Cacciatori - News p.2

Nell'Ultima Foresta Vergine d'Italia: Calendario Venatorio nella Sila con Date e Aree Consentite

La Sila , cuore verde della Calabria, è una delle aree più suggestive e

Nell'Ultima Foresta Vergine d'Italia: Calendario Venatorio nella Sila con Date e Aree Consentite La Sila , cuore verde della Calabria, è una delle aree più suggestive e ricche di biodiversità dell’Italia meridionale. Con i suoi vasti boschi di faggi, abeti e querce, i laghi cristallini e le ampie praterie, questa regione montuosa offre ai cacciatori un ambiente unico e variegato. La fauna abbonda e comprende specie come il cinghiale , la lepre , il cinghiale sardo , la volpe , il piccione , il merlo , il tordo bottaccio e molte altre. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida area protetta. Stagioni e calendario venatorio nella Sila La stagione principale di caccia nella Sila va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio se si tratta di attività di controllo demografico. Il calendario venatorio regionale è stabilito annualmente dalla Regione Calabria ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni per alcune specie migratorie, come il tordo bottaccio, per tutelarne la conservazione. Altre specie, come il corvo e il piccione urbano, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di piani di controllo autorizzati. Specie cacciabili e periodi ideali I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie: Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, fagiano, tordo bottaccio e merlo. L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre e alla volpe , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. La caccia alle specie protette è vietata durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio. Grazie al clima temperato e alla presenza di habitat variabili, la Sila si rivela un’ottima zona per la caccia autunnale e invernale, soprattutto nelle aree pianeggianti intorno ai laghi e nei versanti esposti a sud. Divieti, limitazioni e protezione ambientale La Sila è una zona protetta riconosciuta come Parco Nazionale dal 1997, e questo comporta alcune restrizioni significative per i cacciatori. All’interno del nucleo centrale del parco la caccia è completamente vietata. Nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATS), invece, è possibile praticare la caccia seguendo le normative regionali. Tra le principali limitazioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : aquila reale, falco pellegrino, gufo reale, cervo sardo, lupo. Limitazioni per sesso ed età : non è consentito sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a garantire un prelievo equilibrato e rispettoso degli ecosistemi naturali presenti in una delle aree più delicate del Sud Italia. Come ottenere il permesso per cacciare nella Sila Per poter cacciare legalmente nella Sila è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistibile online tramite il sistema regionale; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa €50-60) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni per violazioni delle normative Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nella Sila sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Consigli pratici per cacciare meglio nella Sila L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: Per la lepre , caccia a vista nelle prime ore del mattino o al tramonto. Per il cinghiale , postazioni fisse vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. Per i tordi e i merli , richiami vocali e attenzione al vento. Le aree più produttive si trovano lungo i versanti orientali della Sila Piccola, intorno al Lago di Ariamacina e al Lago di Cecita, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 29 August 13:07

Tra i Vigneti e i Boschi delle Colline Toscane: Calendario di Caccia con Aperture e Zone Migliori

Le Colline Toscane , con il loro paesaggio variegato fatto di boschi, v

Tra i Vigneti e i Boschi delle Colline Toscane: Calendario di Caccia con Aperture e Zone Migliori Le Colline Toscane , con il loro paesaggio variegato fatto di boschi, vigneti e uliveti, rappresentano una delle mete più ambite per i cacciatori italiani. La ricchezza della fauna selvatica e la conformazione del territorio rendono questa zona un luogo ideale per praticare la caccia in modo regolamentato e sostenibile. In questo articolo analizziamo nel dettaglio le stagioni venatorie, le normative vigenti, come ottenere le licenze, i periodi migliori per cacciare e molto altro. Le stagioni di caccia nelle Colline Toscane La stagione principale nella Regione Colline Toscane va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate anche fino a febbraio in caso di attività di controllo demografico. Il calendario venatorio regionale stabilisce con precisione le date di apertura e chiusura per ogni specie, tenendo conto dei cicli biologici e delle esigenze ecologiche locali. Negli ultimi anni si è assistito a una maggiore attenzione alla conservazione delle specie migratorie, con restrizioni su tordo bottaccio e merlo, specie particolarmente colpite dal calo demografico. Periodi e specie target I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie che si intende perseguire. Da settembre a novembre è possibile cacciare uccelli migratori come tortora, starna, fagiano, tordo e merlo. L’attività aumenta nei mesi freddi per specie come la lepre, il cinghiale e la volpe. Dicembre e gennaio sono considerati i mesi ideali per la caccia al cinghiale, mentre la lepre raggiunge il massimo dell’attività all’alba e al tramonto. Alcune specie, come corvidi e piccioni urbani, possono essere cacciate durante tutto l’anno ma solo nell’ambito di piani di controllo approvati. Divieti, limitazioni e tutela ambientale Nelle Colline Toscane la caccia è vietata durante i periodi riproduttivi, che vanno generalmente da marzo a luglio. Sono protette specie come aquila reale, falco pellegrino, gufo, civetta, lupo e lontra. Non è consentito abbattere femmine con prole visibile o giovani non autosufficienti. All’interno delle ZPS (Zone di Protezione Speciale) e delle aree naturali protette la caccia è completamente proibita. Queste misure mirano a garantire un equilibrio tra prelievo venatorio e conservazione degli habitat naturali. Come ottenere il permesso per cacciare nelle Colline Toscane Per cacciare legalmente in questa regione è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , rinnovabile annualmente; l’appartenenza a un’ATS (Ambito Territoriale di Caccia) o a un’associazione venatoria riconosciuta come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno bisogna versare un contributo regionale (circa 50-60 euro) e seguire eventuali piani di prelievo stabiliti dagli enti locali. Sanzioni per violazioni delle normative Chi pratica la caccia fuori stagione o in zone vietate rischia multe salate, fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. Gravi infrazioni possono comportare la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È fondamentale conoscere bene le normative locali e rispettarle sempre per evitare problemi legali e proteggere la fauna autoctona. Consigli pratici per cacciare meglio nelle Colline Toscane L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base alla stagione: impermeabile e mimetico in autunno, termico e con buona visibilità in inverno. Per la caccia alla lepre è consigliabile muoversi all’alba o al tramonto, quando l’animale è più attivo. Il cinghiale richiede postazioni fisse e richiami specifici, soprattutto nelle ore notturne. Le zone collinari di Siena, Grosseto e Arezzo sono tra le più produttive, grazie alla presenza di pascoli, corsi d’acqua e aree agricole dove la selvaggina si concentra facilmente. Eventi legati alla caccia Tra gli eventi più importanti legati alla tradizione venatoria toscana spiccano la “Sagra della Caccia Tradizionale” a Montepulciano e il “Toscana Wild Hunting Festival” a Pisa. Questi appuntamenti offrono ai cacciatori l’opportunità di incontrarsi, aggiornarsi sulle normative e scoprire nuove tecniche e strumenti per migliorare la propria esperienza in natura.

Post: 29 August 13:04

Caccia in Basilicata: Tra Appennino Lucano e Parco del Pollino - Date, Aperture e Chiusure per Ogni Specie

Regolamentazione e calendario venatorio in Basilicata

La Basi

Caccia in Basilicata: Tra Appennino Lucano e Parco del Pollino - Date, Aperture e Chiusure per Ogni Specie Regolamentazione e calendario venatorio in Basilicata La Basilicata offre ai cacciatori un territorio variegato che spazia dall'Appennino Lucano alle dolci colline del Vulture, fino alle zone costiere ioniche. La stagione venatoria è regolata dalla Legge Regionale 12/2011, con aggiornamenti annuali che ogni appassionato deve consultare prima di partire per le battute. La stagione generale si apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate a seconda delle specie: il 31 gennaio per i migratori e i colombacci, il 31 dicembre per ungulati e selvaggina stanziale. Per il cinghiale, in alcune zone ATC particolarmente infestate, è possibile prolungare l'attività venatoria fino al 31 gennaio. L'orografia del territorio influenza notevolmente i periodi di caccia. Nelle aree montane oltre i 1.000 metri, le aperture sono spesso posticipate di 1-2 settimane rispetto alle zone collinari, dove il clima più mite permette stagioni più lunghe. Le aree protette e i parchi nazionali seguono invece calendari specifici che è fondamentale conoscere. Rispetto alle regioni confinanti, la Basilicata offre 10 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto alla Puglia, ma applica limitazioni più severe sul cinghiale rispetto alla Calabria. Con la Campania condivide invece una certa flessibilità per quanto riguarda i migratori. Il 2024 introduce importanti novità: l'obbligo di tracciabilità elettronica degli abbattimenti, il divieto assoluto di utilizzare munizioni al piombo entro 100 metri da qualsiasi corso d'acqua, e nuovi piani di controllo per volpe e cinghiale nelle zone più problematiche. Specie cacciabili e periodi migliori in Basilicata Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale rappresenta senza dubbio la preda più ambita. La sua stagione va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con i periodi migliori nelle notti senza luna di novembre e dicembre, quando l'animale è più attivo nella ricerca di cibo. Il capriolo, presente soprattutto nel magnifico scenario del Parco del Pollino, ha invece una stagione più ridotta, dal 1° ottobre al 31 dicembre. Tra la selvaggina minore, la lepre (cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre) offre le migliori opportunità dopo le prime piogge autunnali, quando il terreno è più morbido e gli animali si muovono di più. Lo stesso periodo vale per il fagiano, con picchi di attività all'alba nelle zone di coltivazione mista. Il colombaccio, che apre la stagione già il 15 settembre per chiudere il 31 gennaio, regala emozioni uniche durante il passo migratorio di metà ottobre. I momenti della giornata più propizi variano a seconda della specie: l'alba è senza dubbio il momento migliore per capriolo e lepre, mentre il tramonto è ideale per il cinghiale. Per i migratori, le giornate ventose sono spesso le più produttive. La Basilicata vanta anche una ricca tradizione di eventi venatori. A settembre non perdete la Fiera della Caccia a Matera, mentre ottobre è il mese della Sagra della Cacciagione a Potenza. A novembre, Melfi ospita il tradizionale Raduno dei Cani da Seguita, occasione imperdibile per gli appassionati. Divieti e specie protette in Basilicata La Basilicata protegge rigorosamente alcune specie simbolo del suo territorio. Il lupo appenninico, il gatto selvatico e tutti i rapaci sono assolutamente vietati alla caccia, con sanzioni severissime per i trasgressori. Il periodo di stop venatorio va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di novembre sono giorni di silenzio venatorio in tutta la regione. Per quanto riguarda le armi, è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi quando si cacciano ungulati. Come ottenere i permessi in Basilicata Per cacciare in Basilicata sono necessari alcuni documenti fondamentali: un porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di 160 euro per i residenti), la tessera dell'ATC di riferimento e un'assicurazione RCT con una copertura minima di 50.000 euro. I cacciatori non residenti devono tenere presente alcune regole aggiuntive: pagano un supplemento del 25% sulle licenze, sono obbligati a farsi accompagnare da una guida per i primi due anni di attività nella regione, e devono registrare le proprie armi presso la questura competente. I permessi si possono ottenere presso le sedi degli ATC territoriali, attraverso Federcaccia Basilicata, o nelle armerie autorizzate della regione. Sanzioni e multe in Basilicata Le violazioni vengono punite con severità: cacciare senza licenza può costare da 1.500 a 6.000 euro di multa, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro di sanzione. Per chi supera i capi consentiti, la multa è di 60 euro per ogni chilogrammo eccedente. Consigli per battute di successo in Basilicata Le zone migliori per la caccia in Basilicata sono tre in particolare: il Parco del Pollino per il capriolo, la Foresta di Gallipoli Cognato per il cinghiale, e la Piana di Metaponto per i colombacci durante le migrazioni. Per quanto riguarda l'attrezzatura, consigliamo un fucile di calibro adatto ai terreni misti della regione, ottiche di qualità con trattamento anti-umidità per affrontare le condizioni appenniniche, e un abbigliamento mimetico studiato per la macchia mediterranea. Le tecniche più efficaci? Per il cinghiale non c'è niente di meglio delle tradizionali battute con cani, mentre per il capriolo l'appostamento ai margini dei boschi dà ottimi risultati. I volatili migratori rispondono bene invece ai richiami manuali, specialmente nelle zone olivetate.

Post: 27 August 13:35

Caccia in Calabria: Quando Apre e Chiude la Stagione per Lepri, Cinghiali e Uccelli Migratori

La Calabria è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spaz

Caccia in Calabria: Quando Apre e Chiude la Stagione per Lepri, Cinghiali e Uccelli Migratori La Calabria è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia dalle alte vette dell’Aspromonte alle foreste della Sila, fino alle pianure costiere del Tirreno e dello Ionio. Questo ambiente variegato rende la Calabria una meta ideale per i cacciatori, grazie alla presenza di numerose specie selvatiche. Tuttavia, per praticare l’attività venatoria in modo legale e responsabile, è fondamentale conoscere le normative regionali aggiornate, rispettare i periodi di apertura e chiusura e adottare tecniche adeguate al territorio. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Calabria La stagione venatoria in Calabria è regolata dalla Legge Regionale 7/2015, con aggiornamenti annuali pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione. La caccia ha tradizionalmente inizio con la terza domenica di settembre, mentre le date di chiusura variano a seconda delle specie: - Migratori e colombaccio: fino al 31 gennaio - Ungulati e selvaggina stanziale: fino al 31 dicembre - Cinghiale: prolungamento fino al 31 gennaio in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) Il clima mediterraneo e il paesaggio montano influenzano fortemente l’andamento dei periodi venatori. Nelle zone sopra i 1.200 metri, le aperture possono subire ritardi di una o due settimane rispetto alle aree costiere, a causa delle condizioni climatiche. Rispetto alle regioni confinanti, la Calabria presenta alcune differenze significative: la Basilicata permette 15 giorni in più per la caccia alla lepre, mentre in Sicilia sono previste restrizioni più severe sul cinghiale; al contrario, la Campania offre maggiore flessibilità sugli uccelli migratori. Tra le novità introdotte nel 2024 spiccano l’obbligo di utilizzare un registro digitale degli abbattimenti, il divieto totale di munizioni al piombo nelle zone umide (in linea con la direttiva UE) e nuovi piani per il controllo del cinghiale, a causa dell’aumento demografico negli ultimi anni. Calendario Stagionale della Caccia in Calabria Ogni anno viene stilato un calendario basato su monitoraggi scientifici e valutazioni ecologiche. Le principali specie cacciabili seguono periodi ben definiti: - Cinghiale: periodo da ottobre a gennaio, con picco tra novembre e dicembre - Capriolo: presente soprattutto nella Sila, abbattibile da ottobre a dicembre - Daino: solo in riserve autorizzate - Lepre: stagione da ottobre a dicembre, migliore dopo le prime piogge autunnali - Fagiano: stesso periodo, attivo all’alba in ambienti agricoli misti - Colombaccio: finestra aperta dal 15 settembre, con massimo passo a metà ottobre I momenti migliori per la caccia cambiano a seconda della specie: - Prima mattina per capriolo e lepre - Tramonto per il cinghiale - Giornate ventose per gli uccelli migratori Durante la stagione si tengono eventi importanti come la Fiera Regionale della Caccia a Cosenza (settembre), la Sagra della Cacciagione a Catanzaro (ottobre) e il Raduno dei Cani da Ferma a Reggio Calabria (novembre), occasioni per approfondire la cultura venatoria locale e scoprire nuove tecniche. Divieti e Restrizioni in Calabria In Calabria molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni specifiche. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico, il gatto selvatico, tutti i rapaci diurni e notturni e altre specie vulnerabili. Sono inoltre previsti divieti temporali: - Periodo di riproduzione: 1° febbraio – 31 agosto, con chiusura totale per molte specie - Domeniche di novembre: giornate di silenzio venatorio - Armi: vietati caricatori con più di due colpi per la caccia agli ungulati È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette. Il rispetto di queste norme è essenziale per garantire la conservazione delle popolazioni animali e mantenere un equilibrio ecologico. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Calabria Per praticare caccia in Calabria è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve la licenza venatoria regionale, il cui costo è di 180 euro annui per residenti. È obbligatorio iscriversi all’ATC competente per zona e dotarsi di un’assicurazione RC con copertura minima di 50.000 euro. I cacciatori non residenti devono pagare un supplemento del 30% sulla licenza e presentare richiesta almeno 20 giorni prima dell’uscita. Devono inoltre registrare le armi presso la questura locale. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Calabria e ANUU, che forniscono supporto tecnico, corsi di formazione e accompagnamento per chi visita la regione per la prima volta. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Calabria Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia senza licenza oscillano tra 1.500 e 6.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi supera i capi consentiti rischia una multa di 50 euro per ogni kg eccedente. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia, oltre al sequestro dell’attrezzatura utilizzata. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Calabria La scelta del momento migliore dipende dalla specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate ventose favoriscono una maggiore attività faunistica tra gli uccelli migratori. L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto alla macchia mediterranea, abbigliamento resistente all’umidità per le zone costiere, fucile calibro 12 per versatilità. Le tecniche efficaci includono battute con cani da traccia per il cinghiale, appostamenti ai margini boschivi per il capriolo e richiami manuali negli oliveti per i colombacci.

Post: 27 August 13:08

Caccia in Trentino-Alto Adige: Tra Montagne Maestose, il Calendario Venatorio, Normative Rigide e Tradizione Venatoria Millenaria

Le province autonome di Trento e Bolzan

Caccia in Trentino-Alto Adige: Tra Montagne Maestose, il Calendario Venatorio, Normative Rigide e Tradizione Venatoria Millenaria Le province autonome di Trento e Bolzano rappresentano una delle mete più ambite per i cacciatori che amano la montagna. Con paesaggi mozzafiato, un ecosistema ricco di specie rare e normative rigorose volte alla conservazione della fauna alpina, il Trentino-Alto Adige è un esempio di equilibrio tra tradizione venatoria e sostenibilità ambientale. La stagione 2024-2025 conferma questa filosofia, con alcune novità importanti da conoscere prima di intraprendere qualsiasi attività. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Trentino-Alto Adige La gestione venatoria in Trentino-Alto Adige è regolata autonomamente dalle due province, nel rispetto delle leggi nazionali e dei vincoli ecologici locali. Il periodo principale va dal 1° settembre al 31 dicembre, con aperture e chiusure differenziate a seconda della specie e dell’altitudine. Le decisioni sono basate su studi scientifici e monitoraggi annuali per garantire il controllo demografico senza compromettere le popolazioni animali. Tra le specie principali: - Camoscio: caccia consentita dal 1° settembre al 15 novembre, con variazioni in base all’area - Cervo rosso: abbattibile fino al 15 gennaio, ma solo i maschi entro il 31 ottobre - Capriolo: periodo limitatissimo (1 maggio - 30 giugno) e solo per i maschi - Gallo forcello: finestra breve (20 settembre - 10 novembre) Rispetto alle regioni vicine come il Veneto o il Lazio, le stagioni sono più brevi e le quote per ungulati più restrittive. A differenza del Tirolo austriaco o della Svizzera, il Trentino-Alto Adige applica chiusure anticipate e controlli più severi. Calendario Stagionale della Caccia in Trentino-Alto Adige Il calendario venatorio tiene conto del clima alpino, delle abitudini riproduttive e delle caratteristiche territoriali. In alta quota (oltre i 2000 metri), l’apertura viene spesso posticipata a causa dello scioglimento tardivo della neve. Anche il bramito del cervo, fondamentale per la caccia attiva, avviene in momenti diversi a seconda dell’altitudine. I periodi chiave sono: - Fine settembre – inizio ottobre: massima attività del cervo durante il bramito - Novembre: momento migliore per camosci in ambiente alpino - Dicembre: ultime battute per alcune specie prima della chiusura generale Inoltre, vengono tenute in considerazione le attività forestali e agricole locali, per evitare conflitti d’uso del territorio. Divieti e Restrizioni in Trentino-Alto Adige In Trentino-Alto Adige molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette: - Stambecco alpino, presente in alcune aree protette - Aquila reale, simbolo della fauna montana - Gallo cedrone, specie sensibile ai disturbi - Lince, recentemente reintrodotte con progetti di conservazione. Dal 2024 sono state introdotte nuove restrizioni sulla lepre variabile sopra i 1800 metri e il divieto assoluto di caccia alle femmine di gallo forcello. Il periodo di chiusura totale va generalmente da gennaio a fine agosto, salvo casi specifici per interventi di contenimento. È vietato cacciare nelle aree protette e nei corridoi faunistici. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Trentino-Alto Adige Per praticare caccia in Trentino-Alto Adige è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte delle Province Autonome. I requisiti richiesti includono: - Licenza venatoria provinciale, con costi compresi tra **300 e 450 euro - Porto d’armi valido - Certificato di sicurezza alpina, obbligatorio per operare in ambiente montano - Assicurazione RC con copertura minima di 5 milioni di euro I cacciatori non residenti devono inoltre farsi accompagnare da una guida venatoria locale e pagare una tassa giornaliera per trofei, che varia tra 150 e 600 euro a seconda della specie. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Trentino-Alto Adige Le infrazioni alle normative regionali comportano sanzioni molto severe: - Caccia fuori periodo: multe tra 1.000 e 5.000 euro - Uccisione di specie protette: oltre 10.000 euro di multa, con possibili denunce penali - Recidiva: divieto permanente di praticare caccia Ogni violazione è trattata con grande rigore, vista la fragilità degli ecosistemi alpini e la presenza di specie particolarmente vulnerabili. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Trentino-Alto Adige La scelta del momento migliore dipende dalla specie e dall’ambiente: -Camoscio: tecnica “spot-and-stalk” all’alba, con fucile calibro 7mm-08 o .300 Winchester Magnum - Cervo rosso: richiami efficaci durante il bramito, meglio se effettuati tra fine settembre e inizio ottobre con fucile .30-06. - Uccelli di montagna: consigliato l’utilizzo di doppietta calibro 20 con cartucce numero 5. Eventi e Tradizioni Venatorie in Trentino-Alto Adige Durante la stagione si tengono eventi prestigiosi come la Dolomites Hunting Expo a Bolzano (fine agosto) e la Competizione Trofei Alpini a Trento (ottobre). Non manca la celebre Messa di San Uberto, momento importante per celebrare la cultura venatoria e il rapporto con la natura. La caccia in Trentino-Alto Adige è un privilegio che richiede grande preparazione, rispetto delle norme e attenzione verso l’ambiente. Questa terra unisce bellezze naturali, biodiversità uniche e una forte identità culturale. Solo con una pratica etica e responsabile si può godere appieno dell’esperienza venatoria in uno dei territori alpini più belli d’Europa. Buona caccia a tutti!

Post: 26 August 14:57

Caccia in Piemonte: Stagioni, Regole, Specie e Consigli per una Pratica Sostenibile

Normativa Generale e Periodi di Caccia in Piemonte

Il Piemonte è una delle regione i

Caccia in Piemonte: Stagioni, Regole, Specie e Consigli per una Pratica Sostenibile Normativa Generale e Periodi di Caccia in Piemonte Il Piemonte è una delle regione italiane più ricche di biodiversità e offre ai cacciatori un ambiente variegato che spazia dalle Alpi alle colline del Monferrato, fino alle pianure lombarde. La pratica venatoria è regolamentata con precisione dalla normativa regionale, aggiornata annualmente, e richiede il rispetto rigoroso delle leggi per garantire la conservazione della fauna e la sostenibilità dell’attività. È essenziale consultare sempre il sito ufficiale della Regione Piemonte o i referenti locali prima di intraprendere qualsiasi battuta di caccia. La stagione generale si apre tradizionalmente la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio, sebbene le date possano variare a seconda della specie e dell’ambito territoriale (ATC). Ad esempio, per alcune specie stanziali come lepri e fagiani, l’inizio coincide con l’apertura generale, mentre per la pernice rossa nelle aree alpine l’attività può iniziare già il 1° settembre. La caccia al cinghiale è regolata da periodi diversificati tra gli ATC, con possibilità di prolungamenti fino a febbraio nelle zone interessate da sovrappopolazione. Calendario stagionale della caccia in Piemonte I calendari venatori sono influenzati da fattori geografici, climatici e biologici specifici dei diversi ambienti piemontesi. Nelle valli cuneesi, ad esempio, l’apertura per alcune specie è posticipata per tener conto del ritardo nella maturazione delle colture agricole, che offrono rifugio alla fauna, delle rotte migratorie degli uccelli e delle dinamiche riproduttive tipiche delle aree montane. Tra le specie migratorie, beccacce, tordi e allodole sono cacciabili generalmente tra ottobre e dicembre. Negli anni sono avvenuti cambiamenti significativi: fino al 2015, ad esempio, la caccia alla lepre terminava a fine novembre in alcune province, ma l’estensione sino a gennaio è stata introdotta grazie a studi sulla sostenibilità demografica. Rispetto alle regioni confinanti, il Piemonte presenta talvolta normative più flessibili. In Lombardia, ad esempio, per il cinghiale sono richiesti permessi speciali già da novembre, mentre in Valle d'Aosta la finestra per la beccaccia è più ridotta. Interessante anche il confronto con il Piemonte occidentale francese, dove i periodi per la lepre sono quasi identici. Divieti e Restrizioni in Piemonte In Piemonte molte specie sono protette o soggette a restrizioni precise per preservarne la popolazione. Tra quelle vietate figurano tutti i rapaci, l’airone cenerino, la cicogna bianca e la marmotta, quest’ultima tutelata nei territori del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Va prestata particolare attenzione alla distinzione tra specie simili, come il germano reale (cacciabile) e l’anatra mestolone (protetta). Sono inoltre previsti divieti temporali e territoriali: non è possibile cacciare durante i periodi di riproduzione né entro 500 metri dai nidi. La chiusura generale della stagione varia a seconda della specie, ma per molte si estende dal 1° febbraio al 31 agosto. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Piemonte Per praticare caccia in Piemonte è necessario essere in possesso di diversi documenti: - Porto d’armi valido (per stranieri UE, un permesso temporaneo) -Tesserino venatorio regionale, rilasciato dopo aver superato un esame teorico - Assicurazione annuale per attività venatoria - Tesserino dell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) in cui si intende operare Le associazioni di riferimento includono la Federazione Italiana della Caccia – sezione Piemonte – e i singoli ATC, che forniscono informazioni dettagliate sui regolamenti locali e le autorizzazioni necessarie. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Piemonte Chi viola le normative venatorie in Piemonte incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 500 e i 3.000 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro. La mancanza di licenza o di porto d’armi comporta una multa di 1.000 euro e il sequestro dell’attrezzatura. È vietata la caccia la domenica, con una multa standard di 300 euro per chi trasgredisce. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Piemonte L’equipaggiamento ideale cambia a seconda del tipo di ambiente e di preda. Per la zona alpina si consiglia un fucile a canna rigata calibro .308 per camosci, accompagnato da una giacca mimetica ad alta visibilità. Nella pianura, invece, una doppietta 12/76 è preferibile per la selvaggina minore, con stivali impermeabili per affrontare le risaie. Nella caccia al cinghiale è obbligatorio indossare un giubbino fosforescente; consigliato l’utilizzo di un fucile semiautomatico per maggiore efficacia. Tra le tecniche più utili, si segnalano l’uso dei cani da seguita nei boschi di querce per il cinghiale, il posizionamento strategico lungo i margini dei vigneti per cervi e caprioli, e la caccia agli uccelli migratori subito dopo la raccolta delle colture, come le olive o il mais. Le zone più indicate includono le valli cuneesi per la selvaggina alpina, le Langhe e il Roero per battute organizzate su ungulati e gallinacei, e la Pianura Padana per gli uccelli migratori. La caccia in Piemonte rappresenta una tradizione antica e radicata nel territorio, ma richiede grande senso di responsabilità e rispetto delle normative. Essere informati sulle stagioni venatorie, le specie protette, le autorizzazioni necessarie e le tecniche appropriate non solo garantisce legalità, ma promuove la conservazione della natura e il mantenimento di un equilibrio ecologico duraturo.

Post: 26 August 12:31

È stata annunciata l'apertura della stagione di caccia alle anatre nella regione. Gli appassionati di caccia sono invitati a partecipare a questa attività tradizionale, c

È stata annunciata l'apertura della stagione di caccia alle anatre nella regione. Gli appassionati di caccia sono invitati a partecipare a questa attività tradizionale, che si svolge ogni anno. Durante la caccia, i partecipanti avranno l'opportunità di godersi la bellezza della natura e mettere alla prova le proprie abilità di caccia. Si ricorda a tutti i cacciatori di rispettare le norme e le regolamentazioni locali per garantire una caccia sicura e sostenibile. Buona caccia!

Post: 16 November 10:58

La caccia alle anatre è un'attività molto popolare in Italia, soprattutto durante la stagione autunnale. Ci sono molte specie di anatre che possono essere cacciate, tra c

La caccia alle anatre è un'attività molto popolare in Italia, soprattutto durante la stagione autunnale. Ci sono molte specie di anatre che possono essere cacciate, tra cui l'anatra reale, l'anatra mandarina e l'anatra selvatica. Per cacciare le anatre in Italia, è necessario possedere una licenza di caccia valida e rispettare le regole e i regolamenti locali. Le leggi sulla caccia variano da regione a regione e possono essere diverse a seconda della specie di animale che si desidera cacciare. Durante la caccia alle anatre, è importante indossare abiti adatti e utilizzare attrezzature di caccia appropriate. Molte aree di caccia in Italia sono gestite da associazioni locali di cacciatori, che monitorano le attività di caccia e promuovono la conservazione della fauna selvatica. In generale, la caccia alle anatre in Italia è considerata un'attività tradizionale e rispettata. Tuttavia, è importante esercitarla in modo responsabile e sostenibile, per garantire la sopravvivenza delle specie di anatre e la salute dell'ecosistema circostante.

Post: 13 July 17:18

Dalle Alpi Giulie alla Laguna di Grado: Calendario Venatorio Completo del Friuli-Venezia Giulia con Date e Zone Migliori

Regolamentazione e Periodi di Caccia in Friuli-V

Dalle Alpi Giulie alla Laguna di Grado: Calendario Venatorio Completo del Friuli-Venezia Giulia con Date e Zone Migliori Regolamentazione e Periodi di Caccia in Friuli-Venezia Giulia La stagione venatoria in Friuli-Venezia Giulia è disciplinata dalla Legge Regionale 11/2007, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve conoscere. La stagione generale si apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate a seconda delle specie: il 31 gennaio per i migratori e il 31 dicembre per le altre specie. Per quanto riguarda il camoscio alpino, la caccia è consentita dal 1° settembre al 30 novembre. Il territorio regionale, che spazia dalle Alpi Carniche all'altopiano del Carso fino alle zone umide costiere, influenza profondamente i periodi venatori. Nelle zone alpine sopra i 1.500 metri le stagioni sono generalmente più brevi, mentre il particolare microclima del Carso triestino favorisce specie mediterranee uniche. Le zone umide rappresentano invece importanti rotte migratorie. Rispetto alle regioni confinanti, il Friuli-Venezia Giulia offre 10 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto al Veneto, ma applica limitazioni più severe sul capriolo rispetto all'Austria. Differenze significative esistono anche con la Slovenia per quanto riguarda i periodi di caccia al cinghiale. Le novità per il 2024 includono l'introduzione obbligatoria del registro elettronico degli abbattimenti, nuove restrizioni sull'uso di munizioni al piombo e una revisione dei piani di gestione del cervo. Calendario Venatorio per Specie in Friuli-Venezia Giulia Per quanto riguarda gli ungulati, il cervo può essere cacciato dal 1° settembre al 15 dicembre, con i maschi consentiti solo fino al 31 ottobre. Il camoscio alpino è cacciabile dal 1° settembre al 30 novembre, mentre la stagione del cinghiale va dal 1° ottobre al 31 gennaio. Tra la selvaggina minore, la lepre e il fagiano hanno entrambi stagione dal 1° ottobre al 31 dicembre, mentre il colombaccio può essere cacciato dal 15 settembre al 31 gennaio. I periodi migliori variano a seconda della specie: per il camoscio sono particolarmente favorevoli le ore dell'alba nei mesi di settembre e ottobre, mentre per il cinghiale risultano più produttive le notti senza luna tra novembre e dicembre. I volatili migratori offrono le migliori opportunità a metà ottobre durante i passi. La regione ospita importanti eventi venatori come la Fiera Caccia e Pesca a Udine a settembre, il Torneo Regionale di Tiro a Gorizia in ottobre e la Mostra Cani da Caccia a Pordenone ad agosto. Specie Protette e Restrizioni in Friuli-Venezia Giulia Tra le specie assolutamente protette troviamo il lupo, con tutela integrale, l'orso bruno e il gallo cedrone. Il periodo di stop riproduttivo va dal 1° febbraio al 31 agosto in tutta la regione, mentre tutte le domeniche di ottobre sono giorni di silenzio venatorio. Per la caccia agli ungulati è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi. Documentazione Necessaria in Friuli-Venezia Giulia Per cacciare in Friuli-Venezia Giulia sono necessari: il porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di circa 220 euro), la tessera ATC e un'assicurazione RCT con minimo 50.000 euro di copertura. I cacciatori non residenti hanno l'obbligo di avvalersi di una guida venatoria per i primi tre anni, pagano una tassa supplementare del 25% e devono registrare le proprie armi presso la questura locale. Sanzioni e Multe in Friuli-Venezia Giulia Le violazioni sono punite severamente: cacciare senza licenza comporta multe da 1.500 a 6.000 euro, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro di multa. Per il superamento dei capi consentiti si applica una sanzione di 80 euro per ogni kg eccedente. Consigli Pratici per i Cacciatori in Friuli-Venezia Giulia Le zone migliori includono le Alpi Carniche per camoscio e cervo, il Carso per lepre e cinghiale, e le lagune costiere per gli anatidi migratori. Per quanto riguarda l'attrezzatura, è fondamentale scegliere calibri adatti al territorio, ottiche di qualità per gli ambienti alpini e un abbigliamento tecnico che possa affrontare gli sbalzi termici tipici della regione. Le tecniche più efficaci variano a seconda della specie: per il camoscio è consigliato l'avvicinamento in pendio, per il cinghiale risultano particolarmente produttive le battute organizzate, mentre per i volatili migratori l'uso di richiami manuali può dare ottimi risultati.

Post: 27 August 13:07

Caccia nelle Zone del Gennargentu: Un’Esplorazione tra Montagne Selvagge, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Sarde e Rigore Ambientale

Il Gennargentu, situato nel c

Caccia nelle Zone del Gennargentu: Un’Esplorazione tra Montagne Selvagge, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Sarde e Rigore Ambientale Il Gennargentu, situato nel cuore della Sardegna, è una delle aree più selvagge e affascinanti d’Italia. Con i suoi paesaggi montani, valli remote e boschi incontaminati, questa regione offre opportunità di caccia uniche per chi cerca un’avventura autentica immersa nella natura. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l’ecosistema fragile e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nelle zone del Gennargentu. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Gennargentu si distingue per: Paesaggi Montani : Vette imponenti come Punta La Marmora (1.834 m), profonde valli e pendii boscosi. Vegetazione : Dominata da foreste di leccio, sugherete e macchia mediterranea, con pascoli alpini e corsi d’acqua. Fauna Locale : La regione ospita specie endemiche e adattate all’ambiente montano, come il cervo sardo, il muflone, il cinghiale e piccoli volatili come il gallo cedrone sardo. Questi elementi rendono il Gennargentu un habitat ideale per molte specie di grande e piccolo gioco. Cacciatori e Demografia della Regione Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nel Gennargentu, ma si stima che siano alcune migliaia, principalmente concentrati nelle comunità rurali della Sardegna. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla regione o dalle isole limitrofe, legati alle tradizioni locali. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana che mantiene vive le pratiche venatorie. Caratteristiche della Caccia nel Gennargentu La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio montuoso e accidentato richiede resistenza fisica, esperienza e buona conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità, soprattutto per specie endemiche come il cervo sardo. Condizioni Climatiche : Le temperature possono variare drasticamente, soprattutto durante l’inverno, influenzando la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nel Gennargentu sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Grande Gioco : Mufloni, cervi sardi e cinghiali sono le principali prede. Caccia al Piccolo Gioco : Lepri, volpi e piccoli uccelli come il gallo cedrone sardo. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la beccaccia e la quaglia. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Sardegna e dal Ministero dell'Ambiente: Grande Gioco : Settembre a Dicembre, con permessi speciali per alcuni periodi. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l’Associazione Cacciatori Sardi organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nel Gennargentu è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Nazionale del Gennargentu sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nel Gennargentu ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco Nazionale del Gennargentu : È una delle aree protette più importanti della Sardegna, vietata alla caccia. Muflone Iconico : Il muflone è considerato un simbolo della fauna sarda e una preda ambita dai cacciatori. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un’attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nelle zone del Gennargentu rappresenta un’esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni sarde. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaGennargentu #SardegnaCaccia #CacciaAlpina #MufloneSardo #CacciaSostenibile #GalloCedroneSardo #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaMontana #CacciaInMontagna #TurismoSostenibile #BiodiversitàSardegna #CacciaEcosostenibile #ParcoNazionaleGennargentu #TradizioniVenatorie #CacciaItalia

Post: 19 June 15:24

Caccia nella Val di Susa: Un’Esperienza Immersiva tra Montagne, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Alpine e Rigore Normativo

La Val di Susa, situata nel cuore delle

Caccia nella Val di Susa: Un’Esperienza Immersiva tra Montagne, Caratteristiche geografiche, Tradizioni Alpine e Rigore Normativo La Val di Susa, situata nel cuore delle Alpi Occidentali in Piemonte, è un territorio ricco di storia, natura incontaminata e biodiversità. Questa valle, nota per i suoi paesaggi mozzafiato e le sue vette maestose, offre opportunità di caccia uniche per gli appassionati che cercano un’avventura autentica. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l’ecosistema fragile e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nella Val di Susa. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Val di Susa si distingue per: Paesaggi Alpini : Vette imponenti, valli profonde e boschi fitti dominano il territorio. Vegetazione : Foreste di conifere, larici e pascoli alpini creano habitat ideali per molte specie selvatiche. Fauna Locale : La regione ospita camosci, cervi, stambecchi e galli cedroni, oltre a piccoli mammiferi e uccelli migratori. Questi elementi rendono la Val di Susa un paradiso per chi ama la caccia al grande gioco e il piccolo gioco. Cacciatori e Demografia della Regione Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nella Val di Susa, ma si stima che siano alcune migliaia, principalmente concentrati nelle zone rurali del Piemonte. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla regione o dalle aree limitrofe, come la Valle d'Aosta e la Francia confinante. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle tradizioni locali. Caratteristiche della Caccia nella Val di Susa La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio montuoso richiede resistenza fisica, esperienza e buona conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità. Condizioni Climatiche : Le temperature rigide e le condizioni meteorologiche variabili influenzano la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nella Val di Susa sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Grande Gioco : Camosci, cervi e stambecchi sono le principali prede. Caccia al Piccolo Gioco : Lepri, volpi e piccoli uccelli come il gallo cedrone. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la beccaccia e la quaglia. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Piemonte e dal Ministero dell'Ambiente: Grande Gioco : Settembre a Dicembre, con permessi speciali per alcuni periodi. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori della Val di Susa organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nella Val di Susa è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Val di Susa ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè : È una delle aree protette più importanti della regione, vietata alla caccia. Camosci Iconici : Il camoscio è considerato un simbolo della fauna alpina e una preda ambita dai cacciatori. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un’attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nella Val di Susa rappresenta un’esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaValDiSusa #PiemonteCaccia #CacciaAlpina #CamoscioAlpino #CacciaSostenibile #GalloCedrone #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaMontana #CacciaInMontagna #TurismoSostenibile #BiodiversitàPiemonte #CacciaEcosostenibile #ParcoOrsieraRocciavre #TradizioniVenatorie #CacciaItalia

Post: 19 June 15:21

Caccia nelle Dolomiti Friulane: Un'avventura tra vette maestose, Caratteristiche geografiche e tradizioni alpine

Le Dolomiti Friulane, situate nel cuore del Friuli Venez

Caccia nelle Dolomiti Friulane: Un'avventura tra vette maestose, Caratteristiche geografiche e tradizioni alpine Le Dolomiti Friulane, situate nel cuore del Friuli Venezia Giulia, rappresentano un paradiso per gli appassionati di caccia. Questo territorio montuoso, caratterizzato da paesaggi mozzafiato e una ricca biodiversità, offre opportunità di caccia uniche in un ambiente selvaggio e incontaminato. Tuttavia, la pratica venatoria è regolamentata per proteggere l'ecosistema fragile e garantire la conservazione della fauna locale. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nelle Dolomiti Friulane. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Dolomiti Friulane si distinguono per: Paesaggi Alpini : Punteggiati da vette imponenti, valli profonde e boschi fitti. Vegetazione : Dominata da foreste di abeti, larici e pascoli alpini, con macchie di vegetazione arbustiva. Fauna Locale : La regione ospita specie adattate all'ambiente montano, come camosci, cervi e galli cedroni. Questi elementi rendono le Dolomiti Friulane un habitat ideale per molte specie di grande e piccolo gioco. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Dolomiti Friulane, ma si stima che siano alcune migliaia, principalmente concentrati nelle zone rurali del Friuli Venezia Giulia. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla regione o dalle aree limitrofe, come il Veneto e il Trentino-Alto Adige. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle tradizioni locali. Caratteristiche della Caccia nelle Dolomiti Friulane La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio montuoso richiede resistenza fisica, esperienza e buona conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità. Condizioni Climatiche : Le temperature rigide e le condizioni meteorologiche variabili influenzano la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Dolomiti Friulane sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Grande Gioco : Camosci, cervi e caprioli sono le principali prede. Caccia al Piccolo Gioco : Lepri, volpi e piccoli uccelli come il gallo cedrone. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la beccaccia e la quaglia. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Ministero dell'Ambiente: Grande Gioco : Settembre a Dicembre, con permessi speciali per alcuni periodi. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori delle Dolomiti Friulane organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Dolomiti Friulane è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle Dolomiti Friulane ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Patrimonio UNESCO : Le Dolomiti Friulane sono protette come sito UNESCO, il che influenza le politiche di caccia. Camosci Iconici : Il camoscio è considerato un simbolo della fauna alpina e una preda ambita dai cacciatori. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nelle Dolomiti Friulane rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaDolomitiFriulane #FriuliVeneziaGiulia #CacciaAlpina #CamoscioAlpino #CacciaSostenibile #GalloCedrone #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaMontana #CacciaInMontagna #TurismoSostenibile #BiodiversitàFriuli #CacciaEcosostenibile #ParcoNaturaleDolomitiFriulane #TradizioniVenatorie #CacciaItalia

Post: 16 June 14:27

Caccia nella Val d'Orcia: Un'Esperienza Immersiva tra Paesaggi Patrimonio UNESCO e Tradizioni Venatorie

La Val d'Orcia, situata nel cuore della Toscana, è famosa per i s

Caccia nella Val d'Orcia: Un'Esperienza Immersiva tra Paesaggi Patrimonio UNESCO e Tradizioni Venatorie La Val d'Orcia, situata nel cuore della Toscana, è famosa per i suoi paesaggi mozzafiato, vigneti rigogliosi e colline ondulate. Questa regione, dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, offre anche opportunità di caccia che attirano appassionati da tutta Italia. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l'ecosistema unico e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nella Val d'Orcia. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Val d'Orcia si distingue per: Paesaggi Collinari : Dolci colline coperte di vigneti, uliveti e campi coltivati creano un ambiente ideale per la fauna selvatica. Boschi e Macchia Mediterranea : Le aree boschive e la vegetazione mediterranea offrono rifugio a diverse specie animali. Fiumi e Ruscelli : Il fiume Orcia e i suoi affluenti forniscono acqua per la fauna durante tutto l'anno. Questi elementi rendono la Val d'Orcia un habitat ideale per molte specie di piccolo e medio gioco. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori nella Val d'Orcia, ma si stima che siano poche migliaia, principalmente concentrati nelle zone rurali. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla Toscana o dalle regioni limitrofe. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle tradizioni locali. Caratteristiche della Caccia nella Val d'Orcia La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Variabile : Le colline e i boschi richiedono buona resistenza fisica e conoscenza del territorio. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per preservare la biodiversità. Turismo Competitivo : La Val d'Orcia è una meta turistica popolare, il che limita le aree accessibili ai cacciatori. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nella Val d'Orcia sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia al Piccolo Gioco : Conigli, lepri e piccoli volatili come la quaglia. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la tortora e la beccaccia. Caccia al Cinghiale : Limitata e regolamentata, poiché il cinghiale può danneggiare i vigneti e gli uliveti. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Toscana e dal Ministero dell'Ambiente: Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono attive e ben organizzate: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori della Val d'Orcia organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nella Val d'Orcia è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come il Parco Naturale della Val d'Orcia sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Val d'Orcia ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Patrimonio UNESCO : La Val d'Orcia è protetta come sito UNESCO, il che influenza le politiche di caccia. Cinghiali Invasivi : Il cinghiale è considerato una minaccia per l'agricoltura locale, ma la sua caccia è severamente controllata. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nella Val d'Orcia rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaValDOrcia #ToscanaCaccia #CacciaSostenibile #CinghialeToscana #UccelliMigratori #CacciaAlpina #TradizioniVenatorie #NaturaToscana #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInCollina #TurismoSostenibile #BiodiversitàToscana #CacciaEcosostenibile #ParcoNaturaleValDOrcia

Post: 13 June 13:48

Caccia nella Valle del Po: Un’Esplorazione tra Tradizioni Secolari, Paesaggi Fluviali e Sfide di Sostenibilità Moderna

La Valle del Po, che si estende attraverso alcune

Caccia nella Valle del Po: Un’Esplorazione tra Tradizioni Secolari, Paesaggi Fluviali e Sfide di Sostenibilità Moderna La Valle del Po, che si estende attraverso alcune delle regioni più fertili d'Italia, è un territorio ricco di biodiversità e tradizioni venatorie. Questa vasta pianura, attraversata dal fiume Po, offre opportunità di caccia uniche, grazie alla sua varietà di ecosistemi e specie selvatiche. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l'equilibrio ambientale e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nella Valle del Po. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Valle del Po si distingue per: Paesaggi Vari : Vaste pianure coltivate, zone umide, boschi ripariali e aree paludose creano habitat diversificati. Fiume Po : Il fiume e i suoi affluenti forniscono acqua e rifugio per molte specie animali, soprattutto durante la stagione secca. Fauna Locale : La regione ospita una varietà di specie, tra cui uccelli migratori, mammiferi e piccoli animali adattati all'ambiente fluviale. Questi elementi rendono la Valle del Po un luogo ideale per la caccia, soprattutto per chi ama gli uccelli migratori e il piccolo gioco. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nella Valle del Po, ma si stima che siano decine di migliaia, distribuiti principalmente nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. La maggior parte dei cacciatori proviene dalle comunità rurali e dalle aree agricole, dove la caccia è una tradizione consolidata da generazioni. I giovani cacciatori sono in diminuzione, mentre rimane attiva una generazione più anziana legata alle pratiche tradizionali. Caratteristiche della Caccia nella Valle del Po La caccia in questa regione presenta sfide e peculiarità: Terreno Pianeggiante : Le ampie pianure facilitano lo spostamento, ma richiedono buona conoscenza del territorio per individuare le prede. Specie Protette : Molte aree umide e zone naturali sono interdette alla caccia per proteggere la biodiversità. Condizioni Climatiche : L'inverno può essere rigido, soprattutto nelle zone settentrionali, influenzando la pianificazione delle battute di caccia. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nella Valle del Po sono praticabili diverse forme di caccia: Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come anatre, folaghe, beccacce e quaglie sono comuni durante la stagione migratoria. Caccia al Piccolo Gioco : Conigli, lepri e volpi sono le principali prede. Caccia al Cinghiale : Limitata e regolamentata, poiché il cinghiale può danneggiare i raccolti agricoli. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalle regioni interessate (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto) e dal Ministero dell'Ambiente: Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono ben organizzate e attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi come l'Associazione Cacciatori della Valle del Po organizzano battute collettive e attività di monitoraggio faunistico. Legislazione sulla Caccia La caccia nella Valle del Po è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone umide come il Parco del Delta del Po sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Valle del Po ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco del Delta del Po : È uno degli hotspot di biodiversità più importanti d'Italia, ma gran parte di esso è protetto. Cinghiali Invasivi : Il cinghiale è considerato una minaccia per l'agricoltura locale, ma la sua caccia è severamente controllata. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nella Valle del Po rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaValleDelPo #DeltaDelPo #CacciaSostenibile #UccelliMigratori #CacciaAlpina #TradizioniVenatorie #NaturaItaliana #CacciaRegolamentata #QuagliaAutunnale #BeccacciaInvernale #CacciaInPianura #TurismoSostenibile #BiodiversitàItalia #CacciaEcosostenibile #ParcoDeltaDelPo #CinghialeCaccia

Post: 17 June 15:06

Caccia nelle Cinque Terre: Equilibrio tra Tradizione, Natura Incontaminata e Rigore Normativo

Le Cinque Terre, con i loro paesaggi mozzafiato e la natura incontaminata,

Caccia nelle Cinque Terre: Equilibrio tra Tradizione, Natura Incontaminata e Rigore Normativo Le Cinque Terre, con i loro paesaggi mozzafiato e la natura incontaminata, sono un luogo iconico della Liguria. Sebbene questa regione sia principalmente nota per il turismo e le sue terrazze vitate, offre anche opportunità di caccia che attirano appassionati alla ricerca di avventure autentiche. Tuttavia, la caccia qui è strettamente regolamentata per proteggere l'ecosistema fragile e garantire uno sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulle Cinque Terre. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Cinque Terre si trovano lungo la costa ligure, caratterizzata da: Paesaggi Collinari : Ripide scogliere, terrazzamenti coltivati a vite e ulivi, e fitte macchie mediterranee. Mediterraneo : La vegetazione è dominata da arbusti come il lentisco, il corbezzolo e la ginestra. Fauna Locale : Le specie selvatiche sono adattate all'ambiente mediterraneo, con una biodiversità limitata ma significativa. Il territorio accidentato e la vicinanza al mare influenzano profondamente le dinamiche della fauna locale. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Cinque Terre, ma la pratica è marginale rispetto al turismo. I cacciatori locali sono pochi e spesso legati alle tradizioni rurali del territorio. La maggior parte dei cacciatori proviene da altre parti della Liguria o dell'Italia settentrionale. Caratteristiche della Caccia nelle Cinque Terre La caccia in questa regione presenta sfide uniche: Terreno Impervio : Il territorio collinare e roccioso richiede resistenza fisica e esperienza. Specie Elusive : Gli animali sono abituati a nascondersi tra la fitta vegetazione mediterranea. Normative Rigide : La presenza del Parco Nazionale delle Cinque Terre limita notevolmente le aree accessibili ai cacciatori. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Cinque Terre sono praticabili solo alcune forme di caccia: Caccia al Piccolo Gioco : Conigli, lepri e piccoli volatili come la quaglia. Caccia agli Uccelli Migratori : Durante la stagione migratoria, si possono cacciare specie come la tortora e la beccaccia. Caccia al Cinghiale : Limitata e regolamentata, poiché il cinghiale può danneggiare i vigneti e gli uliveti. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Liguria e dal Ministero dell'Ambiente: Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono poche ma attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Associazioni Locali : Gruppi informali organizzano battute collettive, soprattutto per il controllo del cinghiale. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Cinque Terre è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Molte zone sono interdette alla caccia per proteggere la biodiversità. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della CacciaLa caccia nelle Cinque Terre ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie del villaggio. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Parco Nazionale : La creazione del Parco Nazionale ha ridotto drasticamente le aree disponibili per la caccia. Cinghiali Invasivi : Il cinghiale è considerato una minaccia per l'agricoltura locale, ma la sua caccia è severamente controllata. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. Trasformazione Culturale : Oggi, la caccia è più un hobby che una necessità economica. La caccia nelle Cinque Terre rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaCinqueTerre #LiguriaCaccia #ParcoNazionaleCinqueTerre #CacciaSostenibile #CinghialeLiguria #UccelliMigratori #CacciaAlpina #TradizioniItaliane #NaturaLigure #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInCollina #TurismoSostenibile #BiodiversitàLigure #CacciaEcosostenibile

Post: 13 June 09:53

Caccia nelle Isole Eolie: Un’Avventura Esclusiva tra Natura Incontaminata, Tradizioni Marinare e Rigore Normativo

Le Isole Eolie, situate nel Mar Tirreno a nord della Si

Caccia nelle Isole Eolie: Un’Avventura Esclusiva tra Natura Incontaminata, Tradizioni Marinare e Rigore Normativo Le Isole Eolie, situate nel Mar Tirreno a nord della Sicilia, sono un arcipelago vulcanico di straordinaria bellezza naturale, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Queste isole, con i loro paesaggi mozzafiato, coste frastagliate e un’ecologia fragile, offrono opportunità di caccia limitate ma uniche per gli appassionati che cercano un’esperienza autentica. Tuttavia, la pratica venatoria è strettamente regolamentata per proteggere l’equilibrio ambientale e preservare la biodiversità di questa regione straordinaria. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulla caccia nelle Isole Eolie. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Isole Eolie si distinguono per: Paesaggi Vulcanici : Terreni accidentati, scogliere a picco sul mare e campi lavici creano un ambiente selvaggio e incontaminato. Vegetazione Mediterranea : Arbusti come lentisco, mirto e ginestra dominano il territorio, insieme a macchia mediterranea rigogliosa. Fauna Locale : La fauna include specie adattate all’ambiente insulare, come uccelli migratori, piccoli mammiferi e rettili endemici. L’isolamento delle isole ha permesso lo sviluppo di ecosistemi fragili ma ricchi di biodiversità. Cacciatori e Demografia della Regione Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Isole Eolie, ma la pratica è marginale rispetto al turismo. I pochi cacciatori locali sono spesso legati alle tradizioni rurali e marinare delle isole. La maggior parte dei cacciatori proviene dalla Sicilia o da altre regioni italiane, attratti dalle opportunità di caccia al piccolo gioco e agli uccelli migratori. Caratteristiche della Caccia nelle Isole Eolie La caccia in queste isole presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio accidentato e le dimensioni ridotte delle isole richiedono esperienza e pianificazione accurata. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per proteggere specie endemiche e vulnerabili. Logistica Complessa : L’accesso alle isole avviene principalmente via mare, il che rende necessaria una pianificazione logistica dettagliata. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Isole Eolie sono praticabili solo alcune forme di caccia: Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come la tortora, la quaglia e la beccaccia durante la stagione migratoria. Caccia al Piccolo Gioco : Conigli selvatici e piccoli volatili come la pernice. Controllo del Cinghiale : Limitato e regolamentato, poiché il cinghiale può danneggiare la flora locale. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Sicilia e dal Ministero dell'Ambiente: Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono poche ma attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Gruppi Locali : Piccole comunità organizzano battute collettive, soprattutto per il controllo delle specie invasive. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Isole Eolie è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come l’Isola di Alicudi e parti dell’Isola di Salina sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle Isole Eolie ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio e nella protezione delle colture. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie delle piccole comunità. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Isola di Alicudi : Completamente protetta, è vietata qualsiasi attività venatoria. Specie Migratorie : Le isole sono un punto di sosta cruciale per gli uccelli migratori provenienti dall’Africa. Cinghiali Invasivi : Introdotti accidentalmente, sono ora controllati per proteggere l’ecosistema. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un’attività complementare al turismo eco-sostenibile. La caccia nelle Isole Eolie rappresenta un’esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaIsoleEolie #CacciaSostenibile #UccelliMigratori #CinghialiInvasivi #PatrimonioUNESCO #CacciaAlpina #TradizioniItaliane #NaturaIncontaminata #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInIsola #TurismoSostenibile #BiodiversitàItalia #CacciaEcosostenibile #IsolaAlicudi

Post: 17 June 15:08

Caccia nelle Isole Pontine: Un Equilibrio Delicato tra Tradizione Venatoria, Biodiversità Insulare e Rigore Normativo

Le Isole Pontine, situate nel Mar Tirreno a sud di

Caccia nelle Isole Pontine: Un Equilibrio Delicato tra Tradizione Venatoria, Biodiversità Insulare e Rigore Normativo Le Isole Pontine, situate nel Mar Tirreno a sud di Roma, rappresentano un ecosistema unico che offre opportunità di caccia incontaminate. Questo arcipelago, composto da isole come Ponza, Ventotene, Palmarola e Zannone, è noto per la sua bellezza naturale e la biodiversità. Tuttavia, la caccia qui è strettamente regolamentata per proteggere l'equilibrio ambientale. Questo articolo esplora tutto ciò che un cacciatore deve sapere sulle Isole Pontine. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Isole Pontine sono caratterizzate da: Paesaggi Vari : Colline brulle, scogliere a picco sul mare e macchia mediterranea dominano il territorio. Mediterraneo : La vegetazione è costituita da arbusti come lentisco, mirto e rosmarino, con alcune zone boschive. Fauna Locale : Le specie selvatiche includono uccelli migratori, piccoli mammiferi e rettili adattati all'ambiente insulare. L'isolamento delle isole ha permesso lo sviluppo di ecosistemi fragili ma ricchi di biodiversità. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Non esistono dati precisi sul numero di cacciatori attivi nelle Isole Pontine, ma la pratica è limitata rispetto al turismo. I cacciatori locali sono pochi e spesso legati alle tradizioni rurali del Lazio. La maggior parte dei cacciatori proviene dal continente o da altre regioni italiane. Caratteristiche della Caccia nelle Isole Pontine La caccia in queste isole presenta sfide e peculiarità: Terreno Impervio : Il territorio accidentato e le dimensioni ridotte delle isole richiedono esperienza e pianificazione. Specie Protette : Molte aree sono interdette alla caccia per proteggere specie endemiche. Logistica Complessa : L'accesso alle isole avviene principalmente via mare, il che rende necessaria una pianificazione accurata. Tipi di Caccia e Specie Presenti Nelle Isole Pontine sono praticabili solo alcune forme di caccia: Caccia agli Uccelli Migratori : Specie come la tortora, la quaglia e la beccaccia durante la stagione migratoria. Caccia al Piccolo Gioco : Conigli selvatici e piccoli volatili. Controllo del Cinghiale : Limitato e regolamentato, poiché il cinghiale può danneggiare la flora locale. Stagioni di Caccia nella Regione Le stagioni di caccia sono stabilite dalla Regione Lazio e dal Ministero dell'Ambiente: Uccelli Migratori : Settembre a Novembre. Piccolo Gioco : Ottobre a Dicembre. Cinghiale : Solo durante periodi specifici, solitamente invernali, con permessi speciali. La caccia è vietata durante la primavera per proteggere la riproduzione. Associazioni e Club di Cacciatori Le associazioni di caccia nella regione sono poche ma attive: Federazione Italiana della Caccia (FIDC) : Promuove la caccia sostenibile e supporta i cacciatori locali. Gruppi Locali : Piccole comunità organizzano battute collettive, soprattutto per il controllo delle specie invasive. Legislazione sulla Caccia La caccia nelle Isole Pontine è disciplinata da norme rigorose: Licenze Obbligatorie : Ogni cacciatore deve possedere una licenza valida e rispettare i limiti di prelievo. Aree Protette : Zone come l'Isola di Zannone sono completamente interdette alla caccia. Multe Severissime : Attività illegali comportano sanzioni pesanti, inclusa la confisca delle armi. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle Isole Pontine ha radici storiche: Controllo del Territorio : I cacciatori locali hanno sempre svolto un ruolo nel monitoraggio del territorio. Condivisione del Bottino : La carne ottenuta veniva spesso divisa tra le famiglie delle piccole comunità. Eventi Culturali : In passato, la caccia era associata a festività e celebrazioni rurali. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Isola di Zannone : Parte del Parco Nazionale del Circeo, è completamente protetta e vietata alla caccia. Specie Migratorie : Le isole sono un punto di sosta cruciale per gli uccelli migratori. Cinghiali Invasivi : Introdotti accidentalmente, sono ora controllati per proteggere l'ecosistema. Turismo Sostenibile : La caccia è vista come un'attività complementare al turismo eco-sostenibile. La caccia nelle Isole Pontine rappresenta un'esperienza unica per chi apprezza la natura e le tradizioni italiane. Tuttavia, è essenziale rispettare le normative e comprendere l'impatto ambientale delle proprie azioni. I cacciatori che visitano questa regione devono prepararsi adeguatamente, collaborare con le autorità locali e contribuire alla conservazione di questo patrimonio naturale. #CacciaIsolePontine #CacciaSostenibile #UccelliMigratori #CinghialiInvasivi #ParcoNazionaleCirceo #CacciaAlpina #TradizioniItaliane #NaturaIncontaminata #CacciaRegolamentata #QuagliaCaccia #BeccacciaAutunnale #CacciaInIsola #TurismoSostenibile #BiodiversitàItalia #CacciaEcosostenibile #IsolaZannone

Post: 13 June 13:45

Caccia in Lombardia: Calendari Venatori, Zone Protette e Segreti per Ogni Stagione

La Lombardia è una regione straordinariamente ricca di biodiversità, grazie alla prese

Caccia in Lombardia: Calendari Venatori, Zone Protette e Segreti per Ogni Stagione La Lombardia è una regione straordinariamente ricca di biodiversità, grazie alla presenza di ambienti molto diversificati che vanno dalle alte quote alpine alle pianure fertili del Po. Questo rende il territorio lombardo uno dei più ambiti per gli appassionati di caccia. La stagione venatoria introduce novità importanti che ogni cacciatore deve conoscere per godere appieno della propria passione nel pieno rispetto delle normative e dell’ambiente. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Lombardia La pratica venatoria in Lombardia è regolata da un sistema articolato basato sugli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), ognuno dei quali applica regole specifiche a seconda delle caratteristiche locali. Per operare correttamente, è essenziale informarsi presso le autorità competenti e consultare sempre le fonti ufficiali come il sito della Regione Lombardia. La stagione generale si aprirà domenica 15 settembre 2024 e terminerà il 31 gennaio 2025, con alcune variazioni legate alla specie e all’area geografica. La lepre comune e il fagiano saranno cacciabili dal 15 settembre, mentre la pernice rossa potrà essere abbattuta già dal 1° settembre nelle zone alpine. Il cinghiale ha periodi diversificati tra i vari ATC: nell’ATC Milano 1 si potrà cacciare fino al 31 dicembre, mentre nell’ATC Bergamo 2 la finestra si estende sino al 31 gennaio grazie ai piani di controllo attivati. Tra gli uccelli migratori, la beccaccia sarà cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, mentre il colombaccio avrà un periodo ridotto, compreso tra il 1° ottobre e il 30 novembre. Calendario Stagionale della Caccia in Lombardia Ogni anno il calendario venatorio viene aggiornato sulla base di studi scientifici sulle popolazioni animali e sull’impatto ecologico. Dal 2024 sono state introdotte modifiche significative, soprattutto per alcune specie migratrici come il tordo bottaccio, il cui prelievo è stato ridotto per garantire la sostenibilità demografica. Le differenze tra i vari ATC riflettono le esigenze territoriali: ad esempio, in alta montagna si tiene conto dei ritmi riproduttivi e climatici, mentre nella Pianura Padana si considerano le rotte migratorie e le colture agricole. L’obiettivo è mantenere un equilibrio tra conservazione della fauna e gestione sostenibile del prelievo venatorio. Divieti e Restrizioni in Lombardia In Lombardia sono presenti numerose specie protette, alcune tutelate a livello nazionale, altre inserite recentemente tra quelle non cacciabili per decisione regionale. Tra queste figurano il lupo, tutti i rapaci, la nutria (che può essere oggetto solo di piani di controllo), la ghiandaia marina (nuova protezione) e il tordo bottaccio, per cui sono stati ridotti i giorni di caccia. Sono previsti divieti territoriali in aree protette e restrizioni temporali come il blocco totale nei periodi di nidificazione. È vietato cacciare entro 500 metri dai nidi e durante il mese di ottobre non si possono abbattere femmine. Inoltre, è proibito praticare attività venatoria la domenica in molte parti della regione. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Lombardia Per praticare caccia in Lombardia è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido e al tesserino venatorio regionale, rilasciato dopo aver superato l’esame teorico, dal 1° gennaio 2024 è obbligatorio il patentino antibracconaggio. Inoltre, è richiesto un tesserino elettronico per la tracciabilità degli abbattimenti e un’assicurazione RC specifica per eventuali danni causati da cinghiali. Ogni cacciatore deve inoltre iscriversi al proprio ATC di riferimento, dove riceverà indicazioni dettagliate sulle normative locali. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Lombardia e ANUU, che offrono supporto tecnico e informativo. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Lombardia Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 500 e i 3.000 euro, mentre il disturbo o l’uccisione di specie protette comporta sanzioni fino a 15.000 euro. Chi viene sorpreso senza licenza o senza porto d’armi rischia una multa di 1.000 euro e il sequestro dell’attrezzatura. Dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore un nuovo sistema di prenotazione online delle battute di caccia: chi non rispetterà gli appuntamenti potrà incorrere in penalità amministrative. È vietato cacciare la domenica e utilizzare mezzi vietati come richiami elettronici o visori termici senza autorizzazione. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Lombardia I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come caprioli e cinghiali, mentre le giornate nuvolose favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e la movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate per la caccia spiccano la Zona Alpina (ATC Sondrio), dove si trova il camoscio, la Pianura Padana (ATC Pavia 3), nota per la selvaggina minore e la caccia in risaia, e le Prealpi (ATC Brescia 4), dove si trovano caprioli e si applicano divieti in aree parco. L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: per il camoscio si consiglia un fucile calibro .308 con ottiche stabilizzate; per il cinghiale, in alcuni ATC, è autorizzato l’uso di visori termici; per i volatili si preferiscono richiami a pressione, dato che quelli elettronici sono vietati. Le tecniche efficaci includono l’utilizzo di cani da seguita per il recupero, gli appostamenti fissi per gli uccelli migratori e le battute organizzate in quota per cervi e camosci. Eventi in Lombardia Durante la stagione vengono organizzati eventi interessanti per i cacciatori: - Fiera di San Matteo (Bergamo, 21 settembre) - Trofeo Lombardo Cinghiale (novembre-g

Post: 26 August 13:31

Stagioni Venatorie in Molise: Tutte le Aperture e Chiusure per Cinghiali, Lepri e Volpi

Normativa e Calendario Venatorio in Molise

La stagione venatoria in Molise è reg

Stagioni Venatorie in Molise: Tutte le Aperture e Chiusure per Cinghiali, Lepri e Volpi Normativa e Calendario Venatorio in Molise La stagione venatoria in Molise è regolata dalla Legge Regionale 11/2018, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve consultare prima dell'inizio dell'attività. La tradizionale apertura della stagione generale cade la terza domenica di settembre, mentre le chiusure variano a seconda delle specie: il 31 gennaio per migratori e colombacci, il 31 dicembre per ungulati e selvaggina stanziale. Fanno eccezione alcune zone ATC specifiche dove è consentita la caccia al cinghiale fino al 31 gennaio. Il territorio molisano, con la sua caratteristica conformazione che spazia dall'Appennino Centrale alle dolci colline e alle zone fluviali, influenza profondamente i periodi venatori. Nelle aree montuose del Matese e delle Mainarde, le aperture sono solitamente posticipate di 7-10 giorni rispetto alle zone pianeggianti, mentre lungo i corsi d'acqua principali come il Biferno e il Trigno si applicano calendari speciali per la caccia agli anatidi. Le aree protette e i parchi regionali seguono invece normative specifiche che è fondamentale conoscere. Rispetto alle regioni confinanti, il Molise offre 5 giorni in più per la caccia alla lepre rispetto all'Abruzzo, ma applica restrizioni più severe sul cinghiale rispetto alla Puglia. Con la Campania condivide invece una maggiore flessibilità per quanto riguarda i migratori. Per la stagione 2024 sono state introdotte importanti novità: l'obbligo di registrazione elettronica degli abbattimenti, il divieto assoluto di utilizzare munizioni al piombo nelle zone umide (in ottemperanza alla direttiva UE), e nuovi piani di controllo per volpe e nutria nelle aree più problematiche. Specie Cacciabili e Periodi Ottimali in Molise Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale rappresenta una delle prede più ambite. La sua stagione va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con i periodi più produttivi concentrati tra novembre e dicembre, quando gli animali sono particolarmente attivi nella ricerca di cibo. Il capriolo, invece, ha una stagione più breve che va dal 1° ottobre al 31 dicembre, con prelievo consentito solo per gli esemplari maschi. Il daino è cacciabile esclusivamente in alcune riserve autorizzate. Tra la selvaggina minore, la lepre (cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre) offre le migliori opportunità dopo le piogge autunnali, quando il terreno è più morbido e gli animali si muovono maggiormente. Lo stesso periodo vale per il fagiano, con momenti di attività più intensa all'alba. Il colombaccio, che apre la stagione già il 15 settembre per chiuderla il 31 gennaio, regala emozioni uniche durante il passo migratorio di metà ottobre. I momenti migliori della giornata variano a seconda della specie: l'alba è senza dubbio il momento ideale per capriolo e lepre, mentre il tramonto offre maggiori possibilità per il cinghiale. Per i migratori, le giornate ventose sono spesso le più produttive. Il Molise vanta anche una ricca tradizione di eventi venatori. A settembre non perdete la Fiera della Caccia a Campobasso, mentre ottobre è il mese della Sagra della Cacciagione a Isernia. A novembre, Termoli ospita il tradizionale Raduno dei Cani da Seguita, appuntamento imperdibile per gli appassionati. Specie Protette e Restrizioni La regione protegge rigorosamente alcune specie simbolo del suo territorio. Il lupo appenninico, l'orso bruno marsicano e tutti i rapaci sono assolutamente vietati alla caccia, con sanzioni severissime per i trasgressori. Il periodo di stop venatorio va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di novembre sono giorni di silenzio venatorio in tutta la regione. Per quanto riguarda le armi, è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi quando si cacciano ungulati. Documentazione e Permessi per la Caccia in Molise Per cacciare in Molise sono necessari alcuni documenti fondamentali: un porto d'armi valido, la licenza venatoria regionale (costo annuale di 150 euro per i residenti), la tessera dell'ATC di riferimento e un'assicurazione RCT con una copertura minima di 50.000 euro. I cacciatori non residenti devono tenere presente alcune regole aggiuntive: pagano un supplemento del 20% sulle licenze, sono obbligati a farsi accompagnare da una guida per i primi due anni di attività nella regione, e devono registrare le proprie armi presso la questura competente. I permessi si possono ottenere presso le sedi degli ATC territoriali, attraverso Federcaccia Molise, o nelle armerie autorizzate della regione. Sanzioni e Multe Le violazioni vengono punite con severità: cacciare senza licenza può costare da 1.200 a 5.000 euro di multa, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 12.000 euro di sanzione. Per chi supera i capi consentiti, la multa è di 50 euro per ogni chilogrammo eccedente. Strategie e Consigli Pratici Le zone migliori per la caccia in Molise sono tre in particolare: l'area del Matese per cinghiale e capriolo, l'Alto Molise per lepre e fagiano, e le valli fluviali per i colombacci durante le migrazioni. Per quanto riguarda l'attrezzatura, consigliamo un fucile di calibro adatto ai terreni misti della regione, ottiche di qualità con trattamento anti-appannamento per affrontare le condizioni umide, e un abbigliamento mimetico studiato per le aree boschive. Le tecniche più efficaci? Per il cinghiale non c'è niente di meglio delle tradizionali battute con cani da traccia, mentre per il capriolo gli appostamenti nelle zone di transito danno ottimi risultati. I volatili migratori rispondono bene ai richiami manuali, specialmente nelle aree coltivate.

Post: 27 August 13:37

Ai Confini del Parco del Pollino: Calendario di Caccia con Date e Zone Consentite per una Pratica Legale

Il Parco del Pollino tra Basilicata e Calabria
A cavallo tra Bas

Ai Confini del Parco del Pollino: Calendario di Caccia con Date e Zone Consentite per una Pratica Legale Il Parco del Pollino tra Basilicata e Calabria A cavallo tra Basilicata e Calabria, il Parco Nazionale del Pollino rappresenta uno degli ultimi santuari della caccia d'alta quota in Italia. Con i suoi 1.925 km² di territorio, il parco applica un rigoroso sistema di zonazione che divide l'area in tre diverse tipologie: zone di riserva integrale (35% della superficie), aree a caccia controllata (55%) e zone a concessione venatoria (10%). Questo complesso sistema di gestione garantisce la conservazione delle specie più pregiate mentre permette un'attività venatoria sostenibile. Stagioni di caccia nel Pollino Il calendario venatorio per il 2024 prevede periodi ben definiti per ciascuna specie. Il camoscio appenninico può essere cacciato dal 1° ottobre al 15 dicembre con un massimo di 80 capi prelevabili in tutta la stagione. Per il cinghiale, la stagione si estende dal 15 settembre al 31 gennaio, ma esclusivamente attraverso battute organizzate. Il cervo è invece cacciabile dal 20 settembre al 10 novembre solo tramite selezione controllata con permessi speciali. Da notare il divieto assoluto per il muflone, protetto fino al 2026 per un programma di ripopolamento. Le tre fasce altimetriche del Pollino L'orografia unica del parco crea tre distinte zone di caccia. Nelle faggete tra gli 800 e i 1.500 metri si trovano i migliori territori per il cervo. Salendo più in quota, tra i 1.500 e i 2.000 metri, i prati alpini diventano il regno del camoscio appenninico. Infine, le gole fluviali e le zone più basse offrono corridoi naturali per il cinghiale, particolarmente attivo all'alba e al tramonto. Regole fondamentali per cacciare nel parco Tutti i cacciatori devono obbligatoriamente frequentare il Corso Faunistico del Pollino, che ha un costo di 180 euro. È tassativo l'uso di munizioni non tossiche in tutto il territorio del parco, così come è obbligatorio dotare i cani da caccia di collari GPS. Particolarmente rigido è il divieto di caccia entro un chilometro dalle tane di lupo, con 24 branchi costantemente monitorati dal personale del parco. Come ottenere i permessi di caccia Per cacciare nel Parco del Pollino è necessario possedere la regolare licenza di caccia italiana, il tesserino regionale (sia della Basilicata che della Calabria, a seconda della zona scelta), un'assicurazione RC valida e soprattutto l'approvazione dell'ente parco. Quest'ultima richiede spesso la presentazione di un piano di caccia dettagliato. Sanzioni e multe nel Parco Nazionale Le infrazioni vengono punite con sanzioni particolarmente severe. Cacciare in zona protetta può costare fino a 15.000 euro di multa, mentre l'uso di munizioni al piombo comporta la revoca immediata della licenza. Anche la mancanza del collare GPS per i cani da caccia viene sanzionata con 5.000 euro. Consigli pratici dai cacciatori locali Ottobre è considerato il mese migliore per la caccia al camoscio, mentre per il cinghiale i periodi ideali sono l'inizio della stagione e i mesi invernali. L'attrezzatura deve essere adatta all'ambiente montano: setticanna obbligatoria per le quote più alte, scarpe da trekking con suola Vibram per i terreni scoscesi. Molti cacciatori consigliano di scaricare l'app "Piano Visitatori" per avere aggiornamenti in tempo reale sulle condizioni delle varie zone.

Post: 29 August 13:00

Dolomiti e Selvaggina: Il Calendario Venatorio dell’Umbria tra Regole Rigorose e Tradizioni Alpine

Regolamento e periodi di caccia in Umbria

La stagione venatoria in Um

Dolomiti e Selvaggina: Il Calendario Venatorio dell’Umbria tra Regole Rigorose e Tradizioni Alpine Regolamento e periodi di caccia in Umbria La stagione venatoria in Umbria è disciplinata dalla Legge Regionale 9/2007, con aggiornamenti annuali che ogni cacciatore deve conoscere. La caccia generale apre tradizionalmente la terza domenica di settembre, con chiusure differenziate: il 31 gennaio per i migratori e il 31 dicembre per le altre specie. Per il cinghiale, in alcuni ATC selezionati è possibile iniziare già dal 1° settembre. Il clima appenninico, caratterizzato da estati secche, influenza fortemente la riproduzione della fauna, mentre la morfologia del territorio - per il 70% collinare - determina la distribuzione delle specie. Rispetto alle regioni confinanti, l'Umbria offre 15 giorni in più per la caccia ai migratori rispetto alla Toscana, ma applica limitazioni più severe sul cinghiale rispetto alle Marche. Negli ultimi anni si sono verificati importanti cambiamenti normativi: nel 2023 è stato introdotto il prelievo selettivo dei caprioli, mentre dal 2024 è obbligatorio il nuovo sistema elettronico di registrazione degli abbattimenti. Stagioni venatorie per specie in Umbria Per quanto riguarda gli ungulati, il cinghiale può essere cacciato dal 1° settembre al 31 gennaio, con i periodi migliori tra novembre e dicembre quando è attratto dalle ghiande. Il capriolo, invece, è cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, mostrando maggiore attività all'alba e al crepuscolo. Il daino è presente solo in alcune riserve specifiche. Tra la selvaggina minore, la lepre è cacciabile dal 1° ottobre al 31 dicembre, particolarmente nelle mattinate nebbiose, mentre il fagiano nello stesso periodo trova il suo picco in ottobre. Il colombaccio, dal 15 settembre al 31 gennaio, offre ottime opportunità durante i passi migratori. L'Umbria ospita interessanti eventi venatori come la Fiera di Caccia e Pesca a Perugia a settembre, le Sagre della Cacciagione a Gubbio e Norcia tra ottobre e novembre, e le tradizionali gare di tiro al piccione nella zona del Trasimeno. Divieti e specie protette in Umbria Tra le specie assolutamente protette troviamo il lupo, con tutela integrale, l'istrice (con sanzioni fino a 10.000 euro per l'abbattimento) e il gatto selvatico. Il periodo di stop riproduttivo va dal 1° febbraio al 31 agosto, mentre tutte le domeniche di ottobre sono giorni di silenzio venatorio. Per gli ungulati è vietato l'uso di caricatori con più di 2 colpi. Licenze e documentazione in Umbria Per cacciare in Umbria sono necessari: il porto d'armi (di tipo B per i non residenti UE), il tesserino regionale (costo annuale di circa 180 euro), un'assicurazione RCT (minimo 50 euro) e il tesserino dell'ATC di riferimento. I permessi possono essere ottenuti presso gli ATC Umbria 1 e 2 (suddivisi per province), attraverso Federcaccia Umbria (che organizza corsi obbligatori) o nelle armerie autorizzate per il noleggio delle cassette di sicurezza. Sanzioni e multe in Umbria Le violazioni sono punite severamente: cacciare senza licenza comporta multe da 1.500 a 6.000 euro, mentre l'abbattimento di specie protette può arrivare fino a 15.000 euro con rischio di carcere. Per il superamento dei capi consentiti si applica una multa di 50 euro per ogni kg eccedente, e l'uso di richiami elettronici comporta il sequestro immediato dell'attrezzatura. Consigli pratici per la caccia in Umbria Le zone migliori includono i Monti Sibillini per il camoscio appenninico (con quote speciali), la Valnerina per le battute al cinghiale e i Piani di Castelluccio per pernici e lepri. Per l'attrezzatura, consigliamo il fucile Benelli Argo Evo (calibro 12/76 per versatilità), ottiche di qualità come ZEISS o SWAROVSKI (garantite per l'uso in montagna) e un abbigliamento a strati per gestire gli sbalzi termici. Le tecniche più efficaci variano a seconda della specie: per i cinghiali sono ottime le poste notturne con termocamera (solo con permesso speciale), per i caprioli lo still-hunting con vento favorevole, mentre per i volatili il puntamento a "orecchio" nei boschi cedui dà ottimi risultati.

Post: 26 August 15:01

Caccia nella Pianura Padana: Tra Campi Coltivati, Zone Umide e Tradizioni Venatorie

La Pianura Padana, una delle più vaste aree pianeggianti d’Italia, si estende tra Pie

Caccia nella Pianura Padana: Tra Campi Coltivati, Zone Umide e Tradizioni Venatorie La Pianura Padana, una delle più vaste aree pianeggianti d’Italia, si estende tra Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Questo territorio, caratterizzato da campi coltivati, fiumi e zone umide, offre un’esperienza di caccia unica, ricca di tradizioni e opportunità. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nella Pianura Padana, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio La Pianura Padana è un’area prevalentemente pianeggiante, con terreni agricoli, risaie, fiumi e zone umide. La presenza di fiumi come il Po, il Ticino e l’Adige, insieme a laghi e paludi, crea habitat ideali per diverse specie di fauna selvatica. Il clima è continentale, con inverni freddi ed estati calde, rendendo la caccia un’attività praticabile durante gran parte dell’anno. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso La Pianura Padana è una delle regioni più popolate d’Italia, e la caccia è un’attività molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nelle regioni che compongono la Pianura Padana (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto) sono registrati circa 200.000 cacciatori. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nella Pianura Padana si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia alla Selvaggina Minuta : Fagiani, starne e lepri sono cacciati con appostamenti o cani da ferma. Caccia agli Uccelli Acquatici : Anatre e folaghe sono oggetto di battute nelle zone umide. Caccia al Cinghiale : Praticata soprattutto in Emilia-Romagna, con braccate organizzate in aree boschive. Caccia alla Volpe : Consentita tutto l’anno per il controllo della popolazione. Stagioni Venatorie Selvaggina minuta (fagiani, lepri) : 15 settembre – 30 novembre. Uccelli acquatici : 1 ottobre – 31 gennaio (max 10 esemplari/giorno). Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno in aree agricole). Volpe : Nessun limite stagionale, ma con autorizzazione provinciale. Associazioni e Club Locali Federcaccia Lombardia : Organizza corsi di formazione e battute coordinate. Arci Caccia Emilia : Supporta la gestione faunistica e promuove progetti di ripopolamento. Aziende Agricole Venatorie : Strutture come Tenuta La Fagiana (Piemonte) offrono pacchetti con guide specializzate. Legislazione Regionale Licenze : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 5 fagiani e 3 lepri per stagione; divieto di armi con canna inferiore a 50 cm. Aree Protette : Caccia vietata nei parchi (es. Parco del Po) e nelle ZPS (Zone di Protezione Speciale). Munizioni : Pallini in acciaio obbligatori per la caccia acquatica. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura padana lega la caccia alla cucina locale. Il "fagiano alla cacciatora" e la "lepre in salmì" sono piatti tradizionali. La Festa della Caccia a Cremona celebra l’attività con mostre di trofei e degustazioni. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Le zone umide della Pianura Padana sono tra le più importanti in Europa per la migrazione degli uccelli, secondo l’ISPRA. Nel XIX secolo, i cacciatori milanesi usarono i primi cani da ferma italiani, come il Bracco Lombardo. Nel 2022, un progetto LIFE ha reintrodotta la gru coronata nelle Valli di Comacchio, migliorando gli habitat per la caccia sostenibile. La Pianura Padana offre opportunità uniche per ogni tipo di cacciatore, dalla tradizione contadina alle sfide moderne. Rispettare le regole regionali e collaborare con le associazioni è fondamentale per preservare questo patrimonio. #CacciaPianuraPadana #FiumePo #Fagiano #Cinghiale #UccelliAcquatici #FedercacciaLombardia #ZoneUmide #TradizioniVenatorie #BraccoLombardo #ValliDiComacchio #CucinaCacciatora #Italia #RipopolamentoFaunistico #FestaDellaCaccia #Cremona #CacciaSostenibile

Post: 3 June 14:08

Caccia in Veneto, nuova sconfitta in Consiglio di Stato per la Regione La decisione del Consiglio di Stato Terza sconfitta giudiziaria per la Regione Veneto, in relazione al calendario venatorio regionale che detta le regole per l’esercizio venatorio nella stagione 2022/23. L’ordinanza del Consiglio di Stato n.4941 del 14 ottobre 2022 , in sede collegiale, conferma la precedente decisione del TAR di Venezia ed il precedente Decreto presidenziale dello stesso Consiglio di Stato. Quarta e quinta giornata settimanale Il TAR aveva disposto lo slittamento 1 ottobre della data di apertura della caccia ad uccelli acquatici, tordi, starna, fagiano e quaglia, ma soprattutto il blocco della possibilità di aggiungere una quarta e quinta giornata settimanale, nei mesi di ottobre e novembre, di caccia da appostamento ai migratori, in aggiunta alle canoniche tre giornate settimanali a disposizione di ciascun cacciatore. Il commento della LAC Questo è stato il commento della LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia): “Una boccata di ossigeno per il nostro martoriato patrimonio faunistico, insidiato in Veneto da una pressione venatoria fuori misura”.

Post: 17 October 11:40

Caccia nelle Alpi della Valle d'Aosta: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi

La Valle d'Aosta, con i suoi paes

Caccia nelle Alpi della Valle d'Aosta: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi La Valle d'Aosta, con i suoi paesaggi alpini incontaminati, offre un'esperienza venatoria unica in Italia. La stagione di caccia in questa regione autonoma è regolata da norme specifiche che tengono conto delle particolari condizioni climatiche e ambientali della zona alpina. Periodi e Regolamentazione in Valle d’Aosta La caccia in Valle d'Aosta è permessa generalmente da settembre a dicembre, con variazioni precise per ogni specie. Le date esatte vengono stabilite annualmente dalla Regione autonoma Valle d'Aosta, in base alla legge quadro nazionale 157/1992 e alle direttive comunitarie. L'alta montagna e il clima rigido influenzano notevolmente i calendari venatori, con stagioni più brevi rispetto alle regioni confinanti come il Piemonte o la Savoia francese. Negli ultimi anni si è assistito a un inasprimento delle norme per la protezione di alcune specie, in particolare il gallo cedrone e la pernice bianca. Specie e Periodi Ottimali Per la selvaggina grossa, la caccia al camoscio è permessa da agosto a dicembre, mentre il cervo e il capriolo possono essere cacciati da settembre a dicembre. La selvaggina minuta include la lepre variabile (ottobre-dicembre) e la volpe (settembre-marzo). I periodi migliori per l'attività venatoria sono l'inizio dell'autunno, quando gli animali sono particolarmente attivi prima dell'inverno, e la tarda estate per il camoscio. Da non perdere la tradizionale Festa del Cacciatore che si tiene ogni anno a settembre ad Aosta. Divieti e Protezioni La Valle d'Aosta vieta assolutamente la caccia allo stambecco, al lupo e all'orso, specie particolarmente protette nella regione. Sono inoltre previste limitazioni per le femmine di cervo e camoscio con piccoli. Il periodo di chiusura totale va dal 1° gennaio al 31 luglio, con possibili proroghe in caso di condizioni climatiche particolarmente rigide. Licenze e Permessi Per cacciare in Valle d'Aosta è necessario: - Porto d'armi per uso venatorio - Tesserino regionale (costo tra 100-300€) - Permesso specifico per la caccia grossa - Assicurazione RC obbligatoria Gli interessati possono rivolgersi alla Federazione Regionale Cacciatori Valle d'Aosta o ai vari Ambiti Territoriali di Caccia per informazioni aggiornate e corsi di formazione. Sanzioni Le multe per infrazioni sono particolarmente salate in questa regione: - Caccia senza licenza: fino a 6.000€ - Abbattimento specie protette: fino a 20.000€ - Utilizzo metodi illegali: sequestro armi e revoca licenza Consigli Pratici in Valle d’Aosta 1. Per il camoscio: optare per fucili di precisione con mirini telescopici, adatti alle lunghe distanze tipiche della caccia alpina 2. Nelle zone boschive: utilizzare abbigliamento mimetico adatto alla vegetazione locale 3. Per la lepre variabile: cani da seguita ben addestrati sono fondamentali 4. Attrezzatura obbligatoria: ramponi e piccozza per muoversi in sicurezza sui pendii 5. Meglio evitare le ore più calde in estate e quelle più fredde in inverno Eventi e Appuntamenti per Cacciatori in Valle d'Aosta La Valle d'Aosta, oltre ad essere un paradiso venatorio, offre numerosi eventi e iniziative dedicate ai cacciatori durante tutto l'anno. Uno degli appuntamenti più attesi è la tradizionale Festa del Cacciatore che si tiene ogni settembre ad Aosta, dove espositori, artigiani e appassionati si riuniscono per presentare attrezzature, condividere esperienze e partecipare a dimostrazie di cani da caccia. A ottobre non perdete il Raduno Regionale dei Cacciatori di Camoscio a Courmayeur, un'occasione unica per confrontarsi con esperti sulle migliori tecniche di approccio in alta quota, con prove pratiche sui pendii del Monte Bianco. Per chi preferisce la selvaggina minuta, a novembre si svolge il Trofeo Lepre Variabile nella Conca di Saint-Barthélemy, dove squadre di cacciatori con cani da seguita gareggiano rispettando rigorosi criteri etici. La Fiera della Selvaggina e dei Prodotti Locali a dicembre a Saint-Vincent è invece perfetta per gustare specialità alpine a base di carne di camoscio e cervo, accompagnate da degustazioni di vini valdostani. Per i cacciatori più tecnici, a febbraio l'ATC Monte Rosa organizza corsi gratuiti su: utilizzo di termocamere autorizzate, tecniche di tiro in montagna e orientamento con GPS in condizioni invernali.

Post: 27 August 15:08

Caccia nelle Prealpi Venete: Guida Completa per gli Appassionati

Le Prealpi Venete, situate nel nord-est d’Italia, offrono un territorio ricco di boschi, valli e montagn

Caccia nelle Prealpi Venete: Guida Completa per gli Appassionati Le Prealpi Venete, situate nel nord-est d’Italia, offrono un territorio ricco di boschi, valli e montagne, ideale per gli appassionati di caccia. Questa regione, che comprende aree delle province di Belluno, Vicenza e Treviso, è nota per la sua biodiversità e per i paesaggi mozzafiato. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nelle Prealpi Venete, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Le Prealpi Venete sono caratterizzate da un territorio montuoso e collinare, ricoperto da foreste di abeti, faggi e larici. Le valli e i pascoli alpini offrono habitat ideali per diverse specie di fauna selvatica. La presenza di corsi d’acqua e piccoli laghi attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima è alpino, con inverni freddi ed estati fresche, rendendo la caccia un’attività stagionale ben definita. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Veneto, la caccia è un’attività radicata, soprattutto nelle zone rurali e montane. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 60.000 cacciatori, molti dei quali operano nelle Prealpi Venete. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nelle Prealpi Venete si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Caccia al Cervo e Capriolo : Praticata in appostamento o battuta, con focus sulle aree montane. Caccia al Cinghiale : Diffusa nelle valli boschive, spesso con l’uso di segugi. Caccia agli Uccelli : Fagiani, pernici e colombacci sono cacciati con richiami naturali. Caccia al Camoscio : Riservata a zone rocciose come il Monte Grappa, con permessi speciali. Stagioni Venatorie Cervo e Capriolo : 15 settembre – 15 dicembre (solo maschi adulti). Cinghiale : 1 ottobre – 31 gennaio (divieto notturno). Selvaggina minuta : 15 settembre – 30 novembre. Uccelli migratori : 1 settembre – 10 febbraio (max 10 esemplari/giorno). Associazioni e Club Locali Federcaccia Veneto : Organizza corsi di formazione e battute coordinate. Associazione Cacciatori delle Dolomiti : Supporta la gestione sostenibile della fauna e promuove eventi culturali. Aziende Venatorie Private : Strutture come Rifugio Monte Tomba offrono guide specializzate. Legislazione Regionale Licenza : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 1 cervo, 2 caprioli e 2 cinghiali per stagione. Armi : Divieto di fucili con canna inferiore a 58 cm; munizioni a pallini in acciaio obbligatorie per uccelli acquatici. Aree Protette : Caccia vietata nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e nelle ZPS (es. Sito "Alpi Feltrine"). Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura locale lega la caccia ai sapori del territorio. Il "cervo in salmì" è un piatto tradizionale, preparato dopo le battute. La Festa del Cacciatore a Bassano del Grappa celebra l’attività con degustazioni e mostre di trofei. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il camoscio delle Prealpi Venete è stato reintrodotto negli anni ’90 grazie a progetti di conservazione. Durante la Grande Guerra, il Monte Grappa fu teatro di battute di caccia clandestine per sfamare i soldati. Nel 2020, un cacciatore ha fotografato un esemplare di aquila di Bonelli , specie rara in Italia. La caccia nelle Prealpi Venete è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaPrealpiVenete #MonteGrappa #Cervo #Italia #Cinghiale #Fagiano #FedercacciaVeneto #Camoscio #TradizioniVenatorie #ParcoDelleDolomiti #BassanoDelGrappa #UccelliMigratori #SalmìDiCervo #AquilaDiBonelli #CacciaSostenibile #NaturaETradizione

Post: 30 May 20:42

Caccia nel Gargano: Caratteristiche, Normative e Tradizioni

Il Gargano, situato in Puglia, è una delle destinazioni più affascinanti per gli appassionati di caccia. Cono

Caccia nel Gargano: Caratteristiche, Normative e Tradizioni Il Gargano, situato in Puglia, è una delle destinazioni più affascinanti per gli appassionati di caccia. Conosciuto come lo "sperone d’Italia", questo promontorio offre una straordinaria varietà di paesaggi, dalle fitte foreste alle coste rocciose, passando per laghi e pianure. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere sulla caccia nel Gargano, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Gargano è caratterizzato da una grande varietà di ambienti: la Foresta Umbra, una delle più estese d’Italia, è ricca di faggi, querce e pini, mentre le zone costiere e le pianure interne offrono habitat ideali per diverse specie di fauna. La presenza del Lago di Lesina e del Lago di Varano attira uccelli acquatici e altri animali. Il clima mediterraneo, con inverni miti ed estati calde, rende la zona ideale per la caccia durante gran parte dell’anno. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Puglia, la caccia è un’attività molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Secondo i dati di Federcaccia, nella regione sono registrati circa 50.000 cacciatori, molti dei quali operano nel Gargano. La caccia è spesso un’attività familiare, con tradizioni che si tramandano da generazioni. Particolarità della caccia La caccia nel Gargano si distingue per la varietà di ambienti e specie. I cacciatori possono praticare sia la caccia individuale che quella in gruppo, con un forte rispetto per l’equilibrio ecologico. La gestione della fauna è attenta, con programmi di ripopolamento e conservazione delle specie. Tipi di caccia e specie cacciabili Cinghiale: Molto diffuso nella zona, è una delle prede più ricercate. Lepre e coniglio selvatico: Presenti nelle aree boschive e agricole. Volpe: Cacciata per il controllo della popolazione. Fagiano e pernice: Presenti nelle zone aperte e ai margini dei boschi. Selvaggina acquatica: Anatre e altri uccelli acquatici sono cacciati vicino ai laghi. Stagioni venatorie Le stagioni di caccia sono regolate dalla legge regionale. Ecco i periodi principali: Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Lepre e coniglio: Da settembre a dicembre. Fagiano e pernice: Da ottobre a gennaio. Selvaggina acquatica: Da settembre a gennaio. Le date precise possono variare ogni anno, quindi è consigliabile consultare il calendario venatorio della Regione Puglia. Associazioni e Club Locali Federcaccia Puglia : Organizza battute coordinate e corsi sulla sicurezza. Arci Caccia Gargano : Promuove la gestione sostenibile della fauna e supporta i cacciatori nelle pratiche burocratiche. Aziende Agrituristiche : Strutture come Masseria del Cacciatore offrono pacchetti con guide esperte. Legislazione Regionale Licenza : Obbligo di esame venatorio e tesserino regionale. Limiti : 2 cinghiali e 1 cervo per stagione; divieto di armi con canna inferiore a 50 cm. Aree Protette : Caccia vietata nel Parco Nazionale del Gargano e nelle ZPS (es. Costa di Varano). Munizioni : Pallini in acciaio obbligatori per la caccia acquatica. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura garganica lega la caccia ai sapori locali. Il "cinghiale in agrodolce" è un piatto tipico, preparato dopo le battute. Durante la Sagra del Cinghiale a Monte Sant’Angelo, si celebrano riti antichi con degustazioni e gare di tiro. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione La Foresta Umbra ospita il camoscio appenninico , reintrodotto negli anni ’90. Nel Medioevo, il Gargano era riserva di caccia dei principi normanni, come documentato nell’Archivio di Stato di Foggia. Nel 2021, un cacciatore ha avvistato un esemplare di lince eurasiatica , specie rara in Italia. La caccia nel Gargano è un’esperienza unica, che combina tradizione, rispetto per la natura e passione. Con una fauna variegata, paesaggi incantevoli e una comunità di cacciatori accogliente, questa regione è una meta imperdibile per gli appassionati. Ricorda sempre di rispettare le normative e di praticare una caccia etica e sostenibile. Buona caccia! #CacciaGargano #CinghialeInAgrodolce #ForestaUmbra #ParcoNazionaleDelGargano #CacciatoriPugliesi #RipopolamentoFaunistico #TradizioniVenatorie #SagraDelCinghiale #FagianoEPernice #LinceEurasiatica #Italia #MasseriaDelCacciatore #CacciaAcquatica #CerviNelGargano #CinghialiDelGargano #FaunaDelGargano

Post: 30 May 20:39

Trophy presentation at the governmental forest company in Somogy county , Hungary . The  185 red stags were hunted in the rut ,in September- beginning of October 2023. 
P

Trophy presentation at the governmental forest company in Somogy county , Hungary . The 185 red stags were hunted in the rut ,in September- beginning of October 2023. Préséntation des trophées des 185 cerfs chassés pendant le brame , en 2023 , dans les territoires de chasse de l'entreprise forestiere de l'état de la comté de Somogy , Hongrie. Presentazione dei trofei dei 185 cervi cacciati durante il bramito (settembre /inizio ottobre 2023 ) nelle riserve della ditta forestale dello stato del comitato Somogy,in Ungheria. Prezentarea trofeelor celor 185 tauri de cerb vanati in timpul boncanitului, in 2023 ,pe fondurile de vanatoare gospodarite de intreprinderea silvica din judetul Somogy , Ungaria. Trophäenschau in Lábod, Komitat Somogy , Ungarn . Staatliche Forstreviere. 2023. évi trófeabemutató , Lábod , Nagysallér.

Post: 13 October 09:06

Molise: Caccia Sostenibile tra Montagne, Tradizioni e Sapori della Selvaggina Locale

Il Molise, una regione italiana ancora poco conosciuta ma ricca di fascino, offre op

Molise: Caccia Sostenibile tra Montagne, Tradizioni e Sapori della Selvaggina Locale Il Molise, una regione italiana ancora poco conosciuta ma ricca di fascino, offre opportunità uniche per gli appassionati di caccia. Grazie alla sua varietà geografica e alla presenza di aree protette, questa terra rappresenta un vero paradiso per chi ama la natura e la tradizione venatoria. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla caccia in Molise. Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Molise, situato nel sud Italia, è una regione prevalentemente montuosa e collinare, con una breve fascia costiera sul Mar Adriatico. L’Appennino Molisano e il Massiccio del Matese offrono habitat ideali per cinghiali, caprioli e lepri, mentre le zone collinari e le pianure sono ricche di fagiani, pernici e volpi. La macchia mediterranea, tipica della regione, offre un habitat ideale per molte specie di fauna selvatica. Le zone umide, come quelle del fiume Biferno e del lago di Guardialfiera, favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso In Italia ci sono circa 600.000 cacciatori registrati. Nel Molise, con una popolazione di 300.000 abitanti, si stima che i cacciatori attivi siano 2.000-3.000 (dati non ufficiali, ma coerenti con le dimensioni regionali). La comunità è molto attiva, con una forte passione per la caccia tradizionale. Tipologie di Caccia e Specie Presenti Nel Molise sono praticate diverse tipologie di caccia: Caccia al Cinghiale : Specie più diffusa, soprattutto nelle aree montane. Caccia al Cervo : Nel Parco Nazionale e zone limitrofe (stagione autunnale). Caccia alla Lepre e alla Volpe : Comune nelle aree collinari. Caccia alla Selvaggina Migratoria : Fagiani, quaglie e anatre, particolarmente durante le migrazioni. Caccia in Braccata : Con l’uso di cani da seguita, tradizione locale radicata. Specie protette : Lupo appenninico e aquila reale, simboli del territorio ma rigorosamente tutelati. Stagioni Venatorie Le stagioni variano in base alla specie: Cinghiale : Ottobre-Gennaio. Cervo : Settembre-Dicembre (solo maschi). Lepre e Volpe : Settembre-Febbraio. Selvaggina Migratoria : Da metà agosto a fine dicembre. È obbligatorio rispettare i calendari regionali , che possono variare annualmente per preservare gli ecosistemi. Associazioni e Club Le principali associazioni regionali sono: Federcaccia Molise : Organizza corsi di formazione e attività di vigilanza. Arci Caccia Molise : Promuove la cultura venatoria sostenibile. Associazioni locali : Come il Gruppo Cacciatori di Campobasso , attivo nell’organizzazione di battute e iniziative benefiche. Legislazione Regionale La caccia in Molise è regolata dalla Legge Regionale n. 12/2007 e successive modifiche: Licenza obbligatoria : Rilasciata dopo esame e corso di formazione. Limiti di prelievo : Esempio: 2 cinghiali a stagione per cacciatore. Divieti : Caccia vietata di notte, nelle domeniche ecologiche e in aree protette. Armi : Fucili con canna non superiore a 60 cm e calibro minimo 12. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La cultura molisana lega la caccia a rituali antichi: Caccia con il cane da seguita : Razze come il Segugio Italiano sono molto utilizzate. Feste patronali : In alcuni paesi, come San Giuliano di Puglia, si celebrano eventi con degustazioni di selvaggina. Cucina tipica : Piatti come il “cinghiale in umido” o la “salsiccia di lepre” sono simboli della tradizione. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Nel Molise esiste un’area chiamata “Riserva di Caccia del Matese” , gestita da privati, dove è possibile cacciare in sicurezza. Nel 2022, un cacciatore locale ha immortalato un rarissimo lupo appenninico nel Parco Nazionale, diventando virale sui social. La regione è stata set di film come “Il Vangelo secondo Mattei” , che ha coinvolto la comunità venatoria locale come consulenti. Cacciare in Molise significa immergersi in paesaggi incontaminati e rispettare una tradizione secolare. Grazie a regole chiare e a un ecosistema ricco, questa regione offre un’esperienza autentica per chi ama la natura e la sfida della caccia. Per maggiori informazioni, consultate il sito della Regione Molise o le associazioni locali. #CacciaInMolise #MontagneMolisane #TradizioneVenatoria #AppenninoMolisano #FaunaSelvatica #CacciaAlCinghiale #CulturaLocale #SelvagginaAutentica #CacciaSostenibile #CinghialeInUmido #Fagiani #Lepri #LupoAppenninico #ParcoNazionale #CacciaInBraccata #CacciaMigratoria

Post: 20 May 15:29

Caccia in Toscana: Stagioni, Licenze, Regolamenti e Consigli per una Pratica Sostenibile

Principali periodi di caccia nella regione  in Toscana

La Toscana è una delle r

Caccia in Toscana: Stagioni, Licenze, Regolamenti e Consigli per una Pratica Sostenibile Principali periodi di caccia nella regione in Toscana La Toscana è una delle regioni italiane più apprezzate dagli appassionati di caccia, grazie alla sua ricca biodiversità e al paesaggio variegato che va dalle colline alle aree montane. La pratica venatoria è regolamentata con precisione dalla Legge Regionale 3/1994, aggiornata annualmente, e richiede il rispetto rigoroso di normative volte a garantire la sostenibilità ambientale e la conservazione delle specie. È fondamentale verificare sempre le informazioni aggiornate sul sito della Regione Toscana prima di intraprendere qualsiasi attività venatoria. Calendario stagionale della caccia in Toscana La stagione principale di caccia si apre tradizionalmente con la terza domenica di settembre e termina il 31 dicembre. Per alcune specie, come la beccaccia, sono previsti prolungamenti fino al 31 gennaio. Inoltre, la caccia al cinghiale è consentita in alcune zone specifiche dal 1° maggio al 31 gennaio. Le date possono variare leggermente in base alle condizioni climatiche locali, all’andamento demografico delle popolazioni animali e alle scelte gestionali regionali. Rispetto alle regioni confinanti, la Toscana presenta talvolta regole più restrittive: ad esempio, l’Emilia-Romagna ha una stagione degli uccelli più breve, l’Umbria applica quote più severe per il cinghiale, mentre nel Lazio è vietato cacciare la domenica. Negli ultimi anni sono state introdotte importanti novità nella gestione venatoria toscana. Nel 2022 è stato approvato un nuovo piano per la gestione dei cinghiali, seguito nel 2023 dall’obbligo di marcatura elettronica dei capi abbattuti. Nel 2024 è stata invece ridotta del 30% la quota massima per i tordi, a causa di una diminuzione significativa del loro numero. Le stagioni venatorie variano a seconda della specie. Il cinghiale può essere cacciato da maggio a gennaio, mentre il capriolo è disponibile tra il 15 settembre e il 15 dicembre e il daino dal 1° ottobre al 31 dicembre. Tra la selvaggina minore, la lepre si caccia dal 15 settembre al 31 dicembre, con un picco a novembre; il fagiano è cacciabile dopo le prime piogge, tra ottobre e dicembre. La beccaccia, invece, è presente nei periodi di freddo intenso e si caccia fino a gennaio. Il colombaccio ha un periodo migratorio limitato tra la metà e la fine di settembre. Gli orari ideali per la caccia dipendono dalla specie bersaglio. Per gli ungulati, come il cinghiale o il capriolo, il momento migliore è l’alba (tra le 5:30 e le 8:30), mentre per gli uccelli è preferibile il tardo pomeriggio. Le giornate con cielo coperto tendono a favorire una maggiore attività faunistica. Tra gli eventi venatori più rilevanti spiccano la caccia al cinghiale a San Miniato (ottobre), il Palio della Lepre nella provincia di Siena (novembre) e la Fiera di Migliarina a Lucca (agosto), dedicata alle novità dell’equipaggiamento per cacciatori. Divieti e Restrizioni in Toscana In Toscana sono presenti numerose specie protette, tra cui il lupo, che gode di protezione assoluta, il mouflon, cacciabile solo in tre aree specifiche, e l’aquila reale, per cui è vietata ogni forma di disturbo. La chiusura generale della stagione venatoria va dal 1° febbraio al 31 agosto, sebbene tale periodo possa variare a seconda della specie. È vietato cacciare entro 500 metri dai nidi e durante il mese di ottobre non è possibile abbattere femmine. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Toscana Per praticare caccia in Toscana è necessario ottenere una serie di documenti: il porto d’armi (o permesso temporaneo per cittadini non UE), il tesserino venatorio (dopo aver superato un esame teorico), un’assicurazione regionale annuale (che varia tra 50 e 150 euro) e il tesserino dell’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) relativo alla zona dove si intende operare. Tra le associazioni di riferimento figurano Federcaccia Toscana e ANUU, specializzata nella caccia agli uccelli. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Toscana Le sanzioni per chi viola le normative sono severe: multe da 500 a 3.000 euro per caccia fuori periodo, fino a 15.000 euro per il danneggiamento di specie protette, e 1.000 euro con sequestro dell’attrezzatura per mancanza di licenza. Anche la caccia domenicale è vietata in Toscana, con una multa di 300 euro. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Toscana Tra le zone più indicate per la caccia vi sono la Maremma, famosa per la presenza di cinghiali e cervidi, l’Appennino toscano, importante per i corridoi migratori, e la Val d’Orcia, nota per battute organizzate. L’attrezzatura consigliata include un fucile calibro 12 per terreni variabili, una carabina 7mm-08 per la caccia ai grandi ungulati e, opzionalmente, una termocamera per il recupero di animali feriti. Le tecniche efficaci includono l’utilizzo di cani da caccia nei querceti per i cinghiali, il posizionamento ai margini dei vigneti per i cervidi e la caccia agli uccelli dopo la raccolta delle olive. La caccia in Toscana rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività.

Post: 26 August 12:30

Caccia nelle Alpi Apuane: Stagioni tra Pareti Rocciose e Faggete - Quando Apre e Chiude

Le Alpi Apuane, con i loro paesaggi rocciosi e boscosi che si estendono tra la co

Caccia nelle Alpi Apuane: Stagioni tra Pareti Rocciose e Faggete - Quando Apre e Chiude Le Alpi Apuane, con i loro paesaggi rocciosi e boscosi che si estendono tra la costa toscana e l’entroterra appenninico, rappresentano un ambiente peculiare per la fauna selvatica. Questa zona è habitat naturale di numerose specie come cinghiali, caprioli, lepri e uccelli migratori. Tuttavia, gran parte del territorio rientra nel Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane, dove la caccia è vietata o fortemente limitata. Fuori dai confini del parco, invece, è possibile praticare attività venatoria seguendo regole precise gestite dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) locali. Normativa Generale e Periodi di Caccia nelle Alpi Apuane La stagione venatoria nella zona segue il calendario regionale della Toscana, stabilito annualmente sulla base della Legge 3/1994 e aggiornamenti successivi. La caccia generale inizia tradizionalmente con la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio, con differenze a seconda della specie: - Il cinghiale può essere cacciato da settembre a gennaio - Il capriolo è abbattibile da ottobre a dicembre - La lepre, il fagiano e altre forme di selvaggina minore sono prelevabili entro dicembre - Gli uccelli migratori hanno finestre temporali fino a gennaio Il clima temperato e il terreno impervio influenzano sia l’andamento demografico degli animali che le tecniche utilizzate dai cacciatori. Rispetto alle altre aree della Toscana, le Alpi Apuane presentano caratteristiche geografiche uniche, che richiedono adattamenti nell’equipaggiamento e nella strategia di approccio. Negli ultimi anni si è posta maggiore attenzione al controllo del cinghiale, a causa dei danni crescenti nei boschi e nelle colture agricole circostanti. Calendario Stagionale della Caccia Ogni anno vengono definiti nuovi piani faunistici basati su monitoraggi scientifici. Tra i periodi migliori figurano ottobre–novembre, quando il cinghiale è più attivo, e novembre–gennaio, ideale per gli uccelli migratori. Le giornate ventose favoriscono il movimento di anatre, beccacce e tordi, mentre il capriolo è più visibile all’alba e al tramonto. Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e al territorio, come mostre di armi, incontri tecnici e corsi organizzati da Federcaccia Toscana e ANUU. Queste occasioni permettono ai cacciatori di confrontarsi sulle normative, migliorare le proprie conoscenze e scoprire le novità dell’ambito venatorio locale. Divieti e Restrizioni All’interno del Parco Naturale delle Alpi Apuane la caccia è vietata. Sono protette specie simbolo come il lupo, l’aquila reale, la ghiandaia alpina e la marmotta, tutte tutelate integralmente. Fuori dal parco ci sono ulteriori restrizioni: - Divieto totale di caccia da febbraio a fine agosto - Non si possono abbattere femmine con piccoli tra maggio e agosto - Le domeniche di ottobre sono giornate di silenzio venatorio - Nelle zone umide è obbligatorio l’uso di munizioni senza piombo Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione Per praticare caccia nelle aree esterne alle Alpi Apuane è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, rilasciato dalla Regione Toscana, e l’autorizzazione dell’ATC competente. È obbligatorio dotarsi di assicurazione RC sufficiente e rispettare le normative locali. I cacciatori non residenti devono richiedere permessi specifici con largo anticipo. Associazioni consigliate includono Federcaccia Toscana e ANUU, che forniscono supporto informativo, corsi teorico-pratici e assistenza per ottenere documenti e autorizzazioni. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni severe, soprattutto se coinvolto in attività illegale all’interno del parco o con specie protette. Le multe previste includono: - Fino a 20.000 euro per caccia illegale nel parco - Multe fino a 15.000 euro per l’abbattimento di specie tutelate - 5.000–10.000 euro per chi caccia senza licenza - 50 euro per kg eccedente sul limite giornaliero - Confisca immediata dell’equipaggiamento usato illegalmente Chi commette infrazioni gravi o recidive può perdere la licenza e vedersi negare l’accesso ai permessi futuri. Il rispetto delle regole è essenziale per evitare problemi legali e contribuire alla conservazione del territorio. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia La scelta del momento migliore dipende dalla specie e dall’habitat. Nei terreni montani e rocciosi delle Alpi Apuane, le tecniche vanno adattate al contesto. Alba e tramonto sono ideali per seguire ungulati, mentre le giornate coperte favoriscono l’attività degli uccelli migratori. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone consigliate spiccano: - Monte Pana e Monte Corchia, habitat naturale per cinghiali e caprioli - Val di Vara e Lunigiana toscana, ricche di selvaggina minore e battute organizzate - Aree collinari intorno a Carrara, ideali per fagiani e lepri L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di ambiente e preda: fucile calibro 12 per versatilità, abbigliamento mimetico adatto alla montagna, ottiche resistenti alle intemperie. In alcune aree autorizzate è consentito l’utilizzo di termocamere per la caccia notturna al cinghiale. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute organizzate con guida esperta. La caccia nelle Alpi Apuane richiede grande preparazione, conoscenza approfondita del territorio e rispetto rigoroso delle normative. Fuori dai confini del parco, si possono vivere esperienze uniche tra montagne e foreste, sempre nel pieno rispetto della fauna e dell’ambiente. Buona stagione a tutti!

Post: 29 August 12:50

Caccia in Pianura Padana: Stagioni per Fagiani, Starne e Anatidi tra Coltivazioni e Zone Umide

La Pianura Padana , che si estende tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e

Caccia in Pianura Padana: Stagioni per Fagiani, Starne e Anatidi tra Coltivazioni e Zone Umide La Pianura Padana , che si estende tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, è una delle zone venatorie più importanti d’Italia. Con il suo paesaggio pianeggiante, ricco di campi coltivati, canali, boschetti e zone umide, questa vasta area offre habitat ideali per numerose specie selvatiche. Tra le più comuni figurano il cinghiale, la lepre, il piccione, il merlo, il tordo bottaccio, la volpe, lo storno, il fagiano, la starna e l’anatra. In questo articolo analizziamo nel dettaglio i periodi di caccia, le normative regionali, come ottenere le licenze e i consigli pratici per chi vuole cacciare in questa splendida e produttiva area del Nord Italia. Stagioni e calendario venatorio nelle Pianura Padana La stagione principale di caccia nella Pianura Padana va generalmente da settembre a gennaio, con alcune specie che possono essere cacciate fino a febbraio o marzo se rientrano nei piani di controllo demografico autorizzati. Il calendario venatorio varia leggermente da regione a regione (Lombardia, Emilia-Romagna, ecc.), ma rimane sostanzialmente allineato grazie alla conformazione simile del territorio e alla presenza delle stesse specie faunistiche. Negli ultimi anni sono state introdotte restrizioni su alcune specie migratorie come il tordo bottaccio, al fine di tutelarne la conservazione. Altre specie, come corvi, cornacchie e piccioni urbani, possono essere cacciate quasi tutto l’anno ma solo nell’ambito di attività di gestione approvate dalle autorità competenti. Specie cacciabili e periodi ideali I periodi migliori per la caccia dipendono dalla specie: da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo; mentre l’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio, per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. La Pianura Padana è un’area intensamente agricola e quindi presenta particolarità dal punto di vista della distribuzione della fauna. I campi di mais, le stoppie dopo la mietitura e le zone umide lungo i fiumi Po, Adige e Lambro sono luoghi strategici dove la selvaggina si concentra regolarmente, soprattutto in autunno e inizio inverno. Divieti, limitazioni e protezione ambientale nella Pianura Padana Le normative sulla caccia nella Pianura Padana seguono quelle stabilite dalle singole regioni che la attraversano, ma presentano molti punti in comune. In tutte le aree sono attivi gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), che permettono ai cacciatori di operare in modo organizzato e controllato. Sono previsti divieti assoluti di caccia in periodo riproduttivo (marzo-luglio), la protezione di specie come aquila reale, gufo reale, lupo, cervo, martora e altre, e limitazioni per sesso ed età degli animali abbattibili, con divieto di sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Come ottenere i permessi di caccia Per poter cacciare legalmente nella Pianura Padana è necessario possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio acquistabile online tramite il sistema regionale e l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Le sanzioni per chi infrange le regole di caccia nella Pianura Padana sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia nella Pianura Padana L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia. In autunno è consigliabile privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno, optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci ci sono la caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto, postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli e l’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli, tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano lungo i corsi dei fiumi, nelle zone paludose del Delta del Po, nei campi di mais e nelle stoppie dopo la raccolta. Zone come la Bassa Padana emiliana, il lodigiano, il mantovano e il veronese sono tra le più frequentate dai cacciatori professionisti e amatoriali. Nella Pianura Padana si tengono ogni anno diversi eventi legati alla caccia e alle tradizioni locali, che richiamano appassionati, associazioni e turisti interessati alla cultura del territorio. Tra questi spiccano la Fiera Regionale della Caccia e della Pesca a Ferrara o a Rovigo, la Mostra Mercato della Selvaggina in provincia di Mantova o Parma, le Giornate Ecologiche Venatorie promosse da Federcaccia e il Raduno Regionale Federcaccia Lombardia o Emilia-Romagna. Non mancano manifestazioni dedicate alle tecniche tradizionali di caccia, come il Concorso regionale di richiamo vocale al tordo, che si tiene in autunno in alcune aree dell’Emilia o del Veneto. Se sei un cacciatore o semplicemente appassionato di natura, partecipare a questi eventi ti permette non

Post: 29 August 14:01

Caccia in Abruzzo: Tra Parchi Nazionali e Aree Libere, il Calendario Venatorio, le Date Chiave per una Battuta di Successo

L’Abruzzo è una regione ricca di biodiversità,

Caccia in Abruzzo: Tra Parchi Nazionali e Aree Libere, il Calendario Venatorio, le Date Chiave per una Battuta di Successo L’Abruzzo è una regione ricca di biodiversità, con un territorio che spazia dalle alte vette del Gran Sasso e della Maiella alle dolci colline e alla costa adriatica. Questa varietà ambientale rende il luogo ideale per la pratica venatoria, grazie alla presenza di numerose specie selvatiche. La stagione 2024-2025 si presenta con regole ben definite, volte a garantire sostenibilità e rispetto dell’ambiente. Per godere appieno dell’esperienza venatoria, è fondamentale conoscere le normative regionali aggiornate. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Abruzzo La caccia in Abruzzo è regolata dalla Legge Regionale in conformità con la normativa nazionale (Legge 157/1992), con aggiornamenti annuali basati su studi scientifici sulle popolazioni faunistiche. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio, sebbene i periodi varino in base alla specie e all’area geografica. Le decisioni sulla durata dei periodi di caccia tengono conto delle esigenze ecologiche, gestionali e territoriali, con particolare attenzione alle zone montane dove le nevicate precoci possono ridurre l’accesso ai territori. Rispetto alle regioni confinanti, l’Abruzzo applica norme più restrittive sul cinghiale rispetto al Lazio, mentre differisce dal Molise per l’anticipo dell’apertura alla lepre. Negli anni sono state introdotte modifiche significative, come l’estensione della stagione del cinghiale nel 2019 per contenere la sovrappopolazione e nuove limitazioni per la beccaccia nel 2021, a causa del declino demografico. Calendario Stagionale della Caccia in Abruzzo Il calendario venatorio abruzzese è strutturato in modo da rispettare i cicli biologici delle specie e le caratteristiche territoriali. Tra le principali: Cinghiale: periodo da settembre a gennaio, con battute organizzate soprattutto tra novembre e dicembre - Cervo e capriolo: caccia di selezione consentita da settembre a dicembre. - Lepre e fagiano: abbattibili da **ottobre a dicembre. - Beccaccia e anatra: periodo variabile a seconda delle rotte migratorie, compreso tra settembre e gennaio. Le aree costiere e pianeggianti offrono possibilità estese per gli uccelli migratori, grazie alla presenza di zone umide e alla mitezza climatica. Nei mesi di ottobre e novembre si registra il picco di attività degli ungulati durante la stagione degli amori, mentre dicembre e gennaio sono ideali per la caccia agli acquatici lungo la costa. Durante l’anno si tengono eventi legati alla tradizione venatoria, tra cui la Fiera della Caccia a Pescara (settembre) e la Sagra del Cinghiale (ottobre), occasioni importanti per approfondire la cultura e le tecniche locali. Divieti e Restrizioni in Abruzzo In Abruzzo molte specie sono tutelate o soggette a restrizioni specifiche. Tra quelle protette figurano il lupo, l’orso bruno marsicano, l’aquila reale e altre specie vulnerabili. È vietato cacciare femmine di cervo e capriolo durante il periodo di allattamento (da maggio ad agosto). Il divieto assoluto di caccia è in vigore da febbraio a fine agosto, per permettere la riproduzione e la nidificazione. In caso di emergenze climatiche o incendi, possono essere disposti ulteriori blocchi temporanei. I cacciatori devono evitare di operare entro 500 metri dai nidi e rispettare le norme sui prelievi giornalieri stabiliti per ogni specie. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Abruzzo Per praticare caccia in Abruzzo è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, rilasciato dopo superamento dell’esame teorico, serve il tesserino regionale, il cui costo varia tra 50 e 200 euro in base alla tipologia di selvaggina. I cacciatori extracomunitari devono richiedere un permesso temporaneo. È obbligatorio iscriversi all’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) competente per zona e dotarsi di un’assicurazione RC. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Abruzzo e ANUU, che forniscono supporto tecnico, informazioni sulle normative locali e aggiornamenti stagionali. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Abruzzo Chi viola le normative incorre in sanzioni severe. Le multe per caccia fuori periodo oscillano tra i 500 e i 3.000 euro, mentre l’abbattimento di specie protette comporta sanzioni fino a 10.000 euro e può comportare denuncia penale. Chi commette infrazioni gravi o recidive può incorrere nella sospensione o revoca della licenza di caccia. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Abruzzo I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate coperte favoriscono una maggiore attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone più indicate: - Gran Sasso e Maiella: cinghiali, cervi e caprioli in ambiente montano -Pescara e Chieti: battute organizzate e accesso a diversi habitat - Ortona e Vasto: zone umide costiere, ideali per anatre e altri acquatici L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie: mimetismo adatto al bosco, stivali impermeabili per le zone paludose, fucile calibro 12 per ungulati. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne per il cinghiale in alcune aree autorizzate. La caccia in Abruzzo rappresenta una tradizione millenaria che, se praticata con etica e rispetto delle norme, contribuisce alla conservazione del territorio e delle specie animali. Rimane fondamentale che ogni cacciatore si informi correttamente, rispetti le scadenze e agisca in modo responsabile per garantire la sostenibilità futura di questa attività. Buona stagione a tutti!

Post: 26 August 13:46

Elba's Hunting Secrets: Mastering Seasons, Permits & Island Traditions in Tuscany's Crown Jewel

Nestled in the Tyrrhenian Sea, Elba Island offers hunters a unique Medite

Elba's Hunting Secrets: Mastering Seasons, Permits & Island Traditions in Tuscany's Crown Jewel Nestled in the Tyrrhenian Sea, Elba Island offers hunters a unique Mediterranean experience with its diverse landscapes ranging from coastal scrublands to dense chestnut forests. The hunting season here follows Tuscany's regional calendar, typically running from mid-September to late December, with specific dates adjusted annually based on wildlife monitoring. Unlike mainland Tuscany, Elba maintains stricter regulations due to its insular ecosystem, including complete protection for endemic species like the Elban wall lizard and shorter seasons for migratory birds. Recent management plans (2023-2024) have introduced new quotas for wild boar to control their growing population while protecting the island's fragile vegetation. General Regulations and Hunting Periods on Elba Island The island's hunting opportunities center around three main game categories. Wild boar hunting dominates from October through December, with driven hunts organized by local teams being the most effective method in the rugged interior. For small game enthusiasts, the season opens in September for wood pigeons and runs through November for rabbits, which thrive in the island's Mediterranean maquis. Migratory birds like woodcocks and thrushes can be hunted from November 1st until December 31st, with the best action occurring after autumn storms when new birds arrive from Corsica. Local hunters swear by the "tramontana" north wind conditions for optimal bird movement. The island's hunting traditions come alive during the Festa del Cacciatore in Portoferraio each October, where hunters showcase traditional recipes using myrtle and juniper berries that grow abundantly across the island. Elba's protected status as part of the Tuscan Archipelago National Park means approximately 40% of the island is off-limits to hunting, including all coastal areas and the Monte Capanne massif. Strict prohibitions protect endemic species and nesting birds of prey like peregrine falcons. The island enforces a complete hunting ban every Tuesday and Friday, plus additional closures during peak tourist seasons in August. Hunters must use non-toxic shot in all wetlands and maintain 500-meter buffers around residential areas - a critical rule on this densely populated island. Prohibitions and Restrictions on Elba Island Obtaining hunting privileges on Elba requires navigating a specific bureaucratic process. Beyond the standard Italian hunting license, visitors need: A Tuscany Regional Hunting Card (€130-250) Elba Island Supplement (€75) for access to communal hunting grounds Proof of insurance with minimum €1M liability coverage The Consorzio Cacciatori Elbani manages all hunting allocations and runs mandatory orientation sessions that cover the island's unique regulations. These sessions emphasize ethical hunting practices and conservation measures crucial for maintaining Elba's delicate ecosystem. Violations carry severe penalties, including fines up to €10,000 for trespassing in protected zones and immediate license revocation for targeting protected species like mouflon that were introduced to the island. Tips for Choosing Times, Places, Equipment and Techniques Depending on the Seasons and Hunting Periods on Elba Island For those planning to hunt Elba, these local insights prove invaluable: Terrain-Specific Gear: Lightweight boots with ankle support for the steep, rocky trails and moisture-wicking camouflage for the humid coastal areas Boar Tactics: Focus on the oak forests around Monte Perone where acorns draw herds, using the island's network of firebreaks for access Bird Hunting: Set up along the ancient dry stone walls that crisscross abandoned vineyards - prime flight corridors for thrushes Logistics: Ferry services require firearms to be declared in advance, and many small hotels prohibit game storage - plan accordingly The island's hunting culture emphasizes sustainability, with many local hunters participating in annual wildlife census projects. This collaborative approach between hunters and the national park authority has helped maintain balanced game populations while protecting Elba's unique biodiversity. Visitors are expected to respect these traditions by practicing selective harvesting and participating in the island's game meat donation program that supplies local restaurants and schools.

Post: 25 August 14:21

Valle d'Aosta Hunting Calendar: Exclusive Dates for Europe's Most Challenging Mountain Pursuits

The Aosta Valley, with its pristine alpine landscapes, offers a unique hu

Valle d'Aosta Hunting Calendar: Exclusive Dates for Europe's Most Challenging Mountain Pursuits The Aosta Valley, with its pristine alpine landscapes, offers a unique hunting experience in Italy. The hunting season in this autonomous region is regulated by specific rules that take into account the particular climatic and environmental conditions of the Alpine zone. Periods and Regulation in Aosta Valley Hunting in Aosta Valley is generally allowed from September to December, with precise variations for each species. The exact dates are established annually by the Autonomous Region of Aosta Valley, according to the national Framework law 157/1992 and the community directives. The high mountains and harsh climate greatly influence hunting calendars, with shorter seasons than neighboring regions such as Piedmont or French Savoy. In recent years there has been a tightening of the rules for the protection of certain species, in particular grouse and ptarmigan. Optimal Species and Periods in Aosta Valley For large game, chamois hunting is allowed from August to December, while deer and roe deer can be hunted from September to December. Small game includes variable hare (October-December) and fox (September-March). The best periods for hunting are early autumn, when animals are particularly active before winter, and late summer for chamois. Do not miss the traditional Festa del Cacciatore held every year in September in Aosta. Prohibitions and Protections in Aosta Valley The Aosta Valley absolutely prohibits the hunting of ibex, wolf and bear, particularly protected species in the region. Restrictions are also provided for females of deer and chamois with young. The total closing period is from January 1st to July 31st, with possible extensions in case of particularly harsh weather conditions. Licenses and Permits in Aosta Valley To hunt in Aosta Valley it is necessary: - Carrying weapons for hunting use - Regional card (cost between 100-300€ - Specific permit for big game hunting - Compulsory RC insurance Interested parties can contact the Regional Federation Cacciatori Valle d'Aosta or the various Territorial Hunting Areas for up-to-date information and training courses. Sanction in Aosta Valley Fines for infractions are especially high in this region: - Unlicensed hunting: up to 6,000€ - Culling protected species: up to 20,000€ - Use illegal methods: seizure weapons and license revocation Practical Advice in Aosta Valley 1. For chamois: opt for sniper rifles with telescopic sights, suitable for the long distances typical of alpine hunting 2. In forested areas: use camouflage clothing suitable for local vegetation 3. For the variable hare: well-trained follow-up dogs are crucial 4. Mandatory equipment: crampons and ice ax to move safely on the slopes 5. Best to avoid the hottest hours in summer and the coldest in winter

Post: 22 August 12:36

Dalle Distese della Maremma alle Zone Umide: Calendario Venatorio Completo con Date e Aree Migliori

Regolamentazione e Periodi di Caccia in Maremma

La Maremma toscana,

Dalle Distese della Maremma alle Zone Umide: Calendario Venatorio Completo con Date e Aree Migliori Regolamentazione e Periodi di Caccia in Maremma La Maremma toscana, con i suoi vasti territori tra macchia mediterranea e zone collinari, offre una delle esperienze venatorie più autentiche d'Italia. La stagione di caccia qui è regolata dalla Regione Toscana seguendo la legge quadro nazionale 157/1992, con periodi che variano in base alle specie e alle specifiche caratteristiche del territorio. Specie e Periodi Venatori in Maremma La caccia in Maremma si svolge generalmente da settembre a gennaio, con aperture differenziate: per la selvaggina stanziale come cinghiale e lepre il periodo va da ottobre a dicembre, mentre per gli uccelli migratori come beccaccia e tordo si estende fino a gennaio. Rispetto alle limitrofe regioni dell'Alto Lazio e dell'Umbria, la Maremma gode di stagioni leggermente più lunghe grazie al clima mite e alla particolare conformazione del territorio. Per quanto riguarda la selvaggina grossa, il cinghiale può essere cacciato da ottobre a gennaio con particolare abbondanza nei mesi di novembre e dicembre durante il periodo degli amori. La lepre e il fagiano hanno invece una stagione più ristretta, da ottobre a dicembre. I tordi e le beccacce, vera specialità della zona, offrono ottime opportunità da novembre a gennaio, soprattutto nelle zone boschive vicino a Grosseto e nelle campagne di Capalbio. Divieti e Protezioni.Documenti necessari Nella Maremma La Maremma vieta assolutamente la caccia a specie protette come il lupo appenninico e l'istrice, con multe che possono superare i 15.000 euro in caso di infrazione. Da ricordare anche il divieto di caccia nei giorni di pioggia intensa e il periodo di chiusura obbligatorio dal 1° febbraio al 31 agosto. Per praticare la caccia in questa zona, è necessario essere in regola con diversi documenti: il porto d’armi per uso venatorio, la licenza regionale (costo tra 100 e 250€), il tesserino Federcaccia e un’assicurazione RC obbligatoria. Le aree migliori si trovano nel Parco della Maremma (nelle zone periferiche), nelle Colline Metallifere e nelle zone umide della Diaccia Botrona. Le migliori zone si trovano in Maremma: - Parco della Maremma (aree periferiche) - Colline metallifere - Zone umide della Diaccia Botrona Consigli pratici: - Ottobre/novembre: miglior periodo per cinghiali - Abbigliamento mimetico leggero per la macchia - Fucili calibro 12 per selvaggina minuta - Appostamenti all'alba vicino ai corsi d'acqua Eventi venatori nella Maremma Nella Maremma , la caccia non è solo un’attività sportiva o di controllo faunistico, ma anche un momento di incontro e di tradizione. Per questo motivo, ogni anno si tengono diversi eventi venatori che richiamano appassionati da tutta Italia, offrendo occasioni di aggiornamento, confronto e valorizzazione del territorio. Tra i più importanti spicca la Fiera Regionale della Caccia e della Pesca di Grosseto , evento annuale che propone stand espositivi dedicati ad armi, attrezzature, abbigliamento tecnico e cani da lavoro, insieme a dimostrazioni pratiche e incontri formativi sulle normative regionali e nazionali. Un altro appuntamento imperdibile è il Toscana Wild Hunting Festival, organizzato in autunno a Pisa ma con forte partecipazione di cacciatori maremmani. Questa manifestazione offre corsi pratici di tiro, laboratori per l’addestramento dei cani, seminari sulla conservazione della fauna e sull’utilizzo sostenibile del territorio. È un’occasione per approfondire le tecniche di caccia moderna e tradizionale, confrontandosi con esperti e produttori di attrezzatura professionale. Tra gli eventi più sentiti dalla comunità venatoria locale ci sono le Giornate Ecologiche Venatorie , promosse da Federcaccia Toscana e Enalcaccia, che si svolgono tra settembre e ottobre. Queste giornate combinano attività pratiche come escursioni guidate e monitoraggio della fauna con momenti didattici dedicati ai giovani e alle scuole, per trasmettere una visione consapevole e responsabile della caccia come strumento di gestione ambientale. Questi eventi non sono semplici raduni, ma rappresentano un’opportunità per rinsaldare la comunità venatoria, promuovere la sostenibilità e rafforzare il rapporto tra uomo, natura e tradizioni locali. La Maremma continua a essere un punto di riferimento per chi pratica caccia in modo rispettoso e consapevole, grazie a una rete di associazioni e strutture che ne valorizzano la storia e il futuro.

Post: 29 August 12:58

Caccia nel Parco Nazionale d'Abruzzo: Calendario, Normative e Strategie per una Pratica Consapevole

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è uno dei santuari natur

Caccia nel Parco Nazionale d'Abruzzo: Calendario, Normative e Strategie per una Pratica Consapevole Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è uno dei santuari naturali più importanti d’Italia. Questo territorio protetto ospita specie rare e simboliche come l’orso bruno marsicano, il lupo appenninico e il camoscio d’Abruzzo. Per questa ragione, la caccia all’interno del parco è completamente vietata, in base alla legge nazionale 394/1991, che tutela la biodiversità e gli habitat naturali. Tuttavia, nelle zone esterne al parco, gestite dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), si applica il calendario venatorio regionale, con aperture regolamentate e periodi di chiusura ben definiti. Normativa Generale e Periodi di Caccia nel Parco Nazionale d’Abruzzo La stagione venatoria nelle aree limitrofe al parco segue le disposizioni della Regione Abruzzo, aggiornate annualmente sulla base della Legge 157/1992 e delle direttive europee per la conservazione della fauna. La caccia generale ha inizio tradizionalmente a settembre e termina a gennaio, con finestre temporali differenziate per specie: - Il cinghiale è abbattibile da ottobre a gennaio - Il capriolo può essere cacciato da settembre a dicembre, solo attraverso piani di selezione - La lepre e il fagiano sono prelevabili da ottobre a dicembre - Gli uccelli migratori, come beccacce e anatre, hanno un periodo ridotto tra settembre e gennaio Le caratteristiche geografiche influenzano le strategie di caccia: nelle zone montane le attività iniziano spesso con ritardo a causa delle condizioni climatiche, mentre in collina e in pianura si registra maggiore accessibilità durante l’inverno. Rispetto ad altre regioni italiane, l’Abruzzo mantiene un equilibrio tra controllo degli ungulati e protezione ambientale. Calendario Stagionale della Caccia Ogni anno vengono stabiliti i periodi di apertura e chiusura sulla base di monitoraggi scientifici e valutazioni sull’andamento demografico delle popolazioni animali. Tra i momenti migliori figurano: - Ottobre–novembre, quando il cinghiale e il capriolo sono più attivi per la stagione degli amori - Novembre–gennaio, ideale per gli uccelli migratori, specialmente in prossimità di laghi e zone umide Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e alla gastronomia locale, come la Fiera della Caccia di Avezzano (settembre) e la Sagra del Cinghiale di Pescasseroli (ottobre), occasioni per approfondire la conoscenza del territorio e incontrare esperti del settore. Divieti e Restrizioni All’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo non è possibile praticare alcuna forma di caccia. Sono tutelate integralmente numerose specie simbolo, tra cui orso, lupo, camoscio e aquila reale. Fuori dal parco, ci sono comunque restrizioni precise: - Divieto assoluto da febbraio a fine agosto, periodo di riproduzione e nidificazione - Non è consentito abbattere femmine con piccoli, soprattutto tra maggio e agosto - Le domeniche di novembre sono giornate di silenzio venatorio - Nelle zone umide è obbligatorio utilizzare munizioni senza piombo Queste norme servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire una pratica venatoria sostenibile. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione Per poter cacciare nelle aree esterne al parco è necessario possedere tutta la documentazione richiesta. Oltre al porto d’armi valido, serve il tesserino venatorio regionale annuale, con costo compreso tra 80 e 250 euro, rilasciato dalla Regione Abruzzo. È indispensabile registrarsi presso l’Ambito Territoriale di Caccia competente e dotarsi di un’assicurazione RC con copertura sufficiente. I cacciatori provenienti da altre regioni devono presentare richiesta in anticipo e rispettare eventuali norme locali. Le associazioni consigliate includono Federcaccia Abruzzo e ANUU, che forniscono corsi, supporto tecnico e informazioni sulle regole locali. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori Chi viola le normative incorre in sanzioni molto severe, soprattutto per chi entra illegalmente nel parco o danneggia specie protette. Le multe per caccia non autorizzata all’interno del parco possono arrivare fino a 50.000 euro, con possibili pene detentive. L’abbattimento di specie tutelate comporta sanzioni fino a 100.000 euro e denunce penali. Chi caccia senza licenza rischia una multa tra 5.000 e 15.000 euro, mentre superare i capi consentiti costa 50 euro per ogni kg eccedente. Chi commette infrazioni gravi o recidive può perdere la licenza e vedersi confiscare l’equipaggiamento. Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia I momenti migliori per andare a caccia cambiano a seconda della specie bersaglio. Alba e tramonto sono ideali per osservare e seguire ungulati come capriolo e cinghiale, mentre le giornate nuvolose favoriscono l’attività faunistica. Dopo la raccolta dei campi aumenta la visibilità e si registra una maggiore movimentazione degli animali. Tra le zone consigliate: - Piani di Pezza, fuori dal parco, ideale per battute organizzate su cinghiali e caprioli - Valle del Sagittario, ricca di selvaggina minore e percorsi dedicati L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di ambiente e preda: fucile calibro 12 per versatilità, abbigliamento mimetico per muoversi indisturbati nei boschi, binocolo termico per osservare al crepuscolo. Le tecniche efficaci includono l’appostamento fisso per gli uccelli, l’utilizzo di cani da seguita per il recupero e battute notturne autorizzate per il cinghiale. La caccia nel territorio abruzzese offre opportunità uniche ma deve sempre tenere conto dei confini del Parco Nazionale, dove ogni forma di prelievo è vietata. Fuori da queste aree protette, è possibile vivere l’esperienza venatoria in modo legale e responsabile, rispettando le normative e contribuendo alla conservazione dell’ambiente. Buona stagione a tutti!

Post: 29 August 12:48

Caccia nelle Zone Umide Italiane: Tra Acqua, Cielo e Selvaggina - Guida per un'Aventura Autentica

Le zone umide italiane, tra cui laghi, fiumi, paludi e lagune, sono tra

Caccia nelle Zone Umide Italiane: Tra Acqua, Cielo e Selvaggina - Guida per un'Aventura Autentica Le zone umide italiane, tra cui laghi, fiumi, paludi e lagune, sono tra gli ecosistemi più ricchi e affascinanti per la caccia. Queste aree, fondamentali per la biodiversità, offrono habitat ideali per uccelli acquatici e altre specie selvatiche. Questo articolo fornisce una guida completa alla caccia nelle zone umide italiane, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche Geografiche e Naturali per la Caccia Le zone umide italiane sono distribuite in tutta la penisola e includono: Laghi: Come il Lago di Garda, il Lago Trasimeno e il Lago di Como. Fiumi: Tra cui il Po, il Tevere e l’Arno. Paludi e Lagune: Come le Valli di Comacchio, la Laguna di Venezia e le Saline di Margherita di Savoia. Stagni e Zone Costiere: Aree come lo Stagno di Cagliari e le zone umide della Sardegna. Queste aree sono caratterizzate da una grande varietà di habitat, che attirano uccelli migratori, anatre, folaghe e altre specie acquatiche. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati di Federcaccia, in Italia sono registrati circa 700.000 cacciatori, molti dei quali praticano la caccia nelle zone umide. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle regioni del Nord e del Centro Italia, dove le zone umide sono più numerose. Caratteristiche della Caccia La caccia nelle zone umide è influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie acquatiche: Caccia agli Uccelli Acquatici: La forma di caccia più diffusa, praticata con fucili a canna liscia. Caccia di Appostamento: Utilizzata per anatre e folaghe, spesso con l’ausilio di richiami. Caccia in Barca: Praticata in alcune lagune e paludi per raggiungere aree remote. Tipi di Caccia e Specie Cacciabili Nelle zone umide italiane si praticano diverse forme di caccia: Caccia alle Anatre: Specie come il germano reale, l’alzavola e il fischione. Caccia alle Folaghe: Comune in laghi e paludi. Caccia ai Limicoli: Come il beccaccino e la pavoncella. Caccia ai Trampolieri: Come l’airone cenerino (solo in alcune regioni e con restrizioni). Le specie principali sono: germano reale, alzavola, fischione, folaga, beccaccino e pavoncella. Stagioni Venatorie Le stagioni di caccia nelle zone umide sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ecco i periodi principali: Caccia alle Anatre: Dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Caccia alle Folaghe: Dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Caccia ai Limicoli: Dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e Club di Cacciatori Nelle zone umide italiane operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la caccia responsabile, organizzano eventi e corsi di formazione, e collaborano con le autorità per la gestione sostenibile della fauna. Normative sulla Caccia La caccia nelle zone umide è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Divieto di Caccia nelle Aree Protette: La caccia è vietata nelle riserve naturali e nei parchi nazionali. Munizioni Non Tossiche: Obbligatorie per proteggere l’ambiente acquatico. Quote Annuali: Limiti stabiliti per specie come anatre e folaghe. Divieto di Caccia Notturna: L’uso di richiami elettronici è vietato. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone umide è profondamente legata alla cultura locale: Sagre Venatorie: Eventi come la Festa dell’Anatra celebrano piatti tradizionali a base di selvaggina. Battute Tradizionali: Le battute alle anatre sono spesso eventi comunitari che coinvolgono cacciatori e famiglie. Regalo della Preda: È consuetudine che i cacciatori offrano una parte della preda al proprietario del terreno come gesto di gratitudine. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Migrazione degli Uccelli: Le zone umide italiane sono un’importante area di sosta per gli uccelli migratori che viaggiano tra l’Europa e l’Africa. Biodiversità: Le zone umide ospitano oltre il 30% delle specie di uccelli presenti in Italia. Conservazione della Fauna: Programmi di ripopolamento e monitoraggio delle specie sono attivi per garantire la sostenibilità della caccia. #CacciaZoneUmide #UccelliAcquatici #Anatre #Folaghe #FedercacciaItalia #TradizioniVenatorie #Biodiversità #MigrazioneUccelli #LaghiItaliani #Paludi #LagunaDiVenezia #Beccaccino #Pavoncella #CacciaSostenibile #RipopolamentoFauna #FestaDellAnatra

Post: 9 June 15:13

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Tra Acque Cristalline e Selvaggina Preziosa - Guida per un'Aventura Indimenticabile

La Riserva del Lago di Como, situata in Lombar

Caccia nella Riserva del Lago di Como: Tra Acque Cristalline e Selvaggina Preziosa - Guida per un'Aventura Indimenticabile La Riserva del Lago di Como, situata in Lombardia, è un’area di grande interesse naturalistico e venatorio. Con il suo lago incastonato tra le montagne, foreste lussureggianti e zone umide, questa regione offre un’esperienza di caccia unica. Questo articolo fornisce una guida completa alla caccia nella Riserva del Lago di Como, dalle caratteristiche geografiche alle normative, passando per tradizioni e curiosità. Caratteristiche Geografiche e Naturali per la Caccia La Riserva del Lago di Como è caratterizzata da una varietà di habitat ideali per la caccia: Lago e Zone Umide: Le rive del lago e le aree umide circostanti attirano uccelli acquatici come anatre e folaghe. Foreste: Le foreste di faggi, querce e castagni ospitano cinghiali, caprioli e lepri. Montagne e Colline: Le aree montuose circostanti offrono habitat per camosci e volpi. Il clima temperato, con inverni freddi ed estati miti, rende la caccia praticabile per gran parte dell’anno. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati di Federcaccia Lombardia, nella provincia di Como sono registrati circa 10.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle zone rurali e montane. La caccia è un’attività tradizionale, spesso tramandata di generazione in generazione. Caratteristiche della Caccia La caccia nella Riserva del Lago di Como è influenzata dalla conformazione del territorio e dalla presenza di specie selvatiche: Caccia al Cinghiale: Diffusa nelle foreste e nelle zone collinari. Caccia al Capriolo: Comune nelle aree boschive. Caccia alla Lepre e al Fagiano: Popolare nelle zone agricole e ai margini dei boschi. Caccia agli Uccelli Acquatici: Praticata lungo le rive del lago e nelle zone umide. Tipi di Caccia e Specie Cacciabili Nella Riserva del Lago di Como si praticano diverse forme di caccia: Caccia al Cinghiale: Una delle attività più diffuse, spesso condotta con l’ausilio di cani da seguita. Caccia al Capriolo: Presente nelle foreste e nelle vallate. Caccia alla Lepre e al Fagiano: Popolare nelle aree aperte e agricole. Caccia agli Uccelli Acquatici: Anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, anatra e folaga. Stagioni Venatorie Le stagioni di caccia nella Riserva del Lago di Como sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ecco i periodi principali: Caccia al Cinghiale: Da ottobre a gennaio. Caccia al Capriolo: Da settembre a dicembre. Caccia alla Lepre e al Fagiano: Dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli Uccelli Acquatici: Dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e Club di Cacciatori Nella Riserva del Lago di Como operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Lombardia e Arcicaccia. Queste organizzazioni promuovono la caccia responsabile, organizzano eventi e corsi di formazione, e collaborano con le autorità per la gestione sostenibile della fauna. Normative sulla Caccia La caccia nella Riserva del Lago di Como è regolamentata da leggi nazionali e regionali. I requisiti principali includono: Divieto di Caccia nelle Aree Protette: La caccia è vietata nelle zone protette e nei parchi naturali. Munizioni Non Tossiche: Obbligatorie nelle zone umide per proteggere l’ambiente. Quote Annuali: Ad esempio, 1.000 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di Caccia Notturna: L’uso di richiami elettronici è vietato. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nella Riserva del Lago di Como è profondamente legata alla cultura locale: Sagre Venatorie: Eventi come la Festa del Cinghiale celebrano piatti tradizionali a base di selvaggina. Battute Tradizionali: Le battute al cinghiale sono spesso eventi comunitari che coinvolgono cacciatori e famiglie. Regalo della Preda: È consuetudine che i cacciatori offrano una parte della preda al proprietario del terreno come gesto di gratitudine. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Biodiversità: La Riserva del Lago di Como ospita una grande varietà di specie, grazie alla sua posizione geografica e alla diversità degli habitat. Uccelli Migratori: Il lago è un’importante area di sosta per gli uccelli migratori, rendendolo un hotspot per la caccia agli uccelli acquatici. Conservazione della Fauna: Programmi di ripopolamento e monitoraggio delle specie sono attivi per garantire la sostenibilità della caccia. #CacciaLagoDiComo #Lombardia #Cinghiale #Capriolo #UccelliAcquatici #FedercacciaLombardia #TradizioniVenatorie #FestaDelCinghiale #CacciaSostenibile #ZoneUmidе #Italia #Montagne #Selvaggina #RiservaNaturale #BattuteDiCaccia #CulturaLocale

Post: 9 June 15:09

Ai Confini delle Aree Protette: Calendario di Caccia con Date e Zone Consentite

Le aree protette italiane , che comprendono parchi nazionali, regionali, riserve naturali

Ai Confini delle Aree Protette: Calendario di Caccia con Date e Zone Consentite Le aree protette italiane , che comprendono parchi nazionali, regionali, riserve naturali e zone Natura 2000 , rappresentano un patrimonio ecologico di enorme valore. In queste aree si concentra la maggior parte della biodiversità del Paese, con habitat unici e specie selvatiche spesso rare o minacciate. Per questo motivo, la caccia in queste zone è fortemente regolamentata, e in molti casi completamente vietata. Regolamentazione e Periodi di Caccia nelle Aree Protette La caccia all’interno delle aree protette integrali , come i nuclei centrali dei parchi nazionali, è generalmente vietata o consentita solo in forma molto ridotta e controllata, come parte di piani faunistico-venatori approvati da enti pubblici. Nelle zone periferiche o di transizione , invece, è possibile cacciare seguendo le normative regionali e il calendario venatorio stabilito annualmente. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio-marzo. Ogni regione applica criteri diversi per la gestione venatoria intorno alle aree protette, ma tutti devono rispettare il Decreto Ministeriale 367/2001, la Direttiva Uccelli e le linee guida dell’Unione Europea sulla conservazione della fauna. Calendario Venatorio per Specie nelle Aree Protette Anche se la caccia è vietata all’interno delle aree protette, nelle zone limitrofe si possono trovare numerose specie selvatiche. Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come merlo, tordo bottaccio, starna e tortora. L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale, alla lepre e alla volpe, quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. Alcune specie, come corvo, cornacchia e piccione urbano, possono essere oggetto di controllo demografico durante l’anno previa autorizzazione. Molte aree protette sono luoghi strategici per il passo migratorio e quindi fondamentali per il monitoraggio e la conservazione degli uccelli, anche da parte dei cacciatori sensibili alla sostenibilità. Specie Protette e Restrizioni nelle Aree Protette All’interno delle aree protette italiane molte specie sono tutelate per legge. Tra quelle completamente protette figurano aquila reale, gufo reale, astore, nibbio bruno, lupo, cervo sardo, camoscio appenninico, martora, genetta, airone cinerino, cicogna bianca e ibis eremita. Tra le restrizioni principali ci sono il divieto assoluto di caccia in periodo riproduttivo (marzo-luglio), il divieto di abbattere femmine accompagnate da prole o giovani non autosufficienti e la completa interdizione alla caccia nei nuclei centrali dei parchi, nelle riserve integrali e nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in ambienti delicati. Documentazione Necessaria per Cacciare nelle Aree Protette Per poter cacciare legalmente nelle aree limitrofe alle protezioni, bisogna possedere una licenza di porto d’armi valida, un tesserino regionale venatorio acquistabile online tramite il sistema regionale competente e l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta, come Federcaccia o Enalcaccia. Alcuni parchi richiedono anche un’autorizzazione specifica per operare in determinate aree adiacenti, soprattutto se interessate da piani di controllo faunistico. Sanzioni e Multe nelle Aree Protette Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle aree protette sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro, oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali, consultando le mappe aggiornate fornite dagli enti parco o dalle regioni. Consigli Pratici per i Cacciatori nelle Aree Protette Lavorare vicino alle aree protette richiede attenzione e preparazione. Indossare abbigliamento mimetico adatto al territorio (bosco, collina, palude), usare binocoli di alta qualità per osservare il movimento degli animali senza disturbarli e utilizzare richiami vocali o elettronici per uccelli migratori, rispettando sempre le distanze dalle aree interdette. Evitare di cacciare nelle ore più calde del giorno per non disturbare la fauna autoctona e rispettare sempre i sentieri, senza invadere le aree interdette. Le aree più produttive si trovano nei dintorni di Parco Nazionale del Gran Sasso, Parco dello Stelvio, Parco del Cilento, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Parco del Delta del Po e altre aree dove la fauna si concentra grazie alla ricchezza di habitat naturali.

Post: 1 September 07:56

Caccia in Liguria: Tra Montagne, Boschi e Normative Rigide – Calendario Venatorio alla Pratica Venatoria

La Liguria è una regione unica nel panorama venatorio italiano.

Caccia in Liguria: Tra Montagne, Boschi e Normative Rigide – Calendario Venatorio alla Pratica Venatoria La Liguria è una regione unica nel panorama venatorio italiano. Con il suo territorio prevalentemente montuoso e collinare, modellato da valli profonde e affacci sul mare, offre habitat particolari per numerose specie selvatiche. Cinghiali, caprioli, uccelli migratori e piccole prede popolano questa terra ricca di biodiversità, ma la pratica della caccia è regolata da normative molto restrittive, dettate anche dalla densità abitativa, dall’esposizione turistica e dal forte impegno nella protezione ambientale. Per godere appieno dell’esperienza venatoria in Liguria, è essenziale conoscere le regole locali, rispettare i periodi consentiti e scegliere con attenzione momenti, luoghi e tecniche. Normativa Generale e Periodi di Caccia in Liguria La stagione venatoria in Liguria è regolata dalla Legge Regionale 21/2007, aggiornata annualmente con il Piano Faunistico-Venatorio. La caccia generale ha inizio tradizionalmente la prima domenica di settembre, con alcune deroghe per specie selezionate. Il periodo termina a seconda delle specie: - Migratori e specie notturne: fino al 31 gennaio - Specie residenti: chiusura al 31 dicembre Il cinghiale, in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) autorizzati, può essere abbattuto dal 1° settembre al 31 gennaio, come parte di piani di controllo demografico. Questo rende la Liguria una delle poche regioni del nord Italia a permettere una finestra così lunga per questa specie. Negli ultimi anni sono state introdotte importanti novità: - Nel 2023, nuove aree protette sono state istituite per salvaguardare gli habitat naturali. - Nel 2024, è entrato in vigore l’obbligo di registrazione elettronica degli abbattimenti tramite un’app dedicata della Regione Liguria. Rispetto a regioni vicine come Umbria e Marche, la Liguria applica norme più rigide, soprattutto per la tutela ambientale e la convivenza con aree urbane e turistiche. Calendario Stagionale della Caccia in Liguria Ogni anno viene stilato un calendario basato su studi scientifici e monitoraggi faunistici. Le principali specie cacciabili seguono periodi ben definiti: - Cinghiale: da settembre a gennaio, migliore tra novembre e dicembre - Capriolo: periodo da ottobre a dicembre, più attivo all’alba o al tramonto - Daino: presente esclusivamente in riserve private o aziende agrituristiche - Lepre: stagione da ottobre a dicembre, preferibilmente nelle ore centrali del giorno - Fagiano: periodo simile alla lepre, con picco tra ottobre e novembre - Colombaccio: finestra aperta dal 15 settembre al 31 gennaio, con massimo passo a metà ottobre - Pernice rossa: abbattibile nello stesso periodo del fagiano, diffusa soprattutto nell’entroterra La scelta dei momenti migliori dipende molto dalla specie: - Alba e crepuscolo sono ideali per ungulati e selvaggina minore - Giornate ventose favoriscono l’attività degli uccelli migratori Durante la stagione si tengono eventi legati alla cultura venatoria e gastronomica come la Sagra della Cacciagione a Montoggio e Santo Stefano d’Aveto, mercatini enogastronomici con piatti a base di selvaggina e mostre mercato dedicate ad armi e accessori. Divieti e Restrizioni in Liguria In Liguria molte specie sono tutelate o soggette a limitazioni precise. Tra quelle protette figurano il lupo appenninico, l’istrice (con sanzioni fino a 10.000 euro) e il gatto selvatico, tutti vietati da abbattere. Sono previsti divieti temporali: - Periodo di riproduzione: 1° febbraio – 31 agosto, con chiusura totale per molte specie - Giornate di silenzio venatorio: tutte le domeniche di ottobre e nei giorni festivi nazionali e regionali Sono inoltre in vigore restrizioni sull’equipaggiamento: - Vietati caricatori con più di due colpi** per la caccia agli ungulati - Richiami elettronici non ammessi È proibito cacciare entro 500 metri dai nidi e in aree protette, per garantire la conservazione della fauna e il rispetto dell’ambiente. Come Ottenere il Permesso di Caccia nella Regione in Liguria Per praticare caccia in Liguria è necessario ottenere autorizzazioni specifiche da parte degli ATC competenti. I requisiti richiesti includono: - Porto d’armi valido (di tipo B per uso venatorio) - Tesserino regionale annuale, con costo medio di 180 euro - Assicurazione RC, con copertura minima di 50 euro - Autorizzazione dell’ATC relativo alla zona dove si intende operare I cacciatori non residenti devono presentare richiesta con largo anticipo e rispettare eventuali limitazioni locali. Tra le associazioni consigliate figurano Federcaccia Liguria, che organizza corsi obbligatori per nuovi cacciatori, e i punti vendita autorizzati presso armerie e lo sportello online della Regione. Sanzioni e Responsabilità per il Mancato Rispetto dei Termini Venatori in Liguria Le infrazioni alle normative comportano sanzioni molto severe: - Caccia senza licenza: multe tra 1.500 e 6.000 euro - Uccisione di specie protette: fino a 15.000 euro, con possibili denunce penali - Superamento dei capi consentiti: 50 euro per ogni kg eccedente - Utilizzo di richiami elettronici: sequestro immediato dell’attrezzatura Consigli per Scegliere Momenti, Luoghi, Equipaggiamento e Tecniche a Seconda delle Stagioni e dei Periodi di Caccia in Liguria La scelta del momento migliore dipende dalla specie e dall’habitat: - Cinghiale: migliore tra novembre e dicembre; possibile posta notturna con termocamera (previa autorizzazione) - Capriolo: preferibilmente al primo mattino o al tramonto - Uccelli migratori: giornate ventose sono le più produttive Tra le zone più indicate: - Appennino Ligure (Val Trebbia, Val d’Aveto): ambiente naturale per cinghiali e caprioli - Colline centrali (Genova, Savona): habitat ideale per fagiani e lepri - Zone costiere e terrazzamenti: interessanti per colombacci e altre specie migratorie L’equipaggiamento va scelto in base al tipo di terreno e specie in Liguria: - Fucile calibro 12, meglio se leggero e pr

Post: 27 August 11:42

Il museo italiano della Beccaccia ha pubblicato un video. 

La beccaccia è un vero maestro dell'adattamento, in grado di tollerare con destrezza anche forti schiocchi fre

Il museo italiano della Beccaccia ha pubblicato un video. La beccaccia è un vero maestro dell'adattamento, in grado di tollerare con destrezza anche forti schiocchi freddi durante lo svernamento. Con l'aiuto del suo lungo becco sensibile, scava il terreno alla ricerca di vermi e insetti, anche sotto strati di neve soffice. Il terreno non è congelato, e questa è la cosa principale. L'areale della beccaccia comprende quasi interamente l'ecozona paleartica. Dall'Europa fino alle isole atlantiche (Azzorre, Canarie) e le isole britanniche, l'Asia fino alla Cina, Mongolia, e Tibet. In Italia si trova nel periodo dello svernamento, tra ottobre e marzo, nei boschi, meglio se misti a caducifoglie, con prevalenza di betulle, carpini, frassini, querce, robinie, castagni, ontani, larici e faggi, ma anche abeti, e pini, in primavera nidifica in un'ampia fascia di territorio che comprende il nord Europa e l'Asia centrale. Solo eccezionalmente nidifica sulle Alpi e ancor più raramente sugli Appennini. In Italia la beccaccia è specie cacciabile ed è considerata la "regina dei boschi" per la sua maestosità e per la difficoltà nella cattura. In passato, ne era autorizzata la caccia anche all'alba e al tramonto, la cosiddetta posta, durante gli spostamenti per i luoghi di pastura. A partire dall'Ottocento è stata selezionata una razza di cane, il Cocker Spaniel inglese, oggi apprezzata come cane da compagnia, ma un tempo specializzata nella caccia alla beccaccia (woodcock in inglese), che ha dato appunto il nome alla razza. Nelle piume dell'ala della beccaccia esiste una particolare penna detta "penna del pittore", che appunto serve ai pittori per le rifiniture di precisione sulle tele. L’idea di istituire un museo dedicato alla beccaccia ad Anghiari è il completamento di un percorso divulgativo che Paolo Pennacchini, presidente di Ubi (Unione per la beccaccia – Italia) e della Fanbpo (Federazione delle associazioni nazionali dei cacciatori di beccaccia del Paleartico Occidentale) ha voluto dedicare alla sua terra. Esistono musei più o meno grandi dedicati alla natura e alle specie ornitiche. Ma uno dedicato esclusivamente alla regina del bosco è veramente unico. “Qualcuno dice che sia un’idea stravagante, ma per me e tutto lo staff è un progetto bellissimo” afferma Pennacchini. “C’è tanta attesa e curiosità, lo vedo anche dalle domande dei turisti mentre stiamo allestendo”. L’idea forte è quella di costruire un ponte fra caccia e ambientalismo. Collegare la conoscenza della specie (biologia-migrazione-habitat attraverso allestimenti multimediali, compresi diorami di tassidermia) al prelievo sostenibile. La volontà è quella di presentare a un ampio pubblico i lavori che vedono impegnati i cacciatori nella ricerca scientifica.

Post: 29 January 03:14

Tra Paludi e Lagune: Calendario Venatorio nelle Zone Umide Italiane con Date e Specie Protette

Le zone umide italiane , tra le più importanti d’Europa per biodiversità,

Tra Paludi e Lagune: Calendario Venatorio nelle Zone Umide Italiane con Date e Specie Protette Le zone umide italiane , tra le più importanti d’Europa per biodiversità, rappresentano un habitat essenziale per numerose specie di uccelli migratori e acquatici. Questi ambienti, che includono paludi, lagune, foci fluviali, stagni e risaie, sono spesso aree protette o riserve naturali, dove la caccia è fortemente regolamentata o completamente vietata. Tra le principali zone umide del nostro Paese figurano: Delta del Po (Emilia-Romagna e Veneto) Laguna di Venezia (Veneto) Riserva della Biosfera del Lago di Orta e Mergozzo (Piemonte) Laghi costieri di Fogliano, Caprolace e Sabaudia (Lazio) Stagni di Cabras e Margine Rosso (Sardegna) Oasi di Vendicari (Sicilia) In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le specie presenti e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questi ambienti unici. Regolamentazione e Periodi di Caccia nelle Zone Umide Italiane La caccia nelle zone umide italiane è disciplinata da una serie di normative nazionali e regionali, integrate da direttive europee come la Direttiva Uccelli (2009/147/CE) e il Decreto Ministeriale 367/2001 . Ogni regione stabilisce autonomamente il calendario venatorio, con particolare attenzione alle esigenze ecologiche delle specie migratorie. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio. In molte zone umide, tuttavia, la caccia è limitata a poche specie e solo in determinate aree esterne alle riserve integrali. Calendario Venatorio per Specie nelle Zone Umide Italiane I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Anatre (verde, mestolone, codone, beccaccino) : periodo attivo da ottobre a gennaio. Fischioni : caccia consentita in forma controllata, prevalentemente nelle risaie lombarde e nel Delta del Po. Gallinelle d’acqua e porciglioni : caccia autorizzata per brevissimi periodi, con limitazioni precise. Piccione, merlo, tordo bottaccio : migratori che transitano in settembre-ottobre; la loro caccia è sottoposta a crescenti restrizioni. Volpe e cinghiale : possono essere oggetto di controllo demografico anche durante l’anno, in aree non protette. Questa varietà rende le zone umide italiane una meta interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti lacustri e paludosi. Specie Protette e Restrizioni nelle Zone Umide Italiane Essendo parte integrante della rete Natura 2000 , molte zone umide sono incluse in Zone di Protezione Speciale (ZPS) o Siti di Interesse Comunitario (SIC) . Tra le principali restrizioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : airone cinerino, cicogna bianca, ibis eremita, martin pescatore, folaga, gazza marina. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in ambienti delicati come le zone umide. Documentazione Necessaria per Cacciare nelle Zone Umide Italiane Per poter cacciare legalmente nelle zone umide italiane è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale competente (es. Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio, Sardegna); l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nelle Zone Umide Italiane Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nelle zone umide sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nelle Zone Umide Italiane L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici adatti all’ambiente paludoso, stivali impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi o galleggianti per osservare movimenti notturni di anatre e gallinelle. Tra le tecniche più efficaci: La caccia in appostamento fisso , soprattutto nelle risaie e nei canneti. L’utilizzo di richiami vocali elettronici o manuali per attirare anatre e fischioni. L’osservazione dei corridoi migratori per intercettare stormi in transito. Le aree più produttive si trovano nel Delta del Po , nelle risaie lombarde , lungo le coste del Lazio e nella Sardegna sud-occidentale , dove la selvaggina si concentra grazie alla ricchezza di habitat naturali.

Post: 1 September 07:55

Tra il Gran Sasso e i Monti della Laga: Calendario Venatorio con Date e Aree Autorizzate

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga , esteso tra Abruzzo, March

Tra il Gran Sasso e i Monti della Laga: Calendario Venatorio con Date e Aree Autorizzate Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga , esteso tra Abruzzo, Marche e Lazio, è uno dei più grandi e importanti parchi naturali d’Italia. Con i suoi paesaggi maestosi, montagne alte oltre 2.900 metri, vallate selvagge, foreste di faggio e pascoli, questa area offre un habitat ideale per numerose specie faunistiche. Tra le più comuni figurano il cinghiale, la lepre, la volpe, il piccione, il merlo, il tordo bottaccio, lo storno, il fagiano, l’aquila reale, il lupo e il cervo sardo. In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le restrizioni specifiche del parco e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questa splendida area protetta. Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Parco del Gran Sasso La caccia nel Parco del Gran Sasso è regolata da normative molto rigorose, stabilite sia dallo statuto del Parco che dalle leggi regionali dell’Abruzzo, regione principale interessata. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie soggette a piani di controllo fino a febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente dalla Regione Abruzzo ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali competenti. Le date sono influenzate dall’altitudine, dal clima temperato-montano e dal ciclo biologico delle specie. Essendo un’area protetta, molte zone interne del parco sono zona integrale o zona rigida , dove la caccia è vietata o fortemente limitata. Calendario Venatorio per Specie nel Parco del Gran Sasso I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo . L’inverno (dicembre-gennaio) è il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre e alla volpe , quando gli animali si muovono maggiormente in cerca di cibo. È vietata la caccia durante il periodo riproduttivo, solitamente tra marzo e luglio , per proteggere la nidificazione e garantire la sostenibilità delle popolazioni faunistiche. Questa varietà rende il Gran Sasso una meta particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti montani e collinari. Specie Protette e Restrizioni nel Parco del Gran Sasso Essendo parte integrante della rete Natura 2000 , il Parco del Gran Sasso ospita numerosi habitat e specie protette. In quest’area la conservazione della fauna ha priorità assoluta. Tra le principali restrizioni: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (marzo-luglio). Specie protette : aquila reale, gufo reale, cervo sardo, lupo, martora, camoscio appenninico. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente fragile come quello appenninico. Documentazione Necessaria per Cacciare nel Parco del Gran Sasso Per poter cacciare legalmente nel Parco del Gran Sasso è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio, acquistabile online tramite il sistema regionale dell’Abruzzo; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nel Parco del Gran Sasso Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nel Parco del Gran Sasso sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene i confini degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nel Parco del Gran Sasso L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto. Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli , tenendo conto anche della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano nei dintorni di L’Aquila , Teramo , Ascoli Piceno , Campo Imperatore e lungo il versante marchigiano del Parco, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 29 August 14:27

Caccia nel Parco dello Stelvio: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi

Il Parco Nazionale dello Stelvio , il pi

Caccia nel Parco dello Stelvio: Calendario Venatorio Completo, Specie Cacciabili e Segreti per Ogni Stagione tra Camosci e Cervi Il Parco Nazionale dello Stelvio , il più grande parco naturale d’Italia, si estende tra Trentino-Alto Adige e Lombardia, abbracciando un ambiente montano estremamente vario e ricco di fauna selvatica. Con i suoi paesaggi mozzafiato, ghiacciai, foreste alpine e praterie di alta quota, questa area rappresenta un habitat ideale per numerose specie selvatiche come il cervo , il capriolo , la lepre variabile , l’istricе , la volpe , il cinghiale , il merlo alpino e il tordo sassello . In questo articolo analizziamo nel dettaglio le normative sulla caccia, i periodi autorizzati, le restrizioni specifiche del parco e i consigli pratici per chi desidera cacciare in questa splendida area protetta. Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Parco dello Stelvio La caccia nel Parco dello Stelvio è regolata da normative molto rigorose, dettate sia dallo statuto del Parco che dalle leggi regionali del Trentino-Alto Adige e della Lombardia. La stagione principale va generalmente da settembre a dicembre , con alcune specie che possono essere soggette a piani di controllo anche fino a gennaio-febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente da ogni regione e tiene conto delle caratteristiche climatiche locali e del ciclo biologico degli animali. Le date sono influenzate dall’altitudine e dal tipo di habitat. Per esempio, la caccia al capriolo e al cervo è solitamente aperta a fine estate/inizio autunno, mentre quella alla volpe e al cinghiale si protrae fino all’inizio dell’inverno. Calendario Venatorio per Specie nel Parco dello Stelvio I periodi ideali per la caccia dipendono chiaramente dalla specie bersaglio: Cervo : periodo di apertura tra fine agosto e metà settembre, chiusura a novembre. Capriolo : stagione attiva da settembre a dicembre. Cinghiale : presente solo nelle aree basse del versante lombardo; stagione da ottobre a gennaio. Volpe e istricе : caccia consentita in forma di controllo demografico durante tutto l’anno, ma con limitazioni specifiche. Lepre variabile : caccia autorizzata in autunno, quando il manto cambia colore e diventa visibile. Merlo alpino e tordo sassello : uccelli migratori che transitano in settembre-ottobre; la loro caccia è sottoposta a crescenti restrizioni negli ultimi anni per tutelarne le popolazioni. Questa varietà rende il Parco dello Stelvio una meta particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica in contesti montani. Specie Protette e Restrizioni nel Parco dello Stelvio Essendo un ambiente fragile e ricco di biodiversità, il Parco dello Stelvio è incluso nella rete Natura 2000 , il che comporta ulteriori limitazioni per la protezione di habitat e specie sensibili. Tra le restrizioni principali: Divieto assoluto di caccia in periodo di riproduzione (generalmente da marzo a luglio). Specie protette : lupo, lince, aquila reale, gufo reale, martora, genetta, camoscio, stambecco. Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e garantire la convivenza tra uomo e fauna selvatica in un ambiente delicato come quello alpino. Documentazione Necessaria per Cacciare nel Parco dello Stelvio Per poter cacciare legalmente nel Parco dello Stelvio è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite i sistemi regionali (Trentino, Alto Adige, Lombardia); l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-70 euro , a seconda della regione) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nel Parco dello Stelvio Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nel Parco dello Stelvio sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione, in zone vietate o contro specie protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene le mappe degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nel Parco dello Stelvio L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia al capriolo in battuta o a vista lungo i versanti soleggiati. Le postazioni fisse per il cervo in area pre-rifugio. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli alpini , tenendo conto della direzione del vento e della morfologia del terreno. Le aree più produttive si trovano nei pressi di Bormio , Val di Rabbi , Val di Pejo , Val di Fassa e nell’area lombarda del Parco, dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di boschi misti e pascoli naturali.

Post: 29 August 14:25

Caccia nel Cilento: Il Calendario Venatorio, Stagioni per Cinghiali, Lepri e Selvaggina tra Coste e Montagne

Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Cilento

La caccia

Caccia nel Cilento: Il Calendario Venatorio, Stagioni per Cinghiali, Lepri e Selvaggina tra Coste e Montagne Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Cilento La caccia nel Cilento , area ricca di biodiversità e parte integrante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni , è regolata da normative regionali precise che mirano a garantire la conservazione della fauna e il rispetto dell’ambiente. La stagione principale va generalmente da settembre a gennaio , con alcune specie (come il cinghiale) che possono essere soggette a piani di controllo anche fino a febbraio. Il calendario venatorio è stabilito annualmente dalla Regione Campania ed è consultabile online o presso gli uffici provinciali. Le date sono influenzate dal ciclo biologico delle specie e dalle esigenze ecologiche locali. Calendario Venatorio per Specie nel Cilento I periodi ideali per la caccia variano in base alla specie bersaglio. Da settembre a novembre si concentrano le attività su uccelli migratori come tortora, starna, tordo bottaccio e merlo . L’attività culmina in autunno, quando queste specie transitano lungo i corridoi migratori del Sud Italia. L’inverno (dicembre-gennaio) è invece il momento migliore per la caccia al cinghiale , alla lepre e alla volpe , che aumentano la loro mobilità in cerca di cibo. Questo rende il Cilento una zona particolarmente interessante per chi pratica caccia selettiva e gestione faunistica. Specie Protette e Restrizioni nel Cilento Essendo parte di un'area protetta, il Cilento presenta numerose limitazioni alla caccia. All’interno del nucleo centrale del Parco Nazionale essa è completamente vietata , mentre nelle aree periferiche e negli Ambiti Territoriali di Caccia (ATS), è consentita solo seguendo le normative regionali. Tra le restrizioni principali: Divieto assoluto di caccia tra marzo e luglio , periodo riproduttivo; Specie protette : aquila reale, gufo reale, cervo sardo, lupo, martora; Limitazioni per sesso ed età : non è permesso sparare a femmine con prole visibile o a giovani non autosufficienti. Queste misure servono a preservare l’equilibrio ecologico e tutelare le specie più vulnerabili. Documentazione Necessaria per Cacciare nel Cilento Per poter cacciare legalmente nel Cilento è necessario possedere: una licenza di porto d’armi valida; un tesserino regionale venatorio , acquistabile online tramite il sistema regionale della Campania; l’appartenenza a un Ambito Territoriale di Caccia (ATS) o a un’associazione venatoria riconosciuta (es. Federcaccia, Enalcaccia). Ogni anno è richiesto il pagamento di un contributo regionale (circa 50-60 euro ) e, in alcuni casi, la partecipazione a corsi specifici per la gestione del territorio e la conservazione della fauna. Sanzioni e Multe nel Cilento Le sanzioni per chi infrange le normative di caccia nel Cilento sono severe. Chi viene sorpreso a cacciare fuori stagione o all’interno delle zone protette può incorrere in multe fino a 3.000 euro , oltre alla confisca delle armi e dell’attrezzatura utilizzata. In caso di gravi infrazioni, è prevista la revoca della licenza di caccia e denunce penali. È quindi fondamentale conoscere bene le mappe degli ambiti territoriali e rispettare le norme vigenti. Consigli Pratici per i Cacciatori nel Cilento L’abbigliamento e l’equipaggiamento vanno scelti in base al periodo e al tipo di caccia: In autunno , privilegiare tessuti mimetici e impermeabili, binocoli ad alta definizione e richiami per uccelli migratori. In inverno , optare per indumenti termici e caldi, appostamenti fissi per osservare movimenti notturni del cinghiale e uso mirato di chiamate. Tra le tecniche più efficaci: La caccia a vista alla lepre nelle prime ore del mattino o al tramonto. Le postazioni fisse per il cinghiale vicino ai pascoli o lungo i sentieri battuti. L’utilizzo di richiami vocali per tordi e merli , tenendo conto della direzione del vento. Le aree più produttive si trovano intorno a Vallo della Lucania , Sapri , Padula , Policastro Bussentino e Novi Velia , dove la selvaggina si concentra grazie alla presenza di cibo e rifugi naturali.

Post: 29 August 14:05

Dall'Appennino Tosco-Emiliano alle Foreste Casentinesi: Calendario Venatorio con Date e Consigli

L'Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna
Lungo lo spartiacque che separ

Dall'Appennino Tosco-Emiliano alle Foreste Casentinesi: Calendario Venatorio con Date e Consigli L'Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna Lungo lo spartiacque che separa Toscana ed Emilia-Romagna, l'Appennino Tosco-Emiliano si estende per oltre 200 km offrendo uno degli scenari venatori più vari e suggestivi d'Italia. Questa catena montuosa, che va dal Passo della Cisa fino alle Foreste Casentinesi, presenta una straordinaria diversità di ambienti: dalle fitte faggete alle ampie praterie d'altitudine, dai boschi misti di media quota alle ripide pareti rocciose. La caccia in queste zone è regolata da normative regionali che, pur mantenendo una sostanziale uniformità, presentano alcune differenze significative tra i due versanti, soprattutto per quanto riguarda le modalità di prelievo e i periodi di apertura. Stagioni di caccia nella zona Tosco-Emiliana Il calendario venatorio per il 2024 nell'Appennino Tosco-Emiliano riflette la necessità di conciliare tradizione venatoria e conservazione della fauna. Per il cinghiale, specie particolarmente diffusa, il periodo va dal 1° ottobre al 31 gennaio, con l'obbligo di battute organizzate sul versante emiliano e limitazioni al prelievo delle femmine adulte. La caccia al capriolo, gestita attraverso piani di selezione, è consentita dal 1° ottobre al 31 dicembre con metodi di caccia individuale. Per la lepre, il periodo più favorevole va dal 1° ottobre al 30 novembre, mentre per il fagiano la stagione si estende fino al 31 dicembre. La beccaccia, vera regina dei boschi appenninici, può essere cacciata dal 1° novembre al 31 gennaio, con particolare abbondanza nei mesi più freddi. Le migliori zone di caccia nell'Appennino La varietà morfologica dell'Appennino offre habitat diversi per ogni specie. Sul versante emiliano, le foreste demaniali attorno a Pievepelago e le pendici del Monte Cimone rappresentano il regno del cinghiale, con popolazioni particolarmente numerose grazie alla ricchezza di risorse trofiche. In Toscana, le aree della Garfagnana e dell'Alto Appennino Modenese, con i loro castagneti secolari e i boschi misti, sono particolarmente ricche di selvaggina minuta. Le zone di crinale, al confine tra le due regioni, offrono invece eccellenti opportunità per la beccaccia, che trova in questi ambienti il suo habitat ideale durante la migrazione. Regolamenti e divieti nell'area Appenninica La caccia nell'Appennino Tosco-Emiliano è soggetta a una serie di restrizioni volte a tutelare gli ecosistemi più fragili. Nei Parchi Nazionali dell'Appennino Tosco-Emiliano e delle Foreste Casentinesi vige il divieto assoluto di caccia, così come in tutte le riserve naturali regionali. L'uso di munizioni non tossiche è obbligatorio non solo nelle zone umide, ma anche in tutte le aree ad alta valenza naturalistica. In Emilia-Romagna è in vigore il divieto di caccia il martedì e venerdì, misura introdotta per ridurre il disturbo alla fauna. Particolarmente severe sono le norme sulla caccia al cinghiale, con l'obbligo di partecipazione a battute organizzate e limiti precisi al numero di capi prelevabili. Come organizzare la caccia nell'Appennino Per cacciare legalmente in questa zona è necessario munirsi di diversi documenti: oltre alla licenza di caccia italiana, è obbligatorio il tesserino regionale (con costi che variano dagli 80 ai 200 euro a seconda della residenza e della validità) e il permesso specifico dell'ATC della zona scelta. I cacciatori provenienti da altre regioni devono prestare particolare attenzione alle differenze normative tra i due versanti, soprattutto per quanto riguarda le modalità di prelievo e i periodi di apertura. È consigliabile contattare in anticipo le locali sezioni della Federcaccia per ottenere informazioni aggiornate sulle normative e sulle possibilità di accesso ai vari territori. Periodi migliori e consigli pratici L'autunno è senza dubbio la stagione più favorevole per la caccia nell'Appennino Tosco-Emiliano. I mesi di ottobre e novembre, con il loro clima mite e la natura che si prepara all'inverno, sono ideali per la caccia al cinghiale e al capriolo, quando gli animali sono particolarmente attivi nella ricerca di cibo. Per chi cerca la beccaccia, i crinali al confine tra Toscana ed Emilia offrono ottime opportunità, soprattutto dopo le prime gelate che spingono gli uccelli a scendere di quota. L'attrezzatura deve essere adeguata all'ambiente montano: scarponi impermeabili per i sentieri spesso fangosi, un buon binocolo per la caccia al capriolo nelle radure, e abbigliamento mimetico adatto alla vegetazione appenninica. Per chi pratica la caccia al cinghiale, è consigliabile un fucile robusto e preciso, preferibilmente in calibro adeguato alla distanza media di tiro in questi ambienti.

Post: 29 August 13:02

Tra Canali e Paludi: Calendario di Caccia nel Delta del Po con Date e Specie Protette

Il Delta del Po rappresenta uno dei paradisi venatori più suggestivi d'Italia, dove

Tra Canali e Paludi: Calendario di Caccia nel Delta del Po con Date e Specie Protette Il Delta del Po rappresenta uno dei paradisi venatori più suggestivi d'Italia, dove la caccia si trasforma in un'esperienza unica a stretto contatto con la natura. Questo straordinario ecosistema umido, diviso tra Veneto ed Emilia-Romagna, offre possibilità eccezionali per gli appassionati di caccia agli uccelli acquatici, con una regolamentazione attenta alla conservazione delle specie migratorie. Regolamentazione e Periodi di Caccia nel Delta Del Po La stagione venatoria nel Delta del Po si apre generalmente a settembre e si protrae fino a gennaio, con calendari specifici per ogni specie. Le date esatte vengono stabilite annualmente dalle Regioni competenti, seguendo sia la direttiva comunitaria "Uccelli" che la legge nazionale 157/1992. Rispetto alle zone limitrofe, il Delta presenta stagioni più brevi e restrittive, con particolare attenzione alla tutela dell'avifauna migratoria. Negli ultimi anni si sono susseguiti importanti cambiamenti normativi, tra cui la riduzione del periodo venatorio per la folaga e l'introduzione di limiti giornalieri per gli anatidi. Calendario Venatorio nel Delta del Po Per quanto riguarda le specie cacciabili, il germano reale può essere prelevato dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio, mentre per alzavole e folaghe i periodi vanno rispettivamente dal 1° ottobre al 31 gennaio e dal 1° ottobre al 31 dicembre. La selvaggina stanziale come fagiani e lepri segue invece calendari più ristretti, generalmente da ottobre a dicembre. I mesi migliori risultano ottobre e novembre, quando si registra il picco della migrazione degli anatidi, mentre dicembre e gennaio offrono ottime opportunità con le folaghe. Divieti e Limitazioni nel Delta del Po La normativa del Delta prevede importanti restrizioni: assolutamente vietata la caccia a fenicotteri, aironi rossi e falchi di palude. Obbligatorio l'uso di cartucce senza piombo e vietata l'attività venatoria nei giorni di nebbia particolarmente fitta. Da ricordare la chiusura settimanale del giovedì e il periodo di silenzio venatorio assoluto che va dal 1° febbraio al 31 agosto. Licenze e Permessi. Documenti Necessari nel Delta del Po Per cacciare legalmente nell'area sono necessari diversi documenti: oltre al classico porto d'armi per uso venatorio e al tesserino regionale (con costi variabili tra 120 e 300 euro), è obbligatorio ottenere il permesso specifico per le valli da caccia e il patentino per l'uso dei richiami vivi. I Consorzi di gestione delle valli e gli ATC locali rappresentano punti di riferimento fondamentali per ottenere tutte le informazioni necessarie. Sanzioni nel Delta del Po Le sanzioni per chi viola le norme sono particolarmente severe: si rischiano multe fino a 10.000 euro per la caccia in zone vietate, che possono arrivare a 25.000 euro in caso di uccisione di specie protette. Da non sottovalutare il sequestro immediato dell'attrezzatura per chi viene sorpreso a utilizzare richiami elettronici. Consigli Pratici e Eventi nel Delta Del Po Per chi vuole affrontare al meglio una battuta nel Delta, alcuni accorgimenti risultano fondamentali: l'attrezzatura deve comprendere stivali alti in gomma, giubbotto galleggiante e binocoli con ottiche anti-umidità. Le zone più produttive si trovano nelle Valli di Comacchio, nella Golena di Goro e negli Scanni di Ariano. Tra le tecniche più efficaci spiccano l'appostamento in capanni galleggianti, la caccia da barchino e l'uso sapiente di stampi mobili. Il Delta del Po , esteso tra le regioni di Emilia-Romagna e Veneto , è uno dei territori più ricchi di biodiversità in Italia, grazie alla sua posizione strategica lungo i principali corridoi migratori. Questa zona umida, fatta di fiumi, paludi, risaie e boschetti allagati, rappresenta un ambiente ideale per la caccia regolamentata, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli migratori e il cinghiale. Nel corso dell’anno si tengono diversi eventi venatori che richiamano appassionati da tutta Italia, non solo per l’aspetto tecnico della caccia ma anche per il forte legame con la cultura locale, la conservazione della fauna e l’utilizzo sostenibile del territorio. Tra i più importanti spicca la Fiera Regionale della Caccia e della Pesca a Rovigo , che si tiene ogni anno nel mese di ottobre e rappresenta una vetrina completa per espositori di armi, cani da lavoro, abbigliamento tecnico e attrezzature per la caccia al passo e in appostamento fisso. Un altro evento significativo è il Po Delta Waterfowl Challenge , una competizione dedicata ai cacciatori esperti nella caccia agli uccelli acquatici, come anatre, gallinelle d’acqua e beccacce. L’evento si svolge in autunno ed è aperto a chi pratica caccia autorizzata sotto forma di controllo faunistico. Si tratta di un’occasione per mettere alla prova le proprie capacità cinofile e di tiro in contesti naturali complessi e mutevoli.

Post: 29 August 12:55

Search nearby countries

MX flag
CA flag
BS flag
BZ flag
CU flag
GT flag
KY flag
HN flag
SV flag
BM flag
JM flag
TC flag

Related to request “Cacciatori”

UH.app — social media network and application for hunters.

© 2025 Uhapp LLC. All rights reserved.