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Caccia in Lombardia: Calendari Venatori, Zone Protette e Segreti per Ogni Stagione

La Lombardia è una regione straordinariamente ricca di biodiversità, grazie alla prese

Caccia in Lombardia: Calendari Venatori, Zone Protette e Segreti per Ogni Stagione La Lombardia è una regione straordinariamente ricca di biodiversità, grazie alla presenza di ambienti molto diversificati che vanno dalle alte quote alpine alle pianure fertili del Po. Questo rende il territorio lombardo uno dei più ambiti per gli appassionati di caccia. La stagione venatoria introduce novità importanti che ogni cacciatore deve conoscere per godere appieno della propria passione nel pieno rispetto delle normative e dell’ambiente. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Lombardia La pratica venatoria in Lombardia è regolata da un sistema articolato basato sugli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), ognuno dei quali applica regole specifiche a seconda delle caratteristiche locali. Per operare correttamente, è essenziale informarsi presso le autorità competenti e consultare sempre le fonti ufficiali come il sito della Regione Lombardia. La stagione generale si aprirà domenica 15 settembre 2024 e terminerà il 31 gennaio 2025, con alcune variazioni legate alla specie e all’area geografica. La lepre comune e il fagiano saranno cacciabili dal 15 settembre, mentre la pernice rossa potrà essere abbattuta già dal 1° settembre nelle zone alpine. Il cinghiale ha periodi diversificati tra i vari ATC: nell’ATC Milano 1 si potrà cacciare fino al 31 dicembre, mentre nell’ATC Bergamo 2 la finestra si estende sino al 31 gennaio grazie ai piani di controllo attivati. Tra gli uccelli migratori, la beccaccia sarà cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, mentre il colombaccio avrà un periodo ridotto, compreso tra il 1° ottobre e il 30 novembre. Calendario Stagionale della Caccia in Lombardia Ogni anno il calendario venatorio viene aggiornato sulla base di studi scientifici sulle popolazioni animali e sull’impatto ecologico. Dal 2024 sono state introdotte modifiche significative, soprattutto per alcune specie migratrici come il tordo bottaccio, il cui prelievo è stato ridotto per garantire la sostenibilità demografica. Le differenze tra i vari ATC riflettono le esigenze territoriali: ad esempio, in alta montagna si tiene conto dei ritmi riproduttivi e climatici, mentre nella Pianura Padana si considerano le rotte migratorie e le colture agricole. L’obiettivo è mantenere un equilibrio tra conservazione della fauna e gestione sostenibile del prelievo venatorio. Divieti e Restrizioni in Lombardia In Lombardia sono presenti numerose specie protette, alcune tutelate a livello nazionale, altre inserite recentemente tra quelle non cacciabili per decisione regionale. Tra queste figurano il lupo, tutti i rapaci, la nutria (che può essere oggetto solo di piani di controllo), la ghiandaia marina (nuova protezione) e il tordo bottaccio, per cui sono stati ridotti i giorni di caccia. Sono previsti divieti territoriali in aree protette e restrizioni temporali come il blocco totale nei periodi di nidificazione. È vietato cacciare entro 500 metri dai nidi e durante il mese di ottobre non si possono abbattere femmine. Inoltre, è proibito praticare attività venatoria la domenica in molte parti della regione. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Lombardia Per praticare caccia in Lombardia è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido e al tesserino venatorio regionale, rilasciato dopo aver superato l’esame teorico, dal 1° gennaio 2024 è obbligatorio il patentino antibracconaggio. Inoltre, è richiesto un tesserino elettronico per la tracciabilità degli abbattimenti e un’assicurazione RC specifica per eventuali danni causati da cinghiali. Ogni cacciatore deve inoltre iscriversi al proprio ATC di riferimento, dove riceverà indicazioni dettagliate sulle normative locali. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Lombardia e ANUU, che offrono supporto tecnico e informativo. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Lombardia Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 500 e i 3.000 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro. Chi viene sorpreso senza licenza o senza porto d’armi rischia una multa di 1.000 euro e il sequestro dell’attrezzatura. Dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore un nuovo sistema di prenotazione online delle battute di caccia: chi non rispetterà gli appuntamenti potrà incorrere in penalità amministrative. È vietato cacciare la domenica e utilizzare mezzi vietati come richiami elettronici o visori termici senza autorizzazione. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Lombardia I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come caprioli e cinghiali, mentre le giornate nuvolose favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e la movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate per la caccia spiccano la Zona Alpina (ATC Sondrio), dove si trova il camoscio, la Pianura Padana (ATC Pavia 3), nota per la selvaggina minore e la caccia in risaia, e le Prealpi (ATC Brescia 4), dove si trovano caprioli e si applicano divieti in aree parco. L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: per il camoscio si consiglia un fucile calibro .308 con ottiche stabilizzate; per il cinghiale, in alcuni ATC, è autorizzato l’uso di visori termici; per i volatili si preferiscono richiami a pressione, dato che quelli elettronici sono vietati. Le tecniche efficaci includono l’utilizzo di cani da seguita per il recupero, gli appostamenti fissi per gli uccelli migratori e le battute organizzate in quota per cervi e camosci. Eventi in Lombardia Durante la stagione vengono organizzati eventi interessanti per i cacciatori: - Fiera di San Matteo (Bergamo, 21 settembre) - Trofeo Lombardo Cinghiale (novembre-g

Post: 26 August 13:31

Stagioni Venatorie in Molise: Tutte le Aperture e Chiusure per Cinghiali, Lepri e Volpi

Normativa e Calendario Venatorio in Molise

La stagione venatoria in Molise è reg

Stagioni Venatorie in Molise: Tutte le Aperture e Chiusure per Cinghiali, Lepri e Volpi Normativa e Calendario Venatorio in Molise La stagione venatoria in Molise è regolata dalla Legge Regionale 11/2018, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve consultare prima dell'inizio dell'attività. La tradizionale apertura della stagione generale cade la terza domenica di settembre, mentre le chiusure variano a seconda delle specie: il 31 gennaio per migratori e colombacci, il 31 dicembre per ungulati e selvaggina stanziale. Fanno eccezione alcune zone ATC specifiche dove è consentita la caccia al cinghiale fino al 31 gennaio. Il territorio molisano, con la sua caratteristica conformazione che spazia dall'Appennino Centrale alle dolci colline e alle zone fluviali, influenza profondamente i periodi venatori. Nelle aree montuose del Matese e delle Mainarde, le aperture sono solitamente posticipate di 7-10 giorni rispetto alle zone pianeggianti, mentre lungo i corsi d'acqua principali come il Biferno e il Trigno si applicano calendari speciali per la caccia agli anatidi. Le aree protette e i parchi regionali seguono invece normative specifiche che è fondamentale conoscere. Rispetto alle regioni confinanti, il Molise offre 5 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto all'Abruzzo, ma applica restrizioni più severe sul cinghiale rispetto alla Puglia. Con la Campania condivide invece una maggiore flessibilità per quanto riguarda i migratori. Per la stagione 2024 sono state introdotte importanti novità: l'obbligo di registrazione elettronica degli abbattimenti, il divieto assoluto di utilizzare munizioni al piombo nelle zone umide (in ottemperanza alla direttiva UE), e nuovi piani di controllo per volpe e nutria nelle aree più problematiche. Specie Cacciabili e Periodi Ottimali in Molise Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale rappresenta una delle prede più ambite. La sua stagione va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con i periodi più produttivi concentrati tra novembre e dicembre, quando gli animali sono particolarmente attivi nella ricerca di cibo. Il capriolo, invece, ha una stagione più breve che va dal 1° ottobre al 31 dicembre, con prelievo consentito solo per gli esemplari maschi. Il daino è cacciabile esclusivamente in alcune riserve autorizzate. Tra la selvaggina minore, la lepre (cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre) offre le migliori opportunità dopo le piogge autunnali, quando il terreno è più morbido e gli animali si muovono maggiormente. Lo stesso periodo vale per il fagiano, con momenti di attività più intensa all'alba. Il colombaccio, che apre la stagione già il 15 settembre per chiuderla il 31 gennaio, regala emozioni uniche durante il passo migratorio di metà ottobre. I momenti migliori della giornata variano a seconda della specie: l'alba è senza dubbio il momento ideale per capriolo e lepre, mentre il tramonto offre maggiori possibilità per il cinghiale. Per i migratori, le giornate ventose sono spesso le più produttive. Il Molise vanta anche una ricca tradizione di eventi venatori. A settembre non perdete la Fiera della Caccia a Campobasso, mentre ottobre è il mese della Sagra della Cacciagione a Isernia. A novembre, Termoli ospita il tradizionale Raduno dei Cani da Seguita, appuntamento imperdibile per gli appassionati. Specie Protette e Restrizioni La regione protegge rigorosamente alcune specie simbolo del suo territorio. Il lupo appenninico, l'orso bruno marsicano e tutti i rapaci sono assolutamente vietati alla caccia, con sanzioni severissime per i trasgressori. Il periodo di stop venatorio va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di novembre sono giorni di silenzio venatorio in tutta la regione. Per quanto riguarda le armi, è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi quando si cacciano ungulati. Documentazione e Permessi per la Caccia in Molise Per cacciare in Molise sono necessari alcuni documenti fondamentali: un porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di 150 euro per i residenti), la tessera dell'ATC di riferimento e un'assicurazione RCT con una copertura minima di 50.000 euro. I cacciatori non residenti devono tenere presente alcune regole aggiuntive: pagano un supplemento del 20% sulle licenze, sono obbligati a farsi accompagnare da una guida per i primi due anni di attività nella regione, e devono registrare le proprie armi presso la questura competente. I permessi si possono ottenere presso le sedi degli ATC territoriali, attraverso Federcaccia Molise, o nelle armerie autorizzate della regione. Sanzioni e Multe Le violazioni vengono punite con severità: cacciare senza licenza può costare da 1.200 a 5.000 euro di multa, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 12.000 euro di sanzione. Per chi supera i capi consentiti, la multa è di 50 euro per ogni chilogrammo eccedente. Strategie e Consigli Pratici Le zone migliori per la caccia in Molise sono tre in particolare: l'area del Matese per cinghiale e capriolo, l'Alto Molise per lepre e fagiano, e le valli fluviali per i colombacci durante le migrazioni. Per quanto riguarda l'attrezzatura, consigliamo un fucile di calibro adatto ai terreni misti della regione, ottiche di qualità con trattamento anti-appannamento per affrontare le condizioni umide, e un abbigliamento mimetico studiato per le aree boschive. Le tecniche più efficaci? Per il cinghiale non c'è niente di meglio delle tradizionali battute con cani da traccia, mentre per il capriolo gli appostamenti nelle zone di transito danno ottimi risultati. I volatili migratori rispondono bene ai richiami manuali, specialmente nelle aree coltivate.

