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Ai Confini delle Aree Protette: Calendario di Caccia con Date e Zone Consentite

Le aree protette italiane , che comprendono parchi nazionali, regionali, riserve naturali

Ai Confini delle Aree Protette: Calendario di Caccia con Date e Zone Consentite Le aree protette italiane , che comprendono parchi nazionali, regionali, riserve naturali e zone Natura 2000 , rappresentano un patrimonio ecologico di enorme valore. In queste aree si concentra la maggior parte della biodiversità del Paese, con habitat unici e specie selvatiche spesso rare o minacciate. Per questo motivo, la caccia in queste zone è fortemente regolamentata, e in molti casi completamente vietata. Regolamentazione e Periodi di Caccia nelle Aree Protette La caccia all’interno delle aree protette integrali , come i nuclei centrali dei parchi nazionali, è generalmente vietata o consentita solo in forma molto ridotta e controllata, come parte di piani faunistico-venatori approvati da enti pubblici. Nelle zone periferiche o di transizione , invece, è possibile cacciare seguendo le normative regionali e il calendario venatorio stabilito annualmente. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio-marzo. Ogni regione applica criteri diversi per la gestione venatoria intorno alle aree protette, ma tutti devono rispettare il Decreto Ministeriale 367/2001, la Direttiva Uccelli e le linee guida dell’Unione Europea sulla conservazione della fauna. Calendario Venatorio per Specie nelle Aree Protette Anche se la caccia è vietata all’interno delle aree protette, nelle zone limitrofe si possono trovare numerose specie selvatiche. Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come merlo, tordo bottaccio, starna e tortora. L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. Alcune specie, come corvo, cornacchia e piccione urbano, possono essere oggetto di controllo demografico durante l’anno previa autorizzazione. Molte aree protette sono luoghi strategici per il passo migratorio e quindi fondamentali per il monitoraggio e la conservazione degli uccelli, anche da parte dei cacciatori sensibili alla sostenibilità. Specie Protette e Restrizioni nelle Aree Protette All’interno delle aree protette italiane molte specie sono tutelate per legge. Tra quelle completamente protette figurano aquila reale, gufo reale, astore, nibbio bruno, lupo, cervo sardo, camoscio appenninico, martora, genetta, airone cinerino, cicogna bianca e ibis eremita. Tra le restrizioni principali ci sono il divieto assoluto di caccia in periodo riproduttivo (marzo-luglio), il divieto di abbattere femmine accompagnate da prole o giovani non autosufficienti e la completa interdizione alla caccia nei nuclei centrali dei parchi, nelle riserve integrali e nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in ambienti delicati. Documentazione Necessaria per Cacciare nelle Aree Protette Per poter cacciare legalmente nelle aree limitrofe alle protezioni, bisogna possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio acquistabile online tramite il sistema regionale competente e l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Alcuni parchi richiedono anche un’autorizzazione specifica per operare in determinate aree adiacenti, soprattutto se interessate da piani di controllo faunistico. Sanzioni e Multe nelle Aree Protette Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle aree protette sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali, consultando le mappe aggiornate fornite dagli enti parco o dalle regioni. Consigli Pratici per i Cacciatori nelle Aree Protette Lavorare vicino alle aree protette richiede attenzione e preparazione. Indossare abbigliamento mimetico adatto al territorio (bosco, collina, palude), usare binocoli di alta qualità per osservare il movimento degli animali senza disturbarli e utilizzare richiami vocali o elettronici per uccelli migratori, rispettando sempre le distanze dalle aree interdette. Evitare di cacciare nelle ore più calde del giorno per non disturbare la fauna autoctona e rispettare sempre i sentieri, senza invadere le aree interdette. Le aree più produttive si trovano nei dintorni di Parco Nazionale del Gran Sasso, Parco dello Stelvio, Parco del Cilento, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Parco del Delta del Po e altre aree dove la fauna si concentra grazie alla ricchezza di habitat naturali.

Post: 1 September 07:56

Tra Paludi e Lagune: Calendario Venatorio nelle Zone Umide Italiane con Date e Specie Protette

Le zone umide italiane , tra le più importanti d’Europa per biodiversità,

Tra Paludi e Lagune: Calendario Venatorio nelle Zone Umide Italiane con Date e Specie Protette Le zone umide italiane , tra le più importanti d’Europa per biodiversità, rappresentano un habitat essenziale per numerose specie di uccelli migratori e acquatici. Questi ambienti, che includono paludi, lagune, foci fluviali, stagni e risaie, sono spesso aree protette o riserve naturali, dove la caccia è fortemente regolamentata o completamente vietata. Tra le principali zone umide del nostro Paese figurano: Delta del Po (Emilia-Romagna e Veneto) Laguna di Venezia (Veneto) Riserva della Biosfera del Lago di Orta e Mergozzo (Piemonte) Laghi costieri di Fogliano, Caprolace e Sabaudia (Lazio) Stagni di Cabras e Margine Rosso (Sardegna) Oasi di Vendicari (Sicilia) In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le specie presenti e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questi ambienti unici. Regolamentazione e Periodi di Caccia nelle Zone Umide Italiane La caccia nelle zone umide italiane è disciplinata da una serie di normative nazionali e regionali, integrate da direttive europee come la Direttiva Uccelli (2009/147/CE) e il Decreto Ministeriale 367/2001 . Ogni regione stabilisce autonomamente il calendario venatorio, con particolare attenzione alle esigenze ecologiche delle specie migratorie. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio. In molte zone umide, tuttavia, la caccia è limitata a poche specie e solo in determinate aree esterne alle riserve integrali. Calendario Venatorio per Specie nelle Zone Umide Italiane I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Anatre (verde, mestolone, codone, beccaccino) : periodo attivo da ottobre a gennaio. Fischioni : caccia consentita in forma controllata, prevalentemente nelle risaie lombarde e nel Delta del Po. Gallinelle d’acqua e porciglioni : caccia autorizzata per brevissimi periodi, con limitazioni precise. Piccione, merlo, tordo bottaccio : migratori che transitano in settembre-ottobre; la loro caccia è sottoposta a crescenti restrizioni. Volpe e cinghiale : possono essere oggetto di controllo demografico anche durante l’anno, in aree non protette. Questa varietà rende le zone umide italiane una meta interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti lacustri e paludosi. Specie Protette e Restrizioni nelle Zone Umide Italiane Essendo parte integrante della rete Natura 2000 , molte zone umide sono incluse in Zone di Protezione Speciale (ZPS) o Siti di Interesse Comunitario (SIC) . Tra le principali restrizioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : airone cinerino, cicogna bianca, ibis eremita, martin pescatore, folaga, gazza marina. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in ambienti delicati come le zone umide. Documentazione Necessaria per Cacciare nelle Zone Umide Italiane Per poter cacciare legalmente nelle zone umide italiane è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale competente (es. Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio, Sardegna); l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nelle Zone Umide Italiane Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle zone umide sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nelle Zone Umide Italiane L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici adatti all’ambiente paludoso, stivali impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi o galleggianti per osservare movimenti notturni di anatre e gallinelle. Tra le tecniche più efficaci: La caccia in appostamento fisso , soprattutto nelle risaie e nei canneti. L’utilizzo di richiami vocali elettronici o manuali per attirare anatre e fischioni. L’osservazione dei corridoi migratori per intercettare stormi in transito. Le aree più produttive si trovano nel Delta del Po , nelle risaie lombarde , lungo le coste del Lazio e nella Sardegna sud-occidentale , dove la selvaggina si concentra grazie alla ricchezza di habitat naturali.

Post: 1 September 07:55

Caccia nelle Alpi Apuane: Stagioni tra Pareti Rocciose e Faggete - Quando Apre e Chiude

Le Alpi Apuane, con i loro paesaggi rocciosi e boscosi che si estendono tra la co

Caccia nelle Alpi Apuane: Stagioni tra Pareti Rocciose e Faggete - Quando Apre e Chiude Le Alpi Apuane, con i loro paesaggi rocciosi e boscosi che si estendono tra la costa toscana e l’entroterra appenninico, rappresentano un ambiente peculiare per la fauna selvatica. Questa zona è habitat naturale di numerose specie come cinghiali, caprioli, lepri e uccelli migratori. Tuttavia, gran parte del territorio rientra nel Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane, dove la caccia è vietata o fortemente limitata. Fuori dai confini del parco, invece, è possibile praticare attività venatoria seguendo regole precise gestite dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) locali. Normativa Generale e Periodi di Caccia nelle Alpi Apuane La stagione venatoria nella zona segue il calendario regionale della Toscana, stabilito annualmente sulla base della Legge 3/1994 e aggiornamenti successivi. La caccia generale inizia tradizionalmente con la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio, con differenze a seconda della specie: - Il cinghiale può essere cacciato da settembre a gennaio - Il capriolo è abbattibile da ottobre a dicembre - La lepre, il fagiano e altre forme di selvaggina minore sono prelevabili entro dicembre - Gli uccelli migratori hanno finestre temporali fino a gennaio Il clima temperato e il terreno impervio influenzano sia l’andamento demografico degli animali che le tecniche utilizzate dai cacciatori. Rispetto alle altre aree della Toscana, le Alpi Apuane presentano caratteristiche geografiche uniche, che richiedono adattamenti nell’equipaggiamento e nella strategia di approccio. Negli ultimi anni si è posta maggiore attenzione al controllo del cinghiale, a causa dei danni crescenti nei boschi e nelle colture agricole circostanti. Calendario Stagionale della Caccia Ogni anno vengono definiti nuovi piani faunistici basati su monitoraggi scientifici. Tra i periodi migliori figurano ottobre–novembre, quando il cinghiale è più attivo, e novembre–gennaio, ideale per gli uccelli migratori. Le giornate ventose favoriscono il movimento di anatre, beccacce e tordi, mentre il capriolo è più visibile all’alba e al tramonto. Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e al territorio, come mostre di armi, incontri tecnici e corsi organizzati da Federcaccia Toscana e ANUU. Queste occasioni permettono ai cacciatori di confrontarsi sulle normative, migliorare le proprie conoscenze e scoprire le novità dell’ambito venatorio locale. Divieti e Restrizioni All’interno del Parco Naturale delle Alpi Apuane la caccia è vietata. Sono protette specie simbolo come il lupo, l’aquila reale, la ghiandaia alpina e la marmotta, tutte tutelate integralmente. Fuori dal parco ci sono ulteriori restrizioni: - Divieto totale di caccia da febbraio a fine agosto - Non si possono abbattere femmine con piccoli tra maggio e agosto - Le domeniche di ottobre sono giornate di silenzio venatorio - Nelle zone umide è obbligatorio l’uso di munizioni senza piombo Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione Per praticare caccia nelle aree esterne alle Alpi Apuane è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, rilasciato dalla Regione Toscana, e l’autorizzazione dell’ATC competente. È obbligatorio dotarsi di assicurazione RC sufficiente e rispettare le normative locali. I cacciatori non residenti devono richiedere permessi specifici con largo anticipo. Associazioni consigliate includono Federcaccia Toscana e ANUU, che forniscono supporto informativo, corsi teorico-pratici e assistenza per ottenere documenti e autorizzazioni. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni severe, soprattutto se coinvolto in attività illegale all’interno del parco o con specie protette. Le multe previste includono: - Fino a 20.000 euro per caccia illegale nel parco - Multe fino a 15.000 euro per l’abbattimento di specie tutelate - 5.000–10.000 euro per chi caccia senza licenza - 50 euro per kg eccedente sul limite giornaliero - Confisca immediata dell’equipaggiamento usato illegalmente Chi commette infrazioni gravi o recidive può perdere la licenza e vedersi negare l’accesso ai permessi futuri. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare problemi legali e contribuire alla conservazione del territorio. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia La scelta del momento migliore dipende dalla specie e dall’habitat. Nei terreni montani e rocciosi delle Alpi Apuane, le tecniche vanno adattate al contesto. Alba e tramonto sono ideali per seguire ungulati, mentre le giornate coperte favoriscono l’attività degli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone consigliate spiccano: - Monte Pana e Monte Corchia, habitat naturale per cinghiali e caprioli - Val di Vara e Lunigiana toscana, ricche di selvaggina minore e battute organizzate - Aree collinari intorno a Carrara, ideali per fagiani e lepri L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di ambiente e preda: fucile calibro 12 per versatilità, abbigliamento mimetico adatto alla montagna, ottiche resistenti alle intemperie. In alcune aree autorizzate è consentito l’utilizzo di termocamere per la caccia notturna al cinghiale. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute organizzate con guida esperta. La caccia nelle Alpi Apuane richiede grande preparazione, conoscenza approfondita del territorio e rispetto rigoroso delle normative. Fuori dai confini del parco, si possono vivere esperienze uniche tra montagne e foreste, sempre nel pieno rispetto della fauna e dell’ambiente. Buona stagione a tutti!

Post: 29 August 12:50

Caccia nel Parco Nazionale d'Abruzzo: Calendario, Normative e Strategie per una Pratica Consapevole

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è uno dei santuari natur

Caccia nel Parco Nazionale d'Abruzzo: Calendario, Normative e Strategie per una Pratica Consapevole Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è uno dei santuari naturali più importanti d’Italia. Questo territorio protetto ospita specie rare e simboliche come l’orso bruno marsicano, il lupo appenninico e il camoscio d’Abruzzo. Per questa ragione, la caccia all’interno del parco è completamente vietata, in base alla legge nazionale 394/1991, che tutela la biodiversità e gli habitat naturali. Tuttavia, nelle zone esterne al parco, gestite dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), si applica il calendario venatorio regionale, con aperture regolamentate e periodi di chiusura ben definiti. Normativa Generale e Periodi di Caccia nel Parco Nazionale d’Abruzzo La stagione venatoria nelle aree limitrofe al parco segue le disposizioni della Regione Abruzzo, aggiornate annualmente sulla base della Legge 157/1992 e delle direttive europee per la conservazione della fauna. La caccia generale ha inizio tradizionalmente a settembre e termina a gennaio, con finestre temporali differenziate per specie: - Il cinghiale è abbattibile da ottobre a gennaio - Il capriolo può essere cacciato da settembre a dicembre, solo attraverso piani di selezione - La lepre e il fagiano sono prelevabili da ottobre a dicembre - Gli uccelli migratori, come beccacce e anatre, hanno un periodo ridotto tra settembre e gennaio Le caratteristiche geografiche influenzano le strategie di caccia: nelle zone montane le attività iniziano spesso con ritardo a causa delle condizioni climatiche, mentre in collina e in pianura si registra maggiore accessibilità durante l’inverno. Rispetto ad altre regioni italiane, l’Abruzzo mantiene un equilibrio tra controllo degli ungulati e protezione ambientale. Calendario Stagionale della Caccia Ogni anno vengono stabiliti i periodi di apertura e chiusura sulla base di monitoraggi scientifici e valutazioni sull’andamento demografico delle popolazioni animali. Tra i momenti migliori figurano: - Ottobre–novembre, quando il cinghiale e il capriolo sono più attivi per la stagione degli amori - Novembre–gennaio, ideale per gli uccelli migratori, specialmente in prossimità di laghi e zone umide Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e alla gastronomia locale, come la Fiera della Caccia di Avezzano (settembre) e la Sagra del Cinghiale di Pescasseroli (ottobre), occasioni per approfondire la conoscenza del territorio e incontrare esperti del settore. Divieti e Restrizioni All’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo non è possibile praticare alcuna forma di caccia. Sono tutelate integralmente numerose specie simbolo, tra cui orso, lupo, camoscio e aquila reale. Fuori dal parco, ci sono comunque restrizioni precise: - Divieto assoluto da febbraio a fine agosto, periodo di riproduzione e nidificazione - Non è consentito abbattere femmine con piccoli, soprattutto tra maggio e agosto - Le domeniche di novembre sono giornate di silenzio venatorio - Nelle zone umide è obbligatorio utilizzare munizioni senza piombo Queste norme servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire una pratica venatoria sostenibile. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione Per poter cacciare nelle aree esterne al parco è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, con costo compreso tra 80 e 250 euro, rilasciato dalla Regione Abruzzo. È indispensabile registrarsi presso l’Ambito Territoriale di Caccia competente e dotarsi di un’assicurazione RC con copertura sufficiente. I cacciatori provenienti da altre regioni devono presentare richiesta in anticipo e rispettare eventuali norme locali. Le associazioni consigliate includono Federcaccia Abruzzo e ANUU, che forniscono corsi, supporto tecnico e informazioni sulle regole locali. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni molto severe, soprattutto per chi entra illegalmente nel parco o danneggia specie protette. Le multe per caccia non autorizzata all’interno del parco possono arrivare fino a 50.000 euro, con possibili pene detentive. L’abbattimento di specie tutelate comporta sanzioni fino a 100.000 euro e denunce penali. Chi caccia senza licenza rischia una multa tra 5.000 e 15.000 euro, mentre superare i capi consentiti costa 50 euro per ogni kg eccedente. Chi commette infrazioni gravi o recidive può perdere la licenza e vedersi confiscare l’equipaggiamento. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e tramonto sono ideali per osservare e seguire ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate nuvolose favoriscono l’attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone consigliate: - Piani di Pezza, fuori dal parco, ideale per battute organizzate su cinghiali e caprioli - Valle del Sagittario, ricca di selvaggina minore e percorsi dedicati L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di ambiente e preda: fucile calibro 12 per versatilità, abbigliamento mimetico per muoversi indisturbati nei boschi, binocolo termico per osservare al crepuscolo. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne autorizzate per il cinghiale. La caccia nel territorio abruzzese offre opportunità uniche ma deve sempre tenere conto dei confini del Parco Nazionale, dove ogni forma di prelievo è vietata. Fuori da queste aree protette, è possibile vivere l’esperienza venatoria in modo legale e responsabile, rispettando le normative e contribuendo alla conservazione dell’ambiente. Buona stagione a tutti!

Post: 29 August 12:48

Caccia nelle Aree Protette Italiane: Tra Conservazione e Passione Venatoria - Guida per un'Aventura Responsabile

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal

Caccia nelle Aree Protette Italiane: Tra Conservazione e Passione Venatoria - Guida per un'Aventura Responsabile Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le aree protette italiane, tra cui 24 parchi nazionali (es. Gran Paradiso, Abruzzo) e oltre 300 riserve regionali , offrono paesaggi straordinari per la caccia sostenibile. Montagne come le Dolomiti , boschi come quelli del Parco della Sila (Calabria), e zone umide come le Valli di Comacchio (Emilia-Romagna) ospitano fauna autoctona: cervi, camosci, cinghiali, pernici e rapaci. Queste aree bilanciano biodiversità e attività venatoria, con zone di "rispetto" dove la caccia è vietata. Demografia dei Cacciatori In Italia sono registrati ~600.000 cacciatori, con concentrazioni elevate in regioni come: Toscana (65.000), attiva nelle Colline Metallifere. Puglia (35.000), specialmente nel Gargano. Abruzzo (28.000), cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Trentino-Alto Adige (12.000), focalizzato sulle Dolomiti. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cinghiale : Praticata in aree come il Parco del Cilento (Campania) con braccate controllate. Caccia al Camoscio : Riservata alle Alpi (es. Parco dello Stelvio), con permessi limitati. Caccia agli Uccelli : Pernici in Sardegna (Parco del Limbara), quaglie in Pianura Padana. Caccia al Cervo : Focalizzata nei parchi dell’Appennino (es. Parco Nazionale d’Abruzzo). Stagioni Venatorie Cinghiale : Ottobre – Gennaio (divieto notturno in parchi come il Gran Sasso). Cervo e Camoscio : Settembre – Dicembre (solo maschi adulti). Selvaggina Minuta : Settembre – Novembre. Uccelli Migratori : Settembre – Febbraio (con limiti giornalieri). Associazioni e Club Locali Federcaccia Italia : Coordina progetti di gestione faunistica in 15 parchi. Arci Caccia : Organizza corsi di formazione nelle riserve regionali. Club Alpini : Supporta cacciatori nelle aree impervie (es. Parco dello Stelvio). Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 2 cinghiali, 1 cervo e 1 camoscio per stagione (varia per regione). Aree Protette : Caccia vietata nei nuclei centrali dei parchi (es. Parco Nazionale del Vesuvio). Armi : Divieto di fucili con canna <55 cm; munizioni in acciaio per uccelli acquatici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia Abruzzo : Il "banchetto del bramito" con piatti a base di cervo. Sardegna : La "caccia alla perdice" con cani locali (razza "Sardo-Eurasiatico"). Trentino : La "festa del camoscio" con esposizione di corna intagliate. Toscana : Il "cinghiale in umido" cucinato dopo le battute. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco d’Abruzzo : Qui vive il lupo appenninico , specie protetta che convive con l’attività venatoria grazie a rigidi protocolli. Progetto LIFE : Nel Parco della Sila, cacciatori collaborano con biologi per monitorare il lince eurasiatica . Storia : Nel 1922, il Re Vittorio Emanuele III promulgò la prima legge italiana per la protezione del camoscio nelle aree alpine. Cacciare nelle aree protette italiane è un privilegio che richiede la delicatezza di un artista e la responsabilità di un custode. Qui, tra le ombre dei camosci che sfidano le vette e il bramito dei cervi che riecheggia nei boschi millenari, ogni cacciatore diventa parte di un patto antico: rispettare la natura per poterla vivere. Queste terre, che hanno visto re e pastori, lupi e foreste rinascere dalle ceneri del tempo, oggi affidano ai cacciatori un compito sacro — essere testimoni di un equilibrio dove ogni colpo è misurato, ogni passo è consapevole, e ogni preda è un tributo alla vita che continua. Perché nelle aree protette, più che altrove, la vera vittoria non è la preda, ma l’armonia che si lascia dietro. #CacciaAreeProtette #ParcoGranParadiso #Italia #Cervo #FedercacciaItalia #TradizioniVenatorie #Bramito #LupoAppenninico #ProgettoLIFE #CacciaSostenibile #NaturaETradizione #CinghialeInUmido #FestaDelCamoscio #CollineMetallifere #ValliDiComacchio #CacciaConCani

