolando gli equilibri ecologici con la presenza di cacciatori. Le Colline Toscane rappresentano una meta privilegiata per i cacciatori, combinando tradizione, biodiversità e regole rigorose. Per una esperienza sicura e rispettosa, consultare sempre i regolamenti provinciali e affidarsi a guide locali certificate. #CacciaToscana #CollineToscane #Cinghiale #Cervo #Federcaccia #TradizioniVenatorie #Italia #SelvagginaMinuta #UccelliMigratori #Beccacciaia #Chianti #Tartufo #MonteAmiata #LupoToscano #CacciaEtica #NaturaToscana

Post: 29 May 12:55

Caccia nelle MARCHE: Tra i Tesori dei Sibillini e il Richiamo del Conero, un’Arte che Sfida il Tempo

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vi

Caccia nelle MARCHE: Tra i Tesori dei Sibillini e il Richiamo del Conero, un’Arte che Sfida il Tempo Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Marche, situate nel centro Italia, sono una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline e una stretta fascia costiera. Gli Appennini marchigiani offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La regione è anche caratterizzata da numerosi corsi d’acqua, come il Metauro e il Tronto, che favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Le aree boschive, prevalentemente di querce e faggi, sono particolarmente adatte alla caccia. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle Marche, attualmente, il numero dei cacciatori dovrebbe aggirarsi attorno alle 15.000 unità (la scorsa stagione venatoria erano 17.740), praticamente dimezzati rispetto a 20 anni fa, quando erano 26.749 (stagione 2011/2012) e ridotti ad 1/3 rispetto a 30 anni fa (stagione 1991/1992) quando erano ben 46.799, con un calo costante di circa 1.000 unità all’anno. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia nelle Marche è fortemente influenzata dal terreno e dalla fauna selvatica della regione. I cacciatori devono adattare le loro tecniche a diversi ambienti, dai campi aperti alla spazzola spessa. La caccia alla lepre è una delle attività più popolari, spesso praticata con l'aiuto di cani addestrati, in particolare beagles. La caccia agli uccelli acquatici è limitata ad aree specifiche, come nei pressi del fiume Metauro e del lago di Cingoli. Tipologie di Caccia e Fauna Ungulati : Cinghiale (specie più cacciata), cervo, daino, capriolo. Selvaggina Minore : Lepre, fagiano, pernice, coniglio selvatico. Uccelli Migratori : Quaglie, tortore, beccacce (stagione autunnale). Caccia al Colombaccio : Praticata nei campi di girasole post-raccolto. Stagioni Venatorie Cinghiale : Ottobre-Febbraio (limite di 5 capi/giorno). Cervo e Daino : Settembre-Dicembre (solo maschi, con tagliola). Selvaggina Minore : Ottobre-Gennaio. Migratori : Settembre-Dicembre (max 20 esemplari/giorno a seconda della specie). Associazioni e Club FIDC Marche : Gestisce 18 ATC e promuove progetti di ripopolamento. Associazione Cacciatori Sibillini : Organizza battute guidate nei Sibillini. Riserva di Gola della Rossa : Area protetta con caccia controllata al cinghiale. Legislazione Regionale Divieto di caccia nelle aree naturali protette (es. Sibillini). Obbligo di utilizzo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 1.500 cervi e 4.000 cinghiali. Divieto di richiami vivi per la caccia agli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cacciatore ad Acqualagna (aprile) celebra la fine della stagione con degustazioni di selvaggina. La caccia alla lepre nelle Marche è una tradizione profondamente radicata che unisce abilità, strategia e rispetto per l'ambiente. A Fermo, il Palio della Civetta include gare di tiro al piattello. Antiche pratiche come la “battuta del lupo” (oggi vietata) sopravvivono nel folklore. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come il vincisgrassi (una lasagna marchigiana) e il coniglio in porchetta, accompagnati da vini locali come il Verdicchio e il Rosso Conero. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Monte Conero è l’unico posto in Italia dove si caccia il fagiano di monte . Le Marche hanno introdotto il “tesserino elettronico” per monitorare le catture in tempo reale. Il Parco dei Sibillini ospita il progetto Life Wolfalps per la convivenza tra lupi e attività Le Marche ospitano alcune delle più alte popolazioni di lepri dell'Italia centrale, grazie al suo ecosistema equilibrato. Cacciare nelle Marche significa coniugare passione per il territorio e rispetto delle regole. Dai boschi appenninici alle saline costiere, ogni ambiente offre sfide uniche, sostenute da una comunità attenta alla conservazione. Un’esperienza autentica, arricchita da paesaggi mozzafiato e tradizioni vive. #CacciaMarche #Cinghiale #Appennini #Sibillini #Conero #FaunaSelvatica #Lepre #UccelliMigratori #FagianoDiMonte #TesserinoElettronico #Italia #Vincisgrassi #RiservaNaturale #CacciaControllata #PalioDellaCivetta #EcoturismoVenatorio

Post: 16 May 08:04

L'Italia offre un'esperienza di caccia incredibile grazie ai suoi paesaggi diversificati e alla ricca fauna selvatica. Dalle colline della Toscana alle pendici alpine, il

L'Italia offre un'esperienza di caccia incredibile grazie ai suoi paesaggi diversificati e alla ricca fauna selvatica. Dalle colline della Toscana alle pendici alpine, il paese attira cacciatori da tutto il mondo. Che tu sia alla ricerca di cinghiali, cervi o uccelli da selvaggina, la caccia in Italia promette avventura. Principali Destinazioni di Caccia Toscana Famosa per i suoi paesaggi e la sua cultura, la Toscana è ideale per la caccia al cinghiale (#cacciaalcinghialeToscana). Qui, i cacciatori cercano anche caprioli e daini (#cacciaalcapriolo, #cacciaaldaino), rendendola una scelta popolare per gli appassionati di grandi selvaggine. Alpi Per chi cerca una sfida, le Alpi italiane offrono terreni impervi perfetti per la caccia al cervo rosso (#cacciacervorossoItalia) e la caccia al camoscio (#cacciacamoscioItalia). I panorami mozzafiato arricchiscono l'esperienza di caccia. Umbria Conosciuta come il "Cuore Verde d'Italia", l’Umbria è ricca di fauna, inclusi cinghiali, fagiani e pernici (#c, #cacciaallaperniceItalia). Le sue fitte foreste la rendono un luogo ideale per la caccia. Sicilia La Sicilia offre eccellenti opportunità per la caccia alla piccola selvaggina, come fagiani e pernici (#cacciaalfagianoSicilia, #cacciaallaperniceSicilia). I paesaggi unici dell’isola creano uno sfondo ideale per una caccia memorabile. Sardegna La Sardegna è conosciuta per la caccia al cinghiale (#cacciaalcinghialeSardegna). Le aree remote dell'isola offrono le condizioni ideali per la caccia e l'esplorazione. Tipi di Selvaggina L'Italia offre una vasta gamma di selvaggina, come: Cinghiale (#cacciaalcinghiale) I cinghiali sono abbondanti in regioni come la Toscana e la Sardegna, offrendo cacce emozionanti e impegnative. Cervo Rosso (#cacciacervorosso) La caccia al cervo rosso in Italia è molto apprezzata, soprattutto nelle regioni montuose. Questi animali maestosi offrono grandi trofei. Camoscio (#cacciacamoscio) Il camoscio si trova nei terreni scoscesi delle Alpi, offrendo una caccia fisicamente impegnativa. Fagiano e Pernice (#cacciaalfagiano, #cacciaallapernice) Questi uccelli sono una selvaggina popolare in Sicilia e nel nord Italia, rendendo la caccia agli uccelli un'esperienza vivace e avvincente. Stagioni e Regolamenti di Caccia La stagione di caccia generale (#stagionedicacciaItalia) in Italia va da settembre a gennaio. Tuttavia, il cinghiale può spesso essere cacciato tutto l'anno, mentre la caccia al cervo raggiunge il suo apice in autunno. I cacciatori stranieri devono ottenere una licenza di caccia (#licenzadicacciaItalia) e devono essere accompagnati da una guida di caccia (#guidadicacciaItalia) o far parte di un gruppo di caccia. Pianificare il Tuo Viaggio di Caccia Assumi una Guida Assumere una guida di caccia ti assicura di rispettare le normative locali e di trovare i migliori posti per cacciare. Scegli l'Equipaggiamento Giusto Assicurati di avere abbigliamento ed equipaggiamento adatti, soprattutto per la caccia in montagna o in condizioni di freddo. Esperienza Culturale Combina la tua caccia con attività culturali italiane come degustazioni di vino o visite ai siti storici. La caccia in Italia offre non solo avventura all'aria aperta, ma anche un assaggio delle ricche tradizioni del paese.