Post: 27 August 13:37

Caccia in Basilicata: Tra Appennino Lucano e Parco del Pollino - Date, Aperture e Chiusure per Ogni Specie

Regolamentazione e calendario venatorio in Basilicata

La Basi

Caccia in Basilicata: Tra Appennino Lucano e Parco del Pollino - Date, Aperture e Chiusure per Ogni Specie Regolamentazione e calendario venatorio in Basilicata La Basilicata offre ai cacciatori un territorio variegato che spazia dall'Appennino Lucano alle dolci colline del Vulture, fino alle zone costiere ioniche. La stagione venatoria è regolata dalla Legge Regionale 12/2011, con aggiornamenti annuali che ogni appassionato deve consultare prima di partire per le battute. La stagione generale si apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate a seconda delle specie: il 31 gennaio per i migratori e i colombacci, il 31 dicembre per ungulati e selvaggina stanziale. Per il cinghiale, in alcune zone ATC particolarmente infestate, è possibile prolungare l'attività venatoria fino al 31 gennaio. L'orografia del territorio influenza notevolmente i periodi di caccia. Nelle aree montane oltre i 1.000 metri, le aperture sono spesso posticipate di 1-2 settimane rispetto alle zone collinari, dove il clima più mite permette stagioni più lunghe. Le aree protette e i parchi nazionali seguono invece calendari specifici che è fondamentale conoscere. Rispetto alle regioni confinanti, la Basilicata offre 10 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto alla Puglia, ma applica limitazioni più severe sul cinghiale rispetto alla Calabria. Con la Campania condivide invece una certa flessibilità per quanto riguarda i migratori. Il 2024 introduce importanti novità: l'obbligo di tracciabilità elettronica degli abbattimenti, il divieto assoluto di utilizzare munizioni al piombo entro 100 metri da qualsiasi corso d'acqua, e nuovi piani di controllo per volpe e cinghiale nelle zone più problematiche. Specie cacciabili e periodi migliori in Basilicata Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale rappresenta senza dubbio la preda più ambita. La sua stagione va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con i periodi migliori nelle notti senza luna di novembre e dicembre, quando l'animale è più attivo nella ricerca di cibo. Il capriolo, presente soprattutto nel magnifico scenario del Parco del Pollino, ha invece una stagione più ridotta, dal 1° ottobre al 31 dicembre. Tra la selvaggina minore, la lepre (cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre) offre le migliori opportunità dopo le prime piogge autunnali, quando il terreno è più morbido e gli animali si muovono di più. Lo stesso periodo vale per il fagiano, con picchi di attività all'alba nelle zone di coltivazione mista. Il colombaccio, che apre la stagione già il 15 settembre per chiudere il 31 gennaio, regala emozioni uniche durante il passo migratorio di metà ottobre. I momenti della giornata più propizi variano a seconda della specie: l'alba è senza dubbio il momento migliore per capriolo e lepre, mentre il tramonto è ideale per il cinghiale. Per i migratori, le giornate ventose sono spesso le più produttive. La Basilicata vanta anche una ricca tradizione di eventi venatori. A settembre non perdete la Fiera della Caccia a Matera, mentre ottobre è il mese della Sagra della Cacciagione a Potenza. A novembre, Melfi ospita il tradizionale Raduno dei Cani da Seguita, occasione imperdibile per gli appassionati. Divieti e specie protette in Basilicata La Basilicata protegge rigorosamente alcune specie simbolo del suo territorio. Il lupo appenninico, il gatto selvatico e tutti i rapaci sono assolutamente vietati alla caccia, con sanzioni severissime per i trasgressori. Il periodo di stop venatorio va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di novembre sono giorni di silenzio venatorio in tutta la regione. Per quanto riguarda le armi, è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi quando si cacciano ungulati. Come ottenere i permessi in Basilicata Per cacciare in Basilicata sono necessari alcuni documenti fondamentali: un porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di 160 euro per i residenti), la tessera dell'ATC di riferimento e un'assicurazione RCT con una copertura minima di 50.000 euro. I cacciatori non residenti devono tenere presente alcune regole aggiuntive: pagano un supplemento del 25% sulle licenze, sono obbligati a farsi accompagnare da una guida per i primi due anni di attività nella regione, e devono registrare le proprie armi presso la questura competente. I permessi si possono ottenere presso le sedi degli ATC territoriali, attraverso Federcaccia Basilicata, o nelle armerie autorizzate della regione. Sanzioni e multe in Basilicata Le violazioni vengono punite con severità: cacciare senza licenza può costare da 1.500 a 6.000 euro di multa, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro di sanzione. Per chi supera i capi consentiti, la multa è di 60 euro per ogni chilogrammo eccedente. Consigli per battute di successo in Basilicata Le zone migliori per la caccia in Basilicata sono tre in particolare: il Parco del Pollino per il capriolo, la Foresta di Gallipoli Cognato per il cinghiale, e la Piana di Metaponto per i colombacci durante le migrazioni. Per quanto riguarda l'attrezzatura, consigliamo un fucile di calibro adatto ai terreni misti della regione, ottiche di qualità con trattamento anti-umidità per affrontare le condizioni appenniniche, e un abbigliamento mimetico studiato per la macchia mediterranea. Le tecniche più efficaci? Per il cinghiale non c'è niente di meglio delle tradizionali battute con cani, mentre per il capriolo l'appostamento ai margini dei boschi dà ottimi risultati. I volatili migratori rispondono bene invece ai richiami manuali, specialmente nelle zone olivetate.

Post: 27 August 13:35

Caccia in Emilia-Romagna: Dalle Valli Comacchio all’Appennino, Il Calendario Venatorio, Stagioni e Regole da Conoscere

L’Emilia-Romagna è una regione ricca di paesaggi d

Caccia in Emilia-Romagna: Dalle Valli Comacchio all’Appennino, Il Calendario Venatorio, Stagioni e Regole da Conoscere L’Emilia-Romagna è una regione ricca di paesaggi diversificati che vanno dalla fertile Pianura Padana alle colline dell’Appennino fino alle zone umide della costa adriatica. Questa varietà ecologica rende il territorio un punto di riferimento importante per i cacciatori italiani e stranieri. La stagione venatoria si presenta con alcune novità significative, progettate per garantire sostenibilità ambientale e gestione equilibrata del prelievo faunistico. Per praticare caccia in modo legale e responsabile, è essenziale conoscere le normative regionali aggiornate. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Emilia-Romagna La caccia in Emilia-Romagna è regolamentata da una serie di disposizioni che tengono conto delle caratteristiche territoriali e faunistiche locali. Il calendario venatorio ufficiale parte 15 settembre e termina il 31 gennaio 2025, con alcune importanti differenze tra le specie. La stagione del cinghiale è anticipata al 1° settembre nelle aree con problemi di danni agricoli, mentre la lepre comune e il fagiano seguono il calendario generale, con chiusura a fine anno. Tra gli uccelli migratori, la beccaccia è cacciabile dal 15 ottobre al 31 dicembre, mentre gli acquatici come anatre e oche sono abbattibili dal 1° novembre al 15 gennaio. Ogni ATC applica regole specifiche, tenendo conto delle rotazioni agricole, dei movimenti degli uccelli e delle condizioni climatiche tipiche del territorio. Calendario Stagionale della Caccia in Emilia-Romagna Il calendario venatorio regionale riflette le esigenze locali e biologiche delle popolazioni animali. Nelle province pianeggianti, come Ferrara, si tiene conto della presenza di risaie e della nebbia, che influenzano l’attività degli uccelli acquatici. In Appennino, invece, si considerano i ritmi riproduttivi e la disponibilità di habitat montani per ungulati come capriolo e cervo. Rispetto alle regioni confinanti, l’Emilia-Romagna ha una stagione del cinghiale più lunga rispetto alla Toscana, ma applica restrizioni più severe sugli acquatici rispetto al Veneto. Le date per la piccola selvaggina sono simili a quelle della Lombardia. Divieti e Restrizioni in Emilia-Romagna In Emilia-Romagna molte specie sono protette o soggette a restrizioni precise. Tra quelle vietate figurano tutti gli aironi, il martin pescatore, l’upupa e, a partire dal 2024, la ghiandaia marina e la civetta nei vigneti. Sono previsti divieti territoriali in aree protette e restrizioni temporali come il blocco totale durante il periodo di nidificazione. È vietato cacciare entro 500 metri dai nidi e durante il mese di ottobre non si possono abbattere femmine. Il divieto assoluto di caccia va dal 1° febbraio al 31 agosto, salvo casi particolari autorizzati per interventi di contenimento. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Emilia-Romagna Per praticare caccia in Emilia-Romagna è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido e al tesserino venatorio nazionale, è obbligatorio il tesserino regionale emesso dall’ATC competente. Dal 2024 è richiesto l’utilizzo di munizioni senza piombo per alcune tipologie di caccia. I cacciatori extraregionali devono richiedere un permesso temporaneo (costo €250) e registrarsi presso l’ATC locale. È inoltre obbligatoria un’assicurazione RC con copertura minima di 10 milioni di euro. Le associazioni consigliate includono Federcaccia Emilia-Romagna e ANUU, che forniscono supporto tecnico. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Emilia-Romagna Chiunque violi le normative venatorie incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 600 e i 2.500 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 10.000 euro. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella revoca della licenza di caccia. L’applicazione rigorosa delle norme mira a garantire legalità, sicurezza e conservazione della fauna. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Emilia-Romagna I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate nuvolose favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate spiccano: - Ferrara: uccelli acquatici e risaie - Bologna e Modena: cinghiali e lepri in ambiente collinare - Ravenna e Rimini: selvaggina minore e battute organizzate L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: per il cinghiale si consiglia l’utilizzo di pallettoni calibro 12; per gli acquatici, pallini d’acciaio numero 3 e tende mimetiche; per la lepre, cani da ferma e fucile calibro 28. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne per il cinghiale in alcune aree autorizzate. Eventi e Contatti Utili in Emilia-Romagna Durante la stagione vengono organizzati eventi interessanti per i cacciatori: - Ferrara Waterfowl Festival (10-12 novembre) - Fiera della Caccia di Bologna (5-8 settembre) - Campionato del Fagiano di Romagna (15-17 ottobre) La caccia in Emilia-Romagna rappresenta una tradizione radicata nel territorio che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del paesaggio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 26 August 13:44

Caccia in Liguria: Tra Montagne, Boschi e Normative Rigide – Calendario Venatorio alla Pratica Venatoria

La Liguria è una regione unica nel panorama venatorio italiano.