Post: 11 June 14:36

Caccia ai Confini del Parco del Pollino: Tradizione e Conservazione a Braccetto

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Il Par

Caccia ai Confini del Parco del Pollino: Tradizione e Conservazione a Braccetto Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale del Pollino, situato tra Basilicata e Calabria, è il più grande parco nazionale d’Italia, con una superficie di oltre 192.000 ettari. Le montagne, le foreste di faggio e pino loricato, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo e il lupo appenninico. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle aree circostanti il Parco del Pollino, sono registrati circa 3.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie. Caratteristiche della caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi). Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Basilicata, Federcaccia Calabria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto assoluto di caccia all’interno del parco. Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come salsiccia di cinghiale e lagane e ceci, accompagnati da vini locali come l’Aglianico del Vulture. Curiosità sulla caccia nella regione Il Parco del Pollino è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il pino loricato, una specie arborea rara e protetta. Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura. Il Parco ospita il pino loricato , albero monumentale protetto, simbolo dell’area. Nel 2020, è stato avviato il progetto Life Wolfalps per mitigare conflitti tra lupi e attività venatorie. La zona è stata teatro della prima reintroduzione del cervo sardo in Italia continentale (2018). La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #Pollino #CacciaESalvaguardia #BraccataTradizionale #SentieriDelCinghiale #VenatoriDelSud #CuoreDelPollino #LeggendeDiMontagna #TradizioniDiCaccia #FagianiEDintorni #SaporiDelCacciatore #QuotaCinghiale #NaturaETradizione #SulleOrmeDelCapriolo #SegugiInMontagna #SpiritoAppenninico #Italia

Post: 27 May 13:10

Caccia ai Confini del Parco Nazionale d’Abruzzo: Tradizione e Conservazione a Braccetto

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Caccia ai Confini del Parco Nazionale d’Abruzzo: Tradizione e Conservazione a Braccetto Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale d’Abruzzo, situato nel cuore dell’Appennino centrale, è una delle aree naturali più importanti d’Italia. Con una superficie di oltre 50.000 ettari, il parco ospita una straordinaria biodiversità. Le montagne, le foreste di faggio e abete, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il camoscio d’Abruzzo, il cervo, il capriolo e il cinghiale. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle aree circostanti il Parco Nazionale d’Abruzzo, sono registrati circa 5.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie. Caratteristiche della caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi). Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Abruzzo, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto assoluto di caccia all’interno del parco. Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco. Quote annuali: 2.000 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come arrosticini (spiedini di carne) e polenta con sugo di cinghiale, accompagnati da vini locali come il Montepulciano d’Abruzzo. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio d’Abruzzo, simbolo del parco, è una specie protetta e non può essere cacciata. Il Parco Nazionale d’Abruzzo è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il lupo appenninico, una specie protetta. Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura. La caccia nelle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #Abruzzo #ilParcoNazionaledAbruzzo #VenatoriTraMontagne #TradizioneEConservazione #DoveRegnaIlCinghiale #SentieriDiCaccia #LupiECacciatori #SaporiDiSelvaggina #SegugiETracce #PassioneAppenninica #EchiDiFucile #AbruzzoAutentico #Italia #CustodiDellaNatura #CacciaConsapevole #SfideAlpine

Post: 26 May 09:50

Livonijas ordeņa mūra pils ir senākā celtne Dobelē un valsts nozīmes kultūras piemineklis. Šī vieta nesen piedzīvojusi pārbūvi - pārbūvēta Dobeles Livonijas ordeņa pils k

Livonijas ordeņa mūra pils ir senākā celtne Dobelē un valsts nozīmes kultūras piemineklis. Šī vieta nesen piedzīvojusi pārbūvi - pārbūvēta Dobeles Livonijas ordeņa pils kapela, kā arī pils laukuma teritorija. Pārbūvētā kapelas ēka ir nodota ekspluatācijā 2020. gadā, un kļuvusi par daudzfunkcionālu, kultūras, amatniecības un tūrisma attīstības centru ar nosaukumu "Dobeles Pils". Zemgaļu koka pils vietā pils ir celta no 1335. līdz 1359. gadam. Pils bijusi apdzīvota līdz 1730. gadam. Dobeles senāko iedzīvotāju – zemgaļu – apmetne te atradusies jau 1000 gadus p.m.ē. Senās pilsētas ielokā bijusi uzcelta zemgaļu koka pils, kur bijis viens no seno zemgaļu administratīvajiem centriem. Pils vairākkārt minēta Atskaņu hronikā, stāstot par kaujām, kas 13. gadsimtā notika starp vietējiem iedzīvotājiem un vācu bruņiniekiem. No 1279. līdz 1289. gadam Dobeles pils izturēja sešus ienaidnieka aplenkumus. 1289. gadā zemgaļi neuzvarēti pili pameta, paši to nodedzinot, un devās uz Rakti Lietuvā. No 1335. līdz 1347. gadam Livonijas ordenis zemgaļu koka pils vietā uzcēla mūra pili, vēlāk tika piebūvēta baznīca un izveidots parks. Līdz 1562. gadam pils bija garnizona priekšnieka un vienlaikus novada pārvaldnieka - komtura mītne. Kurzemes - Zemgales hercogistes laikā pili pārraudzīja vairāki komendanti, pēdējais no tiem bija kapteinis Kristofs Georgs fon Offenbergs. Pēc 1729. gada Livonijas ordeņa celtā pils vairs netika apdzīvota un pamazām sabruka.

Post: 15 August 17:54

Dabas parks "Dvietes paliene" atrodas Daugavas kreisajā krastā. Izveidots 2004. gadā vairāk kā 4000 hektāru platībā ar mērķi saglabāt dabiskās palieņu pļavas. Īpaši piemē

Dabas parks "Dvietes paliene" atrodas Daugavas kreisajā krastā. Izveidots 2004. gadā vairāk kā 4000 hektāru platībā ar mērķi saglabāt dabiskās palieņu pļavas. Īpaši piemērota vieta putnu vērotājiem, kā arī skaistu un dabisku ainavu cienītājiem. Dabas parks "Dvietes paliene" ir viens no lielākajiem un labāk saglabātajiem dabisko upju palieņu paraugiem Latvijā un Eiropā. Tā ir unikāla, pasaules mēroga nozīmes migrējošo putnu pulcēšanās un ligzdošanas vieta, tādēļ teritorijai piešķirts putniem nozīmīgas vietas statuss un 2009. gadā parka teritorijā ierīkots putnu vērošanas tornis. Te meklējamas retas, maz pārveidotas applūstošu zālāju dzīvotnes. Dabas parka teritorijā konstatētas 12 īpaši aizsargājamas augu un dzīvnieku sugas. Dabas parkā "Dvietes paliene" izveidots Dvietes senlejas informācijas centrs, kurā var iegūt informāciju par Dvietes senlejas dabas un kultūrvēsturiskajām bagātībām, par dabas parka apsaimniekošanu, var saņemt ekskursijas vadītāja pakalpojumus, izstrādāt ceļojuma maršrutus.

Post: 3 August 18:17

Veczemju klintis ir iespaidīgākā un krāšņākā smilšakmens klinšu grupa Vidzemes piekrastē. Viļņi te ir izveidojuši līdz 6 m augstu stāvkrastu, kur vairāku simtu metru garu

Veczemju klintis ir iespaidīgākā un krāšņākā smilšakmens klinšu grupa Vidzemes piekrastē. Viļņi te ir izveidojuši līdz 6 m augstu stāvkrastu, kur vairāku simtu metru garumā atsedzas sarkanas smilšakmens klintis ar seklām abrāzijas alām, nišām, grotām un citiem veidojumiem. Šī atpūtas vieta pašā jūras krastā visbiežāk ir brīva no laiskiem atpūtniekiem, saglabājot savu klusuma burvību un ekoloģiski tīro vidi. Klinšu tuvumā darbojas kempings "Klintis". Paliekot šeit ilgāk, vari izmantot labiekārtotās mājiņas. Šīs vietas burvību pierāda fakts, ka šeit filmēti skati tādām filmām kā "Ilgais ceļš kāpās" un "Vecā jūrnieka ligzda". Klintis ir ar daudzveidīgu krāsu gammu - no pavisam gaišām krāsām līdz tumši sarkanai.

Post: 19 July 13:13

Nelielais ezers ar dzidro zilganzaļas krāsas ūdeni melleņu meža vidū, saukts arī par Čertoku, Čortoku un Čertaku, atrodas Grāveru silā, 12 kilometru attālumā no Aglonas.

Nelielais ezers ar dzidro zilganzaļas krāsas ūdeni melleņu meža vidū, saukts arī par Čertoku, Čortoku un Čertaku, atrodas Grāveru silā, 12 kilometru attālumā no Aglonas. Sufozijas piltuvveida ieplakā izvietotā Velnezera dziļums sasniedz 17 metrus, bet ūdens caurredzamība vietām pat – 12 metrus. Tajā neietek neviena upīte vai avots un arī neiztek. Ezera ūdenī nav lielas ūdensaugu un ūdensdzīvnieku daudzveidības. Pie ezera ierīkotas atpūtas vietas ar galdiņiem un soliņiem, kā arī ugunskura vietas. Par Čertoka ezeru jeb Velnezeru apkārtējie iedzīvotāji zina stāstīt daudzus un dažādus nostāstus. Ezera apkārtnē nekad neesot dzīvojuši cilvēki, jo tie pie ezera nav spējuši ilgstoši uzturēties. Šeit cilvēki bieži nomaldas un neatrod ezeru. Ap ezeru 1977. gadā izveidots dabas liegums “Čertoka ezers (Valnezers)” 53 ha platībā. Lieguma platības lielāko daļu aizņem sausieņu priežu meži. Vietām sastopami nelieli pārejas purvi un piekrastes veģetācija. Apkārtne ir ļoti pauguraina. Galvenā dabas lieguma vērtība ir pats Čertoka ezers, kura ekosistēmas un apkārtējās ainavas aizsardzība ir svarīgākais dabas lieguma mērķis un uzdevums.

Post: 9 August 10:39

Dabas parks "Pape" pārsteidz ar unikālām dabas ekosistēmām un elpu aizraujošām ainavām. Šeit savvaļas zirgi un tauri nogana Latvijā reti sastopamās dabiskās palieņu pļava

Dabas parks "Pape" pārsteidz ar unikālām dabas ekosistēmām un elpu aizraujošām ainavām. Šeit savvaļas zirgi un tauri nogana Latvijā reti sastopamās dabiskās palieņu pļavas, bet rudeņos darbojas vienīgā caurceļojošo putnu novērošanas stacija Latvijā. Dabas parku "Pape" veido daudzveidīga ekosistēmu mozaīka. Tā teritorijā atrodas vairākas interesantas apskates vietas: lagūnveida Papes ezers un mitrāji, Nidas augstais kūdras purvs, smilšu pludmales un staigājošās kāpas, piekrastes sausie un mitrie meži. Daļu parka veido Latvijā reti sastopamās palieņu pļavas ar tām raksturīgo neparasto floru un faunu, kurā īpaši izceļas iespaidīgie savvaļas dzīvnieku bari. Dabas parks "Pape" iekļauts Eiropas Savienības nozīmes aizsargājamo teritoriju tīklā Natura 2000. Parkā sastopamas 632 augu sugas, 278 putnu sugas, 22 Eiropas Savienības nozīmes biotopi — īpašas vietas, kas ļauj pastāvēt retām augu un dzīvnieku sugām.

Post: 8 August 18:01

Caccia in Veneto: Tra Dolomiti e Laguna, Calendari Venatori, Tutto su Aperture, Chiusure e Specie Cacciabili

Il Veneto è una regione straordinariamente ricca di biodiver

Caccia in Veneto: Tra Dolomiti e Laguna, Calendari Venatori, Tutto su Aperture, Chiusure e Specie Cacciabili Il Veneto è una regione straordinariamente ricca di biodiversità, grazie alla sua geografia che abbraccia le Dolomiti, le colline moreniche, la pianura fertile e l’ambiente lagunare. Questo rende il territorio un punto di riferimento importante per i cacciatori italiani e stranieri. La stagione venatoria si aprirà ufficialmente il 15 settembre e terminerà il 31 gennaio, con alcune particolarità che dipendono sia dalla specie bersaglio sia dall’area geografica. Per praticare caccia in modo legale e sostenibile, è fondamentale conoscere le normative regionali aggiornate. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Veneto La caccia in Veneto è regolata attraverso un sistema articolato che tiene conto delle caratteristiche territoriali e faunistiche locali. Ogni anno viene stilato un calendario venatorio ad hoc, consultabile sul sito della Regione Veneto o presso gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) provinciali. Il periodo principale va dal 15 settembre al 31 gennaio, ma per alcune specie ci sono differenze importanti. La lepre comune e il fagiano seguono il calendario generale, mentre nella zona alpina la pernice rossa può essere cacciata già dal 1° settembre. Il cinghiale ha periodi diversificati a seconda delle province: fino al 31 dicembre in provincia di Belluno e fino al 31 gennaio nelle aree di Treviso e Venezia, dove sono attivi piani di controllo. Gli uccelli migratori come beccaccia e tordo bottaccio sono abbattibili tra il 1° ottobre e il 31 dicembre. Calendario Stagionale della Caccia in Veneto I periodi di caccia sono stabiliti sulla base di criteri scientifici, ecologici e gestionali. Nelle zone montane, le aperture anticipano o ritardano in relazione alle condizioni climatiche, alle rotte migratorie e alla fenologia vegetale. In pianura invece si tiene conto dei cicli agricoli e della presenza di zone umide, che influenzano la distribuzione e l’attività degli animali. Rispetto alle regioni confinanti, il Veneto applica normative intermedie: più permissive rispetto al Trentino, meno rigide del Friuli-Venezia Giulia per quanto riguarda la gestione del cinghiale. Divieti e Restrizioni in Veneto In Veneto molte specie sono protette o soggette a restrizioni specifiche. Tra quelle vietate figurano tutti i rapaci, le cicogne bianche, la ghiandaia marina e il picchio rosso maggiore, nuove aggiunte nel 2024. La nutria è inclusa nei piani di controllo ma non è cacciabile liberamente. È inoltre in vigore il divieto assoluto di caccia dal 1° febbraio al 31 agosto, salvo casi eccezionali autorizzati per interventi di contenimento su specie dannose. Non è possibile cacciare entro 500 metri dai nidi né durante il periodo riproduttivo. Anche la caccia domenicale è vietata in gran parte del territorio regionale. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Veneto Per poter praticare la caccia in Veneto è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido e al tesserino venatorio nazionale, è obbligatorio il tesserino regionale emesso dalla Regione Veneto. Dal 2024 è stato introdotto il patentino antibracconaggio, richiesto per ogni attività venatoria. I cacciatori provenienti da altre regioni devono presentare richiesta almeno 30 giorni prima dell’inizio della battuta e ottenere l’autorizzazione dell’ATC competente. È inoltre richiesta un’assicurazione RC specifica per eventuali danni causati da selvatici. Le associazioni consigliate includono Federcaccia Veneto e ANUU, che forniscono supporto tecnico e informativo. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Veneto Chiunque violi le normative venatorie in Veneto incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo possono arrivare fino a 1.600 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 5.000 euro. Il bracconaggio è considerato reato penale e prevede denuncia e possibili conseguenze giudiziarie. È attivo il numero verde 800 654 321 per segnalazioni anonime di infrazioni. Dal 2025 potrebbe entrare in vigore un nuovo sistema digitale per la tracciabilità degli abbattimenti, con ulteriori controlli automatizzati. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Veneto La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio: alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate coperte favoriscono l’attività degli uccelli migratori. Dopo la mietitura aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate spiccano: - Belluno: camosci e cervi in ambiente alpino - Treviso e Venezia: cinghiali e selvaggina minore in pianura - Rovigo e Padova: uccelli migratori e zone umide L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: per il cinghiale si consiglia l’utilizzo di termocamere (solo in alcuni ATC), mentre per i volatili vanno preferiti richiami manuali, dato che quelli elettronici sono vietati. Per gli ungulati si raccomandano ottiche con stabilizzazione. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute organizzate in quota per camosci e cervi. Durante la stagione vengono organizzati eventi interessanti per i cacciatori: - Fiera di San Prosdocimo (Padova, 7 novembre) - Trofeo Cacciatore Veneto (gennaio) - Sagra dell'Oca Selvatica (Rovigo, dicembre) La caccia in Veneto rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 26 August 13:33

Caccia in Toscana: Stagioni, Licenze, Regolamenti e Consigli per una Pratica Sostenibile

Principali periodi di caccia nella regione  in Toscana

La Toscana è una delle r

Caccia in Toscana: Stagioni, Licenze, Regolamenti e Consigli per una Pratica Sostenibile Principali periodi di caccia nella regione in Toscana La Toscana è una delle regioni italiane più apprezzate dagli appassionati di caccia, grazie alla sua ricca biodiversità e al paesaggio variegato che va dalle colline alle aree montane. La pratica venatoria è regolamentata con precisione dalla Legge Regionale 3/1994, aggiornata annualmente, e richiede il rispetto rigoroso di normative volte a garantire la sostenibilità ambientale e la conservazione delle specie. È fondamentale verificare sempre le informazioni aggiornate sul sito della Regione Toscana prima di intraprendere qualsiasi attività venatoria. Calendario stagionale della caccia in Toscana La stagione principale di caccia si apre tradizionalmente con la terza domenica di settembre e termina il 31 dicembre. Per alcune specie, come la beccaccia, sono previsti prolungamenti fino al 31 gennaio. Inoltre, la caccia al cinghiale è consentita in alcune zone specifiche dal 1° maggio al 31 gennaio. Le date possono variare leggermente in base alle condizioni climatiche locali, all’andamento demografico delle popolazioni animali e alle scelte gestionali regionali. Rispetto alle regioni confinanti, la Toscana presenta talvolta regole più restrittive: ad esempio, l’Emilia-Romagna ha una stagione degli uccelli più breve, l’Umbria applica quote più severe per il cinghiale, mentre nel Lazio è vietato cacciare la domenica. Negli ultimi anni sono state introdotte importanti novità nella gestione venatoria toscana. Nel 2022 è stato approvato un nuovo piano per la gestione dei cinghiali, seguito nel 2023 dall’obbligo di marcatura elettronica dei capi abbattuti. Nel 2024 è stata invece ridotta del 30% la quota massima per i tordi, a causa di una diminuzione significativa del loro numero. Le stagioni venatorie variano a seconda della specie. Il cinghiale può essere cacciato da maggio a gennaio, mentre il capriolo è disponibile tra il 15 settembre e il 15 dicembre e il daino dal 1° ottobre al 31 dicembre. Tra la selvaggina minore, la lepre si caccia dal 15 settembre al 31 dicembre, con un picco a novembre; il fagiano è cacciabile dopo le prime piogge, tra ottobre e dicembre. La beccaccia, invece, è presente nei periodi di freddo intenso e si caccia fino a gennaio. Il colombaccio ha un periodo migratorio limitato tra la metà e la fine di settembre. Gli orari ideali per la caccia dipendono dalla specie bersaglio. Per gli ungulati, come il cinghiale o il capriolo, il momento migliore è l’alba (tra le 5:30 e le 8:30), mentre per gli uccelli è preferibile il tardo pomeriggio. Le giornate con cielo coperto tendono a favorire una maggiore attività faunistica. Tra gli eventi venatori più rilevanti spiccano la caccia al cinghiale a San Miniato (ottobre), il Palio della Lepre nella provincia di Siena (novembre) e la Fiera di Migliarina a Lucca (agosto), dedicata alle novità dell’equipaggiamento per cacciatori. Divieti e Restrizioni in Toscana In Toscana sono presenti numerose specie protette, tra cui il lupo, che gode di protezione assoluta, il mouflon, cacciabile solo in tre aree specifiche, e l’aquila reale, per cui è vietata ogni forma di disturbo. La chiusura generale della stagione venatoria va dal 1° febbraio al 31 agosto, sebbene tale periodo possa variare a seconda della specie. È vietato cacciare entro 500 metri dai nidi e durante il mese di ottobre non è possibile abbattere femmine. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Toscana Per praticare caccia in Toscana è necessario ottenere una serie di documenti: il porto d’armi (o permesso temporaneo per cittadini non UE), il tesserino venatorio (dopo aver superato un esame teorico), un’assicurazione regionale annuale (che varia tra 50 e 150 euro) e il tesserino dell’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) relativo alla zona dove si intende operare. Tra le associazioni di riferimento figurano Federcaccia Toscana e ANUU, specializzata nella caccia agli uccelli. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Toscana Le sanzioni per chi viola le normative sono severe: multe da 500 a 3.000 euro per caccia fuori periodo, fino a 15.000 euro per il danneggiamento di specie protette, e 1.000 euro con sequestro dell’attrezzatura per mancanza di licenza. Anche la caccia domenicale è vietata in Toscana, con una multa di 300 euro. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Toscana Tra le zone più indicate per la caccia vi sono la Maremma, famosa per la presenza di cinghiali e cervidi, l’Appennino toscano, importante per i corridoi migratori, e la Val d’Orcia, nota per battute organizzate. L’attrezzatura consigliata include un fucile calibro 12 per terreni variabili, una carabina 7mm-08 per la caccia ai grandi ungulati e, opzionalmente, una termocamera per il recupero di animali feriti. Le tecniche efficaci includono l’utilizzo di cani da caccia nei querceti per i cinghiali, il posizionamento ai margini dei vigneti per i cervidi e la caccia agli uccelli dopo la raccolta delle olive. La caccia in Toscana rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività.