Post: 21 October 16:27

CACCIA IN PIEMONTE: Dalle Alpi alle Pianure, un Viaggio tra Selvaggina e Tradizioni Venatorie

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista ven

CACCIA IN PIEMONTE: Dalle Alpi alle Pianure, un Viaggio tra Selvaggina e Tradizioni Venatorie Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Piemonte, situato nel nord-ovest dell’Italia, è una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: dalle Alpi occidentali alle colline del Monferrato e alle pianure del fiume Po. Questa diversità geografica offre habitat ideali per numerose specie di fauna selvatica. Questo rende la caccia in Toscana estremamente interessante. Le zone montane sono ricche di camosci, cervi e caprioli, mentre nelle aree collinari e pianeggianti si trovano cinghiali, lepri, fagiani e pernici. La presenza di laghi e fiumi favorisce anche la caccia agli uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Piemonte sono registrati circa 20.000 cacciatori. La regione ha una forte tradizione venatoria, soprattutto nelle zone rurali e montane. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una crescente attenzione verso la formazione dei giovani cacciatori. Caratteristiche della caccia La caccia in Piemonte è molto diversificata grazie alla varietà degli ambienti naturali. La caccia in montagna, spesso praticata ad alta quota, richiede una buona preparazione fisica e attrezzature specifiche. Nelle zone collinari e pianeggianti, invece, sono più diffuse le battute di caccia al cinghiale e la caccia agli uccelli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è molto comune, specialmente per la caccia alla lepre e al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Piemonte si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, soprattutto nelle zone boschive e collinari. Caccia al cervo e al capriolo: comune nelle aree montane e prealpine. Caccia al camoscio: praticata ad alta quota nelle Alpi. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone pianeggianti e agricole. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nei pressi di laghi e fiumi. Le specie principali sono: cinghiale, cervo, capriolo, camoscio, lepre, fagiano, pernice, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Piemonte sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia al camoscio: da settembre a novembre. Caccia agli uccelli: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Piemonte operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Piemonte, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Piemonte è regolamentata da leggi nazionali e regionali che stabiliscono le modalità di esercizio, le specie cacciabili, i periodi di caccia e le zone consentite. È obbligatorio possedere una licenza di caccia, ottenibile dopo aver superato un esame teorico-pratico e aver adempiuto agli obblighi assicurativi. Le normative sono soggette a revisioni periodiche, quindi è essenziale per i cacciatori rimanere aggiornati sulle disposizioni vigenti. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia è profondamente radicata nella cultura piemontese e rappresenta un momento di aggregazione sociale. Le battute di caccia sono spesso seguite da conviviali pranzi dove vengono serviti piatti tipici a base di selvaggina, accompagnati dai rinomati vini locali come il Barolo e il Barbaresco. Inoltre, la regione è famosa per la caccia al tartufo, un'attività che combina tradizione, passione e gastronomia. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Piemonte è una delle poche regioni italiane dove è possibile cacciare il camoscio, una specie tipica delle Alpi. La caccia al cinghiale è spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, una tradizione che risale a secoli fa. Nelle zone umide del Piemonte, come il Lago di Viverone, si organizzano gare di caccia agli uccelli acquatici, molto apprezzate dai cacciatori locali. La caccia in Piemonte rappresenta un’importante tradizione culturale e un’attività che contribuisce alla gestione sostenibile della fauna selvatica. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto dell’ambiente e delle normative. #CacciaAlpina #Piemonte #CacciaConCani #CacciaInMontagna #CacciaInPianura #CacciaAgliUccelli #CacciaAlTartufo #CacciatoriPiemontesi #NaturaPiemonte #ViniECaccia #TradizioniPiemontesi #CacciaResponsabile #CacciaInItalia #CacciaEAmbiente #CacciaEComunità #CacciaETradizione

Post: 8 May 13:58

Caccia ai Confini del Parco del Pollino: Tradizione e Conservazione a Braccetto

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Il Par

Caccia ai Confini del Parco del Pollino: Tradizione e Conservazione a Braccetto Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale del Pollino, situato tra Basilicata e Calabria, è il più grande parco nazionale d’Italia, con una superficie di oltre 192.000 ettari. Le montagne, le foreste di faggio e pino loricato, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo e il lupo appenninico. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle aree circostanti il Parco del Pollino, sono registrati circa 3.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie. Caratteristiche della caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi). Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Basilicata, Federcaccia Calabria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto assoluto di caccia all’interno del parco. Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come salsiccia di cinghiale e lagane e ceci, accompagnati da vini locali come l’Aglianico del Vulture. Curiosità sulla caccia nella regione Il Parco del Pollino è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il pino loricato, una specie arborea rara e protetta. Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura. Il Parco ospita il pino loricato , albero monumentale protetto, simbolo dell’area. Nel 2020, è stato avviato il progetto Life Wolfalps per mitigare conflitti tra lupi e attività venatorie. La zona è stata teatro della prima reintroduzione del cervo sardo in Italia continentale (2018). La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #Pollino #CacciaESalvaguardia #BraccataTradizionale #SentieriDelCinghiale #VenatoriDelSud #CuoreDelPollino #LeggendeDiMontagna #TradizioniDiCaccia #FagianiEDintorni #SaporiDelCacciatore #QuotaCinghiale #NaturaETradizione #SulleOrmeDelCapriolo #SegugiInMontagna #SpiritoAppenninico #Italia

Post: 27 May 13:10

Caccia in Maremma: Tra Macchia Mediterranea e Tradizioni Selvagge

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

 La Maremma, estesa

Caccia in Maremma: Tra Macchia Mediterranea e Tradizioni Selvagge Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Maremma, estesa tra Toscana e Lazio, è un territorio unico per la caccia grazie alla sua diversità ambientale. Il Parco Naturale della Maremma (o Parco dell’Uccellina) ospita dune costiere, paludi (come la Laguna di Orbetello), e colline coperte di macchia mediterranea e boschi di leccio. I fiumi Ombrone e Albegna creano zone umide vitali per gli uccelli migratori. L’area protetta convive con zone di caccia regolamentata, offrendo habitat per ungulati e selvaggina minore. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo dati FIDC, in Toscana sono registrati circa 8.000 cacciatori , di cui il 40% frequenta la Maremma. L’età media è tra i 50 e i 65 anni, con una forte concentrazione nelle province di Grosseto e Livorno. Il 20% dei cacciatori proviene da regioni limitrofe (Lazio, Umbria) per la caccia al cinghiale e agli uccelli migratori. Caratteristiche della caccia La caccia in Maremma è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Maremmano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come le zone umide della Laguna di Orbetello. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Maremma si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, organizzata in battute collettive. Caccia al capriolo: comune nelle aree boschive e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone agricole. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Maremma sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Maremma operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Toscana, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Legislazione Regionale Divieto di caccia nelle zone A e B del Parco Naturale della Maremma. Obbligo di munizioni in acciaio nelle aree umide. Quote annuali: 2.000 cinghiali, 500 daini. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Magliano in Toscana (novembre) celebra la carne con piatti come “cinghiale in umido”. I butteri , figure iconiche della Maremma, accompagnano spesso le battute a cavallo, mantenendo vive tecniche secolari. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Laguna di Orbetello ospita il fenicottero rosa , specie protetta ma talvolta oggetto di osservazione durante la migrazione. Nel Parco Naturale è stato reintrodotta la lontra , scomparsa negli anni ’70. La Maremma è stata la prima area in Italia a utilizzare droni termici per il monitoraggio notturno della fauna. Cacciare in Maremma significa immergersi in un territorio dove natura selvaggia e tradizioni rurali si fondono. Dalle paludi alle colline, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme che tutelano la biodiversità. Un’esperienza autentica per chi cerca contatto con la vera essenza della Toscana, tra cavalli, boschi e sapori antichi. #MaremmaSelvaggia #CacciaEpica #OrizzontiDiMaremma #SaporeDiCinghiale #TraPaludiEBoschi #CuoreVenatorio #LeggendeDiCaccia #SentieriDelCacciatore #DoveVolanoLeAnatre #BraccataMaremma #AntichiRitiVenatori #SpiritoDellaMacchia #SegugiInAzione #CustodiDelTerritorio #EcoDellaForesta #Italia