Caccia in Liguria: Tra Montagne, Boschi e Normative Rigide – Calendario Venatorio alla Pratica Venatoria La Liguria è una regione unica nel panorama venatorio italiano. Con il suo territorio prevalentemente montuoso e collinare, modellato da valli profonde e affacci sul mare, offre habitat particolari per numerose specie selvatiche. Cinghiali, caprioli, uccelli migratori e piccole prede popolano questa terra ricca di biodiversità, ma la pratica della caccia è regolata da normative molto restrittive, dettate anche dalla densità abitativa, dall’esposizione turistica e dal forte impegno nella protezione ambientale. Per godere appieno dell’esperienza venatoria in Liguria, è essenziale conoscere le regole locali, rispettare i periodi consentiti e scegliere con attenzione momenti, luoghi e tecniche. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Liguria La stagione venatoria in Liguria è regolata dalla Legge Regionale 21/2007, aggiornata annualmente con il Piano Faunistico-Venatorio. La caccia generale ha inizio tradizionalmente la prima domenica di settembre, con alcune deroghe per specie selezionate. Il periodo termina a seconda delle specie: - Migratori e specie notturne: fino al 31 gennaio - Specie residenti: chiusura al 31 dicembre Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto dal 1° settembre al 31 gennaio, come parte di piani di controllo demografico. Questo rende la Liguria una delle poche regioni del nord Italia a permettere una finestra così lunga per questa specie. Negli ultimi anni sono state introdotte importanti novità: - Nel 2023, nuove aree protette sono state istituite per salvaguardare gli habitat naturali. - Nel 2024, è entrato in vigore l’obbligo di registrazione elettronica degli abbattimenti tramite un’app dedicata della Regione Liguria. Rispetto a regioni vicine come Umbria e Marche, la Liguria applica norme più rigide, soprattutto per la tutela ambientale e la convivenza con aree urbane e turistiche. Calendario Stagionale della Caccia in Liguria Ogni anno viene stilato un calendario basato su studi scientifici e monitoraggi faunistici. Le principali specie cacciabili seguono periodi ben definiti: - Cinghiale: da settembre a gennaio, migliore tra novembre e dicembre - Capriolo: periodo da ottobre a dicembre, più attivo all’alba o al tramonto - Daino: presente esclusivamente in riserve private o aziende agrituristiche - Lepre: stagione da ottobre a dicembre, preferibilmente nelle ore centrali del giorno - Fagiano: periodo simile alla lepre, con picco tra ottobre e novembre - Colombaccio: finestra aperta dal 15 settembre al 31 gennaio, con massimo passo a metà ottobre - Pernice rossa: abbattibile nello stesso periodo del fagiano, diffusa soprattutto nell’entroterra La scelta dei momenti migliori dipende molto dalla specie: - Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati e selvaggina minore - Giornate ventose favoriscono l’attività degli uccelli migratori Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e gastronomica come la Sagra della Cacciagione a Montoggio e Santo Stefano d’Aveto, mercatini enogastronomici con piatti a base di selvaggina e mostre mercato dedicate ad armi e accessori. Divieti e Restrizioni in Liguria In Liguria molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico, l’istrice (con sanzioni fino a 10.000 euro) e il gatto selvatico, tutti vietati da abbattere. Sono previsti divieti temporali: - Periodo di riproduzione: 1° febbraio – 31 agosto, con chiusura totale per molte specie - Giornate di silenzio venatorio: tutte le domeniche di ottobre e nei giorni festivi nazionali e regionali Sono inoltre in vigore restrizioni sull’equipaggiamento: - Vietati caricatori con più di due colpi** per la caccia agli ungulati - Richiami elettronici non ammessi È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione della fauna e il rispetto dell’ambiente. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Liguria Per praticare caccia in Liguria è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. I requisiti richiesti includono: - Porto d’armi valido (di tipo B per uso venatorio) - Tesserino regionale annuale, con costo medio di 180 euro - Assicurazione RC, con copertura minima di 50 euro - Autorizzazione dell’ATC relativo alla zona dove si intende operare I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali limitazioni locali. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Liguria, che organizza corsi obbligatori per nuovi cacciatori, e i punti vendita autorizzati presso armerie e lo sportello online della Regione. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Liguria Le infrazioni alle normative comportano sanzioni molto severe: - Caccia senza licenza: multe tra 1.500 e 6.000 euro - Uccisione di specie protette: fino a 15.000 euro, con possibili denunce penali - Superamento dei capi consentiti: 50 euro per ogni kg eccedente - Utilizzo di richiami elettronici: sequestro immediato dell’attrezzatura Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Liguria La scelta del momento migliore dipende dalla specie e dall’habitat: - Cinghiale: migliore tra novembre e dicembre; possibile posta notturna con termocamera (previa autorizzazione) - Capriolo: preferibilmente al primo mattino o al tramonto - Uccelli migratori: giornate ventose sono le più produttive Tra le zone più indicate: - Appennino Ligure (Val Trebbia, Val d’Aveto): ambiente naturale per cinghiali e caprioli - Colline centrali (Genova, Savona): habitat ideale per fagiani e lepri - Zone costiere e terrazzamenti: interessanti per colombacci e altre specie migratorie L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie in Liguria: - Fucile calibro 12, meglio se leggero e pr

Post: 27 August 11:42

Caccia nelle Riserve Private in Italia: Normative, Gestione e Consigli per i Cacciatori

Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Lazio

La caccia nelle riserve private è

Caccia nelle Riserve Private in Italia: Normative, Gestione e Consigli per i Cacciatori Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Lazio La caccia nelle riserve private è regolata da normative nazionali e regionali che variano leggermente da regione a regione. Nel Lazio , le riserve devono essere riconosciute ufficialmente dalla Regione e dotate di un piano faunistico-venatorio approvato. Il prelievo deve avvenire nel rispetto del calendario venatorio regionale e l’accesso è generalmente riservato ai soci di associazioni venatorie o a chi paga un ticket giornaliero. I periodi principali vanno da settembre a gennaio, con alcune specie soggette a controllo anche durante il resto dell’anno. Calendario Venatorio per Specie in Lombardia In Lombardia , le riserve private sono molto diffuse e ben strutturate. La stagione principale va da settembre a gennaio, con attività concentrata su uccelli migratori come merlo, tordo bottaccio e starna nei mesi autunnali. Dicembre e gennaio sono dedicati alla caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe. Alcune strutture autorizzano interventi di controllo demografico durante tutto l’anno, soprattutto per specie invasive come piccione e storno. Le tecniche più utilizzate includono appostamento fisso, battuta organizzata e caccia al passo. Specie Protette e Restrizioni in Toscana In Toscana , molte riserve private sono situate in aree ricche di biodiversità e vicine a parchi naturali, il che comporta restrizioni precise. Sono protette specie come aquila reale, lupo, martora e cervo sardo. È vietato sparare femmine accompagnate da prole o giovani non autosufficienti. Inoltre, alcune zone sono interdette alla caccia per tutelare habitat delicati. Queste misure garantiscono la conservazione della fauna e il rispetto delle normative europee. Documentazione Necessaria in Emilia-Romagna Per cacciare legalmente in una riserva privata in Emilia-Romagna , bisogna possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio e l’appartenenza a un’associazione riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, corsi specifici per migliorare la conoscenza tecnica e ambientale. Molti gestori richiedono anche un ticket giornaliero variabile tra i 30 e i 150 euro, a seconda della struttura e delle specie presenti. Sanzioni e Multe in Veneto In Veneto , le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle riserve private sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare senza permesso, fuori stagione o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura. In caso di gravi infrazioni, si rischia la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Per questo motivo, è fondamentale verificare sempre la regolarità della riserva e rispettare le sue norme interne. Consigli Pratici per i Cacciatori in Puglia In Puglia , dove le riserve private sono spesso situate in aree collinari e agricole, è importante scegliere quelle ben gestite e certificate. Si consiglia di chiedere informazioni dettagliate prima di accedere all’area, di rispettare le regole interne e di dotarsi di abbigliamento mimetico adeguato al territorio. Usare binocoli ad alta definizione, richiami vocali o elettronici e munizioni idonee migliora notevolmente i risultati. Alcune riserve organizzano corsi di formazione e gare cinofile, occasioni interessanti per imparare e confrontarsi con altri cacciatori in sicurezza e spirito sportivo.

Post: 1 September 07:58

Caccia nel Parco dello Stelvio: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi

Il Parco Nazionale dello Stelvio , il pi

Caccia nel Parco dello Stelvio: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi Il Parco Nazionale dello Stelvio , il più grande parco naturale d’Italia, si estende tra Trentino-Alto Adige e Lombardia, abbracciando un ambiente montano estremamente vario e ricco di fauna selvatica. Con i suoi paesaggi mozzafiato, ghiacciai, foreste alpine e praterie di alta quota, questa area rappresenta un habitat ideale per numerose specie selvatiche come il cervo , il capriolo , la lepre variabile , l’istricе , la volpe , il cinghiale , il merlo alpino e il tordo sassello . In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le restrizioni specifiche del parco e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questa splendida area protetta. Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Parco dello Stelvio La caccia nel Parco dello Stelvio è regolata da normative molto rigorose, dettate sia dallo statuto del Parco che dalle leggi regionali del Trentino-Alto Adige e della Lombardia. La stagione principale va generalmente da settembre a dicembre , con alcune specie che possono essere soggette a piani di controllo anche fino a gennaio-febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente da ogni regione e tiene conto delle caratteristiche climatiche locali e del ciclo biologico degli animali. Le date sono influenzate dall’altitudine e dal tipo di habitat. Per esempio, la caccia al capriolo e al cervo è solitamente aperta a fine estate/inizio autunno, mentre quella alla volpe e al cinghiale si protrae fino all’inizio dell’inverno. Calendario Venatorio per Specie nel Parco dello Stelvio I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Cervo : periodo di apertura tra fine agosto e metà settembre, chiusura a novembre. Capriolo : stagione attiva da settembre a dicembre. Cinghiale : presente solo nelle aree basse del versante lombardo; stagione da ottobre a gennaio. Volpe e istricе : caccia consentita in forma di controllo demografico durante tutto l’anno, ma con limitazioni specifiche. Lepre variabile : caccia autorizzata in autunno, quando il manto cambia colore e diventa visibile. Merlo alpino e tordo sassello : uccelli migratori che transitano in settembre-ottobre; la loro caccia è sottoposta a crescenti restrizioni negli ultimi anni per tutelarne le popolazioni. Questa varietà rende il Parco dello Stelvio una meta particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti montani. Specie Protette e Restrizioni nel Parco dello Stelvio Essendo un ambiente fragile e ricco di biodiversità, il Parco dello Stelvio è incluso nella rete Natura 2000 , il che comporta ulteriori limitazioni per la protezione di habitat e specie sensibili. Tra le restrizioni principali: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (generalmente da marzo a luglio). Specie protette : lupo, lince, aquila reale, gufo reale, martora, genetta, camoscio, stambecco. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente delicato come quello alpino. Documentazione Necessaria per Cacciare nel Parco dello Stelvio Per poter cacciare legalmente nel Parco dello Stelvio è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite i sistemi regionali (Trentino, Alto Adige, Lombardia); l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro , a seconda della regione) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nel Parco dello Stelvio Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nel Parco dello Stelvio sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene le mappe degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nel Parco dello Stelvio L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia al capriolo in battuta o a vista lungo i versanti soleggiati. Le postazioni fisse per il cervo in area pre-rifugio. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli alpini , tenendo conto della direzione del vento e della morfologia del terreno. Le aree più produttive si trovano nei pressi di Bormio , Val di Rabbi , Val di Pejo , Val di Fassa e nell’area lombarda del Parco, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di boschi misti e pascoli naturali.

Post: 29 August 14:25

Quando Cacciare nelle Dolomiti: Aperture, Chiusure e Quote per una Caccia Sostenibile

Le Dolomiti , patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, rappresentano uno dei paesag

Quando Cacciare nelle Dolomiti: Aperture, Chiusure e Quote per una Caccia Sostenibile Le Dolomiti , patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, rappresentano uno dei paesaggi più spettacolari d’Italia. Questo massiccio montuoso che si estende tra Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, offre un ambiente unico per la fauna selvatica e per i cacciatori che desiderano immergersi in una natura incontaminata. Tra le specie presenti si trovano il capriolo , il cervo , il cinghiale , la volpe , la lepre variabile , l’istricе , il piccione , il merlo alpino , il tordo sassello e altre specie minori. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida area del Nord Italia. Regolamentazione e Periodi di Caccia nelle Dolomiti La caccia nelle Dolomiti è regolata da normative regionali molto precise, che variano leggermente a seconda della zona (Trentino, Alto Adige, Veneto o Friuli). La stagione principale va generalmente da settembre a dicembre , con alcune specie che possono essere soggette a piani di controllo anche fino a gennaio-febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente da ogni regione e tiene conto delle caratteristiche climatiche locali e del ciclo biologico degli animali. Le date sono influenzate dall’altitudine, dal clima freddo e dalla distribuzione delle specie sul territorio montano. Per esempio, la caccia al capriolo e al cervo è solitamente aperta a fine estate/inizio autunno, mentre quella alla volpe e al cinghiale si protrae fino all’inizio dell’inverno. Calendario Venatorio per Specie nelle Dolomiti I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Capriolo e cervo : periodo di apertura tra fine agosto e metà settembre, con chiusura a novembre. Cinghiale : stagione attiva da settembre a gennaio, soprattutto in aree basse o collinari dove la specie è più diffusa. Volpe e istricе : caccia consentita in forma di controllo demografico durante tutto l’anno, ma con limitazioni specifiche. Lepre variabile : caccia autorizzata in autunno, quando il manto cambia colore e diventa visibile. Merlo alpino e tordo sassello : uccelli migratori che transitano in settembre-ottobre; la loro caccia è sottoposta a restrizioni crescenti negli ultimi anni per tutelarne le popolazioni. Questo rende le Dolomiti una meta particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti montani. Specie Protette e Restrizioni nelle Dolomiti Essendo un ambiente fragile e ricco di biodiversità, molte aree dolomitiche rientrano nella rete Natura 2000 , il che comporta ulteriori limitazioni per la protezione di habitat e specie sensibili. Tra le restrizioni principali: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (generalmente da marzo a luglio); Specie protette : lupo, lince, aquila, gufo reale, martora, genetta; Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente delicato come quello montano. Documentazione Necessaria per Cacciare nelle Dolomiti Per poter cacciare legalmente nelle Dolomiti è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite i sistemi regionali (Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli); l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro , a seconda della regione) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nelle Dolomiti Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle Dolomiti sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene le mappe degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nelle Dolomiti L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia al capriolo in battuta o a vista lungo i versanti soleggiati. Le postazioni fisse per il cervo in area pre-rifugio. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli alpini , tenendo conto della direzione del vento e della morfologia del terreno. Le aree più produttive si trovano lungo i versanti meridionali delle Dolomiti, nell’Altopiano di Asiago, nei dintorni di Bolzano, nelle valli del Trentino e nelle Prealpi friulane, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di boschi misti e pascoli naturali.