Post: 26 August 12:30

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Normative, Periodi e Consigli per i Cacciatori

Il Lago di Como , celebre per il suo paesaggio mozzafiato e le ville storiche che l

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Normative, Periodi e Consigli per i Cacciatori Il Lago di Como , celebre per il suo paesaggio mozzafiato e le ville storiche che lo circondano, è anche una zona ricca di biodiversità, con un ambiente che ospita diverse specie faunistiche. Tuttavia, essendo parte di una rete di aree protette e zone sensibili dal punto di vista ambientale, la caccia nella Riserva del Lago di Como è soggetta a restrizioni molto rigide. Questa area, situata nel cuore della Lombardia, si estende tra le province di Como, Lecco e Monza Brianza. Il territorio include boschi collinari, zone umide, corsi d’acqua e aree lacustri, habitat ideali per numerose specie di uccelli migratori e selvaggina terrestre. In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le specie presenti e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questa zona. Regolamentazione e Periodi di Caccia nella Riserva del Lago di Como La caccia nella Riserva del Lago di Como è regolata dalle leggi regionali lombarde e da specifici piani faunistico-venatori comunali e provinciali. Essendo un’area fortemente urbanizzata e con presenza di zone protette, molte aree sono zone di tutela integrale o riserve biogenetiche , dove la caccia è vietata. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente dalla Regione Lombardia ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali competenti. Le date sono influenzate dall’altitudine, dal clima temperato-subalpino e dal ciclo biologico delle specie. La vicinanza al lago crea microclimi particolari che influenzano la distribuzione della fauna. Calendario Venatorio per Specie nella Riserva del Lago di Como I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio, merlo e anatra . L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre , alla volpe e al piccione urbico , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio , per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Questa varietà rende il territorio intorno al Lago di Como una meta interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti collinari e lacustri. Specie Protette e Restrizioni nella Riserva del Lago di Como Essendo parte integrante della rete Natura 2000 , la Riserva del Lago di Como ospita numerosi habitat e specie protette. In quest’area la conservazione della fauna ha priorità assoluta. Tra le principali restrizioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : aquila reale, gufo reale, lupo, cervo, martora, astore, nibbio bruno. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente fragile come quello lacustre e collinare. Documentazione Necessaria per Cacciare nella Riserva del Lago di Como Per poter cacciare legalmente nella Riserva del Lago di Como è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale della Lombardia; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nella Riserva del Lago di Como Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nella Riserva del Lago di Como sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nella Riserva del Lago di Como L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto. Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. L’utilizzo di richiami vocali per tordi, merli e anatre , tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano nei dintorni di Bellagio , Menaggio , Argegno , Dongo e lungo i versanti collinari tra Como e Lecco, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 1 September 07:53

Tra il Gran Sasso e i Monti della Laga: Calendario Venatorio con Date e Aree Autorizzate

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga , esteso tra Abruzzo, March

Tra il Gran Sasso e i Monti della Laga: Calendario Venatorio con Date e Aree Autorizzate Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga , esteso tra Abruzzo, Marche e Lazio, è uno dei più grandi e importanti parchi naturali d’Italia. Con i suoi paesaggi maestosi, montagne alte oltre 2.900 metri, vallate selvagge, foreste di faggio e pascoli, questa area offre un habitat ideale per numerose specie faunistiche. Tra le più comuni figurano il cinghiale, la lepre, la volpe, il piccione, il merlo, il tordo bottaccio, lo storno, il fagiano, l’aquila reale, il lupo e il cervo sardo. In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le restrizioni specifiche del parco e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questa splendida area protetta. Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Parco del Gran Sasso La caccia nel Parco del Gran Sasso è regolata da normative molto rigorose, stabilite sia dallo statuto del Parco che dalle leggi regionali dell’Abruzzo, regione principale interessata. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente dalla Regione Abruzzo ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali competenti. Le date sono influenzate dall’altitudine, dal clima temperato-montano e dal ciclo biologico delle specie. Essendo un’area protetta, molte zone interne del parco sono zona integrale o zona rigida , dove la caccia è vietata o fortemente limitata. Calendario Venatorio per Specie nel Parco del Gran Sasso I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo . L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre e alla volpe , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio , per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Questa varietà rende il Gran Sasso una meta particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti montani e collinari. Specie Protette e Restrizioni nel Parco del Gran Sasso Essendo parte integrante della rete Natura 2000 , il Parco del Gran Sasso ospita numerosi habitat e specie protette. In quest’area la conservazione della fauna ha priorità assoluta. Tra le principali restrizioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : aquila reale, gufo reale, cervo sardo, lupo, martora, camoscio appenninico. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente fragile come quello appenninico. Documentazione Necessaria per Cacciare nel Parco del Gran Sasso Per poter cacciare legalmente nel Parco del Gran Sasso è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio, acquistabile online tramite il sistema regionale dell’Abruzzo; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nel Parco del Gran Sasso Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nel Parco del Gran Sasso sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nel Parco del Gran Sasso L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto. Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli , tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano nei dintorni di L’Aquila , Teramo , Ascoli Piceno , Campo Imperatore e lungo il versante marchigiano del Parco, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 29 August 14:27

Tra Canali e Paludi: Calendario di Caccia nel Delta del Po con Date e Specie Protette

Il Delta del Po rappresenta uno dei paradisi venatori più suggestivi d'Italia, dove

Tra Canali e Paludi: Calendario di Caccia nel Delta del Po con Date e Specie Protette Il Delta del Po rappresenta uno dei paradisi venatori più suggestivi d'Italia, dove la caccia si trasforma in un'esperienza unica a stretto contatto con la natura. Questo straordinario ecosistema umido, diviso tra Veneto ed Emilia-Romagna, offre possibilità eccezionali per gli appassionati di caccia agli uccelli acquatici, con una regolamentazione attenta alla conservazione delle specie migratorie. Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Delta Del Po La stagione venatoria nel Delta del Po si apre generalmente a settembre e si protrae fino a gennaio, con calendari specifici per ogni specie. Le date esatte vengono stabilite annualmente dalle Regioni competenti, seguendo sia la direttiva comunitaria "Uccelli" che la legge nazionale 157/1992. Rispetto alle zone limitrofe, il Delta presenta stagioni più brevi e restrittive, con particolare attenzione alla tutela dell'avifauna migratoria. Negli ultimi anni si sono susseguiti importanti cambiamenti normativi, tra cui la riduzione del periodo venatorio per la folaga e l'introduzione di limiti giornalieri per gli anatidi. Calendario Venatorio nel Delta del Po Per quanto riguarda le specie cacciabili, il germano reale può essere prelevato dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio, mentre per alzavole e folaghe i periodi vanno rispettivamente dal 1° ottobre al 31 gennaio e dal 1° ottobre al 31 dicembre. La selvaggina stanziale come fagiani e lepri segue invece calendari più ristretti, generalmente da ottobre a dicembre. I mesi migliori risultano ottobre e novembre, quando si registra il picco della migrazione degli anatidi, mentre dicembre e gennaio offrono ottime opportunità con le folaghe. Divieti e Limitazioni nel Delta del Po La normativa del Delta prevede importanti restrizioni: assolutamente vietata la caccia a fenicotteri, aironi rossi e falchi di palude. Obbligatorio l'uso di cartucce senza piombo e vietata l'attività venatoria nei giorni di nebbia particolarmente fitta. Da ricordare la chiusura settimanale del giovedì e il periodo di silenzio venatorio assoluto che va dal 1° febbraio al 31 agosto. Licenze e Permessi. Documenti Necessari nel Delta del Po Per cacciare legalmente nell'area sono necessari diversi documenti: oltre al classico porto d'armi per uso venatorio e al tesserino regionale (con costi variabili tra 120 e 300 euro), è obbligatorio ottenere il permesso specifico per le valli da caccia e il patentino per l'uso dei richiami vivi. I Consorzi di gestione delle valli e gli ATC locali rappresentano punti di riferimento fondamentali per ottenere tutte le informazioni necessarie. Sanzioni nel Delta del Po Le sanzioni per chi viola le norme sono particolarmente severe: si rischiano multe fino a 10.000 euro per la caccia in zone vietate, che possono arrivare a 25.000 euro in caso di uccisione di specie protette. Da non sottovalutare il sequestro immediato dell'attrezzatura per chi viene sorpreso a utilizzare richiami elettronici. Consigli Pratici e Eventi nel Delta Del Po Per chi vuole affrontare al meglio una battuta nel Delta, alcuni accorgimenti risultano fondamentali: l'attrezzatura deve comprendere stivali alti in gomma, giubbotto galleggiante e binocoli con ottiche anti-umidità. Le zone più produttive si trovano nelle Valli di Comacchio, nella Golena di Goro e negli Scanni di Ariano. Tra le tecniche più efficaci spiccano l'appostamento in capanni galleggianti, la caccia da barchino e l'uso sapiente di stampi mobili. Il Delta del Po , esteso tra le regioni di Emilia-Romagna e Veneto , è uno dei territori più ricchi di biodiversità in Italia, grazie alla sua posizione strategica lungo i principali corridoi migratori. Questa zona umida, fatta di fiumi, paludi, risaie e boschetti allagati, rappresenta un ambiente ideale per la caccia regolamentata, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli migratori e il cinghiale. Nel corso dell’anno si tengono diversi eventi venatori che richiamano appassionati da tutta Italia, non solo per l’aspetto tecnico della caccia ma anche per il forte legame con la cultura locale, la conservazione della fauna e l’utilizzo sostenibile del territorio. Tra i più importanti spicca la Fiera Regionale della Caccia e della Pesca a Rovigo , che si tiene ogni anno nel mese di ottobre e rappresenta una vetrina completa per espositori di armi, cani da lavoro, abbigliamento tecnico e attrezzature per la caccia al passo e in appostamento fisso. Un altro evento significativo è il Po Delta Waterfowl Challenge , una competizione dedicata ai cacciatori esperti nella caccia agli uccelli acquatici, come anatre, gallinelle d’acqua e beccacce. L’evento si svolge in autunno ed è aperto a chi pratica caccia autorizzata sotto forma di controllo faunistico. Si tratta di un’occasione per mettere alla prova le proprie capacità cinofile e di tiro in contesti naturali complessi e mutevoli.

Post: 29 August 12:55

Tra i Vigneti e i Boschi delle Colline Toscane: Calendario di Caccia con Aperture e Zone Migliori

Le Colline Toscane , con il loro paesaggio variegato fatto di boschi, v

Tra i Vigneti e i Boschi delle Colline Toscane: Calendario di Caccia con Aperture e Zone Migliori Le Colline Toscane , con il loro paesaggio variegato fatto di boschi, vigneti e uliveti, rappresentano una delle mete più ambite per i cacciatori italiani. La ricchezza della fauna selvatica e la conformazione del territorio rendono questa zona un luogo ideale per praticare la caccia in modo regolamentato e sostenibile. In questo articolo analizziamo nel dettaglio le stagioni venatorie, le normative vigenti, come ottenere le licenze, i periodi migliori per cacciare e molto altro. Le stagioni di caccia nelle Colline Toscane La stagione principale nella Regione Colline Toscane va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate anche fino a febbraio in caso di attività di controllo demografico. Il calendario venatorio regionale stabilisce con precisione le date di apertura e chiusura per ogni specie, tenendo conto dei cicli biologici e delle esigenze ecologiche locali. Negli ultimi anni si è assistito a una maggiore attenzione alla conservazione delle specie migratorie, con restrizioni su tordo bottaccio e merlo, specie particolarmente colpite dal calo demografico. Periodi e specie target I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie che si intende perseguire. Da settembre a novembre è possibile cacciare uccelli migratori come tortora, starna, fagiano, tordo e merlo. L’attività aumenta nei mesi freddi per specie come la lepre, il cinghiale e la volpe. Dicembre e gennaio sono considerati i mesi ideali per la caccia al cinghiale, mentre la lepre raggiunge il massimo dell’attività all’alba e al tramonto. Alcune specie, come corvidi e piccioni urbani, possono essere cacciate durante tutto l’anno ma solo nell’ambito di piani di controllo approvati. Divieti, limitazioni e tutela ambientale Nelle Colline Toscane la caccia è vietata durante i periodi riproduttivi, che vanno generalmente da marzo a luglio. Sono protette specie come aquila reale, falco pellegrino, gufo, civetta, lupo e lontra. Non è consentito abbattere femmine con prole visibile o giovani non autosufficienti. All’interno delle ZPS (Zone di Protezione Speciale) e delle aree naturali protette la caccia è completamente proibita. Queste misure mirano a garantire un equilibrio tra prelievo venatorio e conservazione degli habitat naturali. Come ottenere il permesso per cacciare nelle Colline Toscane Per cacciare legalmente in questa regione è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , rinnovabile annualmente; l’appartenenza a un’ATS (Ambito Territoriale di Caccia) o a un’associazione venatoria riconosciuta come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno bisogna versare un contributo regionale (circa 50-60 euro) e seguire eventuali piani di prelievo stabiliti dagli enti locali. Sanzioni per violazioni delle normative Chi pratica la caccia fuori stagione o in zone vietate rischia multe salate, fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. Gravi infrazioni possono comportare la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È fondamentale conoscere bene le normative locali e rispettarle sempre per evitare problemi legali e proteggere la fauna autoctona. Consigli pratici per cacciare meglio nelle Colline Toscane L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base alla stagione: impermeabile e mimetico in autunno, termico e con buona visibilità in inverno. Per la caccia alla lepre è consigliabile muoversi all’alba o al tramonto, quando l’animale è più attivo. Il cinghiale richiede postazioni fisse e richiami specifici, soprattutto nelle ore notturne. Le zone collinari di Siena, Grosseto e Arezzo sono tra le più produttive, grazie alla presenza di pascoli, corsi d’acqua e aree agricole dove la selvaggina si concentra facilmente. Eventi legati alla caccia Tra gli eventi più importanti legati alla tradizione venatoria toscana spiccano la “Sagra della Caccia Tradizionale” a Montepulciano e il “Toscana Wild Hunting Festival” a Pisa. Questi appuntamenti offrono ai cacciatori l’opportunità di incontrarsi, aggiornarsi sulle normative e scoprire nuove tecniche e strumenti per migliorare la propria esperienza in natura.

Post: 29 August 13:04

Caccia in Sicilia: Dalle Beccacce dei Nebrodi ai Cinghiali dell'Etna - Date, Regole e Segreti Locali

La Sicilia è una delle regione italiane più ricche di biodiversità,

Caccia in Sicilia: Dalle Beccacce dei Nebrodi ai Cinghiali dell'Etna - Date, Regole e Segreti Locali La Sicilia è una delle regione italiane più ricche di biodiversità, grazie ai suoi paesaggi che spaziano dalle montagne alle coste, passando per le vaste pianure interne. Questo rende il territorio ideale per la pratica venatoria, a patto che essa avvenga nel rispetto della legge e con un’attitudine sostenibile. La stagione venatoria è regolata dalla Legge Regionale 33/1997, aggiornata annualmente, e prevede periodi diversificati in base alla specie e al tipo di ambiente. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Sicilia La caccia in Sicilia si svolge all’interno di un contesto normativo preciso, definito autonomamente dalla Regione. La stagione principale ha inizio solitamente con la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio, sebbene i periodi varino a seconda della specie: -Uccelli migratori: periodo generalmente compreso tra settembre e gennaio -Mammiferi (cinghiale, lepre, coniglio): da ottobre a dicembre, con possibili estensioni locali -Selvaggina stanziale: finestre temporali più lunghe ma soggette a restrizioni Il clima mediterraneo e l’eterogeneità del territorio influenzano fortemente la presenza e l’attività degli animali. Rispetto ad altre regioni come Toscana o Lombardia, la Sicilia presenta stagioni leggermente anticipate per gli uccelli migratori, grazie alle temperature più miti. Negli ultimi anni sono state introdotte ulteriori limitazioni per proteggere alcune specie a rischio, soprattutto dopo il 2020, quando sono aumentati i controlli sul bracconaggio. Calendario Stagionale della Caccia in Sicilia Ogni anno viene stabilito un calendario venatorio basato su studi scientifici e monitoraggi faunistici. Le specie principali abbattibili seguono schemi ben definiti: - Cinghiale: periodo da ottobre a dicembre, con battute organizzate - Lepre e coniglio selvatico: abbattibili da settembre a gennaio - Beccacce e tordi: periodo migliore tra settembre e dicembre, con picco a novembre -Colombacci: periodo breve, concentrato tra settembre e ottobre durante le migrazioni I momenti migliori per la caccia coincidono con l’alba e il tramonto, quando l’attività faunistica è maggiore. In autunno, molti animali sono particolarmente attivi nella ricerca di cibo per prepararsi all’inverno. Durante la stagione si tengono eventi importanti come la Fiera della Caccia a Palermo, occasione per esporre attrezzature e incontrare esperti, e le battute organizzate al cinghiale promosse da associazioni locali. Divieti e Restrizioni in Sicilia In Sicilia molte specie sono tutelate o soggette a restrizioni specifiche. Tra quelle protette figurano il lupo, l’aquila reale, il cervo sardo, la starna siciliana e il fagiano, tutti vietati da abbattere. Sono inoltre previsti divieti temporali: - Periodo di riproduzione: dal 1° marzo al 31 agosto, con chiusura totale per molte specie - Caccia notturna: vietata tranne che per il cinghiale con autorizzazione specifica È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette come parchi e riserve naturali. Il rispetto di queste norme è essenziale per garantire la conservazione delle popolazioni animali e mantenere un equilibrio ecologico. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Sicilia Per praticare caccia in Sicilia è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve il tesserino regionale emesso dalla Regione Sicilia. È obbligatorio dotarsi di un’assicurazione RC. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Sicilia e Arcicaccia, che forniscono supporto tecnico, corsi di formazione e accompagnamento per chi visita la regione per la prima volta. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Sicilia Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza possono arrivare fino a 2.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 10.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate coperte favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: - Madonie e Nebrodi: ambiente ideale per il cinghiale - Area di Vendicari: zona umida perfetta per anatre e altri acquatici - Campagne interne: habitat naturale di lepri e conigli L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, scarpe robuste per terreni accidentati, fucile calibro 12 per selvaggina media. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute organizzate per il cinghiale. La caccia in Sicilia rappresenta una tradizione antica che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 26 August 14:08

Caccia in Sardegna: Dai Mufloni alle Beccacce, Calendario e Segreti dell’Isola Selvaggia

La Sardegna è una delle regioni italiane più affascinanti per la pratica venator

Caccia in Sardegna: Dai Mufloni alle Beccacce, Calendario e Segreti dell’Isola Selvaggia La Sardegna è una delle regioni italiane più affascinanti per la pratica venatoria. Il suo paesaggio unico, che spazia dalle coste incontaminate alle montagne interne, unito a una ricca biodiversità, rende questa terra meta ideale per cacciatori esperti e appassionati. La stagione venatoria si svolge generalmente da settembre a gennaio, con variazioni legate alla specie e al territorio. Per praticare caccia in modo legale e responsabile, è essenziale conoscere le normative regionali aggiornate, rispettare i periodi di chiusura e seguire le buone pratiche venatorie. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Sardegna La gestione della caccia in Sardegna è regolata dalla Regione Autonoma in base alla normativa nazionale (Legge 157/1992) e alle direttive europee. Ogni anno vengono definite le date precise sulla base di monitoraggi scientifici sulle popolazioni faunistiche e delle caratteristiche territoriali. La stagione principale va tradizionalmente da settembre a gennaio, sebbene alcune specie abbiano finestre temporali differenti. Le aree costiere permettono una stagione più lunga per gli uccelli migratori grazie al clima mite, mentre nelle zone montane, come il Gennargentu, l’attività è limitata dalle condizioni climatiche. Rispetto ad altre regioni, la Sardegna presenta normative più flessibili rispetto alla Corsica per il cinghiale, ma meno permissive rispetto alla Sicilia per la lepre, con apertura anticipata da ottobre. Negli ultimi anni sono state introdotte modifiche significative: nel 2020 è stata estesa la possibilità di caccia al muflone per contenere la sovrappopolazione, mentre nel 2022 sono aumentate le restrizioni per la beccaccia, a causa del calo demografico. Calendario Stagionale della Caccia in Sardegna Il calendario venatorio regionale è strutturato in base alla biologia e all’ecologia delle specie: - Cinghiale: periodo da settembre a gennaio, con battute organizzate soprattutto tra novembre e dicembre - Muflone: abbattibile da ottobre a dicembre, con quote limitate per garantire la sostenibilità - Cervo: solo caccia di selezione consentita da settembre a dicembre - Lepre e pernice sarda: cacciabili da ottobre a dicembre - Uccelli migratori: periodo variabile tra settembre e gennaio, a seconda delle rotte migratorie Tra i momenti migliori figurano ottobre e novembre, quando il cinghiale è più attivo, e dicembre e gennaio, ideali per la caccia agli acquatici nelle zone umide costiere. Durante la stagione si tengono eventi importanti come la Sagra del Cinghiale a Nuoro (ottobre) e la Fiera della Caccia a Cagliari (settembre), occasioni per approfondire la cultura venatoria locale e scoprire nuove tecniche e attrezzature. Divieti e Restrizioni in Sardegna In Sardegna molte specie sono protette o soggette a particolari limitazioni. Tra quelle vietate figurano il cervo sardo, il grifone e la foca monaca, simboli della biodiversità isolana. Sono inoltre previste restrizioni per il muflone durante il periodo di allattamento (da aprile a luglio). La caccia è vietata dal 1° febbraio al 31 agosto, periodo di riproduzione e nidificazione. In caso di emergenze ambientali come incendi o maltempo, possono essere disposti divieti temporanei. È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e durante i giorni di pioggia intensa o vento forte, per ragioni di sicurezza e rispetto degli animali. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Sardegna Per praticare caccia in Sardegna è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve il tesserino regionale, il cui costo varia tra 80 e 300 euro in base alla tipologia di selvaggina. I cacciatori extracomunitari devono richiedere un permesso temporaneo. È obbligatorio iscriversi all’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) competente per zona e dotarsi di un’assicurazione RC. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Sardegna e ANUU, che forniscono supporto tecnico, informazioni sulle normative locali e accompagnamento per chi visita l’isola per la prima volta. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Sardegna Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano fino a 5.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come cinghiali e mufloni, mentre le giornate coperte favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: - Nuoro e Ogliastra: ambiente ideale per cinghiali e mufloni - Cagliari e Oristano: zone umide costiere, perfette per anatre e altri acquatici - Montiferru e Marghine: colline e boschi, habitat naturale di lepri e pernici L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto alla macchia mediterranea, stivali impermeabili per le zone paludose, fucile calibro 12 per ungulati. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne per il cinghiale in alcune aree autorizzate. La caccia in Sardegna rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di que