Post: 27 May 13:07

Caccia in UMBRIA: Alla Scoperta del Cinghiale e degli Uccelli Migratori del Lago Trasimeno

Geografia e Caratteristiche Naturali nel regione

L’Umbria, cuore verde d’Ital

Caccia in UMBRIA: Alla Scoperta del Cinghiale e degli Uccelli Migratori del Lago Trasimeno Geografia e Caratteristiche Naturali nel regione L’Umbria, cuore verde d’Italia, offre paesaggi ideali per la caccia grazie alla sua varietà geografica. La regione è dominata dagli Appennini, con vette come il Monte Vettore (2.476 m), e colline ondulate ricche di boschi di querce, castagni e faggi. I fiumi Tevere e Nera, insieme al Lago Trasimeno, creano ecosistemi diversificati. Le aree boschive coprono il 36% del territorio, ospitando fauna selvatica, mentre le zone umide del Trasimeno sono vitali per gli uccelli migratori. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Attualmente i cacciatori, in Umbria sono circa 20 mila, 12 mila nella provincia di Perugia e 8mila nella provincia di Terni”. Il 72% tra i 45 e i 65 anni. La maggioranza è locale, ma la regione attira anche cacciatori da altre zone d’Italia, soprattutto per la caccia al cinghiale e agli uccelli migratori. Caratteristiche della Caccia in Umbria La caccia in Umbria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago Trasimeno e del fiume Tevere. Tipi di Caccia e Fauna - Grandi Ungulati: Cinghiale (specie abbondante), cervo, daino e capriolo. - Selvaggina Minore: Lepre, fagiano, pernice rossa. - Uccelli Migratori: Anatre, folaghe (nel Trasimeno) e colombacci. - Caccia al Volo: Praticata nelle pianure e zone umide. Stagioni Venatorie Le date seguono il calendario nazionale, con adattamenti regionali: - Cinghiale: Ottobre-Gennaio. - Cervo e Daino: Settembre-Dicembre (solo maschi). - Selvaggina Minore: Ottobre-Febbraio. - Migratori: Ottobre-Gennaio (limite di 10 esemplari/giorno per specie). Associazioni e Club - FIDC Umbria: Organizza corsi di formazione e gestisce 20 ATC (Ambiti Territoriali di Caccia). - ANCI Umbria: Promuove la sostenibilità e la cultura venatoria. - Riserve Private: Come la Riserva di Monte Subasio, nota per il cinghiale. Legislazione Regionale Oltre alla Legge 157/1992, l’Umbria impone: - Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. - Quote annuali: 2.000 cervi e 5.000 cinghiali. - ZTL venatorie: Aree protette dove è vietato cacciare. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia L’Umbria vanta radici medievali: la Festa del Cinghiale a Norcia celebra la carne con ricette tradizionali. A Todi, il Palio della Bruschetta include gare di tiro al piattello. Le “battute di San Martino” (novembre) sono rituali per l’apertura della stagione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la porchetta e i pici al sugo di cinghiale, accompagnati da vini locali come il Sagrantino e il Montefalco. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione - Il Lago Trasimeno ospita il maggior numero di folaghe in Italia. - La Riserva di Monte Subasio, istituita nel 1993, è una delle prime in Italia per la gestione faunistica. - L’Umbria è pioniera nell’ecoturismo venatorio: pacchetti che combinano caccia sostenibile e degustazioni di prodotti locali. Cacciare in Umbria significa immergersi in una tradizione secolare, rispettando equilibri ecologici e normative rigorose. Tra boschi, laghi e colline, l’esperienza è arricchita da una comunità appassionata e da paesaggi che restano impressi. #CacciaUmbria #Cinghiale #CacciaMigratori #LagoTrasimeno #CacciaTradizionale #FaunaSelvatica #CacciaSostenibile #CacciatoriUmbria #MonteSubasio #CacciaAlCervo #CacciaAlDaino #Fagiano #PalioDellaBruschetta #Todi #Porchetta #VinoSagrantino

Post: 15 May 14:08

Caccia nella Sila: Caratteristiche, Normative e Tradizioni

La Sila, situata in Calabria, è uno dei territori più affascinanti d’Italia per gli amanti della caccia. Con i

Caccia nella Sila: Caratteristiche, Normative e Tradizioni La Sila, situata in Calabria, è uno dei territori più affascinanti d’Italia per gli amanti della caccia. Con i suoi vasti boschi, laghi e montagne, questa regione offre un’esperienza venatoria unica. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nella Sila, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Sila è un altopiano montuoso ricoperto da foreste di pini larici, faggi e abeti, che creano un habitat ideale per diverse specie di fauna selvatica. La presenza di laghi, come il Lago Arvo e il Lago Cecita, attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima è fresco in estate e rigido in inverno, con abbondanti nevicate che rendono la caccia invernale particolarmente suggestiva. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Calabria, la caccia è un’attività radicata, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 30.000 cacciatori, molti dei quali operano proprio nella Sila. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nella Sila si distingue per la vastità dei territori e la varietà di ambienti. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipi di caccia e specie cacciabili Cinghiale: Molto diffuso nella zona, è una delle prede più ricercate. Lepre e coniglio selvatico: Presenti nelle aree boschive e agricole. Volpe: Cacciata per il controllo della popolazione. Fagiano e pernice: Presenti nelle zone aperte e ai margini dei boschi. Selvaggina acquatica: Anatre e altri uccelli acquatici sono cacciati vicino ai laghi. Stagioni venatorie Le stagioni di caccia sono regolate dalla legge regionale. Ecco i periodi principali: Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Lepre e coniglio: Da settembre a dicembre. Fagiano e pernice: Da ottobre a gennaio. Selvaggina acquatica: Da settembre a gennaio. Le date precise possono variare ogni anno, quindi è consigliabile consultare il calendario venatorio della Regione Calabria. Associazioni e club di caccia Le principali associazioni venatorie attive nella Sila includono Federcaccia Calabria e Arcicaccia. Queste organizzazioni promuovono la caccia responsabile, organizzano eventi e corsi di formazione, e collaborano con le autorità per la gestione sostenibile della fauna. Normative sulla caccia La caccia nella Sila è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Possesso di una licenza di caccia (licenza di tipo A o B). Rispetto delle quote di abbattimento. Divieto di utilizzo di metodi di caccia illegali (es. trappole o veleni). Partecipazione obbligatoria a programmi di conservazione della fauna. Le violazioni possono comportare multe salate e la revoca della licenza. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale lega la caccia ai rituali contadini. Durante l’ "Aspromonte Hunting Festival", si celebra la tradizione con gare di tiro e degustazioni di piatti a base di cinghiale. Dopo le battute, è usanza condividere il "pane di grano arso" accompagnato da vino Cirò. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Sila fu riserva di caccia dei Borbone nel XVIII secolo, come testimoniato da mappe storiche dell’Archivio di Stato di Napoli. Il lupo appenninico, simbolo del parco, è oggetto di progetti di monitoraggio che coinvolgono cacciatori e biologi. Nel 2022, un cacciatore ha immortalato un esemplare raro di aquila reale nei pressi del Lago Cecita, confermando la biodiversità dell’area. La caccia nella Sila è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaSila #SelvagginaCalabrese #BraccataSullAltopiano #LupiEDintorni #TradizioneVenatoria #CacciatoriDelSud #Italia #PassioneVenatoria #SulleTracceDelCinghiale #FaunaDellaSila #BattuteDiCaccia #CiròETradizione #CacciatoriResponsabili #Italia #BiodiversitàSilana #SentieriDiCaccia

Post: 29 May 12:58

Caccia ai Confini del Parco Nazionale d’Abruzzo: Tradizione e Conservazione a Braccetto

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Caccia ai Confini del Parco Nazionale d’Abruzzo: Tradizione e Conservazione a Braccetto Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale d’Abruzzo, situato nel cuore dell’Appennino centrale, è una delle aree naturali più importanti d’Italia. Con una superficie di oltre 50.000 ettari, il parco ospita una straordinaria biodiversità. Le montagne, le foreste di faggio e abete, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il camoscio d’Abruzzo, il cervo, il capriolo e il cinghiale. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle aree circostanti il Parco Nazionale d’Abruzzo, sono registrati circa 5.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie. Caratteristiche della caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi). Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Abruzzo, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto assoluto di caccia all’interno del parco. Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco. Quote annuali: 2.000 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come arrosticini (spiedini di carne) e polenta con sugo di cinghiale, accompagnati da vini locali come il Montepulciano d’Abruzzo. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio d’Abruzzo, simbolo del parco, è una specie protetta e non può essere cacciata. Il Parco Nazionale d’Abruzzo è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il lupo appenninico, una specie protetta. Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura. La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #Abruzzo #ilParcoNazionaledAbruzzo #VenatoriTraMontagne #TradizioneEConservazione #DoveRegnaIlCinghiale #SentieriDiCaccia #LupiECacciatori #SaporiDiSelvaggina #SegugiETracce #PassioneAppenninica #EchiDiFucile #AbruzzoAutentico #Italia #CustodiDellaNatura #CacciaConsapevole #SfideAlpine

Post: 26 May 09:50

Guida per la caccia nel VENETO: tradizioni regionali, associazioni e specie.

Il Veneto, con la sua varietà di ambienti naturali, offre numerose opportunità per la caccia

Guida per la caccia nel VENETO: tradizioni regionali, associazioni e specie. Il Veneto, con la sua varietà di ambienti naturali, offre numerose opportunità per la caccia. Dalle Dolomiti alle pianure venete, la regione presenta una fauna ricca e diversificata, rendendola un territorio ideale per diverse pratiche venatorie. Caratteristiche geografiche e naturali del Veneto dal punto di vista venatorio Il Veneto si distingue per la sua eterogeneità ambientale. Le Dolomiti, con i loro boschi e vallate, ospitano ungulati come cervi e caprioli, mentre le zone collinari e pianeggianti offrono habitat perfetti per cinghiali, lepri e fagiani. La laguna di Venezia e il delta del Po sono invece territori ideali per la caccia agli uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Il Veneto conta circa 40.000 cacciatori attivi, secondo i dati della Regione. La caccia ha radici profonde nella tradizione locale, con un forte coinvolgimento delle comunità rurali e montane. La presenza di numerose riserve di caccia testimonia l'importanza dell'attività venatoria nella gestione della fauna selvatica. Caratteristiche della caccia nel Veneto Le caratteristiche ambientali influenzano le tipologie di caccia praticate. Nelle zone montuose, la caccia di selezione agli ungulati è molto diffusa, mentre nelle aree collinari e pianeggianti prevale la caccia vagante alla piccola selvaggina e al cinghiale. La laguna e le zone umide offrono una delle migliori esperienze italiane per la caccia agli acquatici. Tipi di caccia e specie cacciabili nel Veneto Caccia di selezione: cervo, capriolo, muflone e camoscio nelle aree montane e collinari. Caccia al cinghiale: praticata in battuta o in girata nelle zone boschive e collinari. Caccia alla piccola selvaggina: fagiano, starna, pernice rossa, lepre. Caccia agli acquatici: anatre, alzavole, folaghe, germani reali nelle zone umide e lungo il Delta del Po. Caccia ai turdidi: tordo bottaccio, tordo sassello, merlo. Stagioni di caccia nel Veneto Il calendario venatorio varia in base alla specie: Ungulati: da giugno a febbraio (caccia di selezione regolamentata). Cinghiale: da ottobre a gennaio. Piccola selvaggina stanziale: da settembre a dicembre. Migratoria: da settembre a gennaio. Le date precise vengono stabilite annualmente dal calendario regionale. Associazioni e club di cacciatori nel Veneto In Veneto operano diverse associazioni venatorie, tra cui: Federcaccia Veneto Enalcaccia Veneto Arci Caccia Veneto Libera Caccia Veneto Questi enti promuovono la formazione dei cacciatori, la gestione faunistica e la tutela della tradizione venatoria. Legislazione sulla caccia nel Veneto La caccia nel Veneto è regolata dalla legge nazionale 157/92 e dalle normative regionali. Per cacciare è necessario possedere la licenza di caccia, che richiede: Superamento di un esame teorico-pratico. Iscrizione a un ATC (Ambito Territoriale di Caccia) o CA (Comprensorio Alpino). Assicurazione obbligatoria. Esistono limitazioni sulle specie cacciabili, sulle tecniche consentite e sulle aree protette, che vengono aggiornate ogni anno. Tradizioni venatorie del Veneto La caccia in Veneto è legata a profonde tradizioni gastronomiche. Tra i piatti tipici a base di selvaggina troviamo: Pastissada de caval (cavallo in umido, spesso accompagnato da polenta). Spezzatino di capriolo con vino rosso e spezie. Fagiano alla veneta cotto al forno con pancetta e erbe aromatiche. Le battute di caccia sono spesso seguite da momenti conviviali che rafforzano il senso di comunità tra i cacciatori. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Riserva di caccia delle Dolomiti: una delle aree più rinomate per la caccia di selezione agli ungulati. Caccia alle anatre in laguna: la laguna veneta è considerata una delle migliori aree d'Italia per la caccia agli acquatici. La "marcatura" degli ungulati: per regolamentare la caccia di selezione, gli ungulati abbattuti vengono contrassegnati con appositi sigilli forniti dalla regione. La caccia nel Veneto rappresenta una fusione tra passione, gestione faunistica e rispetto delle tradizioni, offrendo un'esperienza unica ai cacciatori. #CacciaVeneto #CacciaItaliana #VenetoNatura #FaunaSelvatica #CacciatoriVeneti #CacciaSelezione #CacciaAcquatici #TradizioniVenatorie #AmbienteVeneto #GestioneFaunistica #ZoneUmide #DeltaDelPo #DolomitiVenete #LegislazioneVenatoria #SpecieCacciabili #PassioneVenatoria

Post: 12 May 13:46

Caccia in Veneto: Tra Dolomiti e Laguna, Calendari Venatori, Tutto su Aperture, Chiusure e Specie Cacciabili