Post: 29 August 14:06

Caccia in Campania: Stagioni e Regole per Cinghiali, Lepri e Beccacce tra Coste e Appennino

La Campania è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia

Caccia in Campania: Stagioni e Regole per Cinghiali, Lepri e Beccacce tra Coste e Appennino La Campania è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia dalle montagne dell’Appennino ai dolci rilievi collinari, fino alle pianure costiere. Questo ambiente variegato rende il Lazio una meta ideale per i cacciatori, grazie alla presenza di numerose specie selvatiche e a una forte tradizione rurale legata alla caccia. Tuttavia, per godere appieno dell’esperienza venatoria in questa terra, è essenziale conoscere le normative locali, rispettare i periodi consentiti e scegliere con attenzione momenti, luoghi e tecniche. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Campania La stagione venatoria in Campania segue la Legge Regionale 12/2007 , aggiornata annualmente con disposizioni specifiche emanate dalla Regione. La caccia generale ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre , sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto già dal 1° settembre come parte di piani di controllo demografico. Le specie residenti come capriolo e lepre sono cacciabili fino al 31 dicembre , mentre gli uccelli migratori possono essere prelevati fino al 31 gennaio . Rispetto a regioni confinanti come Lazio e Basilicata, la Campania applica regole ben bilanciate tra conservazione ambientale e gestione sostenibile della fauna. Negli ultimi anni sono state introdotte novità importanti: nel 2023 si è posto maggiore attenzione alla conservazione degli habitat naturali, mentre nel 2024 è entrato in vigore l’obbligo del Sistema FAUNA , un registro digitale per tracciare tutti gli abbattimenti legali. Calendario Venatorio Stagionale in Campania Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Tra le principali specie cacciabili figurano: Cinghiale : periodo da settembre a gennaio , migliore tra novembre e dicembre Capriolo : presente soprattutto nelle aree protette dei Monti della Campania, abbattibile da ottobre a dicembre Daino : disponibile solo in riserve private o aziende agrituristiche Lepre e fagiano : periodo da ottobre a dicembre , picco tra ottobre e novembre Colombaccio : finestra aperta da metà settembre a gennaio , ideale durante le migrazioni Pernice rossa : diffusa nell’entroterra irpino e sannita I momenti migliori cambiano a seconda della specie: Il cinghiale è più attivo durante acorn season (novembre-dicembre) Il capriolo è più visibile all’alba o al tramonto Gli uccelli migratori offrono buone occasioni in giornate ventose Divieti e Restrizioni in Campania In Campania molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico , l’istrice e il gatto selvatico , tutti vietati da abbattere. L’uccisione dell’istrice comporta multe fino a 10.000 euro . È previsto un divieto totale di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto , periodo di riproduzione e nidificazione. Altri vincoli includono la chiusura settimanale ogni domenica di ottobre e il divieto assoluto di utilizzare richiami elettronici. I caricatori per fucili non devono superare i due colpi per la caccia agli ungulati. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione delle popolazioni animali e il rispetto dell’ambiente. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione di Campania Per praticare caccia in Campania è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, il cui costo è di circa 180 euro , e un’assicurazione RC con copertura minima di 500.000 euro . È obbligatorio iscriversi all’ATC relativo alla zona dove si intende operare. I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali norme locali. Tra le associazioni consigliate figura Federcaccia Campania , che organizza corsi per nuovi cacciatori e fornisce supporto informativo. Altri punti di riferimento sono le armerie autorizzate e lo sportello online della Regione Campania. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto delle Normative Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro , mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro , con possibili denunce penali. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per kg eccedente . Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare sanzioni e contribuire alla salvaguardia del patrimonio faunistico. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Campania La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: Monti del Matese e Picentini : ideali per caprioli e cinghiali Irpinia e Sannio : rifugio di fagiani e pernici Aree costiere vicino Salerno e Napoli : interessanti per uccelli migratori L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, abbigliamento impermeabile per le zone umide, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono la posta notturna al cinghiale con termocamere autorizzate, lo still-hunting per il capriolo con attenzione al vento e i richiami manuali per gli uccelli migratori, specialmente durante i periodi di passo. La caccia in Campania rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etic

Post: 27 August 15:05

Dai Castelli Romani alla Maremma: Calendario di Caccia nel Lazio con Date e Regolamenti

Il Lazio è una regione ricca di paesaggi naturali unici, dove le montagne appenni

Dai Castelli Romani alla Maremma: Calendario di Caccia nel Lazio con Date e Regolamenti Il Lazio è una regione ricca di paesaggi naturali unici, dove le montagne appenniniche si mescolano a dolci colline, pianure costiere e fitte foreste. Questa varietà offre un ambiente ideale per numerose specie selvatiche, rendendo il territorio una meta ambita per cacciatori esperti e alle prime armi. La stagione venatoria nel Lazio segue la Legge Regionale 12/2007 , aggiornata annualmente con disposizioni specifiche emanate dalla Regione. La caccia generale ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre, sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto già dal 1° settembre come parte di piani di controllo demografico. Le specie residenti come capriolo e lepre sono cacciabili fino al 31 dicembre, mentre gli uccelli migratori possono essere prelevati fino al 31 gennaio. Rispetto a regioni confinanti come l’Umbria e le Marche, il Lazio applica norme più rigide, soprattutto per la tutela ambientale e la convivenza con aree urbane e turistiche. Calendario Stagionale della Caccia nel Lazio Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Tra le principali specie cacciabili figurano il cinghiale, il capriolo, la lepre, il fagiano, il colombaccio e la pernice. Il periodo migliore per il cinghiale va da novembre a gennaio, quando si concentrano nelle vallate in cerca di ghiande. Il capriolo è più attivo all’alba o al tramonto tra ottobre e dicembre. Gli uccelli migratori, invece, offrono buone occasioni durante le giornate ventose, specialmente tra settembre e gennaio. Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e gastronomica come la Fiera della Caccia e Pesca a Roma (settembre), la Sagra della Cacciagione a Norcia, Bassiano e Cori (ottobre-novembre), e i tradizionali eventi sportivi come il Tiro al Piombo presso i laghi di Bracciano e Bolsena. Divieti e Restrizioni In Lazio molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico, l’istrice e il gatto selvatico, tutti vietati da abbattere. L’uccisione dell’istrice comporta multe fino a 10.000 euro. È previsto un divieto totale di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto, periodo di riproduzione e nidificazione. Altre restrizioni includono la chiusura settimanale ogni domenica di ottobre e il divieto assoluto di utilizzare richiami elettronici. I caricatori per fucili non devono superare i due colpi per la caccia agli ungulati. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione delle popolazioni animali e il rispetto dell’ambiente. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione del Lazio Per praticare caccia in Lazio è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, il cui costo è di circa 180 euro, e un’assicurazione RC con copertura minima di 500.000 euro. È obbligatorio iscriversi all’ATC relativo alla zona dove si intende operare. I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali limitazioni locali. Tra le associazioni consigliate figura Federcaccia Lazio, che organizza corsi per nuovi cacciatori e fornisce supporto informativo. Altri punti di riferimento sono le armerie autorizzate e lo sportello online della Regione Lazio. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per ogni chilogrammo eccedente. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare sanzioni e contribuire alla salvaguardia del patrimonio faunistico. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia nel Lazio La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: Monti Sibillini e Monti Aurunci per il cinghiale e il capriolo; la Ciociara (Frosinone) per fagiani e pernici; le aree costiere vicino Latina per uccelli migratori; i laghi di Bracciano e Bolsena per anatre e colombacci. L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, abbigliamento impermeabile per le zone umide, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono la posta notturna al cinghiale con termocamere autorizzate, lo still-hunting per il capriolo con attenzione al vento e i richiami manuali per gli uccelli migratori, specialmente durante i periodi di passo. La caccia nel Lazio rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 27 August 15:03

Caccia in Calabria: Quando Apre e Chiude la Stagione per Lepri, Cinghiali e Uccelli Migratori

La Calabria è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spaz

Caccia in Calabria: Quando Apre e Chiude la Stagione per Lepri, Cinghiali e Uccelli Migratori La Calabria è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia dalle alte vette dell’Aspromonte alle foreste della Sila, fino alle pianure costiere del Tirreno e dello Ionio. Questo ambiente variegato rende la Calabria una meta ideale per i cacciatori, grazie alla presenza di numerose specie selvatiche. Tuttavia, per praticare l’attività venatoria in modo legale e responsabile, è fondamentale conoscere le normative regionali aggiornate, rispettare i periodi di apertura e chiusura e adottare tecniche adeguate al territorio. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Calabria La stagione venatoria in Calabria è regolata dalla Legge Regionale 7/2015, con aggiornamenti annuali pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione. La caccia ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre, mentre le date di chiusura variano a seconda delle specie: - Migratori e colombaccio: fino al 31 gennaio - Ungulati e selvaggina stanziale: fino al 31 dicembre - Cinghiale: prolungamento fino al 31 gennaio in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) Il clima mediterraneo e il paesaggio montano influenzano fortemente l’andamento dei periodi venatori. Nelle zone sopra i 1.200 metri, le aperture possono subire ritardi di una o due settimane rispetto alle aree costiere, a causa delle condizioni climatiche. Rispetto alle regioni confinanti, la Calabria presenta alcune differenze significative: la Basilicata permette 15 giorni in più per la caccia alla lepre, mentre in Sicilia sono previste restrizioni più severe sul cinghiale; al contrario, la Campania offre maggiore flessibilità sugli uccelli migratori. Tra le novità introdotte nel 2024 spiccano l’obbligo di utilizzare un registro digitale degli abbattimenti, il divieto totale di munizioni al piombo nelle zone umide (in linea con la direttiva UE) e nuovi piani per il controllo del cinghiale, a causa dell’aumento demografico negli ultimi anni. Calendario Stagionale della Caccia in Calabria Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Le principali specie cacciabili seguono periodi ben definiti: - Cinghiale: periodo da ottobre a gennaio, con picco tra novembre e dicembre - Capriolo: presente soprattutto nella Sila, abbattibile da ottobre a dicembre - Daino: solo in riserve autorizzate - Lepre: stagione da ottobre a dicembre, migliore dopo le prime piogge autunnali - Fagiano: stesso periodo, attivo all’alba in ambienti agricoli misti - Colombaccio: finestra aperta dal 15 settembre, con massimo passo a metà ottobre I momenti migliori per la caccia cambiano a seconda della specie: - Prima mattina per capriolo e lepre - Tramonto per il cinghiale - Giornate ventose per gli uccelli migratori Durante la stagione si tengono eventi importanti come la Fiera Regionale della Caccia a Cosenza (settembre), la Sagra della Cacciagione a Catanzaro (ottobre) e il Raduno dei Cani da Ferma a Reggio Calabria (novembre), occasioni per approfondire la cultura venatoria locale e scoprire nuove tecniche. Divieti e Restrizioni in Calabria In Calabria molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni specifiche. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico, il gatto selvatico, tutti i rapaci diurni e notturni e altre specie vulnerabili. Sono inoltre previsti divieti temporali: - Periodo di riproduzione: 1° febbraio – 31 agosto, con chiusura totale per molte specie - Domeniche di novembre: giornate di silenzio venatorio - Armi: vietati caricatori con più di due colpi per la caccia agli ungulati È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette. Il rispetto di queste norme è essenziale per garantire la conservazione delle popolazioni animali e mantenere un equilibrio ecologico. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Calabria Per praticare caccia in Calabria è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve la licenza venatoria regionale, il cui costo è di 180 euro annui per residenti. È obbligatorio iscriversi all’ATC competente per zona e dotarsi di un’assicurazione RC con copertura minima di 50.000 euro. I cacciatori non residenti devono pagare un supplemento del 30% sulla licenza e presentare richiesta almeno 20 giorni prima dell’uscita. Devono inoltre registrare le armi presso la questura locale. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Calabria e ANUU, che forniscono supporto tecnico, corsi di formazione e accompagnamento per chi visita la regione per la prima volta. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Calabria Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per ogni kg eccedente. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Calabria La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto alla macchia mediterranea, abbigliamento resistente all’umidità per le zone costiere, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono battute con cani da traccia per il cinghiale, appostamenti ai margini boschivi per il capriolo e richiami manuali negli oliveti per i colombacci.

Post: 27 August 13:08

Dalle Alpi Giulie alla Laguna di Grado: Calendario Venatorio Completo del Friuli-Venezia Giulia con Date e Zone Migliori

Regolamentazione e Periodi di Caccia in Friuli-V

Dalle Alpi Giulie alla Laguna di Grado: Calendario Venatorio Completo del Friuli-Venezia Giulia con Date e Zone Migliori Regolamentazione e Periodi di Caccia in Friuli-Venezia Giulia La stagione venatoria in Friuli-Venezia Giulia è disciplinata dalla Legge Regionale 11/2007, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve conoscere. La stagione generale si apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate a seconda delle specie: il 31 gennaio per i migratori e il 31 dicembre per le altre specie. Per quanto riguarda il camoscio alpino, la caccia è consentita dal 1° settembre al 30 novembre. Il territorio regionale, che spazia dalle Alpi Carniche all'altopiano del Carso fino alle zone umide costiere, influenza profondamente i periodi venatori. Nelle zone alpine sopra i 1.500 metri le stagioni sono generalmente più brevi, mentre il particolare microclima del Carso triestino favorisce specie mediterranee uniche. Le zone umide rappresentano invece importanti rotte migratorie. Rispetto alle regioni confinanti, il Friuli-Venezia Giulia offre 10 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto al Veneto, ma applica limitazioni più severe sul capriolo rispetto all'Austria. Differenze significative esistono anche con la Slovenia per quanto riguarda i periodi di caccia al cinghiale. Le novità per il 2024 includono l'introduzione obbligatoria del registro elettronico degli abbattimenti, nuove restrizioni sull'uso di munizioni al piombo e una revisione dei piani di gestione del cervo. Calendario Venatorio per Specie in Friuli-Venezia Giulia Per quanto riguarda gli ungulati, il cervo può essere cacciato dal 1° settembre al 15 dicembre, con i maschi consentiti solo fino al 31 ottobre. Il camoscio alpino è cacciabile dal 1° settembre al 30 novembre, mentre la stagione del cinghiale va dal 1° ottobre al 31 gennaio. Tra la selvaggina minore, la lepre e il fagiano hanno entrambi stagione dal 1° ottobre al 31 dicembre, mentre il colombaccio può essere cacciato dal 15 settembre al 31 gennaio. I periodi migliori variano a seconda della specie: per il camoscio sono particolarmente favorevoli le ore dell'alba nei mesi di settembre e ottobre, mentre per il cinghiale risultano più produttive le notti senza luna tra novembre e dicembre. I volatili migratori offrono le migliori opportunità a metà ottobre durante i passi. La regione ospita importanti eventi venatori come la Fiera Caccia e Pesca a Udine a settembre, il Torneo Regionale di Tiro a Gorizia in ottobre e la Mostra Cani da Caccia a Pordenone ad agosto. Specie Protette e Restrizioni in Friuli-Venezia Giulia Tra le specie assolutamente protette troviamo il lupo, con tutela integrale, l'orso bruno e il gallo cedrone. Il periodo di stop riproduttivo va dal 1° febbraio al 31 agosto in tutta la regione, mentre tutte le domeniche di ottobre sono giorni di silenzio venatorio. Per la caccia agli ungulati è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi. Documentazione Necessaria in Friuli-Venezia Giulia Per cacciare in Friuli-Venezia Giulia sono necessari: il porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di circa 220 euro), la tessera ATC e un'assicurazione RCT con minimo 50.000 euro di copertura. I cacciatori non residenti hanno l'obbligo di avvalersi di una guida venatoria per i primi tre anni, pagano una tassa supplementare del 25% e devono registrare le proprie armi presso la questura locale. Sanzioni e Multe in Friuli-Venezia Giulia Le violazioni sono punite severamente: cacciare senza licenza comporta multe da 1.500 a 6.000 euro, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro di multa. Per il superamento dei capi consentiti si applica una sanzione di 80 euro per ogni kg eccedente. Consigli Pratici per i Cacciatori in Friuli-Venezia Giulia Le zone migliori includono le Alpi Carniche per camoscio e cervo, il Carso per lepre e cinghiale, e le lagune costiere per gli anatidi migratori. Per quanto riguarda l'attrezzatura, è fondamentale scegliere calibri adatti al territorio, ottiche di qualità per gli ambienti alpini e un abbigliamento tecnico che possa affrontare gli sbalzi termici tipici della regione. Le tecniche più efficaci variano a seconda della specie: per il camoscio è consigliato l'avvicinamento in pendio, per il cinghiale risultano particolarmente produttive le battute organizzate, mentre per i volatili migratori l'uso di richiami manuali può dare ottimi risultati.

Post: 27 August 13:07

Dolomiti e Selvaggina: Il Calendario Venatorio dell’Umbria tra Regole Rigorose e Tradizioni Alpine

Regolamento e periodi di caccia in Umbria

La stagione venatoria in Um

Dolomiti e Selvaggina: Il Calendario Venatorio dell’Umbria tra Regole Rigorose e Tradizioni Alpine Regolamento e periodi di caccia in Umbria La stagione venatoria in Umbria è disciplinata dalla Legge Regionale 9/2007, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve conoscere. La caccia generale apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate: il 31 gennaio per i migratori e il 31 dicembre per le altre specie. Per il cinghiale, in alcuni ATC selezionati è possibile iniziare già dal 1° settembre. Il clima appenninico, caratterizzato da estati secche, influenza fortemente la riproduzione della fauna, mentre la morfologia del territorio - per il 70% collinare - determina la distribuzione delle specie. Rispetto alle regioni confinanti, l'Umbria offre 15 giorni in più per la caccia ai migratori rispetto alla Toscana, ma applica limitazioni più severe sul cinghiale rispetto alle Marche. Negli ultimi anni si sono verificati importanti cambiamenti normativi: nel 2023 è stato introdotto il prelievo selettivo dei caprioli, mentre dal 2024 è obbligatorio il nuovo sistema elettronico di registrazione degli abbattimenti. Stagioni venatorie per specie in Umbria Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale può essere cacciato dal 1° settembre al 31 gennaio, con i periodi migliori tra novembre e dicembre quando è attratto dalle ghiande. Il capriolo, invece, è cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, mostrando maggiore attività all'alba e al crepuscolo. Il daino è presente solo in alcune riserve specifiche. Tra la selvaggina minore, la lepre è cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, particolarmente nelle mattinate nebbiose, mentre il fagiano nello stesso periodo trova il suo picco in ottobre. Il colombaccio, dal 15 settembre al 31 gennaio, offre ottime opportunità durante i passi migratori. L'Umbria ospita interessanti eventi venatori come la Fiera di Caccia e Pesca a Perugia a settembre, le Sagre della Cacciagione a Gubbio e Norcia tra ottobre e novembre, e le tradizionali gare di tiro al piccione nella zona del Trasimeno. Divieti e specie protette in Umbria Tra le specie assolutamente protette troviamo il lupo, con tutela integrale, l'istrice (con sanzioni fino a 10.000 euro per l'abbattimento) e il gatto selvatico. Il periodo di stop riproduttivo va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di ottobre sono giorni di silenzio venatorio. Per gli ungulati è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi. Licenze e documentazione in Umbria Per cacciare in Umbria sono necessari: il porto d'armi (di tipo B per i non residenti UE), il tesserino regionale (costo annuale di circa 180 euro), un'assicurazione RCT (minimo 50 euro) e il tesserino dell'ATC di riferimento. I permessi possono essere ottenuti presso gli ATC Umbria 1 e 2 (suddivisi per province), attraverso Federcaccia Umbria (che organizza corsi obbligatori) o nelle armerie autorizzate per il noleggio delle cassette di sicurezza. Sanzioni e multe in Umbria Le violazioni sono punite severamente: cacciare senza licenza comporta multe da 1.500 a 6.000 euro, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro con rischio di carcere. Per il superamento dei capi consentiti si applica una multa di 50 euro per ogni kg eccedente, e l'uso di richiami elettronici comporta il sequestro immediato dell'attrezzatura. Consigli pratici per la caccia in Umbria Le zone migliori includono i Monti Sibillini per il camoscio appenninico (con quote speciali), la Valnerina per le battute al cinghiale e i Piani di Castelluccio per pernici e lepri. Per l'attrezzatura, consigliamo il fucile Benelli Argo Evo (calibro 12/76 per versatilità), ottiche di qualità come ZEISS o SWAROVSKI (garantite per l'uso in montagna) e un abbigliamento a strati per gestire gli sbalzi termici. Le tecniche più efficaci variano a seconda della specie: per i cinghiali sono ottime le poste notturne con termocamera (solo con permesso speciale), per i caprioli lo still-hunting con vento favorevole, mentre per i volatili il puntamento a "orecchio" nei boschi cedui dà ottimi risultati.

Post: 26 August 15:01

Caccia in Trentino-Alto Adige: Tra Montagne Maestose, il Calendario Venatorio, Normative Rigide e Tradizione Venatoria Millenaria

Le province autonome di Trento e Bolzan

Caccia in Trentino-Alto Adige: Tra Montagne Maestose, il Calendario Venatorio, Normative Rigide e Tradizione Venatoria Millenaria Le province autonome di Trento e Bolzano rappresentano una delle mete più ambite per i cacciatori che amano la montagna. Con paesaggi mozzafiato, un ecosistema ricco di specie rare e normative rigorose volte alla conservazione della fauna alpina, il Trentino-Alto Adige è un esempio di equilibrio tra tradizione venatoria e sostenibilità ambientale. La stagione 2024-2025 conferma questa filosofia, con alcune novità importanti da conoscere prima di intraprendere qualsiasi attività. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Trentino-Alto Adige La gestione venatoria in Trentino-Alto Adige è regolata autonomamente dalle due province, nel rispetto delle leggi nazionali e dei vincoli ecologici locali. Il periodo principale va dal 1° settembre al 31 dicembre, con aperture e chiusure differenziate a seconda della specie e dell’altitudine. Le decisioni sono basate su studi scientifici e monitoraggi annuali per garantire il controllo demografico senza compromettere le popolazioni animali. Tra le specie principali: - Camoscio: caccia consentita dal 1° settembre al 15 novembre, con variazioni in base all’area - Cervo rosso: abbattibile fino al 15 gennaio, ma solo i maschi entro il 31 ottobre - Capriolo: periodo limitatissimo (1 maggio - 30 giugno) e solo per i maschi - Gallo forcello: finestra breve (20 settembre - 10 novembre) Rispetto alle regioni vicine come il Veneto o il Lazio, le stagioni sono più brevi e le quote per ungulati più restrittive. A differenza del Tirolo austriaco o della Svizzera, il Trentino-Alto Adige applica chiusure anticipate e controlli più severi. Calendario Stagionale della Caccia in Trentino-Alto Adige Il calendario venatorio tiene conto del clima alpino, delle abitudini riproduttive e delle caratteristiche territoriali. In alta quota (oltre i 2000 metri), l’apertura viene spesso posticipata a causa dello scioglimento tardivo della neve. Anche il bramito del cervo, fondamentale per la caccia attiva, avviene in momenti diversi a seconda dell’altitudine. I periodi chiave sono: - Fine settembre – inizio ottobre: massima attività del cervo durante il bramito - Novembre: momento migliore per camosci in ambiente alpino - Dicembre: ultime battute per alcune specie prima della chiusura generale Inoltre, vengono tenute in considerazione le attività forestali e agricole locali, per evitare conflitti d’uso del territorio. Divieti e Restrizioni in Trentino-Alto Adige In Trentino-Alto Adige molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette: - Stambecco alpino, presente in alcune aree protette - Aquila reale, simbolo della fauna montana - Gallo cedrone, specie sensibile ai disturbi - Lince, recentemente reintrodotte con progetti di conservazione. Dal 2024 sono state introdotte nuove restrizioni sulla lepre variabile sopra i 1800 metri e il divieto assoluto di caccia alle femmine di gallo forcello. Il periodo di chiusura totale va generalmente da gennaio a fine agosto, salvo casi specifici per interventi di contenimento. È vietato cacciare nelle aree protette e nei corridoi faunistici. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Trentino-Alto Adige Per praticare caccia in Trentino-Alto Adige è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte delle Province Autonome. I requisiti richiesti includono: - Licenza venatoria provinciale, con costi compresi tra **300 e 450 euro - Porto d’armi valido - Certificato di sicurezza alpina, obbligatorio per operare in ambiente montano - Assicurazione RC con copertura minima di 5 milioni di euro I cacciatori non residenti devono inoltre farsi accompagnare da una guida venatoria locale e pagare una tassa giornaliera per trofei, che varia tra 150 e 600 euro a seconda della specie. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Trentino-Alto Adige Le infrazioni alle normative regionali comportano sanzioni molto severe: - Caccia fuori periodo: multe tra 1.000 e 5.000 euro - Uccisione di specie protette: oltre 10.000 euro di multa, con possibili denunce penali - Recidiva: divieto permanente di praticare caccia Ogni violazione è trattata con grande rigore, vista la fragilità degli ecosistemi alpini e la presenza di specie particolarmente vulnerabili. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Trentino-Alto Adige La scelta del momento migliore dipende dalla specie e dall’ambiente: -Camoscio: tecnica “spot-and-stalk” all’alba, con fucile calibro 7mm-08 o .300 Winchester Magnum - Cervo rosso: richiami efficaci durante il bramito, meglio se effettuati tra fine settembre e inizio ottobre con fucile .30-06. - Uccelli di montagna: consigliato l’utilizzo di doppietta calibro 20 con cartucce numero 5. Eventi e Tradizioni Venatorie in Trentino-Alto Adige Durante la stagione si tengono eventi prestigiosi come la Dolomites Hunting Expo a Bolzano (fine agosto) e la Competizione Trofei Alpini a Trento (ottobre). Non manca la celebre Messa di San Uberto, momento importante per celebrare la cultura venatoria e il rapporto con la natura. La caccia in Trentino-Alto Adige è un privilegio che richiede grande preparazione, rispetto delle norme e attenzione verso l’ambiente. Questa terra unisce bellezze naturali, biodiversità uniche e una forte identità culturale. Solo con una pratica etica e responsabile si può godere appieno dell’esperienza venatoria in uno dei territori alpini più belli d’Europa. Buona caccia a tutti!

Post: 26 August 14:57

Caccia in Abruzzo: Tra Parchi Nazionali e Aree Libere, il Calendario Venatorio, le Date Chiave per una Battuta di Successo

L’Abruzzo è una regione ricca di biodiversità,

Caccia in Abruzzo: Tra Parchi Nazionali e Aree Libere, il Calendario Venatorio, le Date Chiave per una Battuta di Successo L’Abruzzo è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia dalle alte vette del Gran Sasso e della Maiella alle dolci colline e alla costa adriatica. Questa varietà ambientale rende il luogo ideale per la pratica venatoria, grazie alla presenza di numerose specie selvatiche. La stagione 2024-2025 si presenta con regole ben definite, volte a garantire sostenibilità e rispetto dell’ambiente. Per godere appieno dell’esperienza venatoria, è fondamentale conoscere le normative regionali aggiornate. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Abruzzo La caccia in Abruzzo è regolata dalla Legge Regionale in conformità con la normativa nazionale (Legge 157/1992), con aggiornamenti annuali basati su studi scientifici sulle popolazioni faunistiche. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio, sebbene i periodi varino in base alla specie e all’area geografica. Le decisioni sulla durata dei periodi di caccia tengono conto delle esigenze ecologiche, gestionali e territoriali, con particolare attenzione alle zone montane dove le nevicate precoci possono ridurre l’accesso ai territori. Rispetto alle regioni confinanti, l’Abruzzo applica norme più restrittive sul cinghiale rispetto al Lazio, mentre differisce dal Molise per l’anticipo dell’apertura alla lepre. Negli anni sono state introdotte modifiche significative, come l’estensione della stagione del cinghiale nel 2019 per contenere la sovrappopolazione e nuove limitazioni per la beccaccia nel 2021, a causa del declino demografico. Calendario Stagionale della Caccia in Abruzzo Il calendario venatorio abruzzese è strutturato in modo da rispettare i cicli biologici delle specie e le caratteristiche territoriali. Tra le principali: Cinghiale: periodo da settembre a gennaio, con battute organizzate soprattutto tra novembre e dicembre - Cervo e capriolo: caccia di selezione consentita da settembre a dicembre. - Lepre e fagiano: abbattibili da **ottobre a dicembre. - Beccaccia e anatra: periodo variabile a seconda delle rotte migratorie, compreso tra settembre e gennaio. Le aree costiere e pianeggianti offrono possibilità estese per gli uccelli migratori, grazie alla presenza di zone umide e alla mitezza climatica. Nei mesi di ottobre e novembre si registra il picco di attività degli ungulati durante la stagione degli amori, mentre dicembre e gennaio sono ideali per la caccia agli acquatici lungo la costa. Durante l’anno si tengono eventi legati alla tradizione venatoria, tra cui la Fiera della Caccia a Pescara (settembre) e la Sagra del Cinghiale (ottobre), occasioni importanti per approfondire la cultura e le tecniche locali. Divieti e Restrizioni in Abruzzo In Abruzzo molte specie sono tutelate o soggette a restrizioni specifiche. Tra quelle protette figurano il lupo, l’orso bruno marsicano, l’aquila reale e altre specie vulnerabili. È vietato cacciare femmine di cervo e capriolo durante il periodo di allattamento (da maggio ad agosto). Il divieto assoluto di caccia è in vigore da febbraio a fine agosto, per permettere la riproduzione e la nidificazione. In caso di emergenze climatiche o incendi, possono essere disposti ulteriori blocchi temporanei. I cacciatori devono evitare di operare entro 500 metri dai nidi e rispettare le norme sui prelievi giornalieri stabiliti per ogni specie. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Abruzzo Per praticare caccia in Abruzzo è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve il tesserino regionale, il cui costo varia tra 50 e 200 euro in base alla tipologia di selvaggina. I cacciatori extracomunitari devono richiedere un permesso temporaneo. È obbligatorio iscriversi all’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) competente per zona e dotarsi di un’assicurazione RC. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Abruzzo e ANUU, che forniscono supporto tecnico, informazioni sulle normative locali e aggiornamenti stagionali. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Abruzzo Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 500 e i 3.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 10.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Abruzzo I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate coperte favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: - Gran Sasso e Maiella: cinghiali, cervi e caprioli in ambiente montano -Pescara e Chieti: battute organizzate e accesso a diversi habitat - Ortona e Vasto: zone umide costiere, ideali per anatre e altri acquatici L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, stivali impermeabili per le zone paludose, fucile calibro 12 per ungulati. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne per il cinghiale in alcune aree autorizzate. La caccia in Abruzzo rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 26 August 13:46

Caccia in Puglia: Dove la Macchia Mediterranea Incontra l’Avventura Venatoria

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

La Pugli

Caccia in Puglia: Dove la Macchia Mediterranea Incontra l’Avventura Venatoria Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Puglia, situata nel sud Italia, è una regione prevalentemente pianeggiante e collinare, con una lunga fascia costiera sul Mar Adriatico e sul Mar Ionio. Le Murge e il Gargano offrono habitat ideali per cinghiali, lepri e volpi, mentre le zone pianeggianti e le aree agricole sono ricche di fagiani, pernici e starne. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Gargano, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Puglia sono registrati circa 20.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e agricole. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia Il territorio pugliese richiede adattamento: Gargano : Caccia al cinghiale con cani segugi nei boschi. Murge : Posta fissa per lepre e pernice. Costa : Caccia al volo per anatre e quaglie, con attenzione alle zone protette. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Lesina e del fiume Ofanto. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Puglia si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Puglia sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Puglia operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Puglia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nei parchi nazionali (Gargano) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 2.500 cinghiali, 500 daini. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra della Quaglia a Zapponeta (settembre) celebra la migrazione con piatti a base di selvaggina. Nel Salento, il rito della “caccia al lume” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. È tradizione offrire al padrone del terreno una parte della preda come ringraziamento. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le saline di Margherita di Savoia ospitano il maggior numero di fenicotteri rosa d’Italia . La Puglia è stata pioniera nell’uso di app mobili per il monitoraggio delle specie durante la caccia. Nel Parco del Gargano è attivo il progetto Life Conraid per la conservazione del grifone. Cacciare in Puglia significa vivere un’esperienza tra uliveti millenari e coste incontaminate, dove la passione per la caccia si fonde con il rispetto della natura. Ogni ambiente, dalle Murge al mare, offre opportunità uniche, regolate da norme che tutelano equilibri ecologici e tradizioni. Un viaggio autentico per chi cerca l’essenza della caccia mediterranea. #CacciaPuglia #CacciaSostenibile #TradizioneVenatoria #Cinghiale #Fagiano #Lepre #Pernice #FaunaSelvatica #ZoneUmide #Gargano #Murge #Salento #RispettoNatura #LeggiVenatorie #Italia #CacciatoriPugliesi

Post: 23 May 17:31

Caccia in CAMPANIA: Un Viaggio tra Natura Incontaminata, Storia e Passione Venatoria

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

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Caccia in CAMPANIA: Un Viaggio tra Natura Incontaminata, Storia e Passione Venatoria Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Campania, situata nel sud Italia, è una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline, pianure e una lunga fascia costiera sul Mar Tirreno. I Monti Picentini, il Massiccio del Matese e il Vesuvio offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del Parco Nazionale del Cilento, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Campania sono registrati circa 35.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia Il territorio variegato richiede tecniche diverse: Montagna : Caccia al cinghiale con cani segugi nelle aree del Cilento. Collina : Posta fissa per fagiano e pernice. Costa : Caccia al volo per anatre, con attenzione alle zone protette. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Sele e del lago di Conza. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Campania si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Campania sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Campania operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Campania, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nei parchi nazionali (Cilento, Vesuvio) e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 3.000 cinghiali, 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Montella (novembre) celebra la carne con piatti come “salsicce al finocchietto”. Nel Cilento, il rito della “battuta al lume di candela” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. La tradizione vuole che i cacciatori portino in dono al padrone del terreno una parte della preda. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco Nazionale del Cilento ospita il lupo appenninico , specie protetta ma oggetto di monitoraggio per prevenire conflitti. La Campania è stata la prima regione a introdurre droni per il controllo del bracconaggio nelle aree protette. Nel 2022, è stato avvistato un grifone nelle aree montane, segno del miglioramento degli ecosistemi. Cacciare in Campania significa immergersi in un territorio ricco di storia e biodiversità, tra vulcani e antichi borghi. Ogni ambiente, dalle coste ai monti, offre sfide uniche, regolate da norme che tutelano la fauna e la tradizione. Un’esperienza autentica per chi cerca connessione con la natura e rispetto delle sue leggi. #CacciaInCampania #NaturaCampania #TradizioniVenatorie #Cinghiale #Cilento #Federcaccia #ParchiNazionali #Biodiversità #CacciaRegolamentata #SagraDelCinghiale #LupiAppenninici #Italia #Grifone #CacciaSostenibile #CulturaVenatoria #Vesuvio

Post: 22 May 10:57

Caccia nel LAZIO: Tradizione e Natura tra Roma e gli Appennini

 Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Il Lazio, regione che

Caccia nel LAZIO: Tradizione e Natura tra Roma e gli Appennini Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Lazio, regione che circonda Roma, offre paesaggi diversificati per la caccia. Gli Appennini (con vette come il Monte Terminillo, 2.217 m) ospitano boschi di faggio e abete, mentre le colline della Tuscia e dell’Agro Romano sono ricche di macchia mediterranea. Laghi vulcanici come Bolsena e Bracciano e la costa tirrenica, con le paludi di Torre Flavia, sono tappe per uccelli migratori. Il 35% del territorio è protetto da parchi (es. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Parco dei Castelli Romani), che convivono con aree di caccia regolamentata. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nel Lazio sono registrati circa 50.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia nel Lazio è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Bracciano e del fiume Tevere. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nel Lazio si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nel Lazio sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nel Lazio operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Lazio, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi nazionali e nelle aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 4.000 cinghiali, 1.500 cervi. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Subiaco (novembre) celebra la carne con ricette tradizionali come “pappardelle al sugo di cinghiale”. Nella Tuscia, il rito della “battuta al lume” (oggi vietato) è ricordato nelle sagre locali. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la porchetta e i rigatoni alla pajata, accompagnati da vini locali come il Frascati e il Cesanese. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco Nazionale d’Abruzzo ospita il lupo appenninico , specie protetta ma talvolta causa di conflitti con gli allevatori. Nel Lazio è attivo il progetto Life SafeCrossing per ridurre gli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica. La provincia di Latina detiene il record regionale di catture di colombacci grazie ai suoi campi di girasole. Cacciare nel Lazio significa scoprire un territorio ricco di storia e biodiversità, a pochi chilometri dalla capitale. Dalle foreste degli Appennini alle paludi costiere, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme che bilanciano tradizione e conservazione. Un’esperienza autentica per chi ama la natura e rispetta le sue regole. #CacciaNelLazio #TradizioniVenatorie #NaturaLaziale #Cinghiale #Appennini #Federcaccia #ParchiNazionali #Biodiversità #CacciaRegolamentata #SagraDelCinghiale #Italia #Colombacci #Caccia #CulturaVenatoria #LupiAppenninici #AgroRomano

Post: 22 May 10:52

Caccia in UMBRIA: Alla Scoperta del Cinghiale e degli Uccelli Migratori del Lago Trasimeno

Geografia e Caratteristiche Naturali nel regione

L’Umbria, cuore verde d’Ital

Caccia in UMBRIA: Alla Scoperta del Cinghiale e degli Uccelli Migratori del Lago Trasimeno Geografia e Caratteristiche Naturali nel regione L’Umbria, cuore verde d’Italia, offre paesaggi ideali per la caccia grazie alla sua varietà geografica. La regione è dominata dagli Appennini, con vette come il Monte Vettore (2.476 m), e colline ondulate ricche di boschi di querce, castagni e faggi. I fiumi Tevere e Nera, insieme al Lago Trasimeno, creano ecosistemi diversificati. Le aree boschive coprono il 36% del territorio, ospitando fauna selvatica, mentre le zone umide del Trasimeno sono vitali per gli uccelli migratori. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Attualmente i cacciatori, in Umbria sono circa 20 mila, 12 mila nella provincia di Perugia e 8mila nella provincia di Terni”. Il 72% tra i 45 e i 65 anni. La maggioranza è locale, ma la regione attira anche cacciatori da altre zone d’Italia, soprattutto per la caccia al cinghiale e agli uccelli migratori. Caratteristiche della Caccia in Umbria La caccia in Umbria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e pianeggianti, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago Trasimeno e del fiume Tevere. Tipi di Caccia e Fauna - Grandi Ungulati: Cinghiale (specie abbondante), cervo, daino e capriolo. - Selvaggina Minore: Lepre, fagiano, pernice rossa. - Uccelli Migratori: Anatre, folaghe (nel Trasimeno) e colombacci. - Caccia al Volo: Praticata nelle pianure e zone umide. Stagioni Venatorie Le date seguono il calendario nazionale, con adattamenti regionali: - Cinghiale: Ottobre-Gennaio. - Cervo e Daino: Settembre-Dicembre (solo maschi). - Selvaggina Minore: Ottobre-Febbraio. - Migratori: Ottobre-Gennaio (limite di 10 esemplari/giorno per specie). Associazioni e Club - FIDC Umbria: Organizza corsi di formazione e gestisce 20 ATC (Ambiti Territoriali di Caccia). - ANCI Umbria: Promuove la sostenibilità e la cultura venatoria. - Riserve Private: Come la Riserva di Monte Subasio, nota per il cinghiale. Legislazione Regionale Oltre alla Legge 157/1992, l’Umbria impone: - Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. - Quote annuali: 2.000 cervi e 5.000 cinghiali. - ZTL venatorie: Aree protette dove è vietato cacciare. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia L’Umbria vanta radici medievali: la Festa del Cinghiale a Norcia celebra la carne con ricette tradizionali. A Todi, il Palio della Bruschetta include gare di tiro al piattello. Le “battute di San Martino” (novembre) sono rituali per l’apertura della stagione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come la porchetta e i pici al sugo di cinghiale, accompagnati da vini locali come il Sagrantino e il Montefalco. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione - Il Lago Trasimeno ospita il maggior numero di folaghe in Italia. - La Riserva di Monte Subasio, istituita nel 1993, è una delle prime in Italia per la gestione faunistica. - L’Umbria è pioniera nell’ecoturismo venatorio: pacchetti che combinano caccia sostenibile e degustazioni di prodotti locali. Cacciare in Umbria significa immergersi in una tradizione secolare, rispettando equilibri ecologici e normative rigorose. Tra boschi, laghi e colline, l’esperienza è arricchita da una comunità appassionata e da paesaggi che restano impressi. #CacciaUmbria #Cinghiale #CacciaMigratori #LagoTrasimeno #CacciaTradizionale #FaunaSelvatica #CacciaSostenibile #CacciatoriUmbria #MonteSubasio #CacciaAlCervo #CacciaAlDaino #Fagiano #PalioDellaBruschetta #Todi #Porchetta #VinoSagrantino

Post: 15 May 14:08

Mežacūku medības ir saistītas ar ievērojamām briesmām, jo ​​tās bieži steidzas pie medniekiem, un tēviņu "miljardi" ar saviem spēcīgajiem ilkņiem rada plīsumus; mātītes,

Mežacūku medības ir saistītas ar ievērojamām briesmām, jo ​​tās bieži steidzas pie medniekiem, un tēviņu "miljardi" ar saviem spēcīgajiem ilkņiem rada plīsumus; mātītes, kuru ilkņi ir mazāk attīstīti nekā tēviņiem, neuzmanīgos medniekus nogāž no kājām un sit ar priekšējiem nagiem. Tāpēc mežacūkas dzenamo medību laikā medniekiem dažkārt tiek ierīkotas zemas platformas, no kurām mežacūkas kakla nekustīguma dēļ nevar izmest mednieku. Kad mežacūka steidzas, vislabāk ir palēkt malā paša dzīvnieka priekšā, jo mežacūka, aizskrējusi garām, reti atgriežas jaunam uzbrukumam. Visbīstamākie no visiem ir veci kuiļi, kas tiek turēti atsevišķi un tāpēc tiek saukti par vientuļniekiem. Veciem buļļiem pirms riesta mugurā un sānos veidojas kaut kas līdzīgs bruņām no zemādas skrimšļaudiem. Riesas laikā šīs bruņas (kalkāns) aizsargā dzīvnieka sānus no cita tēviņa ilkņu sitieniem cīņas par mātīti laikā. Papildus aplokam meža cūkas tiek medītas ar suņiem, kas tām piebaroti (suņi un citas šķirnes ar dzinējsuņa asiņu piejaukumu). Naktīs mežacūkas pieskata apsētajos laukos, kur tās iziet baroties. Bijušās PSRS Āzijas daļā, kur mežacūkas sastopamas ne tikai mežos, bet arī niedrēs, tās medī zirga mugurā, dzenot ārā no niedrēm izbiedētos dzīvniekus un šaujot pilnā galopā. Viņi dzenā mežacūku ar saucieniem "Ah-ah!" Izplatītas ir arī medības no torņiem (noliktavām), kur tiek gaidīti dzīvnieki, kad tie nonāk pie barošanas vietas.

Post: 12 July 17:11

Dalle Distese della Maremma alle Zone Umide: Calendario Venatorio Completo con Date e Aree Migliori

Regolamentazione e Periodi di Caccia in Maremma

La Maremma toscana,

Dalle Distese della Maremma alle Zone Umide: Calendario Venatorio Completo con Date e Aree Migliori Regolamentazione e Periodi di Caccia in Maremma La Maremma toscana, con i suoi vasti territori tra macchia mediterranea e zone collinari, offre una delle esperienze venatorie più autentiche d'Italia. La stagione di caccia qui è regolata dalla Regione Toscana seguendo la legge quadro nazionale 157/1992, con periodi che variano in base alle specie e alle specifiche caratteristiche del territorio. Specie e Periodi Venatori in Maremma La caccia in Maremma si svolge generalmente da settembre a gennaio, con aperture differenziate: per la selvaggina stanziale come cinghiale e lepre il periodo va da ottobre a dicembre, mentre per gli uccelli migratori come beccaccia e tordo si estende fino a gennaio. Rispetto alle limitrofe regioni dell'Alto Lazio e dell'Umbria, la Maremma gode di stagioni leggermente più lunghe grazie al clima mite e alla particolare conformazione del territorio. Per quanto riguarda la selvaggina grossa, il cinghiale può essere cacciato da ottobre a gennaio con particolare abbondanza nei mesi di novembre e dicembre durante il periodo degli amori. La lepre e il fagiano hanno invece una stagione più ristretta, da ottobre a dicembre. I tordi e le beccacce, vera specialità della zona, offrono ottime opportunità da novembre a gennaio, soprattutto nelle zone boschive vicino a Grosseto e nelle campagne di Capalbio. Divieti e Protezioni.Documenti necessari Nella Maremma La Maremma vieta assolutamente la caccia a specie protette come il lupo appenninico e l'istrice, con multe che possono superare i 15.000 euro in caso di infrazione. Da ricordare anche il divieto di caccia nei giorni di pioggia intensa e il periodo di chiusura obbligatorio dal 1° febbraio al 31 agosto. Per praticare la caccia in questa zona, è necessario essere in regola con diversi documenti: il porto d’armi per uso venatorio, la licenza regionale (costo tra 100 e 250€), il tesserino Federcaccia e un’assicurazione RC obbligatoria. Le aree migliori si trovano nel Parco della Maremma (nelle zone periferiche), nelle Colline Metallifere e nelle zone umide della Diaccia Botrona. Le migliori zone si trovano in Maremma: - Parco della Maremma (aree periferiche) - Colline metallifere - Zone umide della Diaccia Botrona Consigli pratici: - Ottobre/novembre: miglior periodo per cinghiali - Abbigliamento mimetico leggero per la macchia - Fucili calibro 12 per selvaggina minuta - Appostamenti all'alba vicino ai corsi d'acqua Eventi venatori nella Maremma Nella Maremma , la caccia non è solo un’attività sportiva o di controllo faunistico, ma anche un momento di incontro e di tradizione. Per questo motivo, ogni anno si tengono diversi eventi venatori che richiamano appassionati da tutta Italia, offrendo occasioni di aggiornamento, confronto e valorizzazione del territorio. Tra i più importanti spicca la Fiera Regionale della Caccia e della Pesca di Grosseto , evento annuale che propone stand espositivi dedicati ad armi, attrezzature, abbigliamento tecnico e cani da lavoro, insieme a dimostrazioni pratiche e incontri formativi sulle normative regionali e nazionali. Un altro appuntamento imperdibile è il Toscana Wild Hunting Festival, organizzato in autunno a Pisa ma con forte partecipazione di cacciatori maremmani. Questa manifestazione offre corsi pratici di tiro, laboratori per l’addestramento dei cani, seminari sulla conservazione della fauna e sull’utilizzo sostenibile del territorio. È un’occasione per approfondire le tecniche di caccia moderna e tradizionale, confrontandosi con esperti e produttori di attrezzatura professionale. Tra gli eventi più sentiti dalla comunità venatoria locale ci sono le Giornate Ecologiche Venatorie , promosse da Federcaccia Toscana e Enalcaccia, che si svolgono tra settembre e ottobre. Queste giornate combinano attività pratiche come escursioni guidate e monitoraggio della fauna con momenti didattici dedicati ai giovani e alle scuole, per trasmettere una visione consapevole e responsabile della caccia come strumento di gestione ambientale. Questi eventi non sono semplici raduni, ma rappresentano un’opportunità per rinsaldare la comunità venatoria, promuovere la sostenibilità e rafforzare il rapporto tra uomo, natura e tradizioni locali. La Maremma continua a essere un punto di riferimento per chi pratica caccia in modo rispettoso e consapevole, grazie a una rete di associazioni e strutture che ne valorizzano la storia e il futuro.

Post: 29 August 12:58

Caccia nelle Alpi della Valle d'Aosta: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi

La Valle d'Aosta, con i suoi paes

Caccia nelle Alpi della Valle d'Aosta: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi La Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi alpini incontaminati, offre un'esperienza venatoria unica in Italia. La stagione di caccia in questa regione autonoma è regolata da norme specifiche che tengono conto delle particolari condizioni climatiche e ambientali della zona alpina. Periodi e Regolamentazione in Valle d’Aosta La caccia in Valle d'Aosta è permessa generalmente da settembre a dicembre, con variazioni precise per ogni specie. Le date esatte vengono stabilite annualmente dalla Regione autonoma Valle d'Aosta, in base alla legge quadro nazionale 157/1992 e alle direttive comunitarie. L'alta montagna e il clima rigido influenzano notevolmente i calendari venatori, con stagioni più brevi rispetto alle regioni confinanti come il Piemonte o la Savoia francese. Negli ultimi anni si è assistito a un inasprimento delle norme per la protezione di alcune specie, in particolare il gallo cedrone e la pernice bianca. Specie e Periodi Ottimali Per la selvaggina grossa, la caccia al camoscio è permessa da agosto a dicembre, mentre il cervo e il capriolo possono essere cacciati da settembre a dicembre. La selvaggina minuta include la lepre variabile (ottobre-dicembre) e la volpe (settembre-marzo). I periodi migliori per l'attività venatoria sono l'inizio dell'autunno, quando gli animali sono particolarmente attivi prima dell'inverno, e la tarda estate per il camoscio. Da non perdere la tradizionale Festa del Cacciatore che si tiene ogni anno a settembre ad Aosta. Divieti e Protezioni La Valle d'Aosta vieta assolutamente la caccia allo stambecco, al lupo e all'orso, specie particolarmente protette nella regione. Sono inoltre previste limitazioni per le femmine di cervo e camoscio con piccoli. Il periodo di chiusura totale va dal 1° gennaio al 31 luglio, con possibili proroghe in caso di condizioni climatiche particolarmente rigide. Licenze e Permessi Per cacciare in Valle d'Aosta è necessario: - Porto d'armi per uso venatorio - Tesserino regionale (costo tra 100-300€) - Permesso specifico per la caccia grossa - Assicurazione RC obbligatoria Gli interessati possono rivolgersi alla Federazione Regionale Cacciatori Valle d'Aosta o ai vari Ambiti Territoriali di Caccia per informazioni aggiornate e corsi di formazione. Sanzioni Le multe per infrazioni sono particolarmente salate in questa regione: - Caccia senza licenza: fino a 6.000€ - Abbattimento specie protette: fino a 20.000€ - Utilizzo metodi illegali: sequestro armi e revoca licenza Consigli Pratici in Valle d’Aosta 1. Per il camoscio: optare per fucili di precisione con mirini telescopici, adatti alle lunghe distanze tipiche della caccia alpina 2. Nelle zone boschive: utilizzare abbigliamento mimetico adatto alla vegetazione locale 3. Per la lepre variabile: cani da seguita ben addestrati sono fondamentali 4. Attrezzatura obbligatoria: ramponi e piccozza per muoversi in sicurezza sui pendii 5. Meglio evitare le ore più calde in estate e quelle più fredde in inverno Eventi e Appuntamenti per Cacciatori in Valle d'Aosta La Valle d'Aosta, oltre ad essere un paradiso venatorio, offre numerosi eventi e iniziative dedicate ai cacciatori durante tutto l'anno. Uno degli appuntamenti più attesi è la tradizionale Festa del Cacciatore che si tiene ogni settembre ad Aosta, dove espositori, artigiani e appassionati si riuniscono per presentare attrezzature, condividere esperienze e partecipare a dimostrazie di cani da caccia. A ottobre non perdete il Raduno Regionale dei Cacciatori di Camoscio a Courmayeur, un'occasione unica per confrontarsi con esperti sulle migliori tecniche di approccio in alta quota, con prove pratiche sui pendii del Monte Bianco. Per chi preferisce la selvaggina minuta, a novembre si svolge il Trofeo Lepre Variabile nella Conca di Saint-Barthélemy, dove squadre di cacciatori con cani da seguita gareggiano rispettando rigorosi criteri etici. La Fiera della Selvaggina e dei Prodotti Locali a dicembre a Saint-Vincent è invece perfetta per gustare specialità alpine a base di carne di camoscio e cervo, accompagnate da degustazioni di vini valdostani. Per i cacciatori più tecnici, a febbraio l'ATC Monte Rosa organizza corsi gratuiti su: utilizzo di termocamere autorizzate, tecniche di tiro in montagna e orientamento con GPS in condizioni invernali.

Post: 27 August 15:08

Caccia in Puglia: Stagioni Venatorie tra Oliveti e Zone Umide - Quando Apre e Chiude

Principali periodi di caccia nella regione di Puglia

La Puglia offre ai cacciatori

Caccia in Puglia: Stagioni Venatorie tra Oliveti e Zone Umide - Quando Apre e Chiude Principali periodi di caccia nella regione di Puglia La Puglia offre ai cacciatori un territorio ricco e variegato, con stagioni venatorie che si estendono generalmente da settembre a gennaio. La Regione Puglia regolamenta attentamente i periodi di caccia in base alla Legge Nazionale 157/1992 e alle direttive UE, con aggiornamenti annuali che tengono conto dei monitoraggi faunistici. Le peculiarità climatiche e territoriali influenzano notevolmente l'attività venatoria: le zone costiere del Salento sono ideali per gli uccelli migratori, mentre le aree collinari del Gargano e delle Murge offrono ottime opportunità per la caccia al cinghiale. Rispetto alle regioni confinanti, la Puglia presenta alcune differenze significative. Mentre in Basilicata ci sono più restrizioni sulla lepre, qui si gode di una maggiore libertà. Al contrario, per la beccaccia il periodo d'apertura risulta più tardivo che in Campania. Negli ultimi anni si sono verificati importanti cambiamenti normativi, come le restrizioni del 2021 nelle zone umide protette e l'estensione del 2023 per il controllo del cinghiale nelle aree sovrappopolate. Calendario stagionale della caccia in Puglia Il calendario venatorio pugliese prevede per la selvaggina grossa la caccia al cinghiale dal 1° ottobre al 31 gennaio e alla volpe dal 15 settembre al 31 dicembre. Per quanto riguarda la selvaggina minuta, la lepre può essere cacciata dal 1° ottobre al 30 novembre, il fagiano fino al 31 dicembre e la beccaccia dal 1° novembre al 31 gennaio. I mesi migliori risultano ottobre-novembre per il cinghiale e dicembre-gennaio per gli acquatici. Non mancano gli appuntamenti tradizionali come la Fiera della Caccia a settembre a Bari e la Sagra del Cinghiale a ottobre a Foggia. Divieti e Restrizioni in Puglia La regolamentazione pugliese vieta assolutamente la caccia a specie protette come lupo, lontra e nibbio reale, mentre impone limitazioni per le femmine di cinghiale con piccoli. Il periodo di chiusura va dal 1° febbraio al 31 agosto, con possibili sospensioni temporanee durante la migrazione primaverile. Per esercitare l'attività venatoria è necessario possedere il porto d'armi per uso venatorio, il tesserino regionale (con costi tra 50 e 200 euro) e un'assicurazione RC obbligatoria. Gli ATC locali e Federcaccia Puglia rappresentano punti di riferimento fondamentali per informazioni e aggiornamenti. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Puglia Le sanzioni per chi trasgredisce le norme possono essere severe: fino a 5.000 euro per chi caccia senza licenza e fino a 15.000 euro più il sequestro delle armi per l'abbattimento di specie protette. Per chi vuole ottenere i migliori risultati, il Gargano rappresenta la zona ideale per il cinghiale, mentre il Salento è perfetto per gli acquatici. L'attrezzatura deve essere adeguata al territorio, con particolare attenzione agli stivali impermeabili per le zone umide. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Puglia Per massimizzare il successo venatorio in Puglia, è fondamentale adattare strategie e attrezzature alle caratteristiche del territorio. Nelle zone boschive del Gargano e delle Murge, dove il cinghiale è particolarmente attivo, si consigliano approcci silenziosi con buone ottiche notturne per le ore crepuscolari, quando gli animali sono più mobili. Per la caccia agli acquatici nelle zone umide del Salento, sono indispensabili stampi di qualità, richiami efficaci e abbigliamento mimetico adatto agli ambienti palustri. Fondamentali stivali impermeabili alti, considerando le frequenti aree allagate. La mezza stagione richiede vestiario astrati per affrontare le tipiche escursioni termiche pugliesi, mentre in inverno non bisogna sottovalutare il vento freddo che spira dalle Murge. Per la caccia alla lepre nelle aree collinari, cani da seguita ben addestrati fanno la differenza. Si raccomanda sempre di verificare le previsioni meteo e di informarsi presso gli ATC locali sulle condizioni specifiche delle singole riserve. Non trascurare l'importanza di un buon binocolo per l'avvistamento a distanza, specialmente nelle aperte distese della Murgia barese.

Post: 27 August 15:07

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