Post: 26 August 14:07

Caccia in Piemonte: Stagioni, Regole, Specie e Consigli per una Pratica Sostenibile

Normativa Generale e Periodi di Caccia in Piemonte

Il Piemonte è una delle regione i

Caccia in Piemonte: Stagioni, Regole, Specie e Consigli per una Pratica Sostenibile Normativa Generale e Periodi di Caccia in Piemonte Il Piemonte è una delle regione italiane più ricche di biodiversità e offre ai cacciatori un ambiente variegato che spazia dalle Alpi alle colline del Monferrato, fino alle pianure lombarde. La pratica venatoria è regolamentata con precisione dalla normativa regionale, aggiornata annualmente, e richiede il rispetto rigoroso delle leggi per garantire la conservazione della fauna e la sostenibilità dell’attività. È essenziale consultare sempre il sito ufficiale della Regione Piemonte o i referenti locali prima di intraprendere qualsiasi battuta di caccia. La stagione generale si apre tradizionalmente la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio, sebbene le date possano variare a seconda della specie e dell’ambito territoriale (ATC). Ad esempio, per alcune specie stanziali come lepri e fagiani, l’inizio coincide con l’apertura generale, mentre per la pernice rossa nelle aree alpine l’attività può iniziare già il 1° settembre. La caccia al cinghiale è regolata da periodi diversificati tra gli ATC, con possibilità di prolungamenti fino a febbraio nelle zone interessate da sovrappopolazione. Calendario stagionale della caccia in Piemonte I calendari venatori sono influenzati da fattori geografici, climatici e biologici specifici dei diversi ambienti piemontesi. Nelle valli cuneesi, ad esempio, l’apertura per alcune specie è posticipata per tener conto del ritardo nella maturazione delle colture agricole, che offrono rifugio alla fauna, delle rotte migratorie degli uccelli e delle dinamiche riproduttive tipiche delle aree montane. Tra le specie migratorie, beccacce, tordi e allodole sono cacciabili generalmente tra ottobre e dicembre. Negli anni sono avvenuti cambiamenti significativi: fino al 2015, ad esempio, la caccia alla lepre terminava a fine novembre in alcune province, ma l’estensione sino a gennaio è stata introdotta grazie a studi sulla sostenibilità demografica. Rispetto alle regioni confinanti, il Piemonte presenta talvolta normative più flessibili. In Lombardia, ad esempio, per il cinghiale sono richiesti permessi speciali già da novembre, mentre in Valle d'Aosta la finestra per la beccaccia è più ridotta. Interessante anche il confronto con il Piemonte occidentale francese, dove i periodi per la lepre sono quasi identici. Divieti e Restrizioni in Piemonte In Piemonte molte specie sono protette o soggette a restrizioni precise per preservarne la popolazione. Tra quelle vietate figurano tutti i rapaci, l’airone cenerino, la cicogna bianca e la marmotta, quest’ultima tutelata nei territori del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Va prestata particolare attenzione alla distinzione tra specie simili, come il germano reale (cacciabile) e l’anatra mestolone (protetta). Sono inoltre previsti divieti temporali e territoriali: non è possibile cacciare durante i periodi di riproduzione né entro 500 metri dai nidi. La chiusura generale della stagione varia a seconda della specie, ma per molte si estende dal 1° febbraio al 31 agosto. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Piemonte Per praticare caccia in Piemonte è necessario essere in possesso di diversi documenti: - Porto d’armi valido (per stranieri UE, un permesso temporaneo) -Tesserino venatorio regionale, rilasciato dopo aver superato un esame teorico - Assicurazione annuale per attività venatoria - Tesserino dell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) in cui si intende operare Le associazioni di riferimento includono la Federazione Italiana della Caccia – sezione Piemonte – e i singoli ATC, che forniscono informazioni dettagliate sui regolamenti locali e le autorizzazioni necessarie. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Piemonte Chi viola le normative venatorie in Piemonte incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 500 e i 3.000 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro. La mancanza di licenza o di porto d’armi comporta una multa di 1.000 euro e il sequestro dell’attrezzatura. È vietata la caccia la domenica, con una multa standard di 300 euro per chi trasgredisce. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Piemonte L’equipaggiamento ideale cambia a seconda del tipo di ambiente e di preda. Per la zona alpina si consiglia un fucile a canna rigata calibro .308 per camosci, accompagnato da una giacca mimetica ad alta visibilità. Nella pianura, invece, una doppietta 12/76 è preferibile per la selvaggina minore, con stivali impermeabili per affrontare le risaie. Nella caccia al cinghiale è obbligatorio indossare un giubbino fosforescente; consigliato l’utilizzo di un fucile semiautomatico per maggiore efficacia. Tra le tecniche più utili, si segnalano l’uso dei cani da seguita nei boschi di querce per il cinghiale, il posizionamento strategico lungo i margini dei vigneti per cervi e caprioli, e la caccia agli uccelli migratori subito dopo la raccolta delle colture, come le olive o il mais. Le zone più indicate includono le valli cuneesi per la selvaggina alpina, le Langhe e il Roero per battute organizzate su ungulati e gallinacei, e la Pianura Padana per gli uccelli migratori. La caccia in Piemonte rappresenta una tradizione antica e radicata nel territorio, ma richiede grande senso di responsabilità e rispetto delle normative. Essere informati sulle stagioni venatorie, le specie protette, le autorizzazioni necessarie e le tecniche appropriate non solo garantisce legalità, ma promuove la conservazione della natura e il mantenimento di un equilibrio ecologico duraturo.

Post: 26 August 12:31

Caccia nelle Zone Umide Italiane: Tra Acqua, Cielo e Selvaggina - Guida per un'Aventura Autentica

Le zone umide italiane, tra cui laghi, fiumi, paludi e lagune, sono tra

Caccia nelle Zone Umide Italiane: Tra Acqua, Cielo e Selvaggina - Guida per un'Aventura Autentica Le zone umide italiane, tra cui laghi, fiumi, paludi e lagune, sono tra gli ecosistemi più ricchi e affascinanti per la caccia. Queste aree, fondamentali per la biodiversità, offrono habitat ideali per uccelli acquatici e altre specie selvatiche. Questo articolo fornisce una guida completa alla caccia nelle zone umide italiane, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche Geografiche e Naturali per la Caccia Le zone umide italiane sono distribuite in tutta la penisola e includono: Laghi: Come il Lago di Garda, il Lago Trasimeno e il Lago di Como. Fiumi: Tra cui il Po, il Tevere e l’Arno. Paludi e Lagune: Come le Valli di Comacchio, la Laguna di Venezia e le Saline di Margherita di Savoia. Stagni e Zone Costiere: Aree come lo Stagno di Cagliari e le zone umide della Sardegna. Queste aree sono caratterizzate da una grande varietà di habitat, che attirano uccelli migratori, anatre, folaghe e altre specie acquatiche. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati di Federcaccia, in Italia sono registrati circa 700.000 cacciatori, molti dei quali praticano la caccia nelle zone umide. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle regioni del Nord e del Centro Italia, dove le zone umide sono più numerose. Caratteristiche della Caccia La caccia nelle zone umide è influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie acquatiche: Caccia agli Uccelli Acquatici: La forma di caccia più diffusa, praticata con fucili a canna liscia. Caccia di Appostamento: Utilizzata per anatre e folaghe, spesso con l’ausilio di richiami. Caccia in Barca: Praticata in alcune lagune e paludi per raggiungere aree remote. Tipi di Caccia e Specie Cacciabili Nelle zone umide italiane si praticano diverse forme di caccia: Caccia alle Anatre: Specie come il germano reale, l’alzavola e il fischione. Caccia alle Folaghe: Comune in laghi e paludi. Caccia ai Limicoli: Come il beccaccino e la pavoncella. Caccia ai Trampolieri: Come l’airone cenerino (solo in alcune regioni e con restrizioni). Le specie principali sono: germano reale, alzavola, fischione, folaga, beccaccino e pavoncella. Stagioni Venatorie Le stagioni di caccia nelle zone umide sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ecco i periodi principali: Caccia alle Anatre: Dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Caccia alle Folaghe: Dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Caccia ai Limicoli: Dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e Club di Cacciatori Nelle zone umide italiane operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la caccia responsabile, organizzano eventi e corsi di formazione, e collaborano con le autorità per la gestione sostenibile della fauna. Normative sulla Caccia La caccia nelle zone umide è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Divieto di Caccia nelle Aree Protette: La caccia è vietata nelle riserve naturali e nei parchi nazionali. Munizioni Non Tossiche: Obbligatorie per proteggere l’ambiente acquatico. Quote Annuali: Limiti stabiliti per specie come anatre e folaghe. Divieto di Caccia Notturna: L’uso di richiami elettronici è vietato. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone umide è profondamente legata alla cultura locale: Sagre Venatorie: Eventi come la Festa dell’Anatra celebrano piatti tradizionali a base di selvaggina. Battute Tradizionali: Le battute alle anatre sono spesso eventi comunitari che coinvolgono cacciatori e famiglie. Regalo della Preda: È consuetudine che i cacciatori offrano una parte della preda al proprietario del terreno come gesto di gratitudine. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Migrazione degli Uccelli: Le zone umide italiane sono un’importante area di sosta per gli uccelli migratori che viaggiano tra l’Europa e l’Africa. Biodiversità: Le zone umide ospitano oltre il 30% delle specie di uccelli presenti in Italia. Conservazione della Fauna: Programmi di ripopolamento e monitoraggio delle specie sono attivi per garantire la sostenibilità della caccia. #CacciaZoneUmide #UccelliAcquatici #Anatre #Folaghe #FedercacciaItalia #TradizioniVenatorie #Biodiversità #MigrazioneUccelli #LaghiItaliani #Paludi #LagunaDiVenezia #Beccaccino #Pavoncella #CacciaSostenibile #RipopolamentoFauna #FestaDellAnatra

Post: 9 June 15:13

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Tra Acque Cristalline e Selvaggina Preziosa - Guida per un'Aventura Indimenticabile

La Riserva del Lago di Como, situata in Lombar

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Tra Acque Cristalline e Selvaggina Preziosa - Guida per un'Aventura Indimenticabile La Riserva del Lago di Como, situata in Lombardia, è un’area di grande interesse naturalistico e venatorio. Con il suo lago incastonato tra le montagne, foreste lussureggianti e zone umide, questa regione offre un’esperienza di caccia unica. Questo articolo fornisce una guida completa alla caccia nella Riserva del Lago di Como, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche Geografiche e Naturali per la Caccia La Riserva del Lago di Como è caratterizzata da una varietà di habitat ideali per la caccia: Lago e Zone Umide: Le rive del lago e le aree umide circostanti attirano uccelli acquatici come anatre e folaghe. Foreste: Le foreste di faggi, querce e castagni ospitano cinghiali, caprioli e lepri. Montagne e Colline: Le aree montuose circostanti offrono habitat per camosci e volpi. Il clima temperato, con inverni freddi ed estati miti, rende la caccia praticabile per gran parte dell’anno. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati di Federcaccia Lombardia, nella provincia di Como sono registrati circa 10.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, spesso tramandata di generazione in generazione. Caratteristiche della Caccia La caccia nella Riserva del Lago di Como è influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche: Caccia al Cinghiale: Diffusa nelle foreste e nelle zone collinari. Caccia al Capriolo: Comune nelle aree boschive. Caccia alla Lepre e al Fagiano: Popolare nelle zone agricole e ai margini dei boschi. Caccia agli Uccelli Acquatici: Praticata lungo le rive del lago e nelle zone umide. Tipi di Caccia e Specie Cacciabili Nella Riserva del Lago di Como si praticano diverse forme di caccia: Caccia al Cinghiale: Una delle attività più diffuse, spesso condotta con l’ausilio di cani da seguita. Caccia al Capriolo: Presente nelle foreste e nelle vallate. Caccia alla Lepre e al Fagiano: Popolare nelle aree aperte e agricole. Caccia agli Uccelli Acquatici: Anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, anatra e folaga. Stagioni Venatorie Le stagioni di caccia nella Riserva del Lago di Como sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ecco i periodi principali: Caccia al Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Caccia al Capriolo: Da settembre a dicembre. Caccia alla Lepre e al Fagiano: Dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli Uccelli Acquatici: Dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e Club di Cacciatori Nella Riserva del Lago di Como operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Lombardia e Arcicaccia. Queste organizzazioni promuovono la caccia responsabile, organizzano eventi e corsi di formazione, e collaborano con le autorità per la gestione sostenibile della fauna. Normative sulla Caccia La caccia nella Riserva del Lago di Como è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Divieto di Caccia nelle Aree Protette: La caccia è vietata nelle zone protette e nei parchi naturali. Munizioni Non Tossiche: Obbligatorie nelle zone umide per proteggere l’ambiente. Quote Annuali: Ad esempio, 1.000 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di Caccia Notturna: L’uso di richiami elettronici è vietato. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Riserva del Lago di Como è profondamente legata alla cultura locale: Sagre Venatorie: Eventi come la Festa del Cinghiale celebrano piatti tradizionali a base di selvaggina. Battute Tradizionali: Le battute al cinghiale sono spesso eventi comunitari che coinvolgono cacciatori e famiglie. Regalo della Preda: È consuetudine che i cacciatori offrano una parte della preda al proprietario del terreno come gesto di gratitudine. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Biodiversità: La Riserva del Lago di Como ospita una grande varietà di specie, grazie alla sua posizione geografica e alla diversità degli habitat. Uccelli Migratori: Il lago è un’importante area di sosta per gli uccelli migratori, rendendolo un hotspot per la caccia agli uccelli acquatici. Conservazione della Fauna: Programmi di ripopolamento e monitoraggio delle specie sono attivi per garantire la sostenibilità della caccia. #CacciaLagoDiComo #Lombardia #Cinghiale #Capriolo #UccelliAcquatici #FedercacciaLombardia #TradizioniVenatorie #FestaDelCinghiale #CacciaSostenibile #ZoneUmidе #Italia #Montagne #Selvaggina #RiservaNaturale #BattuteDiCaccia #CulturaLocale

Post: 9 June 15:09

Caccia nel Cilento: Tra Monti, Foreste e Tradizioni - Tutto ciò che devi sapere per un'avventura indimenticabile

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal

Caccia nel Cilento: Tra Monti, Foreste e Tradizioni - Tutto ciò che devi sapere per un'avventura indimenticabile Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Cilento, in provincia di Salerno (Campania), è un territorio unico che unisce il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (Patrimonio UNESCO) alle coste del Mar Tirreno. Montagne come gli Alburni (1.899 m), valli fluviali (es. Fiume Calore), e macchia mediterranea creano habitat per fauna selvatica. Qui vivono cinghiali, caprioli, lepri, pernici, tordi e rapaci come il gheppio. Le zone umide costiere, come la Palude di Licosa , sono vitali per gli uccelli migratori. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Campania sono registrati 45.000 cacciatori (2023), con circa 8.000 concentrati nel Cilento (province di Salerno e Potenza). La regione attrae anche appassionati dalla Basilicata per la caccia al cinghiale e alla pernice. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cinghiale : Praticata in braccata con segugi nei boschi degli Alburni. Caccia alla Pernice : Tradizionale appostamento con richiami naturali nelle radure. Caccia al Capriolo : Riservata alle aree montane, con focus sui maschi adulti. Caccia agli Uccelli Migratori : Quaglie e tordi cacciati lungo le rotte costiere. Stagioni Venatorie Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno nel Parco Nazionale). Capriolo : 15 settembre – 15 dicembre (1 maschio adulto per cacciatore). Pernice e Tordo : 15 settembre – 30 novembre (max 5 esemplari/giorno). Uccelli migratori : 1 settembre – 10 febbraio (quote giornaliere definite). Associazioni e Club di Cacciatori Nel Cilento operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Campania, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla Caccia La caccia nel Cilento è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Divieto di Caccia nei Parchi Nazionali: La caccia è vietata nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Munizioni Non Tossiche: Obbligatorie nelle zone umide per proteggere l’ambiente. Quote Annuali: Ad esempio, 3.000 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di Caccia Notturna: L’uso di richiami elettronici per gli uccelli è vietato. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nel Cilento è profondamente legata alla cultura locale: La cultura cilentana lega la caccia ai sapori della terra. Il "cinghiale in agrodolce" e la "pernice arrosto" sono piatti tradizionali. Durante la Sagra della Pernice a Pisciotta (ottobre), si celebrano antichi riti con degustazioni e gare di tiro. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Gli Alburni ospitano il lupo appenninico , specie protetta il cui avvistamento è raro ma documentato. Nel 1950, il Cilento fu tra i primi territori italiani a reintrodurre il fagiano comune grazie a progetti di ripopolamento. Il Parco Nazionale collabora con cacciatori per monitorare il grifone , rapace simbolo dell’area. Il Cilento offre un mix di sfide venatorie e paesaggi mozzafiato. Per un’esperienza responsabile, consultare il calendario regionale e affidarsi a guide certificate. #CacciaCilento #Alburni #Italia #Pernice #ParcoNazionaleCilento #UccelliMigratori #FedercacciaCampania #TradizioniVenatorie #SagraDellaPernice #CacciaSostenibile #LupoAppenninico #FagianoComune #Grifone #Agrodolce #CacciaConSegugi #NaturaETradizione

Post: 5 June 17:24

Ai Margini della Foresta Umbra: Calendario Venatorio con Date e Zone Consentite per Cacciatori

La Foresta Umbra , situata nel cuore del Gargano in provincia di Foggia, è

Ai Margini della Foresta Umbra: Calendario Venatorio con Date e Zone Consentite per Cacciatori La Foresta Umbra , situata nel cuore del Gargano in provincia di Foggia, è una delle aree naturali più suggestive e ricche di biodiversità del Sud Italia. Con i suoi faggi vetusti, lecci millenari, sentieri immersi nel verde e un ambiente protetto all’interno del Parco Nazionale del Gargano, questa foresta rappresenta un habitat ideale per numerose specie selvatiche. Tra le specie presenti spiccano il cinghiale, la lepre, la volpe, il piccione, il merlo, il tordo bottaccio, lo storno, il fagiano, il corvo grigio e altre specie minori. Tuttavia, essendo parte integrante di un’area protetta, la caccia nella Foresta Umbra è soggetta a restrizioni precise, che richiedono attenzione da parte dei cacciatori per rispettare sia la legge che l’ambiente. Periodi e Regolamentazione nella Foresta Umbra La stagione principale di caccia nella Foresta Umbra va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio se rientrano nei piani di controllo demografico approvati. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente dalla Regione Puglia ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali competenti. Negli ultimi anni sono state introdotte ulteriori limitazioni su alcune specie migratorie come il tordo bottaccio, al fine di tutelarne la conservazione. Altre specie, come corvi, cornacchie e piccioni urbani, possono essere oggetto di prelievo controllato ma solo nell’ambito di attività gestionali autorizzate. I periodi migliori per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo; mentre l’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio, per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Essendo parte del Parco Nazionale del Gargano, la Foresta Umbra è zona vincolata : questo significa che la caccia è completamente vietata all’interno del nucleo centrale protetto , mentre può essere praticata solo nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) previsti dalle normative regionali. Per accedere alle zone dove è possibile cacciare, bisogna verificare con precisione i confini degli ambiti e rispettare le regole stabilite localmente. Tra le principali restrizioni figurano: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio); Specie protette : aquila reale, gufo reale, cervo sardo, lupo, martora; Limitazioni per sesso ed età : non è consentito sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a garantire un prelievo equilibrato e rispettoso degli ecosistemi naturali, particolarmente delicati in una delle aree più importanti dell’Italia meridionale dal punto di vista ambientale. Per poter cacciare legalmente nella Foresta Umbra è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale della Puglia; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e multe nella Foreste Umbra Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nella Foresta Umbra sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia. In autunno è consigliabile privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno, optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci ci sono: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto; Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti; L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli , tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano lungo i bordi della Foresta Umbra, specialmente nei dintorni di Monte Sant’Angelo , Vico del Gargano e Ischitella , dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali. Nella Foresta Umbra e nelle zone limitrofe si tengono ogni anno diversi eventi legati alla caccia e alle tradizioni locali , che richiamano appassionati, associazioni e turisti interessati alla cultura del territorio. Tra questi spiccano: la Fiera Regionale della Caccia, Pesca e Natura a Manfredonia; la Mostra Mercato della Selvaggina a San Giovanni Rotondo; le Giornate Ecologiche Venatorie promosse da Federcaccia Puglia; il Raduno Regionale Federcaccia ; la manifestazione “Caccia & Tradizioni ” a Vico del Gargano; il Concorso regionale di richiamo vocale al tordo a Ischitella. Questi eventi offrono occasioni di incontro, aggiornamento e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del Gargano, permettendo ai cacciatori di approfondire la propria conoscenza tecnica e di immergersi nella ricchezza gastronomica e storica della zona. Se sei un cacciatore o semplicemente appassionato di natura, la Foresta Umbra rappresenta un luogo unico dove poter vivere la tua passione in armonia con la natura e rispettando le normative vigenti.