Il Veneto è una regione straordinariamente ricca di biodiver

Caccia in Veneto: Tra Dolomiti e Laguna, Calendari Venatori, Tutto su Aperture, Chiusure e Specie Cacciabili Il Veneto è una regione straordinariamente ricca di biodiversità, grazie alla sua geografia che abbraccia le Dolomiti, le colline moreniche, la pianura fertile e l’ambiente lagunare. Questo rende il territorio un punto di riferimento importante per i cacciatori italiani e stranieri. La stagione venatoria si aprirà ufficialmente il 15 settembre e terminerà il 31 gennaio, con alcune particolarità che dipendono sia dalla specie bersaglio sia dall’area geografica. Per praticare caccia in modo legale e sostenibile, è fondamentale conoscere le normative regionali aggiornate. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Veneto La caccia in Veneto è regolata attraverso un sistema articolato che tiene conto delle caratteristiche territoriali e faunistiche locali. Ogni anno viene stilato un calendario venatorio ad hoc, consultabile sul sito della Regione Veneto o presso gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) provinciali. Il periodo principale va dal 15 settembre al 31 gennaio, ma per alcune specie ci sono differenze importanti. La lepre comune e il fagiano seguono il calendario generale, mentre nella zona alpina la pernice rossa può essere cacciata già dal 1° settembre. Il cinghiale ha periodi diversificati a seconda delle province: fino al 31 dicembre in provincia di Belluno e fino al 31 gennaio nelle aree di Treviso e Venezia, dove sono attivi piani di controllo. Gli uccelli migratori come beccaccia e tordo bottaccio sono abbattibili tra il 1° ottobre e il 31 dicembre. Calendario Stagionale della Caccia in Veneto I periodi di caccia sono stabiliti sulla base di criteri scientifici, ecologici e gestionali. Nelle zone montane, le aperture anticipano o ritardano in relazione alle condizioni climatiche, alle rotte migratorie e alla fenologia vegetale. In pianura invece si tiene conto dei cicli agricoli e della presenza di zone umide, che influenzano la distribuzione e l’attività degli animali. Rispetto alle regioni confinanti, il Veneto applica normative intermedie: più permissive rispetto al Trentino, meno rigide del Friuli-Venezia Giulia per quanto riguarda la gestione del cinghiale. Divieti e Restrizioni in Veneto In Veneto molte specie sono protette o soggette a restrizioni specifiche. Tra quelle vietate figurano tutti i rapaci, le cicogne bianche, la ghiandaia marina e il picchio rosso maggiore, nuove aggiunte nel 2024. La nutria è inclusa nei piani di controllo ma non è cacciabile liberamente. È inoltre in vigore il divieto assoluto di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto, salvo casi eccezionali autorizzati per interventi di contenimento su specie dannose. Non è possibile cacciare entro 500 metri dai nidi né durante il periodo riproduttivo. Anche la caccia domenicale è vietata in gran parte del territorio regionale. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Veneto Per poter praticare la caccia in Veneto è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido e al tesserino venatorio nazionale, è obbligatorio il tesserino regionale emesso dalla Regione Veneto. Dal 2024 è stato introdotto il patentino antibracconaggio, richiesto per ogni attività venatoria. I cacciatori provenienti da altre regioni devono presentare richiesta almeno 30 giorni prima dell’inizio della battuta e ottenere l’autorizzazione dell’ATC competente. È inoltre richiesta un’assicurazione RC specifica per eventuali danni causati da selvatici. Le associazioni consigliate includono Federcaccia Veneto e ANUU, che forniscono supporto tecnico e informativo. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Veneto Chiunque violi le normative venatorie in Veneto incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo possono arrivare fino a 1.600 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 5.000 euro. Il bracconaggio è considerato reato penale e prevede denuncia e possibili conseguenze giudiziarie. È attivo il numero verde 800 654 321 per segnalazioni anonime di infrazioni. Dal 2025 potrebbe entrare in vigore un nuovo sistema digitale per la tracciabilità degli abbattimenti, con ulteriori controlli automatizzati. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Veneto La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio: alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate coperte favoriscono l’attività degli uccelli migratori. Dopo la mietitura aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate spiccano: - Belluno: camosci e cervi in ambiente alpino - Treviso e Venezia: cinghiali e selvaggina minore in pianura - Rovigo e Padova: uccelli migratori e zone umide L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: per il cinghiale si consiglia l’utilizzo di termocamere (solo in alcuni ATC), mentre per i volatili vanno preferiti richiami manuali, dato che quelli elettronici sono vietati. Per gli ungulati si raccomandano ottiche con stabilizzazione. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute organizzate in quota per camosci e cervi. Durante la stagione vengono organizzati eventi interessanti per i cacciatori: - Fiera di San Prosdocimo (Padova, 7 novembre) - Trofeo Cacciatore Veneto (gennaio) - Sagra dell'Oca Selvatica (Rovigo, dicembre) La caccia in Veneto rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 26 August 13:33

Caccia nella Foresta Umbra: Tra Faggi Seccoli e Tradizioni Garganiche
La Foresta Umbra, situata nel cuore del Parco Nazionale del Gargano in Puglia, è un'area di straordi

Caccia nella Foresta Umbra: Tra Faggi Seccoli e Tradizioni Garganiche La Foresta Umbra, situata nel cuore del Parco Nazionale del Gargano in Puglia, è un'area di straordinaria bellezza naturale che offre opportunità uniche per gli appassionati di caccia. Questa vasta foresta, che si estende su circa 10.000 ettari, è caratterizzata da una fitta vegetazione di faggi, querce e aceri, creando un habitat ideale per una varietà di specie selvatiche. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Foresta Umbra si trova su un altopiano che raggiunge un'altitudine massima di 830 metri sul livello del mare. Il suo terreno variegato, composto da valli, colline e pianure, offre rifugi naturali per molte specie animali. La presenza di numerose sorgenti e corsi d'acqua contribuisce a mantenere un ambiente umido, favorendo la biodiversità. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Puglia, la caccia è un’attività molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 50.000 cacciatori, molti dei quali operano nel Gargano, inclusa la Foresta Umbra. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Tipi di caccia e specie cacciabili Nella Foresta Umbra, i cacciatori possono cimentarsi in diverse tipologie di caccia: Caccia al cinghiale: Il cinghiale è una delle prede più ambite nella regione. La sua popolazione è in crescita, rendendo la caccia sia una tradizione che una necessità per il controllo della specie. Caccia alla piccola selvaggina: Specie come lepri, fagiani e pernici sono comuni nella foresta, offrendo opportunità per la caccia con cani da ferma. Caccia agli uccelli migratori: Durante le stagioni migratorie, la Foresta Umbra diventa un punto di passaggio per diverse specie di uccelli, tra cui tordi e beccacce, attirando cacciatori specializzati. Stagioni venatorie Le stagioni di caccia sono regolate dalla legge regionale. Ecco i periodi principali: Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Lepre e coniglio: Da settembre a dicembre. Fagiano e pernice: Da ottobre a gennaio. Capriolo: Da settembre a dicembre. Le date precise possono variare ogni anno, quindi è consigliabile consultare il calendario venatorio della Regione Puglia. Associazioni e club di caccia Le principali associazioni venatorie attive nella Foresta Umbra includono Federcaccia Puglia e Arcicaccia. Queste organizzazioni promuovono la caccia responsabile, organizzano eventi e corsi di formazione, e collaborano con le autorità per la gestione sostenibile della fauna. Normative sulla caccia La caccia nella Foresta Umbra è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Possesso di una licenza di caccia (licenza di tipo A o B). Rispetto delle quote di abbattimento. Divieto di utilizzo di metodi di caccia illegali (es. trappole o veleni). Partecipazione obbligatoria a programmi di conservazione della fauna. Le violazioni possono comportare multe salate e la revoca della licenza. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale celebra la caccia con piatti come il "camoscio in umido" e il "cinghiale alla brace" . La Sagra della Caccia a Monte Sant’Angelo (ottobre) unisce degustazioni, mostre di trofei e dimostrazioni di addestramento cani. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Foresta Umbra ospita il lupo appenninico , specie protetta il cui ritorno è monitorato da cacciatori e biologi. Nel 1200, Federico II di Svevia promulgò le prime leggi di protezione faunistica nella zona, precursori della moderna normativa venatoria. Nel 2023, un cacciatore ha documentato la presenza di lince eurasiatica , confermando il successo delle politiche di conservazione. La Foresta Umbra rappresenta una meta imperdibile per i cacciatori che desiderano vivere un'esperienza autentica immersi in un ambiente naturale incontaminato, rispettando le tradizioni e le normative locali. #CacciaForestaUmbra #Gargano #Cinghiale #LupoAppenninico #FedercacciaPuglia #CacciaResponsabile #TradizioniVenatorie #MonteSantAngelo #Italia #Capriolo #LinceEurasiatica #SagraDellaCaccia #CamoscioInUmido #ConservazioneFaunistica #CacciaConCani #NaturaIncontaminata

Post: 3 June 14:09

Dai Castelli Romani alla Maremma: Calendario di Caccia nel Lazio con Date e Regolamenti

Il Lazio è una regione ricca di paesaggi naturali unici, dove le montagne appenni

Dai Castelli Romani alla Maremma: Calendario di Caccia nel Lazio con Date e Regolamenti Il Lazio è una regione ricca di paesaggi naturali unici, dove le montagne appenniniche si mescolano a dolci colline, pianure costiere e fitte foreste. Questa varietà offre un ambiente ideale per numerose specie selvatiche, rendendo il territorio una meta ambita per cacciatori esperti e alle prime armi. La stagione venatoria nel Lazio segue la Legge Regionale 12/2007 , aggiornata annualmente con disposizioni specifiche emanate dalla Regione. La caccia generale ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre, sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto già dal 1° settembre come parte di piani di controllo demografico. Le specie residenti come capriolo e lepre sono cacciabili fino al 31 dicembre, mentre gli uccelli migratori possono essere prelevati fino al 31 gennaio. Rispetto a regioni confinanti come l’Umbria e le Marche, il Lazio applica norme più rigide, soprattutto per la tutela ambientale e la convivenza con aree urbane e turistiche. Calendario Stagionale della Caccia nel Lazio Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Tra le principali specie cacciabili figurano il cinghiale, il capriolo, la lepre, il fagiano, il colombaccio e la pernice. Il periodo migliore per il cinghiale va da novembre a gennaio, quando si concentrano nelle vallate in cerca di ghiande. Il capriolo è più attivo all’alba o al tramonto tra ottobre e dicembre. Gli uccelli migratori, invece, offrono buone occasioni durante le giornate ventose, specialmente tra settembre e gennaio. Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e gastronomica come la Fiera della Caccia e Pesca a Roma (settembre), la Sagra della Cacciagione a Norcia, Bassiano e Cori (ottobre-novembre), e i tradizionali eventi sportivi come il Tiro al Piombo presso i laghi di Bracciano e Bolsena. Divieti e Restrizioni In Lazio molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico, l’istrice e il gatto selvatico, tutti vietati da abbattere. L’uccisione dell’istrice comporta multe fino a 10.000 euro. È previsto un divieto totale di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto, periodo di riproduzione e nidificazione. Altre restrizioni includono la chiusura settimanale ogni domenica di ottobre e il divieto assoluto di utilizzare richiami elettronici. I caricatori per fucili non devono superare i due colpi per la caccia agli ungulati. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione delle popolazioni animali e il rispetto dell’ambiente. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione del Lazio Per praticare caccia in Lazio è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, il cui costo è di circa 180 euro, e un’assicurazione RC con copertura minima di 500.000 euro. È obbligatorio iscriversi all’ATC relativo alla zona dove si intende operare. I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali limitazioni locali. Tra le associazioni consigliate figura Federcaccia Lazio, che organizza corsi per nuovi cacciatori e fornisce supporto informativo. Altri punti di riferimento sono le armerie autorizzate e lo sportello online della Regione Lazio. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per ogni chilogrammo eccedente. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare sanzioni e contribuire alla salvaguardia del patrimonio faunistico. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia nel Lazio La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: Monti Sibillini e Monti Aurunci per il cinghiale e il capriolo; la Ciociara (Frosinone) per fagiani e pernici; le aree costiere vicino Latina per uccelli migratori; i laghi di Bracciano e Bolsena per anatre e colombacci. L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, abbigliamento impermeabile per le zone umide, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono la posta notturna al cinghiale con termocamere autorizzate, lo still-hunting per il capriolo con attenzione al vento e i richiami manuali per gli uccelli migratori, specialmente durante i periodi di passo. La caccia nel Lazio rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 27 August 15:03

Caccia in Emilia-Romagna: Dalle Valli Comacchio all’Appennino, Il Calendario Venatorio, Stagioni e Regole da Conoscere

L’Emilia-Romagna è una regione ricca di paesaggi d

Caccia in Emilia-Romagna: Dalle Valli Comacchio all’Appennino, Il Calendario Venatorio, Stagioni e Regole da Conoscere L’Emilia-Romagna è una regione ricca di paesaggi diversificati che vanno dalla fertile Pianura Padana alle colline dell’Appennino fino alle zone umide della costa adriatica. Questa varietà ecologica rende il territorio un punto di riferimento importante per i cacciatori italiani e stranieri. La stagione venatoria si presenta con alcune novità significative, progettate per garantire sostenibilità ambientale e gestione equilibrata del prelievo faunistico. Per praticare caccia in modo legale e responsabile, è essenziale conoscere le normative regionali aggiornate. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Emilia-Romagna La caccia in Emilia-Romagna è regolamentata da una serie di disposizioni che tengono conto delle caratteristiche territoriali e faunistiche locali. Il calendario venatorio ufficiale parte 15 settembre e termina il 31 gennaio 2025, con alcune importanti differenze tra le specie. La stagione del cinghiale è anticipata al 1° settembre nelle aree con problemi di danni agricoli, mentre la lepre comune e il fagiano seguono il calendario generale, con chiusura a fine anno. Tra gli uccelli migratori, la beccaccia è cacciabile dal 15 ottobre al 31 dicembre, mentre gli acquatici come anatre e oche sono abbattibili dal 1° novembre al 15 gennaio. Ogni ATC applica regole specifiche, tenendo conto delle rotazioni agricole, dei movimenti degli uccelli e delle condizioni climatiche tipiche del territorio. Calendario Stagionale della Caccia in Emilia-Romagna Il calendario venatorio regionale riflette le esigenze locali e biologiche delle popolazioni animali. Nelle province pianeggianti, come Ferrara, si tiene conto della presenza di risaie e della nebbia, che influenzano l’attività degli uccelli acquatici. In Appennino, invece, si considerano i ritmi riproduttivi e la disponibilità di habitat montani per ungulati come capriolo e cervo. Rispetto alle regioni confinanti, l’Emilia-Romagna ha una stagione del cinghiale più lunga rispetto alla Toscana, ma applica restrizioni più severe sugli acquatici rispetto al Veneto. Le date per la piccola selvaggina sono simili a quelle della Lombardia. Divieti e Restrizioni in Emilia-Romagna In Emilia-Romagna molte specie sono protette o soggette a restrizioni precise. Tra quelle vietate figurano tutti gli aironi, il martin pescatore, l’upupa e, a partire dal 2024, la ghiandaia marina e la civetta nei vigneti. Sono previsti divieti territoriali in aree protette e restrizioni temporali come il blocco totale durante il periodo di nidificazione. È vietato cacciare entro 500 metri dai nidi e durante il mese di ottobre non si possono abbattere femmine. Il divieto assoluto di caccia va dal 1° febbraio al 31 agosto, salvo casi particolari autorizzati per interventi di contenimento. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Emilia-Romagna Per praticare caccia in Emilia-Romagna è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido e al tesserino venatorio nazionale, è obbligatorio il tesserino regionale emesso dall’ATC competente. Dal 2024 è richiesto l’utilizzo di munizioni senza piombo per alcune tipologie di caccia. I cacciatori extraregionali devono richiedere un permesso temporaneo (costo €250) e registrarsi presso l’ATC locale. È inoltre obbligatoria un’assicurazione RC con copertura minima di 10 milioni di euro. Le associazioni consigliate includono Federcaccia Emilia-Romagna e ANUU, che forniscono supporto tecnico. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Emilia-Romagna Chiunque violi le normative venatorie incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 600 e i 2.500 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 10.000 euro. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella revoca della licenza di caccia. L’applicazione rigorosa delle norme mira a garantire legalità, sicurezza e conservazione della fauna. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Emilia-Romagna I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate nuvolose favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate spiccano: - Ferrara: uccelli acquatici e risaie - Bologna e Modena: cinghiali e lepri in ambiente collinare - Ravenna e Rimini: selvaggina minore e battute organizzate L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: per il cinghiale si consiglia l’utilizzo di pallettoni calibro 12; per gli acquatici, pallini d’acciaio numero 3 e tende mimetiche; per la lepre, cani da ferma e fucile calibro 28. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne per il cinghiale in alcune aree autorizzate. Eventi e Contatti Utili in Emilia-Romagna Durante la stagione vengono organizzati eventi interessanti per i cacciatori: - Ferrara Waterfowl Festival (10-12 novembre) - Fiera della Caccia di Bologna (5-8 settembre) - Campionato del Fagiano di Romagna (15-17 ottobre) La caccia in Emilia-Romagna rappresenta una tradizione radicata nel territorio che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del paesaggio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 26 August 13:44

Quando Cacciare nel Gargano: Aperture, Chiusure e Zone Migliori per una Caccia Responsabile

Nel Gargano , area naturalistica tra le più suggestive del Sud Italia, la cac

Quando Cacciare nel Gargano: Aperture, Chiusure e Zone Migliori per una Caccia Responsabile Nel Gargano , area naturalistica tra le più suggestive del Sud Italia, la caccia è una tradizione radicata e fortemente legata alla cultura locale. Questo promontorio della Puglia, con il suo Parco Nazionale, le fitte foreste, i laghi e i versanti ricchi di fauna selvatica, offre ai cacciatori un ambiente unico e vario. La presenza di specie come cinghiale , lepre , volpe , tordo bottaccio , merlo , fagiano , starna e piccione , rende il Gargano una meta ambita per chi pratica la caccia in modo regolamentato e rispettoso dell’ambiente. Stagioni e calendario venatorio nel Gargano La stagione principale di caccia nel Gargano va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio se rientrano nei piani di controllo demografico. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente dalla Regione Puglia ed è disponibile online o presso gli uffici provinciali. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni per alcune specie migratorie, come il tordo bottaccio, al fine di tutelarne la conservazione. Altre specie, come il corvo e il piccione urbano, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di attività di gestione autorizzate. I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie: da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, fagiano, tordo bottaccio e merlo; mentre l’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio, per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Divieti, limitazioni e protezione ambientale Il Gargano è una zona protetta riconosciuta come Parco Nazionale dal 1991, e questo comporta alcune restrizioni significative per i cacciatori. All’interno del nucleo centrale del parco la caccia è completamente vietata. Nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATS), invece, è possibile praticare la caccia seguendo le normative regionali. Tra le principali limitazioni figurano il divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio), la protezione di specie come aquila reale, falco pellegrino, gufo reale, cervo sardo e lupo, e le limitazioni per sesso ed età degli animali abbattibili, con divieto di sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Come ottenere il permesso per cacciare nel Gargano Per poter cacciare legalmente nel Gargano è necessario possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio acquistabile online tramite il sistema regionale e l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni per violazioni delle normative Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nel Gargano sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Consigli pratici per cacciare meglio nel Gargano L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia. In autunno è consigliabile privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno, optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci ci sono la caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto, postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli e l’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli, tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano lungo i versanti occidentali del Monte Calvo, intorno al Lago di Varano e nelle pianure di Rodi Garganico, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali. Oltre alla pratica venatoria, il Gargano ospita diversi eventi legati alla caccia e alle tradizioni locali, che richiamano appassionati, associazioni e turisti interessati alla cultura del territorio. Tra questi spiccano la Fiera Regionale della Caccia, Pesca e Natura a Manfredonia, la Mostra Mercato della Selvaggina a San Giovanni Rotondo, le Giornate Ecologiche Venatorie organizzate dal Parco Nazionale, il Raduno Regionale Federcaccia Puglia, la manifestazione “Caccia & Tradizioni” a Vico del Gargano e il Concorso regionale di richiamo vocale al tordo a Ischitella. Tutti questi eventi rappresentano occasioni di incontro, aggiornamento e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del territorio garganico. Se sei un cacciatore o semplicemente appassionato di natura, partecipare a questi eventi ti permette non solo di approfondire la tua conoscenza tecnica, ma anche di immergerti nella ricchezza culturale e gastronomica del Gargano.

Post: 29 August 13:10

Caccia in Sardegna: Dai Mufloni alle Beccacce, Calendario e Segreti dell’Isola Selvaggia

La Sardegna è una delle regioni italiane più affascinanti per la pratica venator

Caccia in Sardegna: Dai Mufloni alle Beccacce, Calendario e Segreti dell’Isola Selvaggia La Sardegna è una delle regioni italiane più affascinanti per la pratica venatoria. Il suo paesaggio unico, che spazia dalle coste incontaminate alle montagne interne, unito a una ricca biodiversità, rende questa terra meta ideale per cacciatori esperti e appassionati. La stagione venatoria si svolge generalmente da settembre a gennaio, con variazioni legate alla specie e al territorio. Per praticare caccia in modo legale e responsabile, è essenziale conoscere le normative regionali aggiornate, rispettare i periodi di chiusura e seguire le buone pratiche venatorie. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Sardegna La gestione della caccia in Sardegna è regolata dalla Regione Autonoma in base alla normativa nazionale (Legge 157/1992) e alle direttive europee. Ogni anno vengono definite le date precise sulla base di monitoraggi scientifici sulle popolazioni faunistiche e delle caratteristiche territoriali. La stagione principale va tradizionalmente da settembre a gennaio, sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Le aree costiere permettono una stagione più lunga per gli uccelli migratori grazie al clima mite, mentre nelle zone montane, come il Gennargentu, l’attività è limitata dalle condizioni climatiche. Rispetto ad altre regioni, la Sardegna presenta normative più flessibili rispetto alla Corsica per il cinghiale, ma meno permissive rispetto alla Sicilia per la lepre, con apertura anticipata da ottobre. Negli ultimi anni sono state introdotte modifiche significative: nel 2020 è stata estesa la possibilità di caccia al muflone per contenere la sovrappopolazione, mentre nel 2022 sono aumentate le restrizioni per la beccaccia, a causa del calo demografico. Calendario Stagionale della Caccia in Sardegna Il calendario venatorio regionale è strutturato in base alla biologia e all’ecologia delle specie: - Cinghiale: periodo da settembre a gennaio, con battute organizzate soprattutto tra novembre e dicembre - Muflone: abbattibile da ottobre a dicembre, con quote limitate per garantire la sostenibilità - Cervo: solo caccia di selezione consentita da settembre a dicembre - Lepre e pernice sarda: cacciabili da ottobre a dicembre - Uccelli migratori: periodo variabile tra settembre e gennaio, a seconda delle rotte migratorie Tra i momenti migliori figurano ottobre e novembre, quando il cinghiale è più attivo, e dicembre e gennaio, ideali per la caccia agli acquatici nelle zone umide costiere. Durante la stagione si tengono eventi importanti come la Sagra del Cinghiale a Nuoro (ottobre) e la Fiera della Caccia a Cagliari (settembre), occasioni per approfondire la cultura venatoria locale e scoprire nuove tecniche e attrezzature. Divieti e Restrizioni in Sardegna In Sardegna molte specie sono protette o soggette a particolari limitazioni. Tra quelle vietate figurano il cervo sardo, il grifone e la foca monaca, simboli della biodiversità isolana. Sono inoltre previste restrizioni per il muflone durante il periodo di allattamento (da aprile a luglio). La caccia è vietata dal 1° febbraio al 31 agosto, periodo di riproduzione e nidificazione. In caso di emergenze ambientali come incendi o maltempo, possono essere disposti divieti temporanei. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e durante i giorni di pioggia intensa o vento forte, per ragioni di sicurezza e rispetto degli animali. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Sardegna Per praticare caccia in Sardegna è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve il tesserino regionale, il cui costo varia tra 80 e 300 euro in base alla tipologia di selvaggina. I cacciatori extracomunitari devono richiedere un permesso temporaneo. È obbligatorio iscriversi all’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) competente per zona e dotarsi di un’assicurazione RC. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Sardegna e ANUU, che forniscono supporto tecnico, informazioni sulle normative locali e accompagnamento per chi visita l’isola per la prima volta. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Sardegna Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano fino a 5.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come cinghiali e mufloni, mentre le giornate coperte favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: - Nuoro e Ogliastra: ambiente ideale per cinghiali e mufloni - Cagliari e Oristano: zone umide costiere, perfette per anatre e altri acquatici - Montiferru e Marghine: colline e boschi, habitat naturale di lepri e pernici L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto alla macchia mediterranea, stivali impermeabili per le zone paludose, fucile calibro 12 per ungulati. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne per il cinghiale in alcune aree autorizzate. La caccia in Sardegna rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di que

Post: 26 August 14:07

Caccia in SICILIA: Alla Scoperta dei Tesori Naturali e delle Radici Venatorie

La Sicilia, con la sua varietà di paesaggi che spaziano dalle montagne alle coste, offre un

Caccia in SICILIA: Alla Scoperta dei Tesori Naturali e delle Radici Venatorie La Sicilia, con la sua varietà di paesaggi che spaziano dalle montagne alle coste, offre un ambiente ideale per diverse attività venatorie. Le sue caratteristiche geografiche e climatiche favoriscono la presenza di una fauna selvatica ricca e diversificata, rendendo l'isola una meta ambita per i cacciatori. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo, offre una grande varietà di paesaggi: montagne (come i Monti Nebrodi e le Madonie), colline, pianure e coste. Le zone montane ospitano cinghiali, lepri e conigli selvatici, mentre le aree collinari e pianeggianti sono ricche di pernici, volpi e starne. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come le saline di Trapani e il lago di Pergusa, sono importanti per la caccia agli uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Sicilia sono registrati circa 30.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, profondamente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Sicilia è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie endemiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone pianeggianti, la caccia alla lepre e alla pernice è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata alle zone umide costiere. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Sicilia si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia alla lepre e alla pernice: popolare nelle zone collinari e pianeggianti. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide costiere. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, pernice, coniglio selvatico, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Sicilia sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e alla pernice: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Sicilia operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Sicilia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia rappresenta una componente importante della cultura siciliana. Le battute di caccia, soprattutto al coniglio selvatico, sono spesso occasioni di socializzazione e rafforzamento dei legami comunitari, con tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia in Sicilia ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la pasta con il sugo di cinghiale e le sarde a beccafico, accompagnati da vini locali come il Nero d’Avola. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Sicilia è una delle poche regioni italiane dove è possibile cacciare il cinghiale in un contesto naturale incontaminato. La caccia al cinghiale è spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, una tradizione che risale a secoli fa. Nelle zone umide costiere, come le saline di Trapani, si organizzano gare di caccia agli uccelli acquatici, molto apprezzate dai cacciatori locali. La caccia in Sicilia rappresenta un’importante tradizione culturale e un’attività che contribuisce alla gestione sostenibile della fauna selvatica. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto dell’ambiente e delle normative. #CacciaInSicilia #Cinghiale #TradizioniSiciliane #CacciaItaliana #MontiNebrodi #CacciaMediterranea #FedercacciaSicilia #CacciaSostenibile #Pernice #UccelliAcquatici #FaunaSiciliana #StagioniVenatorie #NeroDAvola #CulturaLocale #NaturaETradizione #BattuteDiCaccia

Post: 14 May 09:03

Caccia in Campania: Stagioni e Regole per Cinghiali, Lepri e Beccacce tra Coste e Appennino

La Campania è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia

Caccia in Campania: Stagioni e Regole per Cinghiali, Lepri e Beccacce tra Coste e Appennino La Campania è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia dalle montagne dell’Appennino ai dolci rilievi collinari, fino alle pianure costiere. Questo ambiente variegato rende il Lazio una meta ideale per i cacciatori, grazie alla presenza di numerose specie selvatiche e a una forte tradizione rurale legata alla caccia. Tuttavia, per godere appieno dell’esperienza venatoria in questa terra, è essenziale conoscere le normative locali, rispettare i periodi consentiti e scegliere con attenzione momenti, luoghi e tecniche. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Campania La stagione venatoria in Campania segue la Legge Regionale 12/2007 , aggiornata annualmente con disposizioni specifiche emanate dalla Regione. La caccia generale ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre , sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto già dal 1° settembre come parte di piani di controllo demografico. Le specie residenti come capriolo e lepre sono cacciabili fino al 31 dicembre , mentre gli uccelli migratori possono essere prelevati fino al 31 gennaio . Rispetto a regioni confinanti come Lazio e Basilicata, la Campania applica regole ben bilanciate tra conservazione ambientale e gestione sostenibile della fauna. Negli ultimi anni sono state introdotte novità importanti: nel 2023 si è posto maggiore attenzione alla conservazione degli habitat naturali, mentre nel 2024 è entrato in vigore l’obbligo del Sistema FAUNA , un registro digitale per tracciare tutti gli abbattimenti legali. Calendario Venatorio Stagionale in Campania Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Tra le principali specie cacciabili figurano: Cinghiale : periodo da settembre a gennaio , migliore tra novembre e dicembre Capriolo : presente soprattutto nelle aree protette dei Monti della Campania, abbattibile da ottobre a dicembre Daino : disponibile solo in riserve private o aziende agrituristiche Lepre e fagiano : periodo da ottobre a dicembre , picco tra ottobre e novembre Colombaccio : finestra aperta da metà settembre a gennaio , ideale durante le migrazioni Pernice rossa : diffusa nell’entroterra irpino e sannita I momenti migliori cambiano a seconda della specie: Il cinghiale è più attivo durante acorn season (novembre-dicembre) Il capriolo è più visibile all’alba o al tramonto Gli uccelli migratori offrono buone occasioni in giornate ventose Divieti e Restrizioni in Campania In Campania molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico , l’istrice e il gatto selvatico , tutti vietati da abbattere. L’uccisione dell’istrice comporta multe fino a 10.000 euro . È previsto un divieto totale di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto , periodo di riproduzione e nidificazione. Altri vincoli includono la chiusura settimanale ogni domenica di ottobre e il divieto assoluto di utilizzare richiami elettronici. I caricatori per fucili non devono superare i due colpi per la caccia agli ungulati. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione delle popolazioni animali e il rispetto dell’ambiente. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione di Campania Per praticare caccia in Campania è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, il cui costo è di circa 180 euro , e un’assicurazione RC con copertura minima di 500.000 euro . È obbligatorio iscriversi all’ATC relativo alla zona dove si intende operare. I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali norme locali. Tra le associazioni consigliate figura Federcaccia Campania , che organizza corsi per nuovi cacciatori e fornisce supporto informativo. Altri punti di riferimento sono le armerie autorizzate e lo sportello online della Regione Campania. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto delle Normative Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro , mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro , con possibili denunce penali. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per kg eccedente . Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare sanzioni e contribuire alla salvaguardia del patrimonio faunistico. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Campania La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: Monti del Matese e Picentini : ideali per caprioli e cinghiali Irpinia e Sannio : rifugio di fagiani e pernici Aree costiere vicino Salerno e Napoli : interessanti per uccelli migratori L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, abbigliamento impermeabile per le zone umide, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono la posta notturna al cinghiale con termocamere autorizzate, lo still-hunting per il capriolo con attenzione al vento e i richiami manuali per gli uccelli migratori, specialmente durante i periodi di passo. La caccia in Campania rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etic

Post: 27 August 15:05

Quando Cacciare nelle Dolomiti: Aperture, Chiusure e Quote per una Caccia Sostenibile

Le Dolomiti , patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, rappresentano uno dei paesag

Quando Cacciare nelle Dolomiti: Aperture, Chiusure e Quote per una Caccia Sostenibile Le Dolomiti , patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, rappresentano uno dei paesaggi più spettacolari d’Italia. Questo massiccio montuoso che si estende tra Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, offre un ambiente unico per la fauna selvatica e per i cacciatori che desiderano immergersi in una natura incontaminata. Tra le specie presenti si trovano il capriolo , il cervo , il cinghiale , la volpe , la lepre variabile , l’istricе , il piccione , il merlo alpino , il tordo sassello e altre specie minori. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida area del Nord Italia. Regolamentazione e Periodi di Caccia nelle Dolomiti La caccia nelle Dolomiti è regolata da normative regionali molto precise, che variano leggermente a seconda della zona (Trentino, Alto Adige, Veneto o Friuli). La stagione principale va generalmente da settembre a dicembre , con alcune specie che possono essere soggette a piani di controllo anche fino a gennaio-febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente da ogni regione e tiene conto delle caratteristiche climatiche locali e del ciclo biologico degli animali. Le date sono influenzate dall’altitudine, dal clima freddo e dalla distribuzione delle specie sul territorio montano. Per esempio, la caccia al capriolo e al cervo è solitamente aperta a fine estate/inizio autunno, mentre quella alla volpe e al cinghiale si protrae fino all’inizio dell’inverno. Calendario Venatorio per Specie nelle Dolomiti I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Capriolo e cervo : periodo di apertura tra fine agosto e metà settembre, con chiusura a novembre. Cinghiale : stagione attiva da settembre a gennaio, soprattutto in aree basse o collinari dove la specie è più diffusa. Volpe e istricе : caccia consentita in forma di controllo demografico durante tutto l’anno, ma con limitazioni specifiche. Lepre variabile : caccia autorizzata in autunno, quando il manto cambia colore e diventa visibile. Merlo alpino e tordo sassello : uccelli migratori che transitano in settembre-ottobre; la loro caccia è sottoposta a restrizioni crescenti negli ultimi anni per tutelarne le popolazioni. Questo rende le Dolomiti una meta particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti montani. Specie Protette e Restrizioni nelle Dolomiti Essendo un ambiente fragile e ricco di biodiversità, molte aree dolomitiche rientrano nella rete Natura 2000 , il che comporta ulteriori limitazioni per la protezione di habitat e specie sensibili. Tra le restrizioni principali: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (generalmente da marzo a luglio); Specie protette : lupo, lince, aquila, gufo reale, martora, genetta; Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente delicato come quello montano. Documentazione Necessaria per Cacciare nelle Dolomiti Per poter cacciare legalmente nelle Dolomiti è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite i sistemi regionali (Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli); l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro , a seconda della regione) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nelle Dolomiti Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle Dolomiti sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene le mappe degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nelle Dolomiti L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia al capriolo in battuta o a vista lungo i versanti soleggiati. Le postazioni fisse per il cervo in area pre-rifugio. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli alpini , tenendo conto della direzione del vento e della morfologia del terreno. Le aree più produttive si trovano lungo i versanti meridionali delle Dolomiti, nell’Altopiano di Asiago, nei dintorni di Bolzano, nelle valli del Trentino e nelle Prealpi friulane, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di boschi misti e pascoli naturali.

Post: 29 August 14:06

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