Post: 29 August 14:03

Quando Cacciare nel Gargano: Aperture, Chiusure e Zone Migliori per una Caccia Responsabile

Nel Gargano , area naturalistica tra le più suggestive del Sud Italia, la cac

Quando Cacciare nel Gargano: Aperture, Chiusure e Zone Migliori per una Caccia Responsabile Nel Gargano , area naturalistica tra le più suggestive del Sud Italia, la caccia è una tradizione radicata e fortemente legata alla cultura locale. Questo promontorio della Puglia, con il suo Parco Nazionale, le fitte foreste, i laghi e i versanti ricchi di fauna selvatica, offre ai cacciatori un ambiente unico e vario. La presenza di specie come cinghiale , lepre , volpe , tordo bottaccio , merlo , fagiano , starna e piccione , rende il Gargano una meta ambita per chi pratica la caccia in modo regolamentato e rispettoso dell’ambiente. Stagioni e calendario venatorio nel Gargano La stagione principale di caccia nel Gargano va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio se rientrano nei piani di controllo demografico. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente dalla Regione Puglia ed è disponibile online o presso gli uffici provinciali. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni per alcune specie migratorie, come il tordo bottaccio, al fine di tutelarne la conservazione. Altre specie, come il corvo e il piccione urbano, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di attività di gestione autorizzate. I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie: da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, fagiano, tordo bottaccio e merlo; mentre l’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio, per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Divieti, limitazioni e protezione ambientale Il Gargano è una zona protetta riconosciuta come Parco Nazionale dal 1991, e questo comporta alcune restrizioni significative per i cacciatori. All’interno del nucleo centrale del parco la caccia è completamente vietata. Nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATS), invece, è possibile praticare la caccia seguendo le normative regionali. Tra le principali limitazioni figurano il divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio), la protezione di specie come aquila reale, falco pellegrino, gufo reale, cervo sardo e lupo, e le limitazioni per sesso ed età degli animali abbattibili, con divieto di sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Come ottenere il permesso per cacciare nel Gargano Per poter cacciare legalmente nel Gargano è necessario possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio acquistabile online tramite il sistema regionale e l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni per violazioni delle normative Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nel Gargano sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Consigli pratici per cacciare meglio nel Gargano L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia. In autunno è consigliabile privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno, optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci ci sono la caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto, postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli e l’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli, tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano lungo i versanti occidentali del Monte Calvo, intorno al Lago di Varano e nelle pianure di Rodi Garganico, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali. Oltre alla pratica venatoria, il Gargano ospita diversi eventi legati alla caccia e alle tradizioni locali, che richiamano appassionati, associazioni e turisti interessati alla cultura del territorio. Tra questi spiccano la Fiera Regionale della Caccia, Pesca e Natura a Manfredonia, la Mostra Mercato della Selvaggina a San Giovanni Rotondo, le Giornate Ecologiche Venatorie organizzate dal Parco Nazionale, il Raduno Regionale Federcaccia Puglia, la manifestazione “Caccia & Tradizioni” a Vico del Gargano e il Concorso regionale di richiamo vocale al tordo a Ischitella. Tutti questi eventi rappresentano occasioni di incontro, aggiornamento e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del territorio garganico. Se sei un cacciatore o semplicemente appassionato di natura, partecipare a questi eventi ti permette non solo di approfondire la tua conoscenza tecnica, ma anche di immergerti nella ricchezza culturale e gastronomica del Gargano.

Post: 29 August 13:10

Nell'Ultima Foresta Vergine d'Italia: Calendario Venatorio nella Sila con Date e Aree Consentite

La Sila , cuore verde della Calabria, è una delle aree più suggestive e

Nell'Ultima Foresta Vergine d'Italia: Calendario Venatorio nella Sila con Date e Aree Consentite La Sila , cuore verde della Calabria, è una delle aree più suggestive e ricche di biodiversità dell’Italia meridionale. Con i suoi vasti boschi di faggi, abeti e querce, i laghi cristallini e le ampie praterie, questa regione montuosa offre ai cacciatori un ambiente unico e variegato. La fauna abbonda e comprende specie come il cinghiale , la lepre , il cinghiale sardo , la volpe , il piccione , il merlo , il tordo bottaccio e molte altre. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida area protetta. Stagioni e calendario venatorio nella Sila La stagione principale di caccia nella Sila va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio se si tratta di attività di controllo demografico. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente dalla Regione Calabria ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni per alcune specie migratorie, come il tordo bottaccio, per tutelarne la conservazione. Altre specie, come il corvo e il piccione urbano, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di piani di controllo autorizzati. Specie cacciabili e periodi ideali I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie: Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, fagiano, tordo bottaccio e merlo. L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre e alla volpe , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. La caccia alle specie protette è vietata durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio. Grazie al clima temperato e alla presenza di habitat variabili, la Sila si rivela un’ottima zona per la caccia autunnale e invernale, soprattutto nelle aree pianeggianti intorno ai laghi e nei versanti esposti a sud. Divieti, limitazioni e protezione ambientale La Sila è una zona protetta riconosciuta come Parco Nazionale dal 1997, e questo comporta alcune restrizioni significative per i cacciatori. All’interno del nucleo centrale del parco la caccia è completamente vietata. Nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATS), invece, è possibile praticare la caccia seguendo le normative regionali. Tra le principali limitazioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : aquila reale, falco pellegrino, gufo reale, cervo sardo, lupo. Limitazioni per sesso ed età : non è consentito sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a garantire un prelievo equilibrato e rispettoso degli ecosistemi naturali presenti in una delle aree più delicate del Sud Italia. Come ottenere il permesso per cacciare nella Sila Per poter cacciare legalmente nella Sila è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistibile online tramite il sistema regionale; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa €50-60) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni per violazioni delle normative Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nella Sila sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Consigli pratici per cacciare meglio nella Sila L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: Per la lepre , caccia a vista nelle prime ore del mattino o al tramonto. Per il cinghiale , postazioni fisse vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. Per i tordi e i merli , richiami vocali e attenzione al vento. Le aree più produttive si trovano lungo i versanti orientali della Sila Piccola, intorno al Lago di Ariamacina e al Lago di Cecita, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 29 August 13:07

Caccia nelle Zone del Gennargentu: Un’Esplorazione tra Montagne Selvagge, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Sarde e Rigore Ambientale

Il Gennargentu, situato nel c

Caccia nelle Zone del Gennargentu: Un’Esplorazione tra Montagne Selvagge, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Sarde e Rigore Ambientale Il Gennargentu, situato nel cuore della Sardegna, è una delle aree più selvagge e affascinanti d’Italia. Con i suoi paesaggi montani, valli remote e boschi incontaminati, questa regione offre opportunità di caccia uniche per chi cerca un’avventura autentica immersa nella natura. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l’ecosistema fragile e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nelle zone del Gennargentu. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Gennargentu si distingue per: Paesaggi Montani : Vette imponenti come Punta La Marmora (1.834 m), profonde valli e pendii boscosi. Vegetazione : Dominata da foreste di leccio, sugherete e macchia mediterranea, con pascoli alpini e corsi d’acqua. Fauna Locale : La regione ospita specie endemiche e adattate all’ambiente montano, come il cervo sardo, il muflone, il cinghiale e piccoli volatili come il gallo cedrone sardo. Questi elementi rendono il Gennargentu un habitat ideale per molte specie di grande e piccolo gioco. Cacciatori e Demografia della Regione Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nel Gennargentu, ma si stima che siano alcune migliaia, principalmente concentrati nelle comunità rurali della Sardegna. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla regione o dalle isole limitrofe, legati alle tradizioni locali. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana che mantiene vive le pratiche venatorie. Caratteristiche della Caccia nel Gennargentu La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio montuoso e accidentato richiede resistenza fisica, esperienza e buona conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità, soprattutto per specie endemiche come il cervo sardo. Condizioni Climatiche : Le temperature possono variare drasticamente, soprattutto durante l’inverno, influenzando la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nel Gennargentu sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Grande Gioco : Mufloni, cervi sardi e cinghiali sono le principali prede. Caccia al Piccolo Gioco : Lepri, volpi e piccoli uccelli come il gallo cedrone sardo. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la beccaccia e la quaglia. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Sardegna e dal Ministero dell'Ambiente: Grande Gioco : Settembre a Dicembre, con permessi speciali per alcuni periodi. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l’Associazione Cacciatori Sardi organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nel Gennargentu è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Nazionale del Gennargentu sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nel Gennargentu ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco Nazionale del Gennargentu : È una delle aree protette più importanti della Sardegna, vietata alla caccia. Muflone Iconico : Il muflone è considerato un simbolo della fauna sarda e una preda ambita dai cacciatori. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un’attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nelle zone del Gennargentu rappresenta un’esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni sarde. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaGennargentu #SardegnaCaccia #CacciaAlpina #MufloneSardo #CacciaSostenibile #GalloCedroneSardo #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaMontana #CacciaInMontagna #TurismoSostenibile #BiodiversitàSardegna #CacciaEcosostenibile #ParcoNazionaleGennargentu #TradizioniVenatorie #CacciaItalia

Post: 19 June 15:24

Caccia nella Val di Susa: Un’Esperienza Immersiva tra Montagne, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Alpine e Rigore Normativo

La Val di Susa, situata nel cuore delle

Caccia nella Val di Susa: Un’Esperienza Immersiva tra Montagne, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Alpine e Rigore Normativo La Val di Susa, situata nel cuore delle Alpi Occidentali in Piemonte, è un territorio ricco di storia, natura incontaminata e biodiversità. Questa valle, nota per i suoi paesaggi mozzafiato e le sue vette maestose, offre opportunità di caccia uniche per gli appassionati che cercano un’avventura autentica. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l’ecosistema fragile e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nella Val di Susa. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Val di Susa si distingue per: Paesaggi Alpini : Vette imponenti, valli profonde e boschi fitti dominano il territorio. Vegetazione : Foreste di conifere, larici e pascoli alpini creano habitat ideali per molte specie selvatiche. Fauna Locale : La regione ospita camosci, cervi, stambecchi e galli cedroni, oltre a piccoli mammiferi e uccelli migratori. Questi elementi rendono la Val di Susa un paradiso per chi ama la caccia al grande gioco e il piccolo gioco. Cacciatori e Demografia della Regione Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nella Val di Susa, ma si stima che siano alcune migliaia, principalmente concentrati nelle zone rurali del Piemonte. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla regione o dalle aree limitrofe, come la Valle d'Aosta e la Francia confinante. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle tradizioni locali. Caratteristiche della Caccia nella Val di Susa La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio montuoso richiede resistenza fisica, esperienza e buona conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità. Condizioni Climatiche : Le temperature rigide e le condizioni meteorologiche variabili influenzano la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nella Val di Susa sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Grande Gioco : Camosci, cervi e stambecchi sono le principali prede. Caccia al Piccolo Gioco : Lepri, volpi e piccoli uccelli come il gallo cedrone. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la beccaccia e la quaglia. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Piemonte e dal Ministero dell'Ambiente: Grande Gioco : Settembre a Dicembre, con permessi speciali per alcuni periodi. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori della Val di Susa organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nella Val di Susa è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Val di Susa ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè : È una delle aree protette più importanti della regione, vietata alla caccia. Camosci Iconici : Il camoscio è considerato un simbolo della fauna alpina e una preda ambita dai cacciatori. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un’attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nella Val di Susa rappresenta un’esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaValDiSusa #PiemonteCaccia #CacciaAlpina #CamoscioAlpino #CacciaSostenibile #GalloCedrone #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaMontana #CacciaInMontagna #TurismoSostenibile #BiodiversitàPiemonte #CacciaEcosostenibile #ParcoOrsieraRocciavre #TradizioniVenatorie #CacciaItalia

Post: 19 June 15:21

Caccia nelle Isole Eolie: Un’Avventura Esclusiva tra Natura Incontaminata, Tradizioni Marinare e Rigore Normativo

Le Isole Eolie, situate nel Mar Tirreno a nord della Si

Caccia nelle Isole Eolie: Un’Avventura Esclusiva tra Natura Incontaminata, Tradizioni Marinare e Rigore Normativo Le Isole Eolie, situate nel Mar Tirreno a nord della Sicilia, sono un arcipelago vulcanico di straordinaria bellezza naturale, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Queste isole, con i loro paesaggi mozzafiato, coste frastagliate e un’ecologia fragile, offrono opportunità di caccia limitate ma uniche per gli appassionati che cercano un’esperienza autentica. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l’equilibrio ambientale e preservare la biodiversità di questa regione straordinaria. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nelle Isole Eolie. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Isole Eolie si distinguono per: Paesaggi Vulcanici : Terreni accidentati, scogliere a picco sul mare e campi lavici creano un ambiente selvaggio e incontaminato. Vegetazione Mediterranea : Arbusti come lentisco, mirto e ginestra dominano il territorio, insieme a macchia mediterranea rigogliosa. Fauna Locale : La fauna include specie adattate all’ambiente insulare, come uccelli migratori, piccoli mammiferi e rettili endemici. L’isolamento delle isole ha permesso lo sviluppo di ecosistemi fragili ma ricchi di biodiversità. Cacciatori e Demografia della Regione Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Isole Eolie, ma la pratica è marginale rispetto al turismo. I pochi cacciatori locali sono spesso legati alle tradizioni rurali e marinare delle isole. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla Sicilia o da altre regioni italiane, attratti dalle opportunità di caccia al piccolo gioco e agli uccelli migratori. Caratteristiche della Caccia nelle Isole Eolie La caccia in queste isole presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio accidentato e le dimensioni ridotte delle isole richiedono esperienza e pianificazione accurata. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per proteggere specie endemiche e vulnerabili. Logistica Complessa : L’accesso alle isole avviene principalmente via mare, il che rende necessaria una pianificazione logistica dettagliata. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Isole Eolie sono praticabili solo alcune forme di caccia: Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come la tortora, la quaglia e la beccaccia durante la stagione migratoria. Caccia al Piccolo Gioco : Conigli selvatici e piccoli volatili come la pernice. Controllo del Cinghiale : Limitato e regolamentato, poiché il cinghiale può danneggiare la flora locale. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Sicilia e dal Ministero dell'Ambiente: Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono poche ma attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Gruppi Locali : Piccole comunità organizzano battute collettive, soprattutto per il controllo delle specie invasive. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Isole Eolie è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come l’Isola di Alicudi e parti dell’Isola di Salina sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle Isole Eolie ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie delle piccole comunità. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Isola di Alicudi : Completamente protetta, è vietata qualsiasi attività venatoria. Specie Migratorie : Le isole sono un punto di sosta cruciale per gli uccelli migratori provenienti dall’Africa. Cinghiali Invasivi : Introdotti accidentalmente, sono ora controllati per proteggere l’ecosistema. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un’attività complementare al turismo eco-sostenibile. La caccia nelle Isole Eolie rappresenta un’esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaIsoleEolie #CacciaSostenibile #UccelliMigratori #CinghialiInvasivi #PatrimonioUNESCO #CacciaAlpina #TradizioniItaliane #NaturaIncontaminata #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInIsola #TurismoSostenibile #BiodiversitàItalia #CacciaEcosostenibile #IsolaAlicudi

Post: 17 June 15:08

Caccia nelle Isole Pontine: Un Equilibrio Delicato tra Tradizione Venatoria, Biodiversità Insulare e Rigore Normativo

Le Isole Pontine, situate nel Mar Tirreno a sud di

Caccia nelle Isole Pontine: Un Equilibrio Delicato tra Tradizione Venatoria, Biodiversità Insulare e Rigore Normativo Le Isole Pontine, situate nel Mar Tirreno a sud di Roma, rappresentano un ecosistema unico che offre opportunità di caccia incontaminate. Questo arcipelago, composto da isole come Ponza, Ventotene, Palmarola e Zannone, è noto per la sua bellezza naturale e la biodiversità. Tuttavia, la caccia qui è strettamente regolamentata per proteggere l'equilibrio ambientale. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulle Isole Pontine. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Isole Pontine sono caratterizzate da: Paesaggi Vari : Colline brulle, scogliere a picco sul mare e macchia mediterranea dominano il territorio. Mediterraneo : La vegetazione è costituita da arbusti come lentisco, mirto e rosmarino, con alcune zone boschive. Fauna Locale : Le specie selvatiche includono uccelli migratori, piccoli mammiferi e rettili adattati all'ambiente insulare. L'isolamento delle isole ha permesso lo sviluppo di ecosistemi fragili ma ricchi di biodiversità. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Isole Pontine, ma la pratica è limitata rispetto al turismo. I cacciatori locali sono pochi e spesso legati alle tradizioni rurali del Lazio. La maggior parte dei cacciatori proviene dal continente o da altre regioni italiane. Caratteristiche della Caccia nelle Isole Pontine La caccia in queste isole presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio accidentato e le dimensioni ridotte delle isole richiedono esperienza e pianificazione. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per proteggere specie endemiche. Logistica Complessa : L'accesso alle isole avviene principalmente via mare, il che rende necessaria una pianificazione accurata. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Isole Pontine sono praticabili solo alcune forme di caccia: Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come la tortora, la quaglia e la beccaccia durante la stagione migratoria. Caccia al Piccolo Gioco : Conigli selvatici e piccoli volatili. Controllo del Cinghiale : Limitato e regolamentato, poiché il cinghiale può danneggiare la flora locale. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Lazio e dal Ministero dell'Ambiente: Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono poche ma attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Gruppi Locali : Piccole comunità organizzano battute collettive, soprattutto per il controllo delle specie invasive. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Isole Pontine è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come l'Isola di Zannone sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle Isole Pontine ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie delle piccole comunità. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Isola di Zannone : Parte del Parco Nazionale del Circeo, è completamente protetta e vietata alla caccia. Specie Migratorie : Le isole sono un punto di sosta cruciale per gli uccelli migratori. Cinghiali Invasivi : Introdotti accidentalmente, sono ora controllati per proteggere l'ecosistema. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. La caccia nelle Isole Pontine rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaIsolePontine #CacciaSostenibile #UccelliMigratori #CinghialiInvasivi #ParcoNazionaleCirceo #CacciaAlpina #TradizioniItaliane #NaturaIncontaminata #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInIsola #TurismoSostenibile #BiodiversitàItalia #CacciaEcosostenibile #IsolaZannone

Post: 13 June 13:45

Caccia in Lombardia 2025: le regole da seguire nelle ZPS e nei 23 valichi montani

La Regione Lombardia ha confermato le regole per la stagione venatoria 2025, con partic

Caccia in Lombardia 2025: le regole da seguire nelle ZPS e nei 23 valichi montani La Regione Lombardia ha confermato le regole per la stagione venatoria 2025, con particolare attenzione alle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e ai 23 valichi montani riconosciuti come aree sensibili per la migrazione dell’avifauna. Le disposizioni, elaborate in collaborazione con ISPRA e le autorità locali, mirano a garantire un equilibrio tra attività venatoria e tutela ambientale. 🦆 Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) Le ZPS sono aree istituite nell’ambito della rete Natura 2000 per proteggere specie di uccelli selvatici e i loro habitat. In Lombardia, queste zone coprono migliaia di ettari e comprendono ambienti cruciali per la sosta e la nidificazione dell’avifauna migratoria. - All’interno delle ZPS vigono regole stringenti: - divieto di caccia a meno di 150 metri da zone umide e corsi d’acqua; - limitazioni all’uso di munizioni contenenti piombo; - obbligo di rispettare orari e giornate stabilite dai calendari venatori regionali. 🏔️ I 23 valichi montani sotto tutela La Lombardia ha individuato 23 valichi montani come punti critici per la migrazione degli uccelli. In queste aree, la caccia è vietata o fortemente limitata per ridurre l’impatto sulle rotte migratorie. - Tra i valichi più noti figurano: - Passo San Marco (Bergamo-Sondrio) - Passo Aprica (Sondrio-Brescia) - Passo Maniva (Brescia) - Passo Spluga (Sondrio) Le restrizioni comprendono il divieto di appostamenti fissi e l’obbligo di rispettare distanze minime dai corridoi migratori. 📜 Normativa e controlli Le regole sono state definite sulla base delle indicazioni dell’ISPRA e delle direttive europee. La Regione Lombardia ha ribadito che i controlli saranno intensificati, con pattugliamenti delle Guardie Venatorie e sanzioni severe per chi non rispetta le disposizioni. Le multe possono arrivare fino a 3.000 euro, con sospensione o revoca del porto d’armi in caso di infrazioni gravi. 🌍 Equilibrio tra caccia e conservazione Le autorità sottolineano che l’obiettivo non è penalizzare i cacciatori, ma garantire un equilibrio tra attività venatoria e tutela della biodiversità. Le ZPS e i valichi montani rappresentano aree di particolare vulnerabilità, dove la pressione venatoria potrebbe compromettere la sopravvivenza di specie migratrici già in difficoltà. 📊 Dati sulla stagione venatoria in Lombardia La Lombardia è una delle regioni italiane con il maggior numero di cacciatori: circa 60.000 iscritti ogni anno. La presenza di vaste aree montane e zone umide rende il territorio particolarmente attrattivo per la caccia alla migratoria. Tuttavia, i dati ISPRA mostrano un calo costante delle popolazioni di alcune specie, come allodole e tordi, motivo per cui le restrizioni nei valichi e nelle ZPS sono considerate indispensabili. 🤝 Collaborazione con associazioni venatorie La Regione ha avviato tavoli di confronto con le principali associazioni venatorie lombarde, tra cui Federcaccia e ANUU Migratoristi, per condividere le regole e sensibilizzare i cacciatori al rispetto delle norme. Le associazioni hanno accolto con prudenza le misure, chiedendo però maggiore chiarezza sui controlli e più investimenti nella gestione degli habitat. 🔎 Conclusioni La caccia in Lombardia 2025 sarà regolata da norme precise nelle ZPS e nei 23 valichi montani, con l’obiettivo di proteggere le rotte migratorie e garantire una gestione sostenibile della fauna. Per i cacciatori, rispettare le regole sarà fondamentale non solo per evitare sanzioni, ma anche per contribuire alla conservazione di un patrimonio naturale che rappresenta un valore per l’intera comunità.

Post: 1 October 18:07

Caccia nel Cilento: Il Calendario Venatorio, Stagioni per Cinghiali, Lepri e Selvaggina tra Coste e Montagne

Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Cilento

La caccia

Caccia nel Cilento: Il Calendario Venatorio, Stagioni per Cinghiali, Lepri e Selvaggina tra Coste e Montagne Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Cilento La caccia nel Cilento , area ricca di biodiversità e parte integrante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni , è regolata da normative regionali precise che mirano a garantire la conservazione della fauna e il rispetto dell’ambiente. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie (come il cinghiale) che possono essere soggette a piani di controllo anche fino a febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente dalla Regione Campania ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali. Le date sono influenzate dal ciclo biologico delle specie e dalle esigenze ecologiche locali. Calendario Venatorio per Specie nel Cilento I periodi ideali per la caccia variano in base alla specie bersaglio. Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo . L’attività culmina in autunno, quando queste specie transitano lungo i corridoi migratori del Sud Italia. L’inverno (dicembre-gennaio) è invece il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre e alla volpe , che aumentano la loro mobilità in cerca di cibo. Questo rende il Cilento una zona particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica. Specie Protette e Restrizioni nel Cilento Essendo parte di un'area protetta, il Cilento presenta numerose limitazioni alla caccia. All’interno del nucleo centrale del Parco Nazionale essa è completamente vietata , mentre nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATS), è consentita solo seguendo le normative regionali. Tra le restrizioni principali: Divieto assoluto di caccia tra marzo e luglio , periodo riproduttivo; Specie protette : aquila reale, gufo reale, cervo sardo, lupo, martora; Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e tutelare le specie più vulnerabili. Documentazione Necessaria per Cacciare nel Cilento Per poter cacciare legalmente nel Cilento è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale della Campania; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nel Cilento Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nel Cilento sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene le mappe degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nel Cilento L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto. Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli , tenendo conto della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano intorno a Vallo della Lucania , Sapri , Padula , Policastro Bussentino e Novi Velia , dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 29 August 14:05

Caccia in Pianura Padana: Stagioni per Fagiani, Starne e Anatidi tra Coltivazioni e Zone Umide

La Pianura Padana , che si estende tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e

Caccia in Pianura Padana: Stagioni per Fagiani, Starne e Anatidi tra Coltivazioni e Zone Umide La Pianura Padana , che si estende tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, è una delle zone venatorie più importanti d’Italia. Con il suo paesaggio pianeggiante, ricco di campi coltivati, canali, boschetti e zone umide, questa vasta area offre habitat ideali per numerose specie selvatiche. Tra le più comuni figurano il cinghiale, la lepre, il piccione, il merlo, il tordo bottaccio, la volpe, lo storno, il fagiano, la starna e l’anatra. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida e produttiva area del Nord Italia. Stagioni e calendario venatorio nelle Pianura Padana La stagione principale di caccia nella Pianura Padana va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio o marzo se rientrano nei piani di controllo demografico autorizzati. Il calendario venatorio varia leggermente da regione a regione (Lombardia, Emilia-Romagna, ecc.), ma rimane sostanzialmente allineato grazie alla conformazione simile del territorio e alla presenza delle stesse specie faunistiche. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni su alcune specie migratorie come il tordo bottaccio, al fine di tutelarne la conservazione. Altre specie, come corvi, cornacchie e piccioni urbani, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di attività di gestione approvate dalle autorità competenti. Specie cacciabili e periodi ideali I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie: da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo; mentre l’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio, per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. La Pianura Padana è un’area intensamente agricola e quindi presenta particolarità dal punto di vista della distribuzione della fauna. I campi di mais, le stoppie dopo la mietitura e le zone umide lungo i fiumi Po, Adige e Lambro sono luoghi strategici dove la selvaggina si concentra regolarmente, soprattutto in autunno e inizio inverno. Divieti, limitazioni e protezione ambientale nella Pianura Padana Le normative sulla caccia nella Pianura Padana seguono quelle stabilite dalle singole regioni che la attraversano, ma presentano molti punti in comune. In tutte le aree sono attivi gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), che permettono ai cacciatori di operare in modo organizzato e controllato. Sono previsti divieti assoluti di caccia in periodo riproduttivo (marzo-luglio), la protezione di specie come aquila reale, gufo reale, lupo, cervo, martora e altre, e limitazioni per sesso ed età degli animali abbattibili, con divieto di sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Come ottenere i permessi di caccia Per poter cacciare legalmente nella Pianura Padana è necessario possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio acquistabile online tramite il sistema regionale e l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nella Pianura Padana sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia nella Pianura Padana L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia. In autunno è consigliabile privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno, optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci ci sono la caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto, postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli e l’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli, tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano lungo i corsi dei fiumi, nelle zone paludose del Delta del Po, nei campi di mais e nelle stoppie dopo la raccolta. Zone come la Bassa Padana emiliana, il lodigiano, il mantovano e il veronese sono tra le più frequentate dai cacciatori professionisti e amatoriali. Nella Pianura Padana si tengono ogni anno diversi eventi legati alla caccia e alle tradizioni locali, che richiamano appassionati, associazioni e turisti interessati alla cultura del territorio. Tra questi spiccano la Fiera Regionale della Caccia e della Pesca a Ferrara o a Rovigo, la Mostra Mercato della Selvaggina in provincia di Mantova o Parma, le Giornate Ecologiche Venatorie promosse da Federcaccia e il Raduno Regionale Federcaccia Lombardia o Emilia-Romagna. Non mancano manifestazioni dedicate alle tecniche tradizionali di caccia, come il Concorso regionale di richiamo vocale al tordo, che si tiene in autunno in alcune aree dell’Emilia o del Veneto. Se sei un cacciatore o semplicemente appassionato di natura, partecipare a questi eventi ti permette non

Post: 29 August 14:01

Dalle Prealpi Venete alla Pianura: Calendario Venatorio con Date e Consigli per Ogni Stagione

Le Prealpi Venete , estesa catena montuosa che si snoda tra le province di

Dalle Prealpi Venete alla Pianura: Calendario Venatorio con Date e Consigli per Ogni Stagione Le Prealpi Venete , estesa catena montuosa che si snoda tra le province di Vicenza, Verona, Belluno, Treviso e Padova, rappresentano una delle aree venatorie più ricche e diversificate del Nord Italia. Con un paesaggio fatto di boschi, pascoli, fiumi e crinali rocciosi, questa zona offre habitat ideali per numerose specie selvatiche. La fauna abbonda e include esemplari come il cinghiale , la lepre , la volpe , il capriolo , l’istricе , il piccione , il merlo , il tordo bottaccio e molte altre specie. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida area naturale. Stagioni e calendario venatorio nelle Prealpi Venete La stagione principale di caccia nelle Prealpi Venete va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio o marzo se rientrano nei piani di controllo demografico approvati dalla Regione Veneto. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente ed è consultabile online sul sito della Regione o presso gli uffici provinciali competenti. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni per alcune specie migratorie, come il tordo bottaccio, per tutelarne la conservazione. Altre specie, come corvi, cornacchie e piccioni urbani, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di attività di gestione autorizzate. Specie cacciabili e periodi ideali I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie: Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo. L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre , alla volpe e al capriolo , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio , per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Grazie alle variazioni climatiche e all’elevata biodiversità, le Prealpi Venete si rivelano un’ottima zona per la caccia autunnale e invernale, soprattutto in aree come il Monte Grappa, l’Altopiano di Asiago e le valli vicentine. Divieti, limitazioni e protezione ambientale Nelle Prealpi Venete la caccia è regolamentata da leggi regionali molto precise. Inoltre, alcune aree rientrano nella rete Natura 2000 , il che comporta ulteriori limitazioni per la protezione di habitat e specie particolarmente sensibili. Tra le principali restrizioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : aquila reale, gufo reale, lupo, cervo, lince, martora. Limitazioni per sesso ed età : non è consentito sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a garantire un prelievo equilibrato e rispettoso degli ecosistemi naturali presenti in una delle aree più delicate del Nord Italia. Come ottenere il permesso per cacciare nelle Prealpi Venete Per poter cacciare legalmente nelle Prealpi Venete è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa €50-60) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni per violazioni delle normative Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nelle Prealpi Venete sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Consigli pratici per cacciare meglio nelle Prealpi Venete L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: Per la lepre , caccia a vista nelle prime ore del mattino o al tramonto. Per il cinghiale , postazioni fisse vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. Per i tordi e i merli , richiami vocali e attenzione al vento. Nelle Prealpi Venete la caccia è una tradizione ben radicata e fortemente legata alla cultura del territorio, tanto che ogni anno si organizzano diversi eventi venatori che richiamano appassionati, espositori e operatori del settore. Questi appuntamenti non riguardano soltanto l’aspetto tecnico della caccia, ma anche la conservazione della fauna, la gestione sostenibile degli ambienti naturali e la valorizzazione delle tradizioni locali. Tra i più importanti spicca la Fiera Regionale della Caccia, Pesca e Natura , che si tiene regolarmente a Vicenza o in altri comuni dell’entroterra, dove è possibile incontrare produttori di armi, accessori per la caccia, guide ambientali e allevatori di cani da lavoro. Un altro evento significativo è la Mostra Mercato della Selvaggina , organizzata in alcuni borghi storici come Asiago o Schio, dove si possono degustare piatti tipici a base di lepre, cinghiale e capriolo, accompagnati da vini locali. Le aree più produttive si trovano lungo i versanti orientali del Monte Grappa, nell’Altopiano di Asiago, nelle valli dei fiumi Astico e Brenta, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 29 August 13:12

Caccia nella Valle del Po: Un’Esplorazione tra Tradizioni Secolari, Paesaggi Fluviali e Sfide di Sostenibilità Moderna

La Valle del Po, che si estende attraverso alcune

Caccia nella Valle del Po: Un’Esplorazione tra Tradizioni Secolari, Paesaggi Fluviali e Sfide di Sostenibilità Moderna La Valle del Po, che si estende attraverso alcune delle regioni più fertili d'Italia, è un territorio ricco di biodiversità e tradizioni venatorie. Questa vasta pianura, attraversata dal fiume Po, offre opportunità di caccia uniche, grazie alla sua varietà di ecosistemi e specie selvatiche. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l'equilibrio ambientale e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nella Valle del Po. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Valle del Po si distingue per: Paesaggi Vari : Vaste pianure coltivate, zone umide, boschi ripariali e aree paludose creano habitat diversificati. Fiume Po : Il fiume e i suoi affluenti forniscono acqua e rifugio per molte specie animali, soprattutto durante la stagione secca. Fauna Locale : La regione ospita una varietà di specie, tra cui uccelli migratori, mammiferi e piccoli animali adattati all'ambiente fluviale. Questi elementi rendono la Valle del Po un luogo ideale per la caccia, soprattutto per chi ama gli uccelli migratori e il piccolo gioco. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nella Valle del Po, ma si stima che siano decine di migliaia, distribuiti principalmente nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. La maggior parte dei cacciatori proviene dalle comunità rurali e dalle aree agricole, dove la caccia è una tradizione consolidata da generazioni. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle pratiche tradizionali. Caratteristiche della Caccia nella Valle del Po La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Pianeggiante : Le ampie pianure facilitano lo spostamento, ma richiedono buona conoscenza del territorio per individuare le prede. Specie Protette : Molte aree umide e zone naturali sono interdette alla caccia per proteggere la biodiversità. Condizioni Climatiche : L'inverno può essere rigido, soprattutto nelle zone settentrionali, influenzando la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nella Valle del Po sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come anatre, folaghe, beccacce e quaglie sono comuni durante la stagione migratoria. Caccia al Piccolo Gioco : Conigli, lepri e volpi sono le principali prede. Caccia al Cinghiale : Limitata e regolamentata, poiché il cinghiale può danneggiare i raccolti agricoli. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalle regioni interessate (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto) e dal Ministero dell'Ambiente: Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori della Valle del Po organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nella Valle del Po è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone umide come il Parco del Delta del Po sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Valle del Po ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco del Delta del Po : È uno degli hotspot di biodiversità più importanti d'Italia, ma gran parte di esso è protetto. Cinghiali Invasivi : Il cinghiale è considerato una minaccia per l'agricoltura locale, ma la sua caccia è severamente controllata. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nella Valle del Po rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaValleDelPo #DeltaDelPo #CacciaSostenibile #UccelliMigratori #CacciaAlpina #TradizioniVenatorie #NaturaItaliana #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaInvernale #CacciaInPianura #TurismoSostenibile #BiodiversitàItalia #CacciaEcosostenibile #ParcoDeltaDelPo #CinghialeCaccia

Post: 17 June 15:06

Caccia nelle Dolomiti Friulane: Un'avventura tra vette maestose, Caratteristiche geografiche e tradizioni alpine

Le Dolomiti Friulane, situate nel cuore del Friuli Venez

Caccia nelle Dolomiti Friulane: Un'avventura tra vette maestose, Caratteristiche geografiche e tradizioni alpine Le Dolomiti Friulane, situate nel cuore del Friuli Venezia Giulia, rappresentano un paradiso per gli appassionati di caccia. Questo territorio montuoso, caratterizzato da paesaggi mozzafiato e una ricca biodiversità, offre opportunità di caccia uniche in un ambiente selvaggio e incontaminato. Tuttavia, la pratica venatoria è regolamentata per proteggere l'ecosistema fragile e garantire la conservazione della fauna locale. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nelle Dolomiti Friulane. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Dolomiti Friulane si distinguono per: Paesaggi Alpini : Punteggiati da vette imponenti, valli profonde e boschi fitti. Vegetazione : Dominata da foreste di abeti, larici e pascoli alpini, con macchie di vegetazione arbustiva. Fauna Locale : La regione ospita specie adattate all'ambiente montano, come camosci, cervi e galli cedroni. Questi elementi rendono le Dolomiti Friulane un habitat ideale per molte specie di grande e piccolo gioco. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Dolomiti Friulane, ma si stima che siano alcune migliaia, principalmente concentrati nelle zone rurali del Friuli Venezia Giulia. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla regione o dalle aree limitrofe, come il Veneto e il Trentino-Alto Adige. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle tradizioni locali. Caratteristiche della Caccia nelle Dolomiti Friulane La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio montuoso richiede resistenza fisica, esperienza e buona conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità. Condizioni Climatiche : Le temperature rigide e le condizioni meteorologiche variabili influenzano la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Dolomiti Friulane sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Grande Gioco : Camosci, cervi e caprioli sono le principali prede. Caccia al Piccolo Gioco : Lepri, volpi e piccoli uccelli come il gallo cedrone. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la beccaccia e la quaglia. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Ministero dell'Ambiente: Grande Gioco : Settembre a Dicembre, con permessi speciali per alcuni periodi. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori delle Dolomiti Friulane organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Dolomiti Friulane è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle Dolomiti Friulane ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Patrimonio UNESCO : Le Dolomiti Friulane sono protette come sito UNESCO, il che influenza le politiche di caccia. Camosci Iconici : Il camoscio è considerato un simbolo della fauna alpina e una preda ambita dai cacciatori. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nelle Dolomiti Friulane rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaDolomitiFriulane #FriuliVeneziaGiulia #CacciaAlpina #CamoscioAlpino #CacciaSostenibile #GalloCedrone #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaMontana #CacciaInMontagna #TurismoSostenibile #BiodiversitàFriuli #CacciaEcosostenibile #ParcoNaturaleDolomitiFriulane #TradizioniVenatorie #CacciaItalia

Post: 16 June 14:27

Caccia nella Val d'Orcia: Un'Esperienza Immersiva tra Paesaggi Patrimonio UNESCO e Tradizioni Venatorie

La Val d'Orcia, situata nel cuore della Toscana, è famosa per i s

Caccia nella Val d'Orcia: Un'Esperienza Immersiva tra Paesaggi Patrimonio UNESCO e Tradizioni Venatorie La Val d'Orcia, situata nel cuore della Toscana, è famosa per i suoi paesaggi mozzafiato, vigneti rigogliosi e colline ondulate. Questa regione, dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, offre anche opportunità di caccia che attirano appassionati da tutta Italia. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l'ecosistema unico e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nella Val d'Orcia. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Val d'Orcia si distingue per: Paesaggi Collinari : Dolci colline coperte di vigneti, uliveti e campi coltivati creano un ambiente ideale per la fauna selvatica. Boschi e Macchia Mediterranea : Le aree boschive e la vegetazione mediterranea offrono rifugio a diverse specie animali. Fiumi e Ruscelli : Il fiume Orcia e i suoi affluenti forniscono acqua per la fauna durante tutto l'anno. Questi elementi rendono la Val d'Orcia un habitat ideale per molte specie di piccolo e medio gioco. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori nella Val d'Orcia, ma si stima che siano poche migliaia, principalmente concentrati nelle zone rurali. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla Toscana o dalle regioni limitrofe. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle tradizioni locali. Caratteristiche della Caccia nella Val d'Orcia La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Variabile : Le colline e i boschi richiedono buona resistenza fisica e conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità. Turismo Competitivo : La Val d'Orcia è una meta turistica popolare, il che limita le aree accessibili ai cacciatori. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nella Val d'Orcia sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Piccolo Gioco : Conigli, lepri e piccoli volatili come la quaglia. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la tortora e la beccaccia. Caccia al Cinghiale : Limitata e regolamentata, poiché il cinghiale può danneggiare i vigneti e gli uliveti. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Toscana e dal Ministero dell'Ambiente: Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono attive e ben organizzate: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori della Val d'Orcia organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nella Val d'Orcia è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Naturale della Val d'Orcia sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Val d'Orcia ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Patrimonio UNESCO : La Val d'Orcia è protetta come sito UNESCO, il che influenza le politiche di caccia. Cinghiali Invasivi : Il cinghiale è considerato una minaccia per l'agricoltura locale, ma la sua caccia è severamente controllata. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nella Val d'Orcia rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaValDOrcia #ToscanaCaccia #CacciaSostenibile #CinghialeToscana #UccelliMigratori #CacciaAlpina #TradizioniVenatorie #NaturaToscana #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInCollina #TurismoSostenibile #BiodiversitàToscana #CacciaEcosostenibile #ParcoNaturaleValDOrcia

Post: 13 June 13:48

Caccia nelle Cinque Terre: Equilibrio tra Tradizione, Natura Incontaminata e Rigore Normativo

Le Cinque Terre, con i loro paesaggi mozzafiato e la natura incontaminata,

Caccia nelle Cinque Terre: Equilibrio tra Tradizione, Natura Incontaminata e Rigore Normativo Le Cinque Terre, con i loro paesaggi mozzafiato e la natura incontaminata, sono un luogo iconico della Liguria. Sebbene questa regione sia principalmente nota per il turismo e le sue terrazze vitate, offre anche opportunità di caccia che attirano appassionati alla ricerca di avventure autentiche. Tuttavia, la caccia qui è strettamente regolamentata per proteggere l'ecosistema fragile e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulle Cinque Terre. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Cinque Terre si trovano lungo la costa ligure, caratterizzata da: Paesaggi Collinari : Ripide scogliere, terrazzamenti coltivati a vite e ulivi, e fitte macchie mediterranee. Mediterraneo : La vegetazione è dominata da arbusti come il lentisco, il corbezzolo e la ginestra. Fauna Locale : Le specie selvatiche sono adattate all'ambiente mediterraneo, con una biodiversità limitata ma significativa. Il territorio accidentato e la vicinanza al mare influenzano profondamente le dinamiche della fauna locale. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Cinque Terre, ma la pratica è marginale rispetto al turismo. I cacciatori locali sono pochi e spesso legati alle tradizioni rurali del territorio. La maggior parte dei cacciatori proviene da altre parti della Liguria o dell'Italia settentrionale. Caratteristiche della Caccia nelle Cinque Terre La caccia in questa regione presenta sfide uniche: Terreno Impervio : Il territorio collinare e roccioso richiede resistenza fisica e esperienza. Specie Elusive : Gli animali sono abituati a nascondersi tra la fitta vegetazione mediterranea. Normative Rigide : La presenza del Parco Nazionale delle Cinque Terre limita notevolmente le aree accessibili ai cacciatori. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Cinque Terre sono praticabili solo alcune forme di caccia: Caccia al Piccolo Gioco : Conigli, lepri e piccoli volatili come la quaglia. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la tortora e la beccaccia. Caccia al Cinghiale : Limitata e regolamentata, poiché il cinghiale può danneggiare i vigneti e gli uliveti. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Liguria e dal Ministero dell'Ambiente: Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono poche ma attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi informali organizzano battute collettive, soprattutto per il controllo del cinghiale. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Cinque Terre è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Molte zone sono interdette alla caccia per proteggere la biodiversità. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della CacciaLa caccia nelle Cinque Terre ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco Nazionale : La creazione del Parco Nazionale ha ridotto drasticamente le aree disponibili per la caccia. Cinghiali Invasivi : Il cinghiale è considerato una minaccia per l'agricoltura locale, ma la sua caccia è severamente controllata. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nelle Cinque Terre rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaCinqueTerre #LiguriaCaccia #ParcoNazionaleCinqueTerre #CacciaSostenibile #CinghialeLiguria #UccelliMigratori #CacciaAlpina #TradizioniItaliane #NaturaLigure #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInCollina #TurismoSostenibile #BiodiversitàLigure #CacciaEcosostenibile

Post: 13 June 09:53

Caccia con Coscienza nel Parco del Gran Sasso: Tradizione e Conservazione tra le Cime
Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio
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Caccia con Coscienza nel Parco del Gran Sasso: Tradizione e Conservazione tra le Cime Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, è dominato dal massiccio del Gran Sasso d’Italia (2.912 m), con paesaggi che spaziano da valli glaciali come la Valle del Fino a boschi di faggio e praterie d’alta quota. L’area ospita specie adattate all’ambiente alpino: camosci , cervi nobili , cinghiali , lepri variabili e rapaci come il biancone . I laghi di Pilato e le sorgenti del fiume Tirino completano un ecosistema unico. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Abruzzo sono registrati ~28.000 cacciatori, con oltre 6.000 concentrati nella provincia dell’Aquila, cuore del Parco. La regione attira anche cacciatori laziali e marchigiani, soprattutto per la caccia al camoscio e al cervo. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Camoscio : Praticata in alta quota (1.800–2.500 m), richiede abilità alpina e conoscenza dei sentieri. Caccia al Cervo : Focalizzata nelle foreste di faggio durante il bramito (settembre-ottobre). Caccia al Cinghiale : Organizzata in braccata con segugi nelle valli boschive. Caccia alla Lepre Variabile : Appostamenti discreti in radure e pascoli. Stagioni Venatorie Camoscio : 15 settembre – 15 dicembre (max 1 capo/anno, con permesso speciale). Cervo : 15 settembre – 31 ottobre (solo maschi adulti). Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno nel Parco). Lepre Variabile : 1 ottobre – 30 novembre (max 3 esemplari/giorno). Associazioni e Club Locali Federcaccia Abruzzo : Organizza battute coordinate e corsi di orientamento in montagna. Associazione Cacciatori Gran Sasso : Promuove progetti di monitoraggio faunistico e ripopolamento. Guide Alpine : Collaborano con cacciatori per escursioni tecniche (es. Rifugio Fonte Vetica ). Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 1 camoscio, 2 cervi e 3 cinghiali per stagione. Aree Protette : Caccia vietata nelle zone centrali del Parco e nelle ZPS (es. Sito "Monti della Laga"). Armi : Calibro minimo 6.5x55 mm per ungulati; divieto di richiami elettroacustici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia Il "Grido del Cacciatore" : Prima dell’alba, i cacciatori locali usano un richiamo vocale tradizionale, il "grido della civetta" , per mimetizzarsi con i suoni notturni e avvicinare la selvaggina. Questa pratica, tramandata oralmente, è ancora insegnata nelle scuole di caccia della zona. La Benedizione delle Armi : Nelle chiese di montagna come quella di Santa Maria di Pietraquaria (L’Aquila), ogni settembre si celebra la benedizione dei fucili, un rito che invoca protezione e rispetto per la natura. La "Caccia alla Bracconiera" : Un metodo tradizionale per la lepre variabile, che prevede l’uso di cani da seguita abruzzesi (razza locale) e reti di canapa tessute a mano, oggi sostituite da materiali moderni ma ancora simbolo di identità. Il Banchetto del Bramito : Durante il periodo del bramito del cervo, i cacciatori organizzano cene comunitarie nei rifugi, dove si cucina il "brodo di camoscio" con erbe spontanee (come il nepetella) e si raccontano storie di imprese venatorie. Il Trofeo "Corni di Luna" : Nella valle del Tirino, i corni dei cervi abbattuti vengono esposti durante la Festa della Transumanza (maggio), celebrando il legame tra pastorizia e caccia. L’Arte del "Corno Annunciato" : I cacciatori più anziani decorano i corni degli ungulati con intagli che rappresentano la data e il luogo della caccia, creando veri e propri diari storici esposti nei musei locali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio appenninico, reintrodotto negli anni ’90, è oggi simbolo del Parco. Nel 1800, il Gran Sasso era riserva di caccia dei Borbone di Napoli, come testimoniato da documenti d’archivio. Nel 2022, un progetto LIFE ha monitorato il lupo appenninico nella Valle del Fino, evidenziando la sua convivenza con l’attività venatoria. Il Parco del Gran Sasso non è solo un territorio di caccia, ma un patrimonio vivo dove ogni passo del cacciatore si intreccia con la storia millenaria di queste montagne. Qui, tra i sentieri che sfidano il cielo e i boschi secolari, l’attività venatoria diventa un atto di rispetto: ogni colpo è misurato, ogni preda è onorata. I cacciatori, custodi inconsapevoli di un equilibrio fragile, contribuiscono a mantenere vivo un ciclo naturale che affonda le radici nell’epoca dei Borbone. Perché nel Gran Sasso, la vera vittoria non è il trofeo appeso alla parete, ma la consapevolezza di aver camminato tra le cime senza lasciare traccia — se non quella del proprio passaggio discreto, da ospite privilegiato di una terra che ancora oggi detta le regole. #CacciaGranSasso #Abruzzo #CamoscioAppenninico #CervoNobile #Bramito #FedercacciaAbruzzo #TradizioniVenatorie #ParcoNazionaleGranSasso #GridoDellaCivetta #LupoAppenninico #BrodoDiCamoscio #FestaDellaTransumanza #CacciaSostenibile #MontiDellaLaga #LagoDiPilato #Italia

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Caccia con Coscienza nello Stelvio: Custodire l’Alpe, Inseguire il Camoscio

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

 Il Parco

Caccia con Coscienza nello Stelvio: Custodire l’Alpe, Inseguire il Camoscio Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale dello Stelvio, tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e Svizzera, è il più grande parco italiano. Con vette oltre i 3.900 m (Ortles), ghiacciai, e valli come la Valtellina e la Val Venosta, offre habitat alpini estremi. I boschi di larici e pascoli d’alta quota ospitano fauna unica: camosci , stambecchi , cervi rossi , pernici bianche e rapaci come il gipeto barbut . Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle province di Sondrio, Bolzano e Trento sono registrati ~12.000 cacciatori, con un terzo attivo nell’area del Parco. La regione attira anche cacciatori svizzeri e tedeschi, soprattutto per la caccia al camoscio. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Camoscio : Praticata in alta quota (2.000–3.500 m), richiede resistenza fisica e conoscenza del terreno. Caccia allo Stambecco : Riservata a zone rocciose con permessi speciali (max 1 capo/anno). Caccia al Cervo Rosso : Focalizzata nelle foreste della Valtellina durante il bramito (settembre). Caccia alla Pernice Bianca : Appostamenti discreti nell’alta Val Venosta. Stagioni Venatorie Camoscio e Stambecco : 15 settembre – 15 dicembre (autorizzazioni contingentate). Cervo Rosso : 15 settembre – 31 ottobre (solo maschi adulti). Pernice Bianca : 1 ottobre – 30 novembre (max 2 esemplari/giorno). Selvaggina Minuta : 15 settembre – 30 novembre. Associazioni e Club Locali Federcaccia Lombardia : Organizza corsi di alta montagna e monitoraggio faunistico. Cacciatori delle Alpi Retiche : Promuove la sicurezza e la sostenibilità venatoria in zone impervie. Guide Alpine : Collaborano con cacciatori per escursioni tecniche (es. Rifugio Livrio). Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 1 camoscio, 1 stambecco (solo con quota provinciale), e 2 cervi rossi per stagione. Aree Protette : Caccia vietata nelle zone centrali del Parco e nelle ZPS (es. Sito "Ortles-Cevedale"). Armi : Calibro minimo 7x64 mm per ungulati; divieto di richiami elettroacustici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale lega la caccia ai rifugi alpini e ai piatti tradizionali. Il "camoscio in salmì" e gli "gnocchi di cervo" sono specialità. La Festa del Cacciatore a Bormio (ottobre) celebra l’attività con mostre di trofei e degustazioni di formaggi alpini. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco dello Stelvio ospita il gipeto barbuto , reintrodotta negli anni ’90 dopo 100 anni di estinzione. Nel 1800, l’imperatore Francesco Giuseppe organizzava battute di caccia nell’area, come documentato nell’Archivio di Stato di Vienna. Nel 2023, un progetto LIFE ha monitorato il lupo appenninico in Valchiavenna, evidenziando la sua espansione verso le Alpi. Il Parco dello Stelvio rappresenta una sintesi unica tra sfida alpina e rispetto ambientale. Qui, tra vette imponenti e silenzi ancestrali, la caccia diventa un’esperienza che richiede preparazione, conoscenza del territorio e consapevolezza delle regole. I cacciatori, oltre a inseguire camosci e cervi rossi, diventano custodi di un ecosistema fragile, dove progetti di reintroduzione e monitoraggio (come quello del gipeto) testimoniano l’equilibrio possibile tra attività venatoria e conservazione. Per vivere questa avventura in modo autentico, affidarsi alle guide locali e alle associazioni come Federcaccia Lombardia non è solo una scelta pratica, ma un atto di rispetto verso una terra che, ancora oggi, racconta storie di uomini e montagne. #CacciaStelvio #CamoscioSalmì #CacciaAltaQuota #ParcoStelvio #CervoRosso #CacciatoriAlpi #Italia #PerniceBianca #FestaDelCacciatore #CacciatoriLombardia #CacciaSostenibile #GipetoBarbuto #RifugioLivrio #CacciaConCoscienza #CacciaInMontagna #Valchiavenna

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Caccia nelle Dolomiti: Tra Vette Maestose e Selvaggina Alpina - Caratteristiche, Normative e Tradizioni

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di

Caccia nelle Dolomiti: Tra Vette Maestose e Selvaggina Alpina - Caratteristiche, Normative e Tradizioni Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Dolomiti, patrimonio UNESCO, si estendono tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, con vette iconiche come le Tre Cime di Lavaredo (3.152 m) e il Catinaccio . La regione offre paesaggi alpini unici: prati d’alta quota, boschi di larici e abeti, e valli glaciali come la Val Gardena e la Val di Fassa . Questo ambiente ospita fauna adattata alle alte quote, tra cui camosci, stambecchi, cervi rossi, pernici bianche e aquile reali. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle province dolomitiche (Belluno, Trento, Bolzano) sono registrati ~20.000 cacciatori, con una forte concentrazione in Trentino-Alto Adige. La regione attrae anche cacciatori internazionali, soprattutto per la caccia al camoscio e allo stambecco. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Camoscio : Praticata in alta montagna (1.500–3.000 m), richiede esperienza per i terreni impervi. Caccia allo Stambecco : Riservata a zone rocciose come il Parco Naturale Adamello-Brenta (permessi limitati). Caccia al Cervo Rosso : Focalizzata nelle valli boschive durante il bramito (settembre-ottobre). Caccia agli Uccelli : Pernici bianche e galli cedroni cacciati con appostamenti discreti. Stagioni Venatorie Camoscio e Stambecco : 15 settembre – 15 dicembre (max 1 capo/anno, con autorizzazione speciale). Cervo Rosso : 15 settembre – 31 ottobre (solo maschi adulti). Pernici Bianche : 1 ottobre – 30 novembre (max 3 esemplari/giorno). Selvaggina Minuta : 15 settembre – 30 novembre. Associazioni e Club Locali Federcaccia Trentino : Organizza corsi di alpine hunting e monitoraggio faunistico. CAI – Club Alpino Italiano : Collabora con cacciatori per la sicurezza in alta quota. Riserve Private : Rifugio Fanes (Dolomiti di Sesto) offre guide specializzate per caccia al camoscio. Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio, tesserino regionale e assicurazione RC. Limiti : 1 camoscio, 1 stambecco (solo con quota provinciale), e 2 cervi rossi per stagione. Aree Protette : Caccia vietata nei parchi (es. Dolomiti Bellunesi) e nelle ZPS (es. Sito "Alpi di Fiemme"). Armi : Calibro minimo .243 Winchester per ungulati; divieto di richiami elettroacustici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura dolomitica lega la caccia ai rifugi alpini e ai piatti tradizionali. Il "cervo in salmì" e gli "strudel di pernice" sono specialità locali. La Festa del Cacciatore a Cortina d’Ampezzo (ottobre) celebra l’attività con concorsi di corna e degustazioni. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le Dolomiti furono riserva di caccia degli Asburgo nel XIX secolo, come testimoniato da documenti dell’Archivio di Stato di Trento. Camoscio delle Dolomiti: Una specie iconica, il camoscio è simbolo della fauna alpina e una delle prede più ambite. Gallo Cedrone: Conosciuto come il “re della foresta”, è una delle specie più difficili da cacciare per la sua elusività. Lo stambecco, estinto nel 1900, è stato reintrodotto negli anni ’60 grazie a progetti di conservazione. Nel 2021, un cacciatore ha immortalato un gipeto barbuto (specie rara) nel Parco Naturale Adamello-Brenta. La caccia nelle Dolomiti non è solo un’attività, ma un’esperienza che ti immerge nella maestosità della natura alpina, tra vette imponenti, foreste silenziose e tradizioni secolari. Qui, ogni battuta di caccia diventa un viaggio alla scoperta di una fauna unica e di paesaggi che lasciano senza fiato. Che tu sia un cacciatore esperto o un appassionato alle prime armi, le Dolomiti ti offrono un’avventura autentica, dove il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità sono al centro di ogni azione. Ricorda: cacciare in queste montagne significa non solo inseguire la preda, ma anche vivere in armonia con un ecosistema fragile e straordinario. Buona caccia, e che ogni uscita sia un’esperienza da ricordare! #CacciaDolomiti #TreCimeDiLavaredo #Camoscio #Stambecco #CervoRosso #PerniciBianche #FedercacciaTrentino #Italia #TradizioniVenatorie #ParcoAdamelloBrenta #CortinaDAmprezzo #GalloCedrone #SalmìDiCervo #StrudelDiPernice #CacciaSostenibile #NaturaETradizione

Post: 5 June 17:28

Caccia nella Pianura Padana: Tra Campi Coltivati, Zone Umide e Tradizioni Venatorie

La Pianura Padana, una delle più vaste aree pianeggianti d’Italia, si estende tra Pie

Caccia nella Pianura Padana: Tra Campi Coltivati, Zone Umide e Tradizioni Venatorie La Pianura Padana, una delle più vaste aree pianeggianti d’Italia, si estende tra Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Questo territorio, caratterizzato da campi coltivati, fiumi e zone umide, offre un’esperienza di caccia unica, ricca di tradizioni e opportunità. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nella Pianura Padana, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Pianura Padana è un’area prevalentemente pianeggiante, con terreni agricoli, risaie, fiumi e zone umide. La presenza di fiumi come il Po, il Ticino e l’Adige, insieme a laghi e paludi, crea habitat ideali per diverse specie di fauna selvatica. Il clima è continentale, con inverni freddi ed estati calde, rendendo la caccia un’attività praticabile durante gran parte dell’anno. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso La Pianura Padana è una delle regioni più popolate d’Italia, e la caccia è un’attività molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nelle regioni che compongono la Pianura Padana (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto) sono registrati circa 200.000 cacciatori. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nella Pianura Padana si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia alla Selvaggina Minuta : Fagiani, starne e lepri sono cacciati con appostamenti o cani da ferma. Caccia agli Uccelli Acquatici : Anatre e folaghe sono oggetto di battute nelle zone umide. Caccia al Cinghiale : Praticata soprattutto in Emilia-Romagna, con braccate organizzate in aree boschive. Caccia alla Volpe : Consentita tutto l’anno per il controllo della popolazione. Stagioni Venatorie Selvaggina minuta (fagiani, lepri) : 15 settembre – 30 novembre. Uccelli acquatici : 1 ottobre – 31 gennaio (max 10 esemplari/giorno). Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno in aree agricole). Volpe : Nessun limite stagionale, ma con autorizzazione provinciale. Associazioni e Club Locali Federcaccia Lombardia : Organizza corsi di formazione e battute coordinate. Arci Caccia Emilia : Supporta la gestione faunistica e promuove progetti di ripopolamento. Aziende Agricole Venatorie : Strutture come Tenuta La Fagiana (Piemonte) offrono pacchetti con guide specializzate. Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 5 fagiani e 3 lepri per stagione; divieto di armi con canna inferiore a 50 cm. Aree Protette : Caccia vietata nei parchi (es. Parco del Po) e nelle ZPS (Zone di Protezione Speciale). Munizioni : Pallini in acciaio obbligatori per la caccia acquatica. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura padana lega la caccia alla cucina locale. Il "fagiano alla cacciatora" e la "lepre in salmì" sono piatti tradizionali. La Festa della Caccia a Cremona celebra l’attività con mostre di trofei e degustazioni. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le zone umide della Pianura Padana sono tra le più importanti in Europa per la migrazione degli uccelli, secondo l’ISPRA. Nel XIX secolo, i cacciatori milanesi usarono i primi cani da ferma italiani, come il Bracco Lombardo. Nel 2022, un progetto LIFE ha reintrodotta la gru coronata nelle Valli di Comacchio, migliorando gli habitat per la caccia sostenibile. La Pianura Padana offre opportunità uniche per ogni tipo di cacciatore, dalla tradizione contadina alle sfide moderne. Rispettare le regole regionali e collaborare con le associazioni è fondamentale per preservare questo patrimonio. #CacciaPianuraPadana #FiumePo #Fagiano #Cinghiale #UccelliAcquatici #FedercacciaLombardia #ZoneUmide #TradizioniVenatorie #BraccoLombardo #ValliDiComacchio #CucinaCacciatora #Italia #RipopolamentoFaunistico #FestaDellaCaccia #Cremona #CacciaSostenibile

Post: 3 June 14:08

Caccia nelle Prealpi Venete: Guida Completa per gli Appassionati

Le Prealpi Venete, situate nel nord-est d’Italia, offrono un territorio ricco di boschi, valli e montagn

Caccia nelle Prealpi Venete: Guida Completa per gli Appassionati Le Prealpi Venete, situate nel nord-est d’Italia, offrono un territorio ricco di boschi, valli e montagne, ideale per gli appassionati di caccia. Questa regione, che comprende aree delle province di Belluno, Vicenza e Treviso, è nota per la sua biodiversità e per i paesaggi mozzafiato. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nelle Prealpi Venete, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Prealpi Venete sono caratterizzate da un territorio montuoso e collinare, ricoperto da foreste di abeti, faggi e larici. Le valli e i pascoli alpini offrono habitat ideali per diverse specie di fauna selvatica. La presenza di corsi d’acqua e piccoli laghi attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima è alpino, con inverni freddi ed estati fresche, rendendo la caccia un’attività stagionale ben definita. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Veneto, la caccia è un’attività radicata, soprattutto nelle zone rurali e montane. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 60.000 cacciatori, molti dei quali operano nelle Prealpi Venete. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nelle Prealpi Venete si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cervo e Capriolo : Praticata in appostamento o battuta, con focus sulle aree montane. Caccia al Cinghiale : Diffusa nelle valli boschive, spesso con l’uso di segugi. Caccia agli Uccelli : Fagiani, pernici e colombacci sono cacciati con richiami naturali. Caccia al Camoscio : Riservata a zone rocciose come il Monte Grappa, con permessi speciali. Stagioni Venatorie Cervo e Capriolo : 15 settembre – 15 dicembre (solo maschi adulti). Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno). Selvaggina minuta : 15 settembre – 30 novembre. Uccelli migratori : 1 settembre – 10 febbraio (max 10 esemplari/giorno). Associazioni e Club Locali Federcaccia Veneto : Organizza corsi di formazione e battute coordinate. Associazione Cacciatori delle Dolomiti : Supporta la gestione sostenibile della fauna e promuove eventi culturali. Aziende Venatorie Private : Strutture come Rifugio Monte Tomba offrono guide specializzate. Legislazione Regionale Licenza : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 1 cervo, 2 caprioli e 2 cinghiali per stagione. Armi : Divieto di fucili con canna inferiore a 58 cm; munizioni a pallini in acciaio obbligatorie per uccelli acquatici. Aree Protette : Caccia vietata nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e nelle ZPS (es. Sito "Alpi Feltrine"). Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale lega la caccia ai sapori del territorio. Il "cervo in salmì" è un piatto tradizionale, preparato dopo le battute. La Festa del Cacciatore a Bassano del Grappa celebra l’attività con degustazioni e mostre di trofei. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio delle Prealpi Venete è stato reintrodotto negli anni ’90 grazie a progetti di conservazione. Durante la Grande Guerra, il Monte Grappa fu teatro di battute di caccia clandestine per sfamare i soldati. Nel 2020, un cacciatore ha fotografato un esemplare di aquila di Bonelli , specie rara in Italia. La caccia nelle Prealpi Venete è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaPrealpiVenete #MonteGrappa #Cervo #Italia #Cinghiale #Fagiano #FedercacciaVeneto #Camoscio #TradizioniVenatorie #ParcoDelleDolomiti #BassanoDelGrappa #UccelliMigratori #SalmìDiCervo #AquilaDiBonelli #CacciaSostenibile #NaturaETradizione

Post: 30 May 20:42

Caccia nel Gargano: Caratteristiche, Normative e Tradizioni

Il Gargano, situato in Puglia, è una delle destinazioni più affascinanti per gli appassionati di caccia. Cono

Caccia nel Gargano: Caratteristiche, Normative e Tradizioni Il Gargano, situato in Puglia, è una delle destinazioni più affascinanti per gli appassionati di caccia. Conosciuto come lo "sperone d’Italia", questo promontorio offre una straordinaria varietà di paesaggi, dalle fitte foreste alle coste rocciose, passando per laghi e pianure. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nel Gargano, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Gargano è caratterizzato da una grande varietà di ambienti: la Foresta Umbra, una delle più estese d’Italia, è ricca di faggi, querce e pini, mentre le zone costiere e le pianure interne offrono habitat ideali per diverse specie di fauna. La presenza del Lago di Lesina e del Lago di Varano attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima mediterraneo, con inverni miti ed estati calde, rende la zona ideale per la caccia durante gran parte dell’anno. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Puglia, la caccia è un’attività molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 50.000 cacciatori, molti dei quali operano nel Gargano. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nel Gargano si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipi di caccia e specie cacciabili Cinghiale: Molto diffuso nella zona, è una delle prede più ricercate. Lepre e coniglio selvatico: Presenti nelle aree boschive e agricole. Volpe: Cacciata per il controllo della popolazione. Fagiano e pernice: Presenti nelle zone aperte e ai margini dei boschi. Selvaggina acquatica: Anatre e altri uccelli acquatici sono cacciati vicino ai laghi. Stagioni venatorie Le stagioni di caccia sono regolate dalla legge regionale. Ecco i periodi principali: Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Lepre e coniglio: Da settembre a dicembre. Fagiano e pernice: Da ottobre a gennaio. Selvaggina acquatica: Da settembre a gennaio. Le date precise possono variare ogni anno, quindi è consigliabile consultare il calendario venatorio della Regione Puglia. Associazioni e Club Locali Federcaccia Puglia : Organizza battute coordinate e corsi sulla sicurezza. Arci Caccia Gargano : Promuove la gestione sostenibile della fauna e supporta i cacciatori nelle pratiche burocratiche. Aziende Agrituristiche : Strutture come Masseria del Cacciatore offrono pacchetti con guide esperte. Legislazione Regionale Licenza : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 2 cinghiali e 1 cervo per stagione; divieto di armi con canna inferiore a 50 cm. Aree Protette : Caccia vietata nel Parco Nazionale del Gargano e nelle ZPS (es. Costa di Varano). Munizioni : Pallini in acciaio obbligatori per la caccia acquatica. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura garganica lega la caccia ai sapori locali. Il "cinghiale in agrodolce" è un piatto tipico, preparato dopo le battute. Durante la Sagra del Cinghiale a Monte Sant’Angelo, si celebrano riti antichi con degustazioni e gare di tiro. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Foresta Umbra ospita il camoscio appenninico , reintrodotto negli anni ’90. Nel Medioevo, il Gargano era riserva di caccia dei principi normanni, come documentato nell’Archivio di Stato di Foggia. Nel 2021, un cacciatore ha avvistato un esemplare di lince eurasiatica , specie rara in Italia. La caccia nel Gargano è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaGargano #CinghialeInAgrodolce #ForestaUmbra #ParcoNazionaleDelGargano #CacciatoriPugliesi #RipopolamentoFaunistico #TradizioniVenatorie #SagraDelCinghiale #FagianoEPernice #LinceEurasiatica #Italia #MasseriaDelCacciatore #CacciaAcquatica #CerviNelGargano #CinghialiDelGargano #FaunaDelGargano

Post: 30 May 20:39

Caccia nelle Alpi Apuane: Tra Marmi e Selvaggia Bellezza

Geografia e Caratteristiche Naturali

 Le Alpi Apuane, estensione montuosa della Toscana settentrionale, offrono

Caccia nelle Alpi Apuane: Tra Marmi e Selvaggia Bellezza Geografia e Caratteristiche Naturali Le Alpi Apuane, estensione montuosa della Toscana settentrionale, offrono un territorio unico per la caccia. Con vette come il Monte Pisanino (1.946 m) e le cave di marmo di Carrara, la regione è caratterizzata da boschi di faggio, castagni e macchia mediterranea. Le valli del fiume Magra e del Serchio ospitano fauna diversificata, mentre le aree protette come il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane tutelano ecosistemi fragili. Le pendici rocciose e i dislivelli elevati rendono il territorio impegnativo ma ricco di prede. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo dati FIDC, nelle province di Massa-Carrara e Lucca (che includono le Alpi Apuane) sono registrati circa 4.500 cacciatori , il 70% dei quali ha età superiore ai 50 anni. La maggioranza è locale, con una presenza limitata di cacciatori provenienti da Emilia-Romagna e Liguria, attratti dal cervo sardo e dalla lepre comune . Caratteristiche della Caccia Il terreno accidentato richiede esperienza: Montagna : Caccia al cervo e al capriolo con approccio silenzioso e attrezzatura leggera. Boschi : Utilizzo di cani segugi per il cinghiale, specie nelle aree meno impervie. Attenzione ai divieti : Ampie zone sono protette per la presenza di lupi e avifauna rara. Tipologie di Caccia e Fauna Ungulati : Cervo sardo (endemico), capriolo, cinghiale (diffuso nelle aree collinari). Selvaggina Minore : Lepre, fagiano, pernice rossa, coniglio selvatico. Uccelli Migratori : Beccaccia, colombaccio (nelle valli fluviali). Piccola Preda : Volpe e tasso (caccia regolamentata per proteggere gli equilibri locali). Stagioni Venatorie Cervo e Capriolo : Settembre-Dicembre (solo maschi, con tagliola). Cinghiale : Ottobre-Febbraio (limite di 2 capi/giorno). Selvaggina Minore : Ottobre-Gennaio. Migratori : Settembre-Novembre (max 5 esemplari/giorno). Associazioni e Club FIDC Massa-Carrara : Gestisce 8 ATC e promuove progetti di monitoraggio del cervo sardo. Associazione Cacciatori Apuani : Organizza battute collettive e corsi di orientamento in montagna. Riserva di Caccia “Valle del Frigido” : Area controllata per la lepre e il fagiano. Legislazione Regionale Divieto di caccia nel Parco Naturale delle Alpi Apuane e in aree Natura 2000. Obbligo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 300 cervi, 500 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cinghiale a Carrara (novembre) celebra la carne con ricette come “lardo alle erbe”. Nelle comunità rurali, il “cacciatore di notte” (pratica oggi vietata) era un rituale per stanare lepri con torce e cani. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le Alpi Apuane ospitano il cervo sardo , una sottospecie endemica reintrodotta negli anni ’90. Il territorio è stato teatro del progetto Life Wolfalps per la convivenza tra lupi e attività venatorie. Le cave di marmo, oltre all’attività estrattiva, sono state utilizzate storicamente come rifugi per la selvaggina. Cacciare nelle Alpi Apuane significa immergersi in un paesaggio dove natura e storia dell’uomo si intrecciano. Dalle cave di marmo ai boschi secolari, ogni angolo offre sfide uniche, regolate da norme che proteggono una biodiversità rara. Un’esperienza per veri appassionati, che sanno rispettare gli equilibri di un territorio ancora selvaggio. #CacciaApuana #SfideTraLeVette #MarmoECinghiali #BoschiSegreti #CerviDelleApuane #TradizioneVenatoria #SentieriDiCaccia #AlpiApuane #AvventureMontane #CacciatoriDelleAlpi #EchiDiFucile #Italia #BeccacciaTraLeRupi #CacciaResponsabile #SaporiDiSelvaggina #SegugiInAzione

Post: 26 May 09:54

Molise: Caccia Sostenibile tra Montagne, Tradizioni e Sapori della Selvaggina Locale

Il Molise, una regione italiana ancora poco conosciuta ma ricca di fascino, offre op

Molise: Caccia Sostenibile tra Montagne, Tradizioni e Sapori della Selvaggina Locale Il Molise, una regione italiana ancora poco conosciuta ma ricca di fascino, offre opportunità uniche per gli appassionati di caccia. Grazie alla sua varietà geografica e alla presenza di aree protette, questa terra rappresenta un vero paradiso per chi ama la natura e la tradizione venatoria. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla caccia in Molise. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Molise, situato nel sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una breve fascia costiera sul Mar Adriatico. L’Appennino Molisano e il Massiccio del Matese offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del fiume Biferno e del lago di Guardialfiera, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Italia ci sono circa 600.000 cacciatori registrati. Nel Molise, con una popolazione di 300.000 abitanti, si stima che i cacciatori attivi siano 2.000-3.000 (dati non ufficiali, ma coerenti con le dimensioni regionali). La comunità è molto attiva, con una forte passione per la caccia tradizionale. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Nel Molise sono praticate diverse tipologie di caccia: Caccia al Cinghiale : Specie più diffusa, soprattutto nelle aree montane. Caccia al Cervo : Nel Parco Nazionale e zone limitrofe (stagione autunnale). Caccia alla Lepre e alla Volpe : Comune nelle aree collinari. Caccia alla Selvaggina Migratoria : Fagiani, quaglie e anatre, particolarmente durante le migrazioni. Caccia in Braccata : Con l’uso di cani da seguita, tradizione locale radicata. Specie protette : Lupo appenninico e aquila reale, simboli del territorio ma rigorosamente tutelati. Stagioni Venatorie Le stagioni variano in base alla specie: Cinghiale : Ottobre-Gennaio. Cervo : Settembre-Dicembre (solo maschi). Lepre e Volpe : Settembre-Febbraio. Selvaggina Migratoria : Da metà agosto a fine dicembre. È obbligatorio rispettare i calendari regionali , che possono variare annualmente per preservare gli ecosistemi. Associazioni e Club Le principali associazioni regionali sono: Federcaccia Molise : Organizza corsi di formazione e attività di vigilanza. Arci Caccia Molise : Promuove la cultura venatoria sostenibile. Associazioni locali : Come il Gruppo Cacciatori di Campobasso , attivo nell’organizzazione di battute e iniziative benefiche. Legislazione Regionale La caccia in Molise è regolata dalla Legge Regionale n. 12/2007 e successive modifiche: Licenza obbligatoria : Rilasciata dopo esame e corso di formazione. Limiti di prelievo : Esempio: 2 cinghiali a stagione per cacciatore. Divieti : Caccia vietata di notte, nelle domeniche ecologiche e in aree protette. Armi : Fucili con canna non superiore a 60 cm e calibro minimo 12. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura molisana lega la caccia a rituali antichi: Caccia con il cane da seguita : Razze come il Segugio Italiano sono molto utilizzate. Feste patronali : In alcuni paesi, come San Giuliano di Puglia, si celebrano eventi con degustazioni di selvaggina. Cucina tipica : Piatti come il “cinghiale in umido” o la “salsiccia di lepre” sono simboli della tradizione. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Nel Molise esiste un’area chiamata “Riserva di Caccia del Matese” , gestita da privati, dove è possibile cacciare in sicurezza. Nel 2022, un cacciatore locale ha immortalato un rarissimo lupo appenninico nel Parco Nazionale, diventando virale sui social. La regione è stata set di film come “Il Vangelo secondo Mattei” , che ha coinvolto la comunità venatoria locale come consulenti. Cacciare in Molise significa immergersi in paesaggi incontaminati e rispettare una tradizione secolare. Grazie a regole chiare e a un ecosistema ricco, questa regione offre un’esperienza autentica per chi ama la natura e la sfida della caccia. Per maggiori informazioni, consultate il sito della Regione Molise o le associazioni locali. #CacciaInMolise #MontagneMolisane #TradizioneVenatoria #AppenninoMolisano #FaunaSelvatica #CacciaAlCinghiale #CulturaLocale #SelvagginaAutentica #CacciaSostenibile #CinghialeInUmido #Fagiani #Lepri #LupoAppenninico #ParcoNazionale #CacciaInBraccata #CacciaMigratoria

Post: 20 May 15:29

Caccia in LIGURIA: Tra i Boschi dell’Appennino e il Respiro del Mare, un’Esperienza Venatoria Unica

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vis

Caccia in LIGURIA: Tra i Boschi dell’Appennino e il Respiro del Mare, un’Esperienza Venatoria Unica Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Liguria, situata nel nord-ovest dell’Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una stretta fascia costiera sul Mar Ligure. Le Alpi Liguri e l’Appennino Ligure offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le valli sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone costiere e le aree umide, come quelle del Parco di Montemarcello-Magra, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Liguria sono registrati circa 15.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Liguria è fortemente influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche. La caccia al cinghiale è una delle attività più diffuse, spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, come il Segugio Italiano. Nelle zone collinari e vallive, la caccia alla lepre e al fagiano è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del fiume Magra e del Parco di Montemarcello-Magra. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Liguria si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cinghiale: molto diffusa, praticata in tutto il territorio. Caccia al capriolo: comune nelle aree montane e collinari. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice, volpe, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Liguria sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Liguria operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Liguria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Legislazione Regionale Divieto di caccia nei parchi (Portofino, Cinque Terre) e in fasce costiere entro 500 m dal mare. Obbligo di utilizzo di munizioni in acciaio nelle zone umide. Quote annuali: 2.500 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Sagra del Cinghiale a Calizzano (novembre) celebra la carne con piatti tradizionali come il “tocco di cinghiale” al pesto. A Genova, il Palio della Colomba include gare di tiro al volo. Anticamente, i liguri usavano reti di canapa per catturare gli uccelli migratori, pratica oggi vietata. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco di Portofino ospita il progetto Life Wolfalps per monitorare il lupo appenninico. La Liguria è l’unica regione italiana dove il fagiano di monte è stato reintrodotto con successo. Nel 2022, è stata introdotta la “Caccia al Tappo” , un’alternativa ecologica al piattello, con tappi di sughero riutilizzabili. Cacciare in Liguria significa rispettare equilibri delicati tra natura e attività umana. Dai boschi dell’Appennino alle saline della costa, ogni ambiente offre opportunità uniche, regolate da norme rigorose. Una destinazione ideale per chi cerca autenticità, tra tradizioni secolari e innovazione sostenibile. #CacciaLiguria #Cinghiale #Capriolo #Lepre #Fagiano #Volpe #UccelliAcquatici #Italia #Sibillini #AlpiLiguri #AppenninoLigure #ParcoMontemarcello #CacciaSostenibile #FedercacciaLiguria #ToccoDiCinghiale #SagraDelCinghiale

Post: 16 May 08:25

Caccia nelle MARCHE: Tra i Tesori dei Sibillini e il Richiamo del Conero, un’Arte che Sfida il Tempo

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vi

Caccia nelle MARCHE: Tra i Tesori dei Sibillini e il Richiamo del Conero, un’Arte che Sfida il Tempo Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Marche, situate nel centro Italia, sono una regione caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: montagne, colline e una stretta fascia costiera. Gli Appennini marchigiani offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La regione è anche caratterizzata da numerosi corsi d’acqua, come il Metauro e il Tronto, che favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Le aree boschive, prevalentemente di querce e faggi, sono particolarmente adatte alla caccia. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle Marche, attualmente, il numero dei cacciatori dovrebbe aggirarsi attorno alle 15.000 unità (la scorsa stagione venatoria erano 17.740), praticamente dimezzati rispetto a 20 anni fa, quando erano 26.749 (stagione 2011/2012) e ridotti ad 1/3 rispetto a 30 anni fa (stagione 1991/1992) quando erano ben 46.799, con un calo costante di circa 1.000 unità all’anno. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia nelle Marche è fortemente influenzata dal terreno e dalla fauna selvatica della regione. I cacciatori devono adattare le loro tecniche a diversi ambienti, dai campi aperti alla spazzola spessa. La caccia alla lepre è una delle attività più popolari, spesso praticata con l'aiuto di cani addestrati, in particolare beagles. La caccia agli uccelli acquatici è limitata ad aree specifiche, come nei pressi del fiume Metauro e del lago di Cingoli. Tipologie di Caccia e Fauna Ungulati : Cinghiale (specie più cacciata), cervo, daino, capriolo. Selvaggina Minore : Lepre, fagiano, pernice, coniglio selvatico. Uccelli Migratori : Quaglie, tortore, beccacce (stagione autunnale). Caccia al Colombaccio : Praticata nei campi di girasole post-raccolto. Stagioni Venatorie Cinghiale : Ottobre-Febbraio (limite di 5 capi/giorno). Cervo e Daino : Settembre-Dicembre (solo maschi, con tagliola). Selvaggina Minore : Ottobre-Gennaio. Migratori : Settembre-Dicembre (max 20 esemplari/giorno a seconda della specie). Associazioni e Club FIDC Marche : Gestisce 18 ATC e promuove progetti di ripopolamento. Associazione Cacciatori Sibillini : Organizza battute guidate nei Sibillini. Riserva di Gola della Rossa : Area protetta con caccia controllata al cinghiale. Legislazione Regionale Divieto di caccia nelle aree naturali protette (es. Sibillini). Obbligo di utilizzo di munizioni non tossiche nelle zone umide. Quote annuali: 1.500 cervi e 4.000 cinghiali. Divieto di richiami vivi per la caccia agli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cacciatore ad Acqualagna (aprile) celebra la fine della stagione con degustazioni di selvaggina. La caccia alla lepre nelle Marche è una tradizione profondamente radicata che unisce abilità, strategia e rispetto per l'ambiente. A Fermo, il Palio della Civetta include gare di tiro al piattello. Antiche pratiche come la “battuta del lupo” (oggi vietata) sopravvivono nel folklore. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come il vincisgrassi (una lasagna marchigiana) e il coniglio in porchetta, accompagnati da vini locali come il Verdicchio e il Rosso Conero. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Monte Conero è l’unico posto in Italia dove si caccia il fagiano di monte . Le Marche hanno introdotto il “tesserino elettronico” per monitorare le catture in tempo reale. Il Parco dei Sibillini ospita il progetto Life Wolfalps per la convivenza tra lupi e attività Le Marche ospitano alcune delle più alte popolazioni di lepri dell'Italia centrale, grazie al suo ecosistema equilibrato. Cacciare nelle Marche significa coniugare passione per il territorio e rispetto delle regole. Dai boschi appenninici alle saline costiere, ogni ambiente offre sfide uniche, sostenute da una comunità attenta alla conservazione. Un’esperienza autentica, arricchita da paesaggi mozzafiato e tradizioni vive. #CacciaMarche #Cinghiale #Appennini #Sibillini #Conero #FaunaSelvatica #Lepre #UccelliMigratori #FagianoDiMonte #TesserinoElettronico #Italia #Vincisgrassi #RiservaNaturale #CacciaControllata #PalioDellaCivetta #EcoturismoVenatorio

Post: 16 May 08:04

Caccia in TRENTINO-ALTO ADIGE: Tra le Dolomiti, i Camosci e l’Anima Venatoria delle Alpi

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatori

Caccia in TRENTINO-ALTO ADIGE: Tra le Dolomiti, i Camosci e l’Anima Venatoria delle Alpi Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Trentino-Alto Adige, situato nel nord Italia, è una regione prevalentemente montuosa, con le Alpi che dominano il paesaggio. Le Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, offrono habitat ideali per cervi, caprioli, camosci e stambecchi. Le foreste di abeti e larici sono ricche di fauna selvatica, mentre le valli e le zone collinari ospitano lepri, volpi e galli cedroni. La regione è anche caratterizzata da numerosi laghi e fiumi, che favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), in Trentino-Alto Adige sono registrati circa 12.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura locale. Caratteristiche della caccia La caccia in Trentino-Alto Adige è fortemente influenzata dalla conformazione montuosa del territorio. La caccia al cervo, al capriolo e al camoscio è particolarmente diffusa, spesso praticata ad alta quota e richiedendo una buona preparazione fisica. Nelle zone collinari e vallive, la caccia alla lepre e al gallo cedrone è comune. La caccia agli uccelli acquatici è limitata a poche aree, come i pressi del lago di Caldonazzo e del fiume Adige. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili In Trentino-Alto Adige si praticano diverse forme di caccia: Caccia al cervo e al capriolo: molto diffusa, soprattutto nelle zone montane e forestali. Caccia al camoscio e allo stambecco: comune nelle aree alpine ad alta quota. Caccia alla lepre e al gallo cedrone: popolare nelle zone collinari e vallive. Caccia alla volpe: permessa in alcune zone, ma con restrizioni. Le specie principali sono: cervo, capriolo, camoscio, stambecco, lepre, gallo cedrone, volpe e, in minor misura, anatra. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia in Trentino-Alto Adige sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cervo e al capriolo: da settembre a dicembre. Caccia al camoscio e allo stambecco: da settembre a novembre. Caccia alla lepre e al gallo cedrone: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia alla volpe: permessa solo in determinati periodi e con autorizzazioni specifiche. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione In Trentino-Alto Adige operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Trentino-Alto Adige, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia in Trentino-Alto Adige è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Per ottenere la licenza di caccia, è necessario frequentare un corso, superare un esame e pagare una tassa annuale. I cacciatori devono rispettare le norme relative ai periodi di caccia, ai limiti di abbattimento e all’uso delle armi. È inoltre obbligatorio possedere un’assicurazione per danni a terzi. La caccia è vietata nelle aree protette, come i parchi nazionali e le riserve naturali. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia in Trentino-Alto Adige ha radici antiche ed è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cervo e al camoscio, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come lo speck, i canederli e la polenta, accompagnati da vini locali come il Teroldego e il Gewürztraminer. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Trentino-Alto Adige è una delle poche regioni italiane dove è possibile cacciare lo stambecco, una specie tipica delle Alpi. La caccia al cervo e al camoscio è spesso praticata con l’ausilio di cani da seguita, una tradizione che risale a secoli fa. Nelle zone montane, i cacciatori locali utilizzano ancora tecniche tradizionali, come l’uso di trappole e richiami artigianali. La caccia in Trentino-Alto Adige rappresenta un’importante tradizione culturale e un’attività che contribuisce alla gestione sostenibile della fauna selvatica. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto dell’ambiente e delle normative. #CacciaTrentino #Dolomiti #Camosci #Stambecco #Cervo #Capriolo #FaunaSelvatica #Alpi #Valli #GalliCedroni #TradizioniVenatorie #Segugi #Sostenibilità #Speck #Canederli #Polenta

Post: 15 May 14:06